I Segreti di Venezia: Intrecci di Toponomastica e Fede – Castello

Benvenuti nella serie “I Segreti di Venezia”, un viaggio senza tempo tra le affascinanti vicende ed unicità della città lagunare. Oggi vi porterò a scoprire un angolo meno conosciuto del sestiere di Castello, dove la toponomastica si intreccia con la fede e la storia.

Contestualizziamo:

Avete presente l’unica via di Venezia? Bravi! proprio Via Garibaldi, ci siamo passati quando abbiamo preso un Caffè alla Serra dei Giardini, non molto distante. Percorrendola tutta, giungeremo ad una balaustra in marmo che si affaccia su un Rio, quello di Sant’Anna. Mentre ci addentriamo tra le calli e le fondamenta di questa zona, scopriremo come i nomi non siano semplici etichette stradali, ma riflettano una profonda connessione con le tradizioni religiose e la vita quotidiana dei veneziani in un silente dialogo costruito ad arte.

la vista dalla balaustra su Rio Sant’Anna

È stata per me una scoperta casuale, uno di quei dettagli cui spesso non si fa caso, ma in questa zona il dialogo tra toponomastica e religione scorre sottile e sinuoso. Nel raggio di poche decine di metri infatti troveremo: Fondamenta Sant’Anna e Fondamenta San Gioacchino, noti per tradizione cattolica come i genitori di Maria, che scorrono parallele “guardandosi”. Poco più a sud compare anche la Fondamenta San Giuseppe con la chiesa a lui dedicata. Infine, a suggellare questo dialogo, segnalo la presenza del Canale di Sant’Anna, che sfocia direttamente presso l’Isolotto di San Pietro di Castello.

La mia personale esperienza in questo luogo:

È stato incredibile aggirarsi qui e notare, sussultando, questo dialogo silenzioso che si fa testimonianza vivida della incredibile vocazione religiosa dei veneziani attraverso i secoli. Certo, storie come quelle della Chiesa del Redentore, edificata per la liberazione dall’epidemia di peste che flagellò la città per due anni dall’estate del 1575 fino al luglio del 1577, sono molto più famose, ma la città di Venezia è ricolma di trame da scoprire, molte delle quali non compaiono in alcun libro. Via Garibaldi è un luogo magico, un quartiere veneziano che par figlio di un’atmosfera cittadina d’oltralpe quasi, una via nata dall’interramento di un canale che oggi ospita ristoranti, negozi e attività d’ogni genere. Inoltre, anche qui come a Dorsoduro, c’è una Barca della Frutta. Insomma, un luogo cittadino pieno di curiosità da scoprire.

Scoprire Venezia oltre il selfie

Come sapete, racconto sempre la città con l’entusiasmo che contraddistingue il piacere della scoperta, lasciandomi travolgere dai tratti essenziali di un luogo troppo spesso, ma in parte comprensibilmente, visitato come una mera meta da selfie. La speranza è sempre quella che qualcuno possa scoprire che la Storia di Venezia è stata scritta ben più lontano dal Campanile di San Marco o da Palazzo Ducale. Ogni Sestiere custodisce storie ricche di sfumature, tradizioni e leggende che affondano le radici nel passato. È una trama complessa, intessuta di vite vissute, di colori e di suoni che si mescolano, creando un affresco vibrante. La vera bellezza di Venezia non risiede solo nei suoi monumenti iconici, ma anche nelle strade meno battute, nei piccoli bacari e nei volti dei suoi abitanti, che ogni giorno scrivono un nuovo capitolo di questa straordinaria storia.

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In conclusione:

In conclusione, Venezia è un mosaico di storie e tradizioni che si svelano in ogni angolo della città. I nomi delle calli e delle fondamenta raccontano il passato e l’anima dei suoi abitanti. Non lasciatevi ingannare dai monumenti iconici; le vere meraviglie si trovano nelle strade meno battute. Ogni visita è un’opportunità per scoprire i segreti che rendono questa città unica. La magia di Venezia attende solo di essere scoperta.

