The Vamp: Trasforma le Vecchie Casse Hi-Fi in Impianti Bluetooth e Moderni.

Vi presento “The Vamp,” un innovativo dispositivo progettato per il riciclo e il riuso delle casse hi-fi con un tocco tecnologico!

Vi presento “The Vamp,” un innovativo dispositivo progettato per il riciclo e il riuso delle casse hi-fi con un tocco tecnologico!

Tutto ha inizio nel 2014, quando la “musica in streaming” inizia a guadagnare terreno, rendendo sempre più difficile reperire negli store i tradizionali impianti hi-fi.

Ovviamente, gli appassionati di audio di vecchia scuola non vogliono rinunciare ai loro amati impianti, alle calde valvole e alle specifiche audio di alta qualità. Tuttavia, è in questo contesto di silente rivoluzione che sorge l’idea geniale di Paul Cocksedge, l’inventore di “The Vamp,” il dispositivo di cui tratteremo nel titolo dell’articolo.

Si tratta di un amplificatore Bluetooth progettato appositamente per casse hi-fi passive, consentendo di dare nuova vita e modernità ai diffusori dei vecchi impianti.

Tuttavia, ciò che ha davvero attirato l’attenzione all’epoca è stata una brillante mossa di marketing da parte del creatore Paul Cocksedge, che ha lanciato una campagna promozionale di grande impatto nel Regno Unito con lo slogan “save a speaker!”.

In pratica, chi acquistava il suo amplificatore Bluetooth al prezzo di £49,99, aveva l’opportunità di aggiungere solo una sterlina in più per ricevere una vecchia cassa acustica da abbinare alla spedizione.

Questa idea geniale nella sua semplicità ha suscitato scalpore e ha guadagnato numerosi premi nel 2013. Persino io, vivendo in Italia, ne ho sentito parlare grazie ai sempre attenti redattori di “DDAY.it,” un sito di notizie digitali che apprezzo molto e che vi consiglio di esplorare.

Allora, siete incuriositi dal tema? Fantastico! Avete già casse acustiche (o forse più di una) da salvare? Non so se, date le circostanze attuali, siano ancora disponibili spedizioni extra-UK da parte di Paul, ma potete esplorare un’alternativa sul tema: AMPLIFICATORE BLUETOOTH.

Queste soluzioni, a volte, possono sembrare temporanee dal punto di vista qualitativo, ma immaginate l’impatto che possono avere sui vostri amici o sui millennials. Lo stupore che potrebbero suscitare è semplicemente impagabile.

Auguro a voi, cari lettori e care lettrici, una scoperta appassionante. Ricordate che il passato è un serbatoio inesauribile di meraviglie da esplorare, proprio come lo è il futuro.

E tu, lo usavi Winamp?

Cari lettori e care lettrici, ve lo ricordate winamp?

Contestualizziamo, siamo a cavallo tra anni 90 e 2000 e l’unico player sulla piazza prima della rivoluzione della “musica liquida” odierna era Windows media player o nel caso di sistemi Apple soluzioni integrate, ma, nel 1997 comincia l’alba di una nuova era.

Internet spalanca le prospettive e il 21 aprile 1997 nasce Winamp.

Un player completo, che gestisce molteplici formati si file e che, soprattutto, ha delle skin customizzabili e l’equalizzatore integrato.

La concorrenza peró non manca, infatti nel 2002 nasce Sonique, un prodotto un poco più appariscente, ma dotato delle medesime funzioni.

E poi, cos’è successo? Semplicemente si sono imposti sistemi diversi, portatili, come i Creative Zen, gli iPod eccetera.

L’attenzione inoltre si è spostata verso i media player e qui arriva la vera “killer app”.

Parliamo di VLC, nato nel 2001 ma cresciuto esponenzialmente negli ultimi 10 anni. Si tratta di un lettore che tutti conosciamo e che oltre alla musica legge anche file video delle più disparate tipologie, ci ha pure liberato dagli aggiornamenti dei codec per poter vedere in file correttamente 🙈.

Come in tutte le cose dunque non è necessariamente la crudeltà a porre fine alle cose, bensì la naturale evoluzione delle tecnologie e, dunque, la capacità di sfruttarle o adattarsi alle stesse che un software puó avere.

E voi, lo usavate winamp? E Sonique? Vlc non ve lo chiedo, troppo banale.

Scrivetemi nei commenti 😉

La Millennial che cingeva il Vinile di ‘Innuendo’: Un Connubio Generazionale!

Non tutte le storie, così come le emozioni, sono degne di diventare racconto, tra tutte però prediligo quelle che ti regalano istanti di sana riflessione, ve ne affido il frutto.

Viviamo in anni in cui la musica, come sempre e per qualsiasi argomento del resto, viene criticata per qualità, forma e contenuti. Non ne parlo a 360 gradi, ma specialmente per la falda emergente che, come in ogni epoca, viene etichettata come transitoria, pessima o peggio.

