I Segreti di Venezia: La Regata Storica e i Re del Remo – Quando il Canal Grande incorona i suoi eroi

Benvenuti nella serie “I Segreti di Venezia”. Oggi tocchiamo un argomento affascinante, che ho scelto di raccontare solo ora per il grande amore e il profondo rispetto che nutro verso questo sport — e quest’arte — che trovano proprio a Venezia la loro più alta espressione.
Fino a pochi giorni fa era troppa la “paura”, nel senso più responsabile del termine, di affrontarlo. Ma finalmente, il momento è giunto.

Il Richiamo del Remo: Emozioni a Pellestrina

Solo chi mi conosce bene — e, tra questi, pochi davvero — sa che per qualche anno ho praticato la Voga alla Veneta e il Kayak in Laguna, presso una delle Polisportive dell’isola di Pellestrina: la Polisportiva Portosecco. Furono due esperienze che, oltre al benessere fisico e mentale, mi regalarono scenari indimenticabili, lezioni di vita e incontri autentici. Partecipai anche a due regate giovanili su mascarete e a una di kayak.

Io ed il mio Maestro Angelo Scarpa “della Pitta” in una delle lezioni di Voga alla Veneta
1997 Edo (io) e il suo maestro di voga Angelo

Perché uno dei ricordi più vividi che porto con me è quello di vogare incitato — e, sportivamente, anche dileggiato 🤣 — da un fiume di persone che, chi a piedi, chi in bici o in motorino, seguivano dalla riva lagunare l’evolversi della sfida. Non ho avuto la fortuna né le doti per vivere una Regata Storica, ma se grande è stata l’emozione di quel piccolo “rito locale”, non oso immaginare la scarica di adrenalina vissuta da chi si cimenta e magari vince la “regina” di tutte le regate: la Regata Storica di Venezia, dove — al verificarsi di determinate condizioni — vengono eletti, talvolta e di rado, il Re o la Regina del Remo.

Quando si svolge la Regata Storica?

Le prime regate ufficiali risalgono al 13 gennaio 1315, sotto il dogado di Giovanni Soranzo, ma la loro origine è ancora più antica, legata agli addestramenti marinari della Serenissima. Si svolge ogni prima domenica di settembre, con inizio verso le ore 14:30, quando la città è pronta ad accogliere i campioni e il pubblico sulle fondamenta, le rive, dai balconi, dalle barche e sui ponti.

Categorie, ruoli e la “sorte” sull’acqua:

La Regata Storica si disputa con imbarcazioni tradizionali, a due remi, e suddivise per categorie maschili, femminili e giovanili.
Ogni equipaggio è formato da due vogatori: poppiere (che sta a poppa, dunque dietro) e prodiere (davanti, a prua).

Un momento solenne precede la gara: l’estrazione del posto acqueo, il “numero d’acqua”, che avviene il mercoledì precedente, alla presenza delle autorità e dei vogatori, per garantire imparzialità. Un fattore che, in una griglia di partenza in linea ed alla pari, può risultare decisivo per i “giochi delle correnti” delle acque lagunari. La sorte decide da quale corsia d’acqua ciascun equipaggio partirà: le cosiddette “poste”.

Tutte le barche sono tradizionali veneziane in legno, costruite artigianalmente e mosse a remi con forcola in legno. Dal dopoguerra si gareggia con: mascarete (donne, 8 m), pupparini (giovani, 9 m), caorline (6 remi, 10 m) e gondolini (2 remi, 11 m). Gli scafi sono numerati e dipinti con colori storici che identificano ciascun equipaggio, mentre la barca di riserva ha scafo bicolore rosso-verde con la lettera “R”.

Prima della regata, gli equipaggi partecipano alla benedizione delle imbarcazioni, con sfilata sul Canal Grande fino alla Punta della Dogana, dove ricevono le fasce che indosseranno durante la competizione.

Il percorso della Regata Storica:

La gara ha inizio a Sant’Elena, dove gli equipaggi prendono posizione lungo le “poste” d’acqua allineati e bloccati da uno “spagheto” (un filo). Qui il pubblico può vedere i rematori concentrati, mentre la città sembra trattenere il respiro, come l’istante prima della finale dei 100m.

