Ritorno al futuro, si potrebbe esclamare, infatti è ormai chiaro il segnale di un ritorno ad un mondo di fotografia dove trova spazio anche la sua declinazione analogica, in particolare nella forma di quella istantanea.
Pare quasi di tornare agli anni ’70, ma con tutti i comfort del momento presente, infatti se un tempo non avremmo avuto scelta sullo stampare o meno il nostro scatto, oggi in qualche caso possiamo anche scegliere.
Ma prima di tutto un chiarimento: “quanti e quali formati esistono in commercio di foto istantanee?” Se ve lo state chiedendo, ecco che ve lo svelo qui, con una piccola grafica di supporto che non ha la pretesa di spiegare tutto, ma la maggior parte dei casi e delle possibilità.
Aesthetic analog film frame vector vintage style photography
Non possiamo dimenticarci del ruolo che, insieme a Polaroid, si è ritagliata Fujifilm con la sua gamma Instax mini.
una selezione di fotocamere instax by fujifilm
Osservatele bene, sono totalmente analogiche, strizzano l’occhio ai giovani, ma non solo. Hanno letteralmente sbancato sul mercato per la loro praticità e, nonostante la foto tecnicamente più piccola tra tutte quelle proposte dai vari marchi, ha affascinato tutti, appassionati e non.
Ovviamente Polaroid non è rimasta a guardare e si è rinnovata seguendo principalmente la sua tradizione, cioè il formato fotografico che porta il suo nome, la foto Polaroid! In particolare la scena se la prendono le Polaroid Now che con gamme colorate e formati tradizionali conquistano tutte le fasce d’età anche in questo caso con carte fotografiche di vario tipo, anche qui fino al bianco e nero.
Anche Polaroid ha sentito l’influsso di Instax, oltre al formato classico infatti propone la Polaroid Go, con una foto quadrata come nel caso della Square.
Quello che fa la differenza nella scelta risponde alla parola “Dimensione”, scelgo un modello perché è piccolo e trasportabile o scelgo Polaroid perché voglio una foto istantanea ma il più grande possibile.
Non c’è dunque una risposta per tutti, guardatevi dentro, capite cosa vi interessa fare e il come farlo verrà da sé.
Piccolo inciso fuoritema, passando alle stampanti Zink (analizzate qui in confronto con Phomemo) ne esistono di tantissimi brand, questo perché la tecnologia che ne sta alla base è condivisa, cioè una carta che già contiene il pigmento e che varia colore a seconda della temperatura su essa impressa.
La gamma vede tutti i brand “classici” e qualche outsider, con risultati perlopiù simili.
Il vantaggio qui viene dallo scegliere la foto sul cellulare e… Stampare! Nulla di più semplice no?
Ed ecco le eccezioni che modificano leggermente il formato o la tipologia di carta: Fujifilm Polaroid
Come funziona la Zink? Eccovi il video!
Zink by Canon Zooming – Feat. Pandoro
Le Zink trasformano in analogico il digitale, non hanno il fascino misterioso di una istantanea in cui la foto bella o brutta che sia si scopre solo dopo qualche minuto, ma hanno un ruolo di assoluto livello nelle modalità di costruzione dei nostri ricordi.
Infine, siete incontentabili e ambite alle foto formato “Square” o “Cartolina?” la serie Selphy di Canon è l’ideale per Voi! Guardate qui.
Sono basate sulla tecnica della sublimazione termica, cioè 4 veli (3 colori base: rosso, blu, giallo a cui si aggiunge uno strato protettivo) con cui si producono foto di qualità professionale a livello domestico.
Quindi, buona luce per le vostre foto e… oltre al cloud, emozionatevi o emozionate qualcuno, stampate le vostre immagini.
La fotografia digitale va forte, anzi, va fortissimo.
Evolve, corre, si distacca dalla realtà stessa, con un ritmo inarrestabile.
Eppure mentre tantissimi brand del comparto smartphone si sono lanciati nella folle rincorsa ai megapixel, combattuta a colpi di esasperazione numerica, alla ricerca di una perfezione che, come in ogni cosa, si instilla nel semplice e non nel quantitativo.
