Oggi compio 19 anni, 19 da quando sono tornato alla vita. Potrà sembrare stucchevole, noioso forse, guardare indietro e ricordare, scavare a ritroso, ma per me il 17 luglio 2000 rimane e rimarrà la svolta, la possibilità, il jolly di una intera, all’epoca breve, esistenza. Ero un ragazzo normale, con tutte le debolezze di un’età in cui urliamo di essere pronti a tutto, ma in realtà non siamo ancora pronti a nulla. Depresso e rinato grazie alla sommatoria di esperienze di un anno tanto atteso quanto doloroso.
Quella che è seguita al malore che poteva chiudere il mio capitolo a questo mondo, è una persona nuova, che, un’esperienza alla volta, ha imparato ad amare la vita e, perchè no, anche se stesso. Perchè in fondo scegliamo ogni giorno con chi trascorrere i nostri giorni felici, ma spesso scordiamo che con noi stessi, passeremo tutta la vita. Se non impareremo a ridere dei nostri difetti, a perdonarci gli errori, a tenere il sorriso davanti a chi ha il muso, non avremo perso nulla, se non l’opportunità di essere felici per quello che siamo e per ció che abbiamo.
Prossimamente su questo blog, intervisteró me stesso, l’io di oggi proverá a chiedere al me di allora cos’era successo e cosa sia poi cambiato.
Un abbraccio e grazie a tutti voi, a chi c’era e a chi c’è ora. In attesa di farvi scoprire qualcosa di più dell’itinerario che mi ha portato ad essere chi sono.
Kintsugi, metafora esistenziale
#trarealtaesogno #intervista #17-7-2000
Buon anniversario di ritorno alla vita, allora!
Penso che tutti abbiamo bisogno di “morire” per poter rinascere, alcuni come te e me ci riescono, altri no. Rinascere diversi è importantissimo, come lo è conoscere profondamente se stessi.
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Grazie mille per le tue parole che condivido pienamente, c’è da dire che si può rinascere in tanti modi e non sempre è necessario arrivare a quelli più estremi, però effettivamente tutto ció regala una forza nuova a chi riesce a coglierla
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