Si procede lungo il Canal Grande, superando il Riva degli Schiavoni, dove le case storiche e i palazzi osservano il passaggio delle imbarcazioni.

Si arriva al paletto di San Tomà, il punto di svolta più tecnico e spettacolare: i gondolini devono compiere il giro di boa intorno al paletto, eseguendo una manovra che richiede equilibrio, forza e precisione. Ogni errore qui può compromettere la vittoria o pregiudicare un piazzamento “a bandiera”.

Dopo il giro del paletto, gli equipaggi riprendono la corsa lungo il Canal Grande verso il traguardo finale. L’arrivo avviene davanti alla machina, un palco ligneo decorato di fronte a Ca’ Foscari, simbolo di celebrazione e incoronazione dei vincitori. Qui il gesto del remo si trasforma in leggenda, e i nomi dei campioni vengono scanditi tra applausi e bandiere.

Disnar – La cena rituale che anticipa la Regata Storica

Ogni anno, pochi giorni prima della Regata Storica, Venezia si anima con il Disnar, una grande tavolata diffusa lungo la città, le isole e la terraferma. Famiglie, cittadini e appassionati si ritrovano per condividere cibo, bevande e la passione per la voga alla veneta, in un’atmosfera di festa e comunità.

Oltre al pasto collettivo, il pomeriggio è dedicato alle prove di voga, con campioni e campionesse disponibili per insegnare e far provare a tutti gli interessati. Durante la serata vengono presentati gli equipaggi della Regata, proiettati filmati e fotografie storiche, e coordinate le presenze in barca per il giorno della competizione.

Ogni tavolata è auto-organizzata dai comitati e dalle associazioni locali, che forniscono tavoli, sedie e indicazioni logistiche, mentre chi vuole dare una mano è sempre benvenuto. L’iniziativa rappresenta non solo un momento conviviale, ma anche un’occasione di promozione della voga alla veneta e dei suoi protagonisti, unendo tradizione, sport e spirito comunitario.

📍 Luoghi simbolici: campi e fondamenta di Castello, Cannaregio, San Polo, Dorsoduro, Giudecca, Lido, Burano, Pellestrina, Caorle.
💬 Spirito del Disnar:Condividere cibo, remi e passione, per arrivare insieme alla Regata Storica”.

La Corona invisibile e come si entra nel mito:

Non esiste un trono, né un documento ufficiale che lo decreti: “Re del Remo” è un titolo conquistato, non assegnato.
Nasce dal cuore del popolo veneziano e dalla tradizione della Regata Storica, la più antica competizione remiera della città. Per diventare “Re del Remo” (o Regina) occorre vincere cinque edizioni consecutive della Regata Storica nel “Gondolini dei Campioni” – un’impresa quasi impossibile, realizzata da pochissimi.

Conta la forza, certo, ma anche la tecnica, l’equilibrio, e quella fedeltà al remo che a Venezia non è solo sport: è arte e tradizione.

Re e Regine del Remo della Reagata Storica e il significato delle bandiere:

Nella storia della Regata Storica di Venezia, alcuni nomi restano scolpiti nella memoria per il loro dominio assoluto. Tra gli uomini, figure leggendarie come Rudi e Igor Vignotto hanno collezionato rispettivamente 17 e 15 vittorie totali tra il 1995 e il 2017, diventando simboli di costanza e talento, mentre campioni storici come Sergio Tagliapietra “Ciaci”, Giuseppe Fongher “Bepi” e Albino Dei Rossi “Strigheta” vantano ciascuno 14 successi. Il titolo di Re del Remo, riservato a chi conquista cinque vittorie consecutive, è stato raggiunto da pochi eletti: Luigi Zanellato, Albino Dei Rossi “Strigheta”, Marcello Bon “Ciapate”, Bepi Fongher, Ciaci, Palmiro Fongher e Gianfranco Vianello “Crea”.

