Komorebi: un viaggio in versi attraverso i sensi

La raccolta di poesie che ti catturerà con la sua intensità evocativa

Komorebi: la luce che filtra tra le foglie degli alberi. (dal Giapponese)

Questa raccolta di poesie di Edoardo Scarpa esplora i momenti di ispirazione e contemplazione che si nascondono tra le pieghe della vita quotidiana. Con parole potenti e immagini evocative, l’autore cattura l’essenza di quella luce che filtra attraverso le foglie e la traduce in poesia. Questa raccolta rappresenta un viaggio introspettivo attraverso i pensieri e le emozioni dell’autore, che ha saputo tradurre la bellezza della natura e della vita in parole e versi dalla forte potenza evocativa. 

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La raccolta di poesie “Komorebi” permette all’autore di esplorare temi universali come la luce e l’ombra, la natura e la solitudine, creando immagini potenti e toccanti che invitano il lettore a riflettere sulla propria vita e sulla propria relazione con il mondo. Con un linguaggio evocativo e una straordinaria abilità nell’usare le parole per creare immagini indimenticabili, l’autore ci invita a scoprire il suo universo poetico e a immergerci in un’esperienza unica e commovente.

La scelta dunque di questa specifica parola come titolo si radica nella ricerca di un contrasto che evidenzia le sfumature e le complessità dell’esperienza umana

 


Komorebi – Numero 49
Non riuscivo a credere
Prima di afferrare la tua mano
A ció che immaginavo
Saremmo stati capaci di fare
Ed ora, un granello alla volta
Come clessidra, ammiriamo
Lo scorrere delle nostre vite
Come sabbia calda tra le mani

Komorebi – Numero 51
Cercavo sogni
In galassie di fumo

Smerigliando l’anima
Per far calzare un’utopia
A sagoma di ció
Che ho capito
Di non voler essere
Mai

Komorebi – Numero 195
lasciatemi uscire
lasciatemi entrare
o, come in questo caso,
lasciatemi qui, in riva al mare
carezzato dai venti
scosso dal mare
cullato dalle sirene
e protetto dalle sabbie
forse non vedrò il mondo
ma sarà lui ad avvolgermi
un elemento per volta

Komorebi – Numero 47
Faccio a pezzi il mio dolore
Per vuotare il sacco
Delle angosce incolore
Di una vita nel rancore
Un passo alla volta
Esco dalla caverna
E ammiro arcobaleno
Appena fuori dal mio cuore

Komorebi – Numero 299
Pensieri vagabondi
Paiono ritrovare
La via maestra
Ognuno dunque
Gode di opportuna collocazione
Chi tra le zavorre
E chi tra i galvanizzatori
Le vele consunte
Spiegate tempo orsono
Si gonfiano 
Energicamente tese
Dal bonario influsso di Eolo
Nonostante rattoppi
E mentre tingo di sorriso
Il mio volto stanco
Arrivo a distinguere 
Illusioni da realtà
E derido le ringhiere cittadine
Convinte intimamente
Di poter catturare i cieli
Che si riflettono in una pozza
Alle loro pendici
Mentre godo
Di orizzonti sconfinati

“Komorebi: la vita che diventa poesia, così come la luce che viene filtrata dalle foglie degli alberi”

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Di cosa è fatta una poesia?

Sembra la domanda, innocente ed al contempo pungente che un bambino o una bambina potrebbero rivolgere a un genitore o ad un insegnante, ma noi, se colti alla sprovvista, proprio come un infante saprebbe fare, sapremmo dire “di cosa sia fatta una poesia?”.

Probabilmente No, perché la vita, la società, tutto ciò che ci circonda assume sempre più le sembianze di un vuoto emotivo, in cui, con grande indifferenza, portiamo avanti i nostri passi in attesa di quelli che verranno a seguire.

Uno spazio interiore fertile che, nostro malgrado, ricopriamo di futili chincaglierie, fisiche o metaforiche.