Sensori smisuratamente piccoli, farciti da tanti di quei pixel che, forse, potrebbero farne indigestione.
“E poi di colpo, è come se qualcuno o qualcosa avesse tirato il freno di emergenza di un mezzo in movimento, questo si arresta, e, lontanissimo, vediamo un chiosco giallo di lamiera, sentiamo le farfalle nello stomaco, ci avviciniamo curiosi e troviamo un negozio di rullini, dal quale lo stesso alieno, Ciribiribì, dello spot anni ’80 ci osserva e…”
Lo so è una bella storia, ma ve la racconto un’altra volta, solo se mi aiuterete a condividere questo articolo che, si basa un po’ sull’esperienza ed un po’ su una speranza..
I RULLINI SONO GIA’ TORNATI
ecco dunque:
10 consigli ai nuovi neofiti dei rullini 35mm (e delle polaroid)
Procuratevi una macchina fotografica analogica, sia essa compatta, reflex od anche polaroid. La soluzione a questa esigenza di primaria importanza risiede in siti meno in “hype” rispetto ad Amazon, anzi, potreste trovare vere e proprie occasioni in soffitta, chiedendo a genitori o nonni, persino zii e zie. Ma anche presso negozi e bazar dell’usato o, infine, ma non per demerito, presso i negozi di fotografia della vostra città (Qui a Mestre le fotocamere analogiche Basic sono già tornate…!!!)
Procuratevi un freno (!!!) Questo tipo di fotografia non consente di scaricare raffiche di foto ai quattro venti, o meglio, a meno che non vi riempiate di rullini come farebbe di munizioni Rambo, non è l’intento più appropriato. Respirate, concentratevi su cosa volete raccontare, su quali tasti toccare per esaltare il soggetto ritratto. Impariamo dunque non quando scattare, bensì quando non farlo.
Dimetichiamoci della seta La grana naturale delle pellicole e il suo effetto su pelle e panorami vi riporterà ad un mondo più reale, dove ogni cosa viene catturata per la sua essenza. Una sorta di luogo dove quello che oggi viene percepito come un difetto si tramuta in un valore aggiunto al racconto visivo cui stiamo assistendo. La grana è l’essenza stessa, l’anima, della luce che si sublima nell’immagine.
Filtri, no, non sono quelli di Instagram! I filtri al massimo potevano giocare con la luce, virare i colori verso il caldo o il freddo, permettere di dilatare le esposizioni. Dimentichiamo dunque effetti in stile Snapchat e realtà aumentata, in questi scatti aumenterà la realtà e non viceversa.
Aumentate le vostre competenze analogiche in un mondo sempre più digitale Questo non significa rinunciare allo smartphone ed ai comfort acquisiti, ma dai fotografi del passato possiamo imparare tantissimo, per non parlare della tecnica! Un libro che per me è stato illuminante per esempio è quello di Andreas Feininger, disponibile in moti negozi di libri usati o biblioteche. Un grande fotografo e saggista statunitense autore di svariati libri sul tema.
Sbagliate, sbagliate meno, un giorno non sbaglierete più Se su 36 pose ne avrete buttate al vento 35, non demordete, dominare la messa a fuoco manuale, la corretta esposizione, avere l’orizzonte davvero orizzontale e le giuste proporzioni nella composizione della scena non è un discorso da punta e scatta. Da ogni errore potrete trarre enormi insegnamenti.
La fotografia analogica racconta infinite storie Impariamo a cogliere i dettagli, in ogni scatto ci saranno infinite componenti, svariate variabili, dal nostro umore alla nostra sensibilità, dall’umidità dell’aria al calore del sole, ma ci saranno anche le tenebre della camera oscura, l’alchimia dello sviluppo e la magia della proiezione dell’ingranditore. Impariamo a leggere tra le righe il circostante.
Ogni rullino un’impronta indelebile Sperimentare il diverso viraggio dei colori con rullini diversi per marca o tipologia è una delle più belle esperienze che si possano provare. Colori vivaci, contrasti accentuati, bianchi e neri intensi e molto di più. Ogni rullino, ogni marca, un’impronta ed un carattere diversi, anche questa è magia.