Tra le donne, le Regine del Remo più celebri includono Romina Ardit, Anna Mao, Luisella Schiavon e Giorgia Ragazzi, protagoniste tra la fine degli anni ’90 e il 2013. I fuoriclasse recenti, dal 1990 a oggi, si riconoscono soprattutto in Rudi e Igor Vignotto, Andrea Bertoldini e Ivo Redolfi Tezzat, capaci di imprimere il proprio nome nell’albo d’oro della storica regata veneziana.

Eppure, nonostante i loro numeri impressionanti, resta l’amarezza dei Vignotto, che, pur non essendo mai stati Re del Remo, possono a buon diritto essere considerati i più grandi di sempre.

Nella Regata Storica di Venezia, i piazzamenti dei primi quattro equipaggi vengono celebrati con bandiere simboliche: rossa per il primo classificato, bianca per il secondo, verde per il terzo e blu per il quarto. Queste bandiere rappresentano la tradizione e il riconoscimento simbolico del risultato in regata.

Le imbarcazioni sono dipinte in colori fissi, che storicamente identificano le diverse zone di Venezia e della laguna: il numero assegna l’imbarcazione a ciascun equipaggio, mentre il colore la distingue visivamente durante la gara. Gli abbinamenti sono i seguenti: 1 bianco, 2 canarino, 3 viola, 4 celeste, 5 rosso, 6 verde, 7 arancio, 8 rosa, 9 marrone, mentre l’imbarcazione di riserva è bicolore verde/rosso con la lettera R. Questo sistema aiuta pubblico e giudici a seguire le barche lungo il percorso, rendendo immediatamente riconoscibili i concorrenti e valorizzando la spettacolarità della regata.

Fonte: Wikipedia – Albo d’oro della Regata Storica di Venezia.

Qualche curiosità in sintesi:

📅 Come si diventa Re/Regina del Remo? cinque vittorie consecutive nella Regata Storica.
🏆 Alcuni Re: Palmiro Fongher, Gianfranco Vianello “Crea”, Giuseppe Fongher.
👑 Alcune Regine: Luisella Schiavon “Strigheta”, Giovanna Furlanetto.
🌊 Specialità: voga alla veneta su gondolini a due remi.
📍 Percorso: Sant’Elena → Canal Grande → Riva degli Schiavoni → Ponte di Rialto → giro del paletto di San Tomà → arrivo alla machina di Ca’ Foscari.
🎭 La “machina”: il palco ligneo decorato dove si premiano i vincitori.

Fonti:

Sito del Comune di Venezia

Comune di Venezia – Regolamento ufficiale della Regata Storica

Dinar per la Storica – https://www.disnar.org/

Wikipedia, voce Regata Storica (Venezia)

Fonti immagini: Godromil, opera propria, pubblico dominio. Altre informazioni da Wikipedia e fonti citate nell’articolo.

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Per concludere

Per concludere, la Regata Storica di Venezia non è solo una competizione: è un rito che fonde sport, arte e tradizione. Ogni colpo di remo racconta storie di coraggio, tecnica e passione tramandate nei secoli. Le bandiere e i colori delle imbarcazioni trasformano la gara in uno spettacolo visivo e simbolico unico al mondo. Tra Re e Regine del Remo, campioni storici e fuoriclasse recenti, il mito della voga alla veneta continua a vivere. Partecipare, osservare o anche solo leggere queste pagine significa sentire il cuore pulsante della città, dove ogni remo segna uno step della storia che avanza.

Scopri la mappa segreta di Venezia: oltre 100 Segreti di Venezia e altre curiosità da esplorare

Qui sotto trovi la mappa interattiva dei Segreti di Venezia, con tutti i luoghi geolocalizzati. Ogni pin ti condurrà direttamente all’articolo corrispondente, permettendoti di esplorare la città seguendo le tracce dei racconti e di scoprire angoli nascosti e curiosità come mai prima d’ora.

Per una navigazione completa, nella pagina indice di tutti gli articoli troverai lo stesso approccio: ogni segreto, oltre alla classica divisione per Sestiere, è collegato alla sua posizione sulla mappa, pronta a guidarti tra i misteri, le storie e le leggende di Venezia. La maggior parte degli articoli è geolocalizzata nel punto reale in cui si svolgono i fatti, mentre alcuni trovano una collocazione più “metaforica”, evocando luoghi legati al racconto più che alla posizione fisica.