Permeato a mia volta dal clima circostante, e dalle mie naturali inclinazioni in fatto musicale, non posso sottrarmi dal raccontarvi ciò che mi ha colpito durante questo weekend.

Sappiamo bene che uno dei principali ritorni dell’ultimo lustro è stato quello degli LP, meglio conosciuti come dischi in vinile. Tra nuove uscite, riedizioni e fantasia questo mercato ha aperto una breccia importante nel fortino dell’universo della “Musica liquida”, ricavandosi una fetta di mercato da non sottovalutare.

Verissimo, con Spotify, Tidal, Play Musica, ecc. possiamo ascoltare, assaggiare, scoprire o saltare qualsiasi brano, istantaneamente; siamo arrivati a perdere il gusto di scartare il supporto, sbirciare le tracce ed assaporare l’opera nel suo fluire, come voluto da chi l’ha creata, magari ammirandone pure la copertina.

Eppure io ho visto Lei, una “Millennial“, una di quelle persone che viene immessa in questo sistema che ci “Bolla” tutti con appellativi variegati, come ogni singolo elemento del catalogo dei Francobolli “Bolaffi“.

Lei teneva come fosse la cosa più preziosa del mondo un LP, un disco dei Queen: Innuendo. Lo teneva stretto al petto come fosse un pargolo, una cosa preziosa. 

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la copertina di J. J. Grandville – Juggler of Universes del 1844 – apparsa su Innuendo

Questa immagine della ragazza, mi ha scardinato le sinapsi, lei, come me del resto (avevo solo 8 anni quando Freddie Mercury ci ha lasciato), non può aver vissuto l’onda di energia musicale apportata dai Queen in viva voce.

Mi ha fatto capire dunque che per quanto il mondo ci potrà desiderare omologati, il gusto di scoprire, il gusto di ascoltare, il gusto di essere se stessi, vincerà sull’inedia e certi messaggi ed autori trascenderanno le epoche ed anche i supporti su cui la musica stessa verrà diffusa, sia in senso retrospettivo che futuristico.

Edo

L’intervista della settimana… Enrico degli Hangarten

Ciao a tutti!

L’intento di questa rubrica sarà  intervistare persone comuni, lavoratori, professionisti, personaggi. Il tutto per andare a carpirne qualche segreto o, più semplicemente, per farveli scoprire. 

Capirete di più leggendo, ma vi ricordo che, se il format vi piacerà, non dovrete esitare a condividerlo e, ancora meglio, se avete dei talenti che volete far risaltare, non esitate, contattatemi a: 

trarealtaesogno.com@gmail.com 

Oggi vi parlerò, in una breve intervista, di Enrico Vergombello, membro degli Hangarten (Pagina Fb ufficiale), un duo che produce musica elettronica.

 

