Storia Leggendaria dell’origine dell’Isola di Pellestrina

🌊 L’origine leggendaria di Pellestrina: tra fantasia e mito.

Come nasce un’isola? In questo racconto originale, figlio della fantasia dell’autore del blog e ispirato alla tradizione popolare veneta, scoprirai l’immaginaria creazione di Pellestrina, sottile striscia di terra tra laguna di Venezia e mare Adriatico.

Tra folletti, ninfe, ingegni antichi e magia, prende forma una fiaba che unisce luoghi reali come Chioggia, Murano, Burano e Torcello a un mondo sospeso tra cielo e acqua.

✨ Un viaggio tra mito e poesia, dove la leggenda diventa racconto.

Buona lettura!

Immaginate un tempo lontano, nascosto nelle pieghe della storia. Ora che ci siete, vedrete le acque di mare e laguna come un’unica, tumultuosa distesa.

Illustrazione generata con AI tramite ChatGPT (OpenAI)”

Così fu finché un creatore sconosciuto non si prese la briga di abbellire quell’angolo nel nord-est di ciò che oggi chiamiamo Italia, di sua sponte ed a suo gusto. Fino ad allora, i fiumi Dese e Sile sfociavano in mare senza freni. Il creatore, ispirato dalle creature che già popolavano quelle acque, plasmò delle terre che, una volta abitate, avrebbero assunto dal cielo la forma di un pesce che nuota da est verso ovest, come in cerca di dimora nell’adiacente pianura, Venezia.

Tempi lunghissimi, scanditi dal ritmo di albe e tramonti, passarono mentre il creatore rifletteva su come proteggere quella meraviglia in divenire. Nacque così Lido, il primo baluardo che separò i mari spumeggianti dalla calma laguna. Ma non era sufficiente: verso sud il mare poteva ancora invadere liberamente le zone interne, mettendo in pericolo la nuova città.

Fu allora che il Mazariol, il folletto saggio e astuto incaricato dell’opera, radunò i suoi collaboratori attorno a una grande tavola sospesa tra le nuvole, pronti a disquisire su come completare quella meraviglia nascente.

Alla sua destra sedeva l’Anguana, ninfa delle acque, profonda conoscitrice dei flussi e dei misteri delle correnti. Con voce autorevole, suggeriva di creare nuovi canali per bilanciare il delicato incontro tra mare e laguna, affinché questi due elementi potessero convivere senza distruggersi a vicenda.

Alla sua sinistra, invece, sedeva Marantega, la vecchia saggia, con il volto segnato da rughe che raccontavano millenni di conoscenza. “La terra ha bisogno di più difese,” disse con tono deciso, “ma dev’essere anche fertile, capace di accogliere la vita per generazioni.” I suoi consigli puntavano a mantenere l’equilibrio tra la protezione delle terre e la loro capacità di prosperare.

Salbaneo, il folletto laborioso, era chino sulla tavola, intento a disegnare con estrema meticolosità strutture che avrebbero dovuto resistere ai venti e alle mareggiate, le dighe ed i murazzi. Con le mani veloci e precise, suggeriva soluzioni pratiche e ingegnose, utili a rafforzare le nuove terre e proteggere i futuri abitanti.

Tuttavia, mentre tutti discutevano attentamente, Barba Zucon, noto per la sua grande scrupolosità, ma anche per la sua proverbiale sbadataggine, se ne stava in disparte. Scrutava affascinato e con attenzione un barile pieno di materia magica residua, la stessa che avevano usato per creare le altre isole. Con precisione, lo maneggiava, ma un movimento maldestro lo fece inclinare troppo. Il barile, perso l’equilibrio, cominciò a rotolare giù, giù, sempre più giù e sempre più veloce.

Prima che qualcuno potesse intervenire, il barile sbatté contro il bordo di una balaustra che lo fece impennare in aria e precipitò nelle acque vicine a quella che oggi chiamiamo Chioggia. Il fragore svegliò tutti i presenti, che dalle bordature delle nuvole candide non poterono fare altro che osservare l’inevitabile.

Il barile esplose, liberando la sua forza creativa come un vulcano e i suoi frammenti di materia, semplice e variopinta, si dispersero ovunque come lapilli. Le acque divennero smeraldo, le terre fertili e generose, le case presero colore e da lì nacquero le isole del nord, tra cui Vignole, Sant’Erasmo, Murano, Burano e Torcello.

Ma l’evento più sorprendente avvenne a sud, proprio lì dove il barile si era disintegrato in mille pezzi. Le schegge, piantandosi nelle acque, indicarono i punti per la futura creazione delle bricole, che avrebbero segnalato i canali navigabili. E da lì, il contenuto sversato si trasformò in una sottile striscia di terra magica, lunga circa 11 km, dando vita a un’isola fragile, sottile e splendida come poche altre. Qui mare e laguna sembrano volersi abbracciare, mentre albe e tramonti si rincorrono, con il sole balza da est a ovest creando riflessi affascinanti come in pochi altri luoghi.

Così, dalla magia e dal fato nacque Pellestrina, una striscia di terra che oggi incanta con la sua bellezza unica e fragile. Qui il cielo si tuffa nelle acque e sprigiona poesia, ogni giorno.

L’isola, ancora oggi, accoglie chiunque con un sorriso e una natura incontaminata, rivelando una bellezza che continua a stupire e, soprattutto, a ispirare.

📖 Inoltre, segnalo con entusiasmo un altro progetto firmato Trarealtaesogno: il racconto natalizio Santa Claus e i 25 ingredienti della Luce, un calendario dell’Avvento letterario che, giorno dopo giorno, esplora la magia di Venezia, delle sue isole e tradizioni, in forma di suggestive micro-storie — una narrazione originale e coinvolgente, pensata e scritta con cura dall’autore del blog.

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