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I Segreti di Venezia: Il Ponte Fantasma di San Polo – Scopriamo il Mistero del Ponte Invisibile


Benvenuti nella serie “I Segreti di Venezia”, un viaggio avvincente tra le peculiarità della cultura lagunare. Dopo le coinvolgenti storie della Sveglia della Strega e della tragica vicenda di Orio il pescatore e Melusina la sirena, oggi vi porterò attraverso le calli di San Polo con una domanda intrigante: “Avete mai pensato che un ponte potesse essere invisibile?”. Mentre aspetto le vostre risposte nei commenti, vi porterò alla scoperta del segreto di un ponte che sfida la nostra percezione, mimetizzandosi tra le calli veneziane.

Immaginatevi a Venezia, un viavai continuo di persone, chi viene e chi va, in un turbinio sensoriale difficile talvolta da decifrare.
Sono sicuro che vi state già domandando quale trucco faccia sembrare invisibile un ponte, ma, vi assicuro, è esattamente così ad un primo sguardo.

Il Campiello dei Meloni – vista d’insieme

Questa straordinaria illusione è frutto della nostra errata percezione, influenzata dalle aspettative stereotipate riguardo all’aspetto di un ponte.

Anche io, lo confesso, durante le mie passeggiate a Venezia, l’ho attraversato molte volte senza coglierne la vera essenza, fino a quando non mi è stato svelato il suo mistero.

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Come potete osservare dalla prima foto, il Campiello dei Meloni, che peraltro dà il nome al ponte, pare non essere composto da alcun elemento riconducibile a tale elemento architettonico.

Per riconoscerlo dunque dobbiamo provare a cambiare prospettiva e, in parte, abbattere alcune barriere che la nostra mente, in buona fede, sa collocare davanti al nostro pensiero non convenzionale.

Facendo qualche passo verso le balaustre, a destra o sinistra è indifferente al fine di scoprire il mistero, noteremo come vi sia una piccolissima arcata che corre sotto la pavimentazione del campiello, facendoci urlare: “Ma quello è un ponte!” nonostante un istante prima non ci apparisse come tale.

Se volete vederlo dovrete recarvi in una zona compresa tra Campo Sant’Aponal e Campo San Polo, vi consiglio di prendere come riferimento il piccolo supermercato Coop per non farvelo sfuggire perchè, giuro, potrebbe passarvi letteralmente sotto al naso.

La sua larghezza inusuale lo rende poco distinguibile rispetto ad un tipico ponte, poiché mancano scalinate e parapetti appariscenti. In passato, questo ponte sopra il Rio dei Meloni era all’altezza degli altri, ma fu abbassato e appiattito per agevolare il passaggio dei pedoni in quello che, tuttora, è uno snodo cruciale dei percorsi Veneziani da e per Rialto e San Marco.

A volte si verifica anche che le acque possano sovrastare le arcate del ponte, rendendolo ancora più difficile da riconoscere a occhi poco attenti o non allenati alle particolarità veneziane.

Un altro modo poi per scovarlo è arrivare al Sotoportego de la Furatola (qui) per scovarlo da una prospettiva diversa che guarda dritta al Rio dei Meloni.

Non dimenticate di condividere questa serie con i vostri amici e familiari per far sì che anche loro possano immergersi nei misteri e nella bellezza di Venezia. Lasciate un commento con le vostre opinioni e condividete le vostre esperienze personali sulla città. La vostra partecipazione rende questa serie ancora più speciale e coinvolgente per tutti!

Vi aspetto con nuovi segreti e avventure ogni venerdì!

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I Segreti di Venezia: La Sveglia della Strega: Una Storia Misteriosa – Dorsoduro

Benvenuti nella serie “I Segreti di Venezia”, un viaggio affascinante tra le peculiarità della cultura lagunare veneziana. Dopo la romantica e tragica storia di Orio il pescatore e di Melusina, la sirena, oggi vi racconterò una nuova vicenda misteriosa e ricca di curiosità, quella di una sveglia appesa a sette metri di altezza sulla parete di una casa.