Una raccomandazione: Siate Turisti Responsabili… altrimenti sapete che il Gobbo non aspetta altro che il vostro bacio.

In questa città ricca di misteri e di segreti, ogni vicolo nasconde un aneddoto prezioso da tramandare, e la mia missione è cercare di incuriosirvi e regalandovi, una tessera di puzzle per volta, un quadro variopinto della storia locale da un punto di vista inedito. Continuate a seguire questa rubrica e lasciatevi incantare dalle meraviglie di Venezia, un passo alla volta.

Non dimenticate di condividere questa serie con i vostri amici e familiari per far sì che anche loro possano immergersi nei misteri e nella bellezza di Venezia. Lasciate un commento con le vostre opinioni e condividete le vostre esperienze personali sulla città. La vostra partecipazione rende questa serie ancora più speciale e coinvolgente per tutti!

Vi aspetto con nuovi segreti e avventure ogni venerdì!

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I Segreti di Venezia: Storie di Sfide e Intrighi sul Ponte dei Pugni a Campo San Barnaba – Dorsoduro

Introduzione:
Benvenuti nella serie “I Segreti di Venezia”, un’immersione nel cuore della città delle acque, alla scoperta delle sue meraviglie nascoste e dei suoi segreti. In ogni articolo, sveleremo un aspetto unico di Venezia che la rende affascinante e misteriosa. Oggi vi voglio parlare di uno dei ponti minori più affascinanti e fotografati della città. Seguitemi!

il Ponte e le sue quattro impronte di piede
Una vista dell’imbarcazione dalla riva presso cui è attraccata.

La storia ed i retroscena:
È il classico ponte veneziano che, non fosse per un piccolo dettaglio apposto sulla sua pavimentazione, passerebbe quasi inosservato. Su questo ponte infatti sono state apposte in marmo 4 impronte di piede la cui funzione rivelerò nei prossimi paragrafi. Dovete sapere che a Venezia si contrapponevano due fazioni invise dai tempi delle schermaglie tra due diverse borgate dell’entroterra, Jesolo ed Eraclea. Queste si distinguevano nel modo di vestire e, addirittura, nel modo di adornarsi delle donne. Sto parlando dei “Castellani” del quartiere di San Pietro di Castello e dei “Nicolotti” originari di San Nicolò dei Mendicoli. I Castellani si portavano berretti e sciarpe rosse mentre i Nicolotti nere; altresì le donne dei Castellani portavano i fiori al petto su di un lato, quelle dei Nicolotti sull’altro.

Il ponte aveva la possibilità di essere rafforzato, e il canale sottostante veniva ripulito per evitare danni a persone o oggetti in caso di caduta dal ponte. Nel giorno dello scontro, i contendenti, che potevano raggiungere anche il numero di trecento per parte, si schieravano alle due estremità del ponte. Questo era accompagnato da musica e dall’arrivo di folle di spettatori curiosi, che si affacciavano dalle finestre o assistevano dall’acqua su barche.

La scelta dell’armamento era regolamentata: potevano essere impiegate corazze, elmi, scudi, canne e bastoni, ma talvolta si preferiva combattere a mani nude, senza armi né protezioni.

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Prima dell’inizio dello scontro vero e proprio, c’era una sfida individuale, conosciuta come “Mostra“, che coinvolgeva i campioni delle due squadre. Ogni campione posava i piedi su due delle impronte presenti sulla pavimentazione del ponte. Successivamente, gli altri contendenti si univano alla lotta. La fazione che riusciva a far cadere tutti gli avversari nel canale sottostante aveva il diritto di porre le proprie insegne sul ponte, dimostrando così il proprio dominio sullo spazio. Tuttavia non era permanente e il ponte poteva essere riconquistato da altre fazioni in futuri scontri. Questo consentiva ulteriori battaglie quando la fazione avversaria cercava di reclamare il possesso del ponte. A volte, persino il pubblico si univa alle belligeranze che potevano durare diverse ore e venivano interrotte solo con la gendarmeria che al calar delle tenebre accorreva per porre fine alle contese.