Stampare analogico o digitale che sia Una foto in digitale viaggia velocissima, ma con la stessa velocità può sparire, per sempre. Una stampa invece resta, ha un profumo e delle vibrazioni emotive tutte sue. Ha un calore che si rende equivalente a quello di un bacio sotto il temporale. Ci fa da alcova per i ricordi più belli.
Impariamo, infine, a non scattare Ci sono istanti irripetibili, quelli che nessuno vorrebbe perdere, proprio per questo, talvolta, dovremmo posare lo smartphone, la macchina fotografica, forse dovremmo posare anche la nostra vita circostante e godere dell’istante che ci scorre come sabbia calda tra le dita della mano. La più grande fotocamera che porteremo con noi, sarà sempre il nostro cuore ed il sapore dei nostri ricordi più belli.
Anche questa volta, mi son permesso, ho detto la mia opinione.
E voi? Cosa ne pensate?
Tornerà in auge la fotografia analogica? O forse… non è mai andata via?!?
A presto
Edoardo
AGGIORNAMENTO DEL 22/10/2022 !!! Una piccola news che evidenzia una tendenza ormai sicura: NUOVA ANALOGICA LEICA!
Sono passati tre anni dalla mia ultima visita all’isola di Pellestrina; così tanti perché dalla fine del 2019 in poi, per ciascuno di noi, sono cambiate tantissime cose, per alcuni, decisamente troppe.
Le mie radici, ben radicate in questo territorio, per più di 900 giorni non si sono lasciate intridere dalla salubre aria salmastra, ma anche da quei profumi e colori che, con ogni parte di me, amo.
Oggi, in questa piccola cronaca, vi racconto a parole sicuramente, ma anche con qualche scatto, quella che è stata una delle pagine più belle delle mie gite fotografiche, voi stessi potrete vivere o rimodulare a vostro piacimento questa esperienza, sempre ricordando di essereturisti responsabili.
ITINERARIO (circa 11 fantastici kilometri): Lunedì 6 giugno 2022 son partito in direzione Chioggia, la ritengo il punto di partenza ideale per approcciare l’isola. Qui troveremo il parcheggio Giove che offre tariffe super convenienti parcheggiando l’auto all’ultimo piano, aperto ai lati, ma ben coperto. Già da qui il panorama comincerà a lasciarvi senza fiato.
In questo tragitto passeremo dalla località “Isola Saloni” al centro storico, prendendo una delle tante calli che uniscono la “fondamenta del Canal Lombardo” al Corso del Popolo. Al termine di quest’ultimo, dopo aver sfiorato decine di negozi, ristoranti e bar arriveremo all’attracco di Piazza Vigo, dove ci attenderà il vaporetto della Linea 11 ACTV.
🟠 Fate attenzione 🟠 verificate la possibilità di prenotare l’imbarco se volete portare le vostre bici e ricordarevi che potrete anche noleggiarne una direttamente in isola.
Una volta acquistato il biglietto attendete l’avvio delle operazioni di imbarco e provate ad aggiudicarvi dei posti nel terrazzino posteriore del natante, la vista sarà eccezionale, ma anche non doveste riuscirvi, state sereni, il panorama è bellissimo anche dagli altri posti.
Cason da pesca nei pressi di Ca’ Roman
Se siete “amanti delle sfide” potrete aggiungere una tappa meravigliosa al vostro viaggio di scoperta, infatti chiedendo la discesa a Ca’ Roman di Pellestrina (vedi note degli orari) vi regalerete altri 3 km di itinerario a stretto contatto con la laguna ed il mare, mai così vicini lungo tutto l’arco di questo litorale, magari camminando alla sommità dei Murazzi come nella foto sottostante.
Passeggiando sopra i murazzi, verso Ca’ Roman di Pellestrina
Terminato questo tratto, a piedi o di navigazione arriverete all’attracco isolano del vaporetto, nei pressi del cimitero.