Ci troviamo nel Sestiere di Dorsoduro, precisamente al civico 1195. Questa zona non è distante da tanti luoghi simbolo cittadini, tra i quali annoveriamo il Ponte dell’Accademia, Piazza San Marco, lo Squero San Trovaso e la Scala del Bovolo, solo per citarne alcuni. È una zona di passaggio che funge da fulcro sia per i turisti che per residenti e studenti.

Questa in sintesi la storia che ha tutti i tratti della leggenda: “In tempi antichi, si narra che una misteriosa strega abitasse queste mura, praticando arti oscure. Un giorno, un barbiere della vicina strada decise di collocare un’antica sveglia in questo angolo. Si diceva che essa segnalasse l’ora in cui la strega compiva i suoi misfatti, mettendo in guardia i passanti. Col passare del tempo, l’oblio si diffuse e il vero scopo della sveglia fu dimenticato. Inevitabilmente, con la sua rimozione, tornarono le inquietanti manifestazioni: suoni sinistri, apparizioni spettrali, oggetti che misteriosamente sparivano e piccoli incidenti. Solo quando fu ricordata la soluzione, con l’apposizione di una nuova sveglia, la tranquillità ritornò. Tuttavia, anche questa volta, la sua assenza, causata dai lavori di restauro, riportò gli strani fenomeni. Da allora, una sveglia è rimasta costantemente presente, protetta da una teca trasparente per evitare danni e preservare la casa da futuri sortilegi.

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Sarebbe dunque, per collocazione e motivazioni cosa assai avventata andare oggi a rimuoverla nuovamente dopo che, incredibilmente, l’aver ricollocato una sveglia al suo posto pare aver risolto le turbe degli incantesimi e degli spettri che parevano aver abitato questi luoghi per così tanto tempo.

In questo angolo di Dorsoduro, tra le strade affollate di turisti e i passi frettolosi dei residenti, si cela dunque una storia tanto avvincente quanto poco conosciuta. Dai forti profumi di mistero e magia. La leggenda di una strega e della sua sveglia, che ha vegliato su questa dimora, continua a suscitare curiosità e meraviglia a tutti quelli che, di tanto in tanto, vivono “col naso all’insù” e si accorgono di quell’oggetto penzoloni.

Il ricordo di questa vicenda, con il suo intreccio di malefici e protezioni, ci ricorda l’importanza di rispettare le tradizioni e gli antichi rimedi contro il soprannaturale. Ogni campanello d’allarme, ogni segnale del tempo, ci ricorda che il passato vive ancora tra queste mura e che la saggezza dei nostri predecessori può ancora proteggerci dalle forze oscure. Perciò, oggi più che mai, è saggio lasciare intatta la vecchia sveglia, custode della pace e della tranquillità di questo luogo affascinante.

Continuate a seguire la serie “I Segreti di Venezia” per scoprire altri luoghi affascinanti e curiosità nascoste che rendono questa città così straordinaria. Venezia e la sua laguna sono pronte ad aprirti le porte per rivelarti ancora di più dei loro segreti.

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I Segreti di Venezia: La Storia d’Amore di Orio il Pescatore e della Sirena Melusina – Sestiere di Castello.

Benvenuti nella serie “I Segreti di Venezia”, un viaggio affascinante tra le peculiarità della cultura lagunare veneziana. Oggi vi voglio parlare di un amore che, come nel caso di Romeo e Giulietta, è stato tanto forte quanto tragico, finendo così per essere tramandato ai posteri in eterno. Dunque, eccomi qui, pronto a raccontarvi l’emozionante storia di Orio il pescatore e di Melusina, la sirena. Sarete testimoni di un amore, condannato eppure eterno, che sfida il destino e lascia un’impronta indelebile nella storia di questa città.

Nel cuore della Laguna, Venezia si erge come una città dalle molteplici sfaccettature, avvolta da un’atmosfera unica e intrisa di mistero. Le sue calli strette, i suoi canali serpeggianti e i suoi antichi palazzi raccontano storie secolari di amore, tragedia e magia.

Dal canale youtube

È in questo scenario incantato che si svolgono le vicende di Orio e Melusina, una storia di passione e sacrificio che si intreccia con i segreti della laguna, trasportandoci in un mondo dove la realtà si fonde con la fantasia.