Gli Hangarten
  1. Ciao Enrico, ti conosco da una vita, ma chi sei negli Hangarten?
    Sono quello con i capelli lunghi 😂 (non sei cambiato ndr), scherzi a parte, mi occupo della composizione e degli arrangiamenti con l’altra metà del duo che si chiama Michele lo Savio, lui è la parte vocale del nostro duo. 
  2. Ricordo i tuoi esordi, ma ora mi pare che il vostro livello stia salendo, cosa vi ha dato la maggiore spinta?
    Grazie per il complimento! La spinta ci viene data dalla continua voglia di migliorarsi e di sperimentare sempre nuove sonorità, in modo da scoprire nuove frequenze su cui sviluppare la nostra musica.
  3. Hai dei punti di riferimento? Dei professionisti a cui ti riferisci e dei quali aspiri di raggiungerne il livello? Oppure stai cercando di aprire la tua strada seguendo l’istinto?
    Sicuramente entrambi abbiamo dei punti di riferimento, derivano da due stili musicali ben distinti, i miei sono più orientati verso la musica elettronica, come ad esempio: Rone e Gesaffelstein. Per Michele la scelta cade maggiormente su una selezione di artisti più Indie Rock come Radiohead e Foals. È proprio questo il fulcro su cui si fonda “l’Universo Hangarten” ossia crescere fondendo le nostre differenze, un “melting pot” musicale di vario genere.
  4. Nei vostri brani percepisco molta riflessione e contemplazione del circostante, sbaglio? Ricordo anche il viaggio in Mongolia per il precedente videoclip, cosa vi lega a posti e culture remote?
    Sicuramente l’idea di emigrare altrove (in Francia a Parigi) ha giocato molto nelle nostre ispirazioni, per quanto mi riguarda, adoro l’idea di poter visitare dei posti insoliti come la Mongolia per arricchirmi personalmente e artisticamente con le esperienze che si possono vivere in tali luoghi.
  5. Torniamo a parlare di Te, esiste un libro a cui non rinunceresti per nulla al mondo?
    Certo! È un libro scritto da Frédéric Lenoir intitolato “La felicità”, solo il titolo dice tutto.
  6. Hai una macchina fotografica speciale in mano, un solo scatto, una sola foto, un solo soggetto, chi ritrarresti e perché?
    Il mare, perché solo alla sua presenza sono in totale pace con me stesso.
  7. Tra tutte le serate in cui hai lavorato dietro il mixer, quale finora, in cuor tuo, ha dato le maggiori soddisfazioni? Perchè?
    Una serata di molti anni fa, quando, insieme a Dario Ferrara, abbiamo chiuso il concerto al dj Popof. E’ stato emozionantissimo e per la prima volta ho suonato davanti a molta gente, vedendo gli amici che sono rimasti lì, stoici, a sostenermi anche se ho iniziato a suonare solo alle 4 del mattino. E’ stato meraviglioso.
  8. Hai un compositore con cui ti senti legato o vedi dei punti in comune? Come vivi il rapporto da “band” con il tuo collega che fa da voce ai tuoi pezzi?
    Con il mio collega lavoriamo in simbiosi ed armonia nella fase compositiva, specialmente grazie alle influenze differenti che ci valorizzano e ci permettono di avere sempre delle nuove idee, il tutto senza legami particolari con altri artisti.
  9. Ti sei mai trovato davanti ad un pezzo all’apparenza impossibile da tradurre in musica? Se si, come hai risolto il problema? In cosa ti ha migliorato?
    Il problema, succede più spesso di quanto si creda, è di avere un pezzo bello, ma impossibile da continuare. Quando è così la miglior soluzione, secondo me, è lasciarlo da parte, non ascoltarlo più per un bel po di tempo e, solo poi, provare a tornare a completarlo.
  10. In tanti sognerebbero di avere le tue abilità, hai delle parole o consigli speciali da rivolgere a queste persone? Come hai fatto a migliorarti e a creare la tua audience?
    Rispondo con due parole, due soltanto: determinazione e pazienza. Sono indispensabili.
  11. Siamo in un’epoca dove internet ha eroso molte abitudini che avevamo prima di questo periodo digitale, ora tutti potrebbero cimentarsi nella produzione di un pezzo, quanto ha inciso tutto questo sul tuo mondo? Ti ha facilitato o penalizzato nel tuo itinerario musicale?
    Ci ha sia facilitato che penalizzato, infatti grazie ai nuovi mezzi a disposizione, gli artisti possono condividere più facilmente il proprio lavoro, ma allo stesso tempo si ha una maggiore densità di artisti che spesso, inesorabilmente, riduce le probabilità di essere ascoltati.
  12. Tutti gli artisti che hai incontrato, con cui hai collaborato, in cosa ti hanno maggiormente arricchito? Hai carpito qualche segreto?
    Si perché ognuno ha un modo proprio di esprimersi con la musica e con il materiale per crearla, non si smette mai d’imparare! 
  13. Quante persone, te compreso, o luoghi, ci sono nelle emozioni che trasudano dalle tracce che realizzi?
    Ogni pezzo creato dal nostro duo è ispirato da un luogo o da una persona, come ad esempio sulla traccia “Skyline” (che è anche il titolo dell’EP appena uscito) ci siamo ispirati al distacco dalle nostre città di origine (Link a Skyline – youtube).
  1. Se esistesse un talent show per compositori, parteciperesti? Quale sarebbe il pezzo forte con cui ottenere una standing ovation?
    Non penso che decideremmo di partecipare ad un talent show, così fosse  sceglieremmo sicuramente la canzone intitolata “Vanilla”, è il nostro pezzo forte! Hangarten – Vanilla – official youtube video
  2. Tutti noi abbiamo dei sogni nel cassetto, professionalmente parlando, raccontaci se ne hai ancora qualcuno nel cassetto:
    Per scaramanzia preferisco non dirlo, ma confesso che mi auguro che il nostro universo musicale possa giungere alle orecchie di più persone possibili, a cominciare da chi sta leggendo questo articolo che, scherzo, ha il dovere di condividerci!
  3. Ora voglio farti un’ultima domanda, alla luce di tutto, cosa sarà cambiato tra 15 anni nell’universo della produzione musicale?
    Dal mio punto di vista, ci sono due probabilità: la prima è che il virtuale domini totalmente. Vorrà dire addio a tutti i supporti fisici come cd o vinile. Li troveremmo solo nei mercatini dell’antiquariato. La seconda opzione è che si torni ad aver voglia di scoprire artisti nuovi, non solo via internet, ma andando al bar o ad un concerto senza sapere chi suoni o semplicemente andando un po’ prima del concerto dell’artista preferito per scoprire chi fa la prima parte e magari scoprire che gli Hangarten fanno buona musica. 

Grazie Enrico per le tue parole e per la tua disponibilità, ti regalo una grande opportunità, ti chiedo: cosa vuoi dire a chi ci sta leggendo? 

Enrico Vergombello – Hangarten

…lasciate un commento o un like se vi è piaciuto e mi raccomando, condividete!

Edoardo

Link e risorse utili sugli Hangarten:

Ascolta e acquista il nuovo singolo: Hangarten – Skyline – nuovo EP

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