I Segreti di Venezia: Storia e criminalità Veneziana, il Rio Terrà dei Assassini – San Marco

Introduzione:
Benvenuti nella serie “I Segreti di Venezia”, un’immersione nel cuore della città delle acque, alla scoperta delle sue meraviglie nascoste e dei suoi segreti. In ogni articolo, sveleremo un aspetto unico di Venezia che la rende affascinante e misteriosa. Oggi affronteremo un aspetto decisamente “cringe” della Venezia antica, scopriamolo insieme.

Partiamo da una domanda per Voi che leggete: che cos’è un “Rio Terrà”?
A Venezia sono moltissimi i canali ed i rii che, col passare dei secoli sono stati interrati per ottenere percorsi pedonali e, come nel celebre caso di “Viale Garibaldi“, arrivare ad avere una vera e propria strada maestra cui oggi si affacciano tantissimi tra ristoranti ed attività commerciali. Questo Viale venne realizzato interrando parzialmente il Rio di Sant’Anna.

Una visuale del “Rio Terrà” oggetto di questo articolo

Veniamo al dunque: “Rio Terrà dei Assassini” – qual è l’origine del nome di questo specifico toponimo cittadino?
L’origine di questo particolare nome ha radici antichissime e tenebrose.
Pare infatti che, complice l’oscurità notturna di questo percorso cittadino (ma anche di altri), vi fossero frequentemente omicidi, in particolare con lo scopo di rapinare i malcapitati passanti ad opera di delinquenti che, sovente, indossavano barbe finte per mascherarsi.

Nel 1128 il Maggior Consiglio della Repubblica di Venezia decretò che venissero apposte delle “Cesendelle”, ovvero delle piccole lanterne cilindriche dal telaio in ferro, per illuminare la zona, altresì vietando l’utilizzo di “barbe alla greca”, cioè finte, per prevenire altri eventi simili.

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La volete sapere una ulteriore curiosità sul tema?
In seguito, a garanzia dell’efficacia di questo sistema di prevenzione, l’incarico di accendere queste lanterne all’imbrunire venne dato in delega ai parroci che presidiavano le zone più coinvolte dal malaffare. Per provare a far ravvedere i criminali, inoltre, furono apposte anche immagini sacre alla sommità dei luoghi in cui venivano apposte le “Cesendelle”.

Nel 1450 inoltre il Senato Veneziano ordinò che ogni singolo cittadino che si muovesse dopo le tre di notte fosse dotato di un lume.

Lo status quo della popolazione cominciava a delinearsi e rendersi riconoscibile in base al numero di servi che li accompagnavano, i più abbienti godevano di uno che faceva da apripista e di uno che guardava le spalle, entrambi dotati di lume (si rese possibile inoltre girare armati, a scopo difensivo). Nacque così il ruolo del “Codega” ( dal greco Guida): cioè le persone che ti accompagnavano alla sera ed alla notte illuminandoti la strada per guadagnarsi da vivere.

Diverso il discorso per la nobiltà veneziana che, proprio in virtù del proprio status sociale, avevano l’obbligo di un accompagnamento da parte della scorta del proprio casato.

L’ultimo step si compì nel 1732, un’epoca non così remota, in cui il Senato della Serenissima decretò che la città fosse illuminata da “ferali” (=fanali) finanziati attraverso una tassa che variava a seconda del ceto di appartenenza.

Continua a seguire la serie “I Segreti di Venezia” per scoprire altri luoghi affascinanti e curiosità nascoste che rendono questa città così straordinaria. Venezia è pronta ad aprirti le porte per rivelarti ancora di più dei suoi segreti.

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