Una notte, nei pressi di Malamocco, un giovane pescatore di nome Orio, tirando le reti in barca, udì una voce femminile chiedere aiuto. Liberata dalla rete, si rivelò Melusina, una sirena dotata di una straordinaria bellezza. I due si innamorarono al primo sguardo, un vero e proprio colpo di fulmine. Addirittura Melusina scelse di rinunciare alla sua natura di sirena pur di vivere con lui.

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L’unica condizione che lei dovette porre fu che Orio non entrasse in casa ogni sabato fino al matrimonio. Ma un giorno, la curiosità e la gelosia vinsero sull’obbedienza al patto, spingendo Orio ad infrangere il patto. Fu così che scoprì la maledizione che trasformava Melusina in un serpente ogni sabato. Decisero così di unirsi in matrimonio, per spezzare la maledizione. La coppia ebbe tre figli, ma poco tempo dopo lei si ammalò e morì, lasciando Orio solo con i bambini.

Da quel giorno, ogni volta che lui se ne tornava a casa, tutto era misteriosamente in ordine e rimesso a posto. Finché, dopo qualche tempo, entrato a casa trovò una tremenda serpe in cucina e, temendo per la sicurezza dei figli, la uccise. Solo dopo giunse l’amara scoperta, cioè che l’amore della moglie Melusina era sopravvissuto alla morte e vegliava su di loro in forma animale di serpente.

In memoria di questa storia d’amore, un cuore di mattoni rossi, il Cuore di Melusina, che è stato collocato nel portico, proprio lì ove era la loro casa. Si trova nel Sotoportego dei Preti nel Sestiere di Castello e, mi raccomando, quando vi passerete, toccatelo insieme alla persona amata, si dice che sia una vera benedizione per chi lo sfiora.

Il passaggio nel portico

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I Segreti di Venezia: Posso vedere un ponte storto e un campanile spuntato? Sì! In Campo San Boldo – San Polo

Benvenuti nella serie “I Segreti di Venezia”, un viaggio affascinante tra le peculiarità della cultura lagunare veneziana. Oggi vi voglio parlare di uno scorcio tanto incredibile quanto fotogenico di Venezia, vi basti sapere che pittori e fotografi di tutto il mondo cercano sempre di transitare da queste parti per portarsi a casa uno scorcio di autenticità veneziana con pochi eguali in città.

Ma partiamo da una descrizione sommaria della location, cosa la rende così speciale? Abbiamo pochi, ma unici ed iconici ingredienti: un campanile mozzato, un ponte storto ed un canale sinuoso in cui, non di rado, transita qualche gondola alla ricerca di uno sprazzo di romanticismo.

La miglior prospettiva, ai lati del ponte.

Come potete vedere il palazzo viene abbracciato da quel che resta di un campanile che, agli inizi del 1800, perse la Chiesa di cui faceva parte, quella di Sant’Ubaldo (San Boldo in Veneziano ndr). Questo luogo di culto visse alterne fortune, nacque alla fine dell’anno 1000 e fu titolata a Sant’Agata, ma nel 1105 fu distrutta dalle fiamme.

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La ricostruzione avvenne due secoli dopo, cui seguì una ristrutturazione nella prima metà del 1700, per essere infine chiusa nel 1806 e abbattuta nel 1826. Il tutto per far spazio a delle case che, a tutt’oggi, occupano con delle stanze anche la parte sopravvissuta del campanile.

In campi come questo Venezia rallenta, diventa autentica a livelli inimmaginabili, se ne percpisce tutta la resilienza, ma anche la mutevolezza che, nei secoli, l’hanno condotta a noi per come la vediamo oggi.

Una gondola in transito

Con la giusta dose di pazienza potreste aver la fortuna di vedere una gondola fluttuare sulle acque proprio a pochi passi da voi, quasi a poterla sfiorare. Va sottolineato infatti come qui scorra un dedalo di canali che forma una sorta di tridente in cui, dal Canal Grande, si può penetrare in una Venezia meno caotica e più poetica, per poi tornare al di fuori proprio innanzi al Casinò di Venezia.

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