Vi raccomando di percorrere il più possibile il lato lagunare dell’isola, così da non perdere nessuno degli scorci che vedrete nelle immagini. Resta ovvio che se la voglia di mare vi dovesse sopraffare potrete affacciarvi al lato opposto e godere della vista del litorale isolano. | Scarica gratis la MAPPA DELL’ISOLA |
L’insegna che vi accoglierà all’approdo
Da qui, semplicemente proseguendo verso la Chiesa di Ognissanti, riconoscibilissima dalla sua sagoma che svetta sull’abitato, approccerete il primo tratto del borgo. Sulla sinistra vedrete una casa alta e verde, lì girando a sinistra e percorrendo la calle arriverete ai margini della Piazza del Duomo di Ognissanti che oltre all’omonima chiesa ospita anche due monumenti commemorativi, quello alla memoria di un parroco molto amato e l’altro, purtroppo più importante storicamente, che ci ricorda un mesto capitolo della seconda guerra mondiale, l’affondamento del piroscafo Giudecca, proprio nel quieto specchio d’acqua antistante la piazza.
La laguna innanzi al Duomo di Ognissanti
Proseguendo oltre verremo travolti dai toni variopinti delle case, sullo stile della più famosa Burano. Vi consiglio di rimanere nelle calli circondati dalle case in questa fase, così da acclimatarvi nel quieto vivere di questo borgo di pescatori, entrando in sintonia con una realtà dove l’unicità regna sovrana.
Uno scorcio, tra infinite sfumature di azzurro
Continuate verso nord, scoprendo le corti e le calli in cui la tavolozza si arricchisce di bellezza e gli accostamenti di ognuno creano un capolavoro, fatto di circostante.
Colori ed accostamenti unici
Supererete, ma, se vorrete, in questo tratto che vi separa dal “Tempio dell’Apparizione” potrete approfittare di un gran numero di ristoranti tipici e bar, alcuni famosissimi, altri sorprendentemente genuini. Con un occhio sempre pronto a scoprire bellezza.
I nomi delle barche sono sempre legati a delle storie, siano esse famigliari, aneddotiche o mitologiche. Tutto questo ha un fascino senza tempo.
E voi, li leggete mai i nomi sui pescherecci?
Per i più religiosi, ma anche per gli amanti dell’arte e dall’architettura in genere, imperdibile una visita al “Tempio dell’Apparizione” dedicato ai Santi Vito e Modesto.
Il Tempio, come si presenta innanzi a chi cammina o pedala lungo il lato lagunare.
Se andrete a guardare il mare da questa zona dell’isola rimarrete stupiti dal fatto che, da sopra il murazzo, distinguerete la laguna. E’ infatti uno dei punti abitati più stretti dell’isola, dunque mare e laguna si possono quasi toccare e distano meno di 200m. Proseguiamo ancora, tra colori, profumi e, all’orizzonte nelle acque, qualche casone da pesca, strutture a palafitta il cui fascino primitivo non lascia mai insensibili.
Pescherecci e Casoni da pesca
Ed ecco, che passo dopo passo, arriviamo all’ultimo tratto del borgo di Pellestrina, il Sestier Scarpa, dove, quasi per miracolo gli spazi sinora talvolta angusti, sembrano apparentemente farsi più generosi, offrendoci così scorci come quello in cui è incastonata la Chiesa intitolata a Sant’Antonio.
Un taglio diagonale delle case e della Chiesa
E poco dopo
Da qui, sempre seguendo il corso lagunare, arriveremo ad una pista ciclo-pedonale che ci condurrà dopo circa 2 km alla frazione di Portosecco di San Pietro in Volta.
Ed eccoci a Portosecco, località che prende il nome dal fatto che un tempo sfociava un fiume che, inesorabilmente, ha interrato il porto esistente. Qui il ritmo soave isolano pare farsi ancora più lieve e rilassante.
Le case vicino la Chiesa di Santo Stefano
Proseguendo ancora incontreremo di nuovo vari tra bar e ristoranti, oltre a quello che è al momento l’unico Hotel isolano, la Locanda Stravedo; innanzi la quale vi è un vecchio pontile usato un tempo dall’ACTV per far approdare le motonavi in un secondo punto di questo litorale e poi proseguire fino a Venezia direttamente via acqua.