A partire dal 1574, furono promulgate misure per cercare di limitare questi combattimenti, con la proibizione delle armi. Nel 1705, gli scontri furono vietati dopo uno degli scontri più violenti, in cui si era passati dai pugni ai coltelli. Le pene per chi provocava una rissa su un ponte includevano lavori forzati su una galea per cinque anni o più, o una detenzione carceraria di sette anni.

1673 Heintz Wettstreit auf der Ponte dei Pugni – Joseph Heintz il Giovane
wikimedia

Per offrire altre forme di svago, venne istituito un nuovo gioco chiamato “Forze d’Ercole”, che consisteva nella costruzione della piramide umana più alta durante il Carnevale di Venezia in Piazza San Marco. Il Doge in persona premiava la piramide più alta.

Solo successivamente, nella seconda metà del 1800, vennero aggiunte le ringhiere in ferro.

una ulteriore vista del ponte e delle sagome delle impronte

In sintesi, la ‘Guerra dei Pugni‘ a Venezia era molto più di semplici combattimenti fisici. Era una tradizione che rifletteva il senso di appartenenza dei veneziani ai loro sestieri e la loro passione per la competizione. Gli scontri sul Ponte dei Pugni erano eventi festosi e spettacolari che coinvolgevano la comunità locale e permettevano di dimostrare l’orgoglio di appartenenza a un quartiere.

Mentre camminate lungo i canali di Venezia e osservate il Ponte dei Pugni, ricordate che questo luogo è stato il palcoscenico di sfide affascinanti e simboliche. Le cicatrici del passato sono ora parte integrante dell’identità di Venezia in una vera e propria coesione di una città che ha sempre saputo adattarsi e rinnovarsi nel corso dei secoli.

Lo sapevate, infine, che di “Ponti dei Pugni” ce ne sono ben due? Scrivetemi nei commenti se avete scoperto anche l’altro!

In futuro, continueremo a esplorare i segreti e le meraviglie di questa città straordinaria. Grazie per essere con noi in questa affascinante avventura nella serie “I Segreti di Venezia”. Restate sintonizzati per ulteriori rivelazioni e scoperte.


A venerdì prossimo!

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I Segreti di Venezia: La Bottega Galleggiante della Frutta e Verdura a Campo San Barnaba – Dorsoduro

Introduzione:
Benvenuti nella serie “I Segreti di Venezia”, un’immersione nel cuore della città delle acque, alla scoperta delle sue meraviglie nascoste e dei suoi segreti. In ogni articolo, sveleremo un aspetto unico di Venezia che la rende affascinante e misteriosa. Oggi vi voglio mostrare il più originale fruttivendolo di Venezia, anzi del Mondo! Seguitemi!

Qualche informazione:
La pittoresca Barca San Barnaba, situata nelle vicinanze della Chiesa di San Barnaba, è una insolita bottega galleggiante che offre una vasta selezione di frutta e verdura. L’imbarcazione multicolore ospita la verdura, mentre un piccolo locale di fronte alla chiesa espone la variegata gamma di frutta. Questa affascinante attività fu fondata dalla famiglia Tiozzo nel lontano 1947 ed è diventata nel tempo uno degli iconici fruttivendoli più fotografati di Venezia, dopo un breve periodo di chiusura questa attività tanto iconica quanto unica è stata rilevata dall’attuale gestione che prosegue senza deviazioni il percorso tracciato dai fondatori dell’attività.

Una vista dell’imbarcazione dalla riva presso cui è attraccata.
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Se volete scoprirla la trovate aperta dal Lunedì al Venerdì dalle 7.30 alle 19 e il Sabato fino alle 17.

Inoltre in un’altra zona di Venezia c’è una seconda attività di vendita su barca molto simile, eccovi le foto, la troverete a Castello, sul finire di Viale Garibaldi.

In futuro, continueremo a esplorare i segreti e le meraviglie di questa città straordinaria. Grazie per essere con noi in questa affascinante avventura nella serie “I Segreti di Venezia”. Restate sintonizzati per ulteriori rivelazioni e scoperte.


A venerdì prossimo!

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