I Segreti di Venezia: l’Antica Farmacia dell’Ospedale Civile, il Medico della Peste e la Ricetta della Teriaca – Castello

Benvenuti nella serie “I Segreti di Venezia”, un viaggio senza tempo tra le intriganti vicende della città lagunare. Siete pronti a scoprire una prospettiva inaspettata? Oggi varcheremo la soglia dell’Antica Farmacia dell’Ospedale Civile, tra alambicchi e aromi perduti, indagheremo l’enigmatica figura del medico della peste e vi svelerò gli ingredienti della Teriaca: l’antica panacea veneziana, sospesa tra scienza e leggenda.

Dove si trova l’Antica Farmacia e cosa si vede al suo interno?

Vi ricordate quando, non molto tempo fa, vi ho raccontato la straordinaria storia di Bartolomeo Colleoni e della promessa a lui rivolta dai veneziani, ma mantenuta con l’inganno? Ebbene, proprio qui, sotto lo sguardo imponente del suo monumento, eretto presso la Scuola Grande di San Marco — oggi conosciuta come l’Ospedale Civile di Venezia — si trova il luogo di cui vi parlerò oggi. Per aiutarvi, eccovi uno scatto della facciata, adiacente la Basilica di San Giovanni e Paolo.

La facciata dell'Ospedale di Venezia chiamato anche "Scuola Grande di San Marco" e, sulla destra, l'ingresso dell'Antica Farmacia
La facciata dