I Segreti di Venezia: C’era una volta il flagship store Olivetti, ideato da Carlo Scarpa in Piazza San Marco. Oggi è ancora lì, ed è diventato un museo incredibile!

Benvenuti nella serie “I Segreti di Venezia”, un viaggio affascinante tra le peculiarità della cultura lagunare veneziana. Oggi esploreremo un tema davvero originale per una città riconosciuta dal Mondo grazie ai suoi tratti storici, parleremo infatti di un negozio di macchine da scrivere collocato addirittura nel cuore di Piazza San Marco al civico 101.

Quante volte restiamo affascinati dai corner o dagli shop dei brand di tendenza che adornano le vie delle nostre città o animano i negozi e i centri commerciali. Il concetto di negozio monomarca potrebbe sembrare una novità recente, ma in realtà, questa idea trova le sue radici nel passato.

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Se anche voi avete esclamato almeno una volta: “Wow, quello è un Apple Store! (o Samsung, Nespresso, ecc.)”, questo articolo vi svelerà come un imprenditore italiano, Adriano Olivetti, sia stato un pioniere in questo campo sin dal lontano 1958.

La scritta in marmo che si presenta innanzi al negozio.

Il contesto è quello di Piazza San Marco appunto, a pochi passi dal Campanile e dall’omonima Basilica, qui Adriano individuò il luogo ideale per il suo negozio, la cui ideazione fu affidata al famosissimo architetto Carlo Scarpa.

Il negozio è diventato un museo, aperto dal 2011 ed è possibile prenotare una visita qui: Negozio Olivetti – FAI e per scoprire di più su orari o casistiche correlate all’acqua alta cliccate qui.

Rimarrete colpiti sia dagli svariati modelli di macchine da scrivere e calcolatrici meccaniche presenti, ma anche dall’elevata armonia degli spazi interni ideati col suo tocco geniale dall’architetto per questo, non grandissimo, negozio veneziano; un vero capolavoro in cui si fondono architettura e tecnologia vintage in un contesto che lo poneva e pone tuttora ad essere una vetrina sul Mondo.

Una delle macchine da scrivere esposte e, sul fondo, la scultura di Alberto Viani

Da non perdere assolutamente è la scultura di Alberto Viani, “Nudo al Sole” (1956), che accoglie i visitatori vicino all’ingresso del negozio, aggiungendo un ulteriore tocco artistico alla già suggestiva esperienza.

Eccovi qualche scatto della mia visita:

Se siete a Venezia, consiglio vivamente di dedicare mezz’ora alla scoperta di questo gioiello antesignano dei negozi monomarca di oggi. Vi assicuro che ne varrà la pena.

Continuate a seguire la serie “I Segreti di Venezia” per scoprire altri luoghi affascinanti e curiosità nascoste che rendono questa città così straordinaria. Venezia e la sua laguna sono pronte ad aprirti le porte per rivelarti ancora di più dei loro segreti.

A venerdì prossimo!

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La Rivoluzione di Vinted ha Davvero Cambiato il Modo in Cui Acquistiamo e Vendiamo i Vestiti?

Tutto è cominciato con una rivoluzione all’interno della mia famiglia, una metamorfosi fisica degna di Kafka che, in chiave positiva, ha rivoluzionato le nostre vite in maniera radicale e profonda.

Ci siamo trovati improvvisamente nella necessità di valorizzare dei capi di abbigliamento che non andavano più bene e, a differenza dei metodi abituali, abbiamo reputato fosse giunto il momento di dare nuova vita e valore a ciò da cui avevamo deciso di separarci.

Così, timidamente, abbiamo iniziato a muovere i primi passi in questo nuovo universo, pubblicando i primi annunci di vestiario da vendere sull’app più famosa tra tutte, Vinted appunto.

L’economia del riuso è in costante crescita, alimentata dalla crescente consapevolezza ambientale e dalla ricerca di alternative sostenibili. La popolarità di piattaforme online come Vinted e la diffusa adozione di pratiche di acquisto e vendita di oggetti usati testimoniano l’aumento della tendenza. Inoltre, l’interesse crescente dei consumatori per prodotti di seconda mano e il desiderio di ridurre gli sprechi sono segnali evidenti di questa evoluzione positiva verso un’economia più sostenibile e idealmente circolare.

Vinted e l’economia del riuso:

Vinted è una piattaforma globale di compravendita di abbigliamento usato. Gli utenti possono vendere e acquistare abiti precedentemente posseduti. Il suo ruolo nell’economia del riuso è fondamentale poiché promuove la riduzione degli sprechi, contribuendo a un approccio più sostenibile all’abbigliamento. L’importanza dell’economia del riuso risiede nella sua capacità di offrire alternative economiche e sostenibili all’acquisto di prodotti nuovi, promuovendo uno stile di vita più ecologico e risparmioso.

Inoltre tramite la app si creano e gestiscono tutte le spedizioni che, dato il volume d’affari, hanno dei costi sostenibilissimi che rendono ancora più ricca di appeal l’applicazione.

L’esperienza personale:

Ad oggi possiamo vantare più di 350 recensioni positive e tantissimi utenti, noi compresi, soddisfatti a 360 gradi del servizio.

Si è rivelata una vera manna poter usare questa app, in quanto ci ha permesso di rientrare di una parte degli investimenti fatti per il necessario quanto importante cambio di guardaroba e da qualche tempo ne ho approfittato pure io con un profilo personale in cui vendo libri usati per i quali non nutro più particolare interesse o che magari mi vengono affidati dai miei genitori per la vendita, anche questo è dare nuova vita alle cose.

Siete curiosi?

Guardate QUI, questo è il profilo di mia moglie Silvia e potete farvi un’idea della semplicità con cui si possono scoprire occasioni e rimettere in circolo abiti o oggetti che non utilizziamo più.

Mentre quello che segue è il MIO in cui propongo i libri che, come dicevo, non fanno più parte della mia libreria personale o di quella dei miei genitori.

In sintesi:

Vinted è una piattaforma di compravendita online specializzata in abbigliamento, calzature e accessori usati. Ecco come funziona:

  1. Registrazione: Per iniziare, gli utenti devono registrarsi su Vinted, il che di solito richiede solo pochi minuti. Puoi farlo tramite un indirizzo e-mail o un account social media.
  2. Caricamento di Prodotti: Una volta registrati, gli utenti possono iniziare a caricare foto dei capi di abbigliamento, scarpe o accessori che desiderano vendere. Si inseriscono i dettagli, come la taglia, il marchio e il prezzo di vendita.
  3. Interazione con gli Acquirenti: Gli acquirenti interessati possono fare domande o negoziare il prezzo direttamente attraverso la piattaforma.
  4. Pagamenti: Quando un acquirente decide di acquistare un articolo, il pagamento avviene attraverso il sistema di pagamento integrato di Vinted. Il venditore riceve il pagamento una volta che l’acquirente conferma di aver ricevuto e approvato l’articolo.
  5. Spedizione: Il venditore è responsabile della spedizione dell’articolo. Vinted fornisce un’etichetta di spedizione prepagata che semplifica il processo. Gli utenti possono tenere traccia della spedizione attraverso la piattaforma.
  6. Recensioni e Feedback: Alla conclusione di ogni transazione, acquirenti e venditori possono lasciare feedback e recensioni reciprocamente. Questo aiuta a costruire la fiducia nella comunità Vinted.
  7. Protezione dell’Acquirente e del Venditore: Vinted offre alcune garanzie per proteggere sia gli acquirenti che i venditori. Ad esempio, se un acquirente non riceve l’articolo o se l’articolo non corrisponde alla descrizione, è possibile aprire una disputa per risolvere la situazione.

Dunque, Vinted fornisce una piattaforma semplice ed efficiente per chiunque voglia vendere abbigliamento usato o trovare ottimi affari su capi di seconda mano. La sua comunità attiva e il sistema di pagamento integrato rendono il processo di compravendita conveniente e sicuro.

In conclusione, ho scoperto quanto sia gratificante partecipare all’economia del riuso attraverso piattaforme come Vinted. Valorizzare gli oggetti usati non solo riduce gli sprechi, ma offre anche un’opportunità per ottenere un ritorno dalle cose che non usiamo più. Invito tutti a dare una chance a questa esperienza e a scoprire il valore nascosto nei propri armadi. Potreste sorprendervi di quanto possiate contribuire ad un mondo più sostenibile.
Unitevi a noi nell’esplorare l’economia del riuso su Vinted e scoprite il valore nascosto nei vostri armadi. La vostra partecipazione può contribuire a un mondo più sostenibile.

E tu? Compri o vendi su Vinted?

Fammelo sapere nei commenti.

Il pudore della Poesia: il dilemma nascosto dei poeti

Tanti, tantissimi Poeti, quelli “nel cassetto”, quelli “in erba” ed anche quelli più quotati o affermati, se non ora, almeno una volta nella loro vita han patito di una strana “sindrome” che ho fantasiosamente chiamato: “Il Pudore della Poesia”.

Ma come si potrebbe definire in sintesi il Pudore della Poesia?
Sappiatelo, per rispondere è necessario immedesimarsi in una autrice che adoro e che, certamente, è una esperta su questo tema; ho immaginato dunque di spedire un sms a Emily Dickinson, certo di ottenere la giusta risposta che condivido con voi.

“Ciao Emily! Sono affascinato/a dalla tua poesia. Puoi parlarmi del ‘pudore della poesia’ in poche parole? Grazie! 😊”
Emily: “Cuore in versi sussurra segreti, poesia nascosta, timore di mostrar l’anima. Silenzio custodisce emozioni, parole troppo fragili per danzare in luce.”

Quindi, parafrasando le parole che ho immaginato avrebbe potuto pronunciare la poetessa:
la poesia stessa viene nascosta, poiché i poeti spesso temono di rivelare pienamente la loro anima e i loro sentimenti più intimi. Il silenzio funge da custode di queste emozioni, seppur amplificandole, poiché alcune parole sono troppo fragili e vulnerabili per essere esposte in tutta la loro essenza e bellezza alla luce del mondo esterno.

Quindi ci vuole coraggio per essere poeti?
Sì, perché attraverso la poesia si sublimano emozioni e sentimenti, anche intimi, che non sempre siamo in grado di domare quando ci colgono e che non tutti amano condividere dando l’impressione di emettere il sentore di una presunta vulnerabilità. Le parole, nella loro perfetta imperfezione non contengono ciascuna sfumatura di ogni emozione esistente e dunque non sempre arrivano a tutti come l’autore desidera. E poi, dopo la prima approvazione, si può maturare la paura del giudizio della propria scrittura poetica da parte del proprio pubblico o peggio, si può scrivere per compiacerlo e non per donarsi in frammenti d’anima cristallini secondo i moti interiori.

Mi stai dicendo che, forse, le poesie più belle non le leggeremo mai?
Ebbene sì, è probabile, basti pensare che proprio la sopracitata Emily Dickinson ha nascosto la maggior parte delle sue opere in un vano dello scrittoio della sua stanza. Lei era nota solo a un ristretto gruppo di amici e parenti durante la sua vita e aveva una predilezione per la privacy che alla luce delle mie considerazioni si potrebbe definire “Pudore della Poesia”. Solamente dopo la sua morte, nel 1886, sua sorella Lavinia trovò un grande numero di manoscritti di ancora nascosti.

Dunque la vulnerabilità emotiva è un limite ed al contempo un ingrediente fondamentale per un Poeta? Il pudore è ciò che lo rende autentico?
Sì, la vulnerabilità apre, abbraccia, connette l’autore e la sua sensibilità al pubblico. Ne determina la forza autentica. Quello che pare un limite, dunque, in realtà è la finestra che si spalanca sul paesaggio interiore dell’autore. Il poeta vive con emozioni in contrasto, come ossimori, la sua “debolezza“, ma questo infine lo rende più forte, quasi invincibile. Senza debolezza, paura e pudore la Poesia non avrebbe la forza di sgorgare in maniera così esplosiva verso il pubblico.

Come fa quindi il poeta a superare i suoi limiti?
Probabilmente fa come un uccellino, dapprima teme di volare, dunque di vivere e trascrivere le sue emozioni, fintanto che, improvvisamente domina le metafore dell’aria e compone senza sosta intorno alle sue emozioni. In questa prospettiva, la poesia diventa un’esperienza di crescita personale e di superamento di sé, dove il poeta abbraccia la sua vulnerabilità e trova libertà nell’arte di scrivere.

Concludendo dunque se ti senti a disagio a condividere le tue emozioni in forma poetica, se preferisci nascondere le tue opere, se temi il giudizio delle tue emozioni più intime o semplicemente temi di non poter scegliere parole adeguate alle tue emozioni, ebbene sì, potresti essere “afflitto” dal Pudore della Poesia. Al contempo però saresti come una conchiglia a cui accostare l’orecchio per sentire il mare, magari prima o poi qualcuno ne farà scaturire il suono poetico attraverso te.

Ed ora, fatemi ringraziare Emily con un sms che vorrei tanto poterle spedire:
“Grazie, Emily, per aver condiviso la tua poesia e il tuo cuore con il mondo. Sei un’ispirazione! 🙏❤️”
Cui immagino avrebbe risposto così:
“Un umile grazie, caro amico. Nelle parole intingo l’anima, come l’aurora che svela l’arrivo del giorno. Continua a scrutare il cuore ed a seguire le ali del pensiero. 🌻📜”

Ah, dimenticavo, la Poetessa vuole condividere con voi un altro piccolo segreto:
“In un segreto sorriso, progenie del Pudore della Poesia svelo, in vece dell’autore, l’esistenza di due volumi: ‘Komorebi – 100 pensieri con un pizzico di poesia’.
Con coraggio, se ne disponete, abbracciate l’anima delle sue parole, osate sfidare il pudore e immergetevi nel cuore di versi che non potranno che regalarvi, emozione. 🌹📚✍️”

Ti ringrazio per aver dedicato il tuo tempo alla lettura di questo articolo sulla “Sindrome del Pudore della Poesia”. Condividere le emozioni attraverso la poesia è un atto di coraggio e vulnerabilità. Sappi che ogni tanto appendo le mie opere in giro, se ne trovi una taggami, è semplice: Instagram –> @trarealtaesogno. Se ti sei ritrovato/a in queste parole o hai qualcosa da condividere riguardo al tema, ti invito a lasciare un commento o a condividere l’articolo con chi pensi possa essere interessato. Un abbraccio a tutti coloro che si lasciano ispirare dalla magia delle parole e dell’anima poetica. 🤗

Aggiornamento del 26/07/2023: come intuirai dall’immagine sottostante, comincia oggi l’opportunità di approfondire il tema della poesia con un piccolo corso. Spero di accompagnarti in un viaggio fantastico, sali a bordo e partiamo!

Scoprilo qui sotto:

Traveling with Awareness: How to Become a Responsible Tourist

Tourism to unusual places in Italy is opening up new frontiers and opportunities that were once unthinkable for some areas where tourism itself was only a microscopic niche of the local economy.

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The big bang of online content dissemination began with the maximization of online content, starting from simple selfies, through specialized blogs, to videos on YouTube and much more, because with a bit of Google and patience, we can get anywhere. We are all involved in a virtual competition that mostly leads us to reveal to our universe of followers the most special places we visit, those treasures that our peninsula knows how to better preserve than many other corners of the globe, and that each of us is proud to have been able to discover.

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And yet, as a consequence of such an innocent movement, the outcry grows against too frivolous and unscrupulous tourism that often engages in deplorable behavior towards the environment, disrespectful of the visited place, or worse, towards its inhabitants. All perhaps just to frame oneself in a selfie that can offer half a second of vanity in a whirlwind of virtual hearts.

There is no currency that can repay the damage caused to an ecosystem, whether natural or economic, let alone repay it in “likes.”

So what can we do? Do we arm ourselves with shotguns and protect our lands? Do we take boats and guard the seas and lagoons deploying artillery? Absolutely not!

The solution to obtain common sense from others, I believe, is to appear endowed with common sense to those from whom we demand it.

And for logistical problems, as residents, we must hang on and pull the jackets of the powerful, so that the means of transportation are fair and efficient both for residents and tourists, because one can benefit from the other by finding the right balance (a very strong theme in Pellestrina every year, by the way).

Let’s always remember that the value of a destination is made up of two fundamental factors:

  1. What do I offer?
  2. Who is looking for what I offer? Without these two ingredients, the discussion cannot even begin.

Who is a tourist? It is a traveler driven by leisure or cultural interests towards the places they visit. (source: Treccani.it)

But at this point, do we really know who and what a tourist seeks from a destination? On the flip side, who knows what the destination itself (meaning the territory and population as a whole) expects from the tourist?

Before we go, here’s a list of simple rules that any tourist with a heart should follow:

  1. Remember that a vacation is also a moment of comparison with a different culture. Try to adapt to local customs and habits without imposing your own habits and lifestyles. Being a guest does not mean being the host.
  2. Be decent, from manners to clothing, especially if you will visit places of worship; support local micro-enterprises and discover local crafts or cuisine, you will bring home the real treasures of that country. Be honest and show gratitude.
  3. The place you visit is not your city, but it is part of your same planet. Respect.
  4. Open yourself to the universe you are discovering, interact with the locals, they are the best advisers. Discover their habits, rhythms and life from a new perspective, theirs. Empathize with the residents.
  5. Garbage can be managed well, do not make the traces of your passage barbaric, the garbage is yours until you find a bin. Cleanliness of the ecosystem.
  6. Children can have fun, but call them back when they exaggerate; smoking can be enjoyed, but only if it does not harm others and where permitted, dogs are wonderful, but someone may be afraid of them, remember that. Think about others.
  7. Something may not please you, but it is not always someone’s fault, let’s laugh about it. Keep calm.
  8. The road is not always wide, if you are many, try to line up in the narrowest passages or along the sidewalks. Giving way has never killed anyone.
  9. Prefer local transportation and accommodation activities, they are genuine experiences. Authenticity.
  10. Be honest in your reviews, if a fly disturbs your meal or a waiter appears in your selfie, it does not mean that the place is dirty or the people are rude. Many businesses depend on that damn thumb that, like a sword of Damocles, determines the choices of customers. Honesty.
  11. Your music and voice are undoubtedly beautiful, but moderate the volume. You may like it, but others may not.
  12. Your photos will be beautiful, but the landscape belongs to everyone, take the necessary time without abusing it. Altruism.
  13. Every step contains history, do not steal pieces of the country for your living room window. Protect the discovered treasures.
  14. If something did not please you, if something can and should be improved, let it be known, after all, all municipalities have an email in 2020. Help residents in just battles.
  15. On the return, reflect on the luck you had in discovering so many new things. Authenticity

 

Download the pdf of the rules for being a responsible tourist for free!

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Exploring Libreria Acqua Alta: A Hidden Treasure of Venice, the Most Beautiful in the World

Dear Dreamers, today I want to talk to you about another place close to my heart, the Libreria Acqua Alta in Venice

Have you never visited it? What a shame! Inside, you will find books from every era and occasion, all displayed in a unique way, with a stack of books here, a bathtub filled with texts there – in short, a source of curiosity at every glance.

You can even look out to the nearby canal and see a gondola pass by simply by climbing a staircase made of books, a unique way of recycling books that have been contaminated by mold or damaged by time.

And where else can you stroke a sleeping cat in a box of postcards in a bookstore? Only here!

If happens to be in Venice, make sure to stop by and visit the Libreria Acqua Alta. I’m sure you’ll thank me later!

HERE’S THE MAP TO GET THERE