Introduzione:
Benvenuti nella serie “I Segreti di Venezia”, un’immersione nel cuore della città delle acque, alla scoperta delle sue meraviglie nascoste e dei suoi segreti. In ogni articolo, sveleremo un aspetto unico di Venezia che la rende affascinante e misteriosa. Oggi vi voglio parlare di un quartiere che, di certo, non è tra i più frequentati, ma risulta sicuramente tra i più interessanti da visitare e scoprire.

Un pizzico di Storia:
Siamo nel 1516, Venezia istituisce il primo “Ghetto” del Mondo e tra le probabili cause di una simile scelta troviamo:
1- Volontà di Prevenire Conflitti: Le autorità cercavano di prevenire conflitti tra le comunità religiose diverse, separandole fisicamente.
2- Mantenere il Controllo Economico: Limitare gli ebrei a un’area specifica facilitava il controllo delle loro attività economiche e commerciali. Gli ebrei erano spesso attivi nel settore del prestito di denaro, e la segregazione aiutava a monitorarne l’attività.
3- Tutelarsi dalla Paura di Conversione: Le autorità veneziane temevano che gli ebrei potessero convertirsi al cristianesimo o influenzare la popolazione cristiana. La segregazione li avrebbe isolati da queste influenze.

Fatta la legge trovato l’inganno:
Come vedete dalla foto qui sopra, la comunità nel tempo trovò il modo di rendere “densa” la sua presenza in città, come? Cambiando prospettiva agli spazi occupati, concentrandosi dunque su palazzi spiccatamente verticali rispetto alle consuetudini veneziane. Gli ebrei potevano vivere infatti solo in questo quartiere, che era chiuso durante la notte. Nonostante la segregazione, il Ghetto di Venezia divenne un luogo di fermento culturale e storico, con una ricca eredità ebraica che ancora oggi si può scoprire visitando la zona.



Tra le storie da citare spicca, a proposito dell’attività di prestito di denaro, l’attività dei banchi dei pegni che, in questo specifico luogo si svolgeva ed erano ben tre: il Banco Rosso, il verde ed il nero. Pare che addiritura all’origine del modo di dire: “Andare in Rosso” ci sia proprio un’allusione al recarsi presso il famoso Banco dei Pegni veneziano (a ben pensarci anche “Essere al Verde” pare alludere a uno dei tre banchi dei pegni). L’origine del nome dei tre banchi deriva dal colore della carta delle ricevute con cui emettevano il titolo e il corrispettivo in denaro.

In definitiva, il Ghetto ebraico di Venezia rappresenta non solo una pagina importante nella storia della città, ma anche un luogo che continua a vibrare di cultura e tradizioni ebraiche. Mentre esplorate le strette strade e gli edifici verticali del Ghetto, vi imbatterete in testimonianze di un passato ricco di sfide e di resilienza e persone con patrimoni storici da raccontare.
Oggi, il Ghetto è una parte vitale del patrimonio di Venezia, con sinagoghe in uso, ristoranti kosher e un’atmosfera unica che attrae visitatori da tutto il mondo. Vi invito a visitare questo quartiere affascinante e a scoprire di persona le storie e le tradizioni che lo rendono così speciale. Il Ghetto di Venezia è molto più di un’attrazione turistica; è un luogo che racconta una storia di adattamento e perseveranza che continua a ispirare e che nessuno deve dimenticare.

Nella prossima puntata di ‘I Segreti di Venezia’, ci immergeremo nella scoperta di un altro aspetto misterioso e affascinante della città delle acque. Grazie per essere stati con noi in questa affascinante avventura nel cuore di Venezia. Restate sintonizzati per ulteriori rivelazioni e scoperte.

A venerdì prossimo!
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