Ex approdo ACTV
Proseguiamo ancora, superando il Ristorante “Da Nane” ed altre attività tra cui un bar ed una gelateria, eccoci ad uno dei punti più suggestivi, il centro di San Pietro in Volta; qui potrete trovare botteghe di cibo tipico, mini-market ed anche camion di ambulanti di prodotti freschi o vestiario/accessori casa.
Proseguendo arriveremo poi ad uno dei punti più belli dell’isola, una darsena in cui riposano le barche dei pescatori da cui di gode di un paesaggio mozzafiato.
Visuale dalla dighetta della darsena
Giungiamo così al capitolo finale di questa lunga, emozionante e ricca escursione, entrando nel cuore della frazione “Belvedere” (lato sinistro della foto qui sopra). Da qui vedremo la frazione “Alberoni” del Lido e la chiusura del borgo di San Pietro in Volta, con il ferry-boat che naviga innanzi a noi lungo il porto.
Qui, pensate, visse e ambientò una storia un grande maestro Disney: Romano Scarpa e il portico della foto sottostante fece parte di alcune tavole.
Il portico in località “Di Botta”
Ed infine, con la nostalgia che sale, prima ancora di abbandonare l’isola o di proseguire con la pista ciclabile fino al ferry-boat, eccoci all’ultimo fotogramma che questo posto unico ci offrirà seguendo la direzione da sud a nord.
Le panchine fronte laguna in località Belvedere
Sembra quasi un ossimoro che le panchine diano le spalle alla Laguna, ma non disperate, potrete godere del tramonto sedendovi direttamente sul muretto che guarda la laguna, affidando i vostri sogni al sole che si tuffa nelle acque mentre solca l’orizzonte dei Colli Euganei.
Perché, nessuno ve lo verrà a dire, ma qui ci sono alcuni dei tramonti più belli al mondo.
Tramonto sulla laguna
Se siete arrivati fino a qui avete condiviso con me un viaggio a tratti dalle atmosfere oniriche, in cui vi ho rivelato molto, ma non tutto ciò che si può vedere in questo territorio unico. Che voi scegliate di pedalarvi o camminarvi poco importa, ma godetene appieno. Io sognavo da anni di percorrere l’isola completamente a piedi da sud a nord, a posteriori ne sono felicissimo, certo, con le scarpe più consumate dagli 11 km percorsi, ma con il cuore felice, perché ha imparato tantissimi nuovi colori ed emozioni.
Buon viaggio di scoperta cari lettori e care lettrici, dal vostro Edoardo.
PS se siete arrivati fino a qui ricordatevi che, lato mare, troverete il bus che vi potrà accompagnare verso Pellestrina per riprendere il vaporetto come da orari LINEA 11 in direzione Chioggia.
Ci sono luoghi che non mi stancano mai, perchè per me non sono città, bensì emozioni da cui lasciarmi permeare 🥰.
Tra sorrisi di gratitudine, scambiati in calli troppo pervie per accogliere più di due paia di piedi per volta. Cieli troppo azzurri, che si specchiano nella laguna, da far perdere il respiro e poesie da abbandonare 🙃.
Eppure ogni tanto qualcun* ancora me lo chiede: “ma non ti stanchi mai di quella città?”
E come ogni innamorato rispondo: “No, non mi stancheró mai di perdermi nei suoi occhi, che sono in tutte le cose belle che riesco a scoprire, ogni volta che la rivedo” ❤️
Se ancora non conoscete la mia pagina instagram potete scoprirla scrivendo: @trarealtaesogno
Lo so che è un nickname complesso e lungo, ma se poi mi seguirete non dovrete scriverlo più 😉😝
🏛 Questa domanda ce la poniamo sempre quando vogliamo visitare una città, dunque, se non sapete ancora cosa aspettarvi, ecco qualche immagine delle principali attrazioni di una città accogliente e meravigliosa.
🚘 🚙 🅿️ Info utile parcheggi: 🅿️ 🚙 🚘 Ve ne sono tre, ma il mio preferito per qualità, prezzo e posizione è: Parcheggio Diamanti Via Arianuova, 25, 44121 Ferrara FE
🍺🥪 Se volete provare un piatto tipico e gustoso non perdetevi la “Schiaccia” dell’omonimo locale a pochi passi dalla Cattedrale.