Eppure, nonostante tutto, sento la necessità di darvi la mia idea del “di cosa sia fatta una poesia”. Il tutto senza pretendere di essere nel giusto, ma con l’intento di fotografare la mia idea sulla questione.

Una poesia è composta prevalentemente di emozioni, in parte di esperienze ed in parte di sogni.

È un’impronta vivida di tutto ciò che abbiamo vissuto e di quello che sogniamo di provare.

È un dipinto realista di ció che la nostra anima proietta lungo le nostre traiettorie quotidiane.

È dunque una fotografia, spesso scattata senza preavviso, dei nostri moti interiori più intimi.

Uno specchio di ció che ci piace e colpisce, ma anche dei momenti in cui, aggrappati al dolore, ne vogliamo far scaturire esternamente una parte.

Poetizzare ci rende migliori, perchè ci apre a mondi nuovi o ci permette di scaricare sfumature oscure del nostro status quo.

Per me la poesia è stata un viatico liberatorio, che se dapprima mi ha permesso di liberare il mio lato romantico e fragile della gioventù (intorno ai 16 anni), poi mi ha permesso di scoprire, come colori nuovi, altre strade e prospettive su cui riflettere.

Molti diranno: “ma io non so nemmeno come si scriva una poesia”

L’errore consiste nel pensare che vi siano delle regole “matematiche”.. sono convinto infatti che la poesia sia un flusso di emozioni che sgorga dall’anima e, dunque, scriteriato.

Poesia si trova nelle migliaia di caratteri, piuttosto che nella ermeticitá che profuma di mistero.

Infine, se mai ve lo chiedessero: “di cosa è fatta una poesia?”

Io vi dico: “di tutto il meglio e, talvolta, di tutto il peggio di noi”.

E voi? Cosa ne pensate?

Un gatto che dorme ed un croccatino a forma di cuore; anche questa puó essere Poesia

Condividete e, se vi va, dite la vostra!

LINK: KOMOREBIPiccola farmacia letterariaQuando (e perchè) ho cominciato a scrivereOgni cicatrice puó essere un sentiero che conduce al lato migliore di noi… – intervista a me stessoPerchè “Komorebi”?

Emily Dickinson, quando la poesia sa smuovere l’anima.

Buongiorno Sognatori e Sognatrici, quest’oggi vi voglio proporre una lettura interessante, figlia della riscoperta da parte del sottoscritto di un’autrice tanto particolare quanto talentuosa

Parliamo di Emily Dickinson, autrice americana nata nel 1830 ad Amherst da una famiglia benestante. Ricevette un’educazione assai libera e completa, ma a soli 23 anni scelse di ritirarsi in un isolamento contemplativo, dedicandosi cosi al mantenimento di rapporti perlopiù epistolari col mondo esterno.

Le sue poesie, rimaste ignote in cassetto fino alla sua morte, hanno tutto il fascino di un tormento interiore, sconvolgono con la loro estrema lucidità e i “bordi” affilati come rasoi. Non mancano le allusioni, ma ció che in fondo prevale in ogni opera è un accoratissimo senso emotivo e il sopportare per scelta una solitudine che non rimane confinata nell’anima.

Raccolta completa in lingua originale

Una raccolta in italiano ed inglese

Tra i suoi componimenti, ad esempio cito il 249:

Notti selvagge – Notti selvagge!
Fossi io con te
notti selvagge sarebbero
la nostra passione.

Inutili – i venti –
a un cuore ormai in porto –
non serve la bussola –
non serve la mappa –

Remare nell’Eden –
Il mare!
Potessi almeno ormeggiare – stanotte –
in te.

Colpisce dunque la schiettezza espressiva, il non ricorrere a fronzoli, il dipingere con parole dirette la realtà circostante ed emotiva che la attraversava.

Scoprite questa autrice e la sua vita, semplificando la cosa inoltre potreste vedere una serie tv incentrata su di lei anche su Apple tv ! Trailer serie tv

Komorebi – Numero 55

55

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Komorebi – Numero 54

54

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