Racconto di Natale…

Il sentore dello zenzero si era diffuso velocemente, intriso ne era il paesaggio che, bianco e candido, si dipanava in una lieve monotonia di tonalità.  Ciononostante lui seguitava a guardare fuori dalla finestra, con lo sguardo teso, fiero, sicuro. L’attesa si miscelava alla speranza, alimentata da quel profumo che addolciva l’aria. Nessuno capiva cosa facesse ogni anno quell’uomo alla finestra, per ore, un solo giorno all’anno, il giorno di Natale. Fissava la via, oltre quella siepe spogliata dall’inverno, guardava oltre, quasi a nascondere in quel campo visivo una distanza incolmabile, alcuni dicevano potesse addirittura diradare la neve. Attese ancor più a lungo quel giorno, d’un tratto sembrò convinto che la modernità avesse vinto, che quell’anno non sarebbe accaduto, per la prima volta. Bofonchiando qualcosa si andò a sedere sulla poltrona, ma, in realtà, non manifestò alcun segno di resa, perchè la stessa era rivolta verso la medesima finestra. Lo sguardo rimase lì, fisso. Arrivò, presso di lui , la moglie che gli disse: “Non ti sei ancora rassegnato vero?” E lui con uno sguardo torvo: “Giammai!”. Passò qualche istante, bussarono alla porta coperta di ghiaccio. Corse alla porta, quasi saltellando, aprì, tirò fuori dalla tasca qualche soldino, sul suo viso la gioia più grande, sussurrò Buon Natale a quei ragazzini, carezzando sulla gota il più vicino, chiuse la porta e si girò verso sua moglie dicendole: “Vedi tesoro, non rinuncerò mai a questo istante. Cinquant’anni fa tu bussasti a quella porta ed io ti vidi per la prima volta, la mia felicità di oggi deriva da una scatola di biscotti che ho comprato dalle tue mani tanto tempo fa”.

Buon Natale Amici e che  il Natale o anche solo una scatola di biscotti possano illuminare le vostre vite. Vi regalo il racconto in Pdf e un’anteprima del mio libro di poesie che, forse, già conoscete: Komorebi.

Edoardo

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Cos’è una fotografia…?

Ci sono svariate domande che, almeno una volta nella vita, un fotografo, appassionato o professionista, si potrà porre nell’arco delle sue esperienze. Una di queste è: cos’è una fotografia?

Se ci rifacessimo alle definizioni il suffisso FOTO significherebbe “luce” o si riferirebbe ad essa;

Ma nella sua essenza primaria per noi altro non è che un istante, cristallizzato con teniche di acquisizione e stampa, analogiche o digitali, che ne renderanno durevole la memoria.

Ma oltre al lato fisico, e visivo dunque, in una foto sono contenuti sentimenti, sensazioni, profumi, ricordi, miriadi di opzioni; quasi come un punto attraverso cui passano infinite possibilità interpretative.

Ma semplificando una mia interpretazione della questione vi allego a questo articolo uno scatto “rubato”, opera di mia moglie durante il nostro viaggio di nozze in Toscana a settembre 2019.

In questo scatto lei ha cristallizzato la mia idea di “fotografia”, che così riassumo: “catturare istanti luminosi del nostro scorrere vitale”.

Grazie Silvia ❤️ per questa foto e per l’ispirazione che ne ho tratto.

31/12/2019

Un anno che si chiude 📆 , chissà quante emozioni, ricordi, gioie o dolori ciascuno di noi ha attraversato.

Eppure il tempo è una misura plasmata dall’uomo per rendere “visibile” e misurabile lo scorrere ⏳ dell’esistenza.

Vero che nell’intimitá della materia tutto scorre 🌅, riferendomi al “panta rei” di Eraclito, o al più moderno, ma settecentesco: “nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma” citando Lavoisier.

Cosa io intenda forse vi chiederete? Ebbene il messaggio 📝 è questo: lo scorrere vitale, scandito appunto dal tempo ⏳ , altro non è che l’alternarsi di scelte che dipana il nostro percorso terreno.

Quello che auguro a ciascuno di voi 🙋🏻‍♀️🙋🏻‍♂️, cari Lettori, è che il 2019 sia un bagaglio 📦 lieto da portare attraverso, l’ormai prossimo, 2020.

Perchè tante volte la felicità 🙂 passa dall’esperienza o dal non reiterare gli errori ⛔️ che rendono pesanti i nostri bagagli 📦.

Sereno e felice 2020 a tutti voi 🥂🍾

Un sorriso 😊.

Edoardo

53 anni dopo, una nuova violenta alluvione si abbatte su Venezia e le sue isole

53 anni dopo, una nuova sciagura per la nostra amata laguna…

C’è poco da aggiungere se non esprimendo la massima solidarietà alle tante persone ed attività commerciali che hanno subito danni ingenti o, nel peggiore dei casi, hanno perso tutto.

Auspico che la politica di qualsivoglia colore non inizi i classici cancan mediatici di propaganda, bensì sia vicina alle popolazioni che, mai come ora nel recente passato, hanno bisogno di sentire vicine le istituzioni.

Sono altrettanto convinto che, come spesso accaduto in passato, le persone si tireranno su le maniche e questo incubo verrà spazzato, nei limiti del possibile, col sorriso.

Ecco il link ad un vecchio articolo di uno dei territori colpiti: Pellestrina

Il segno tracciato sul marmo del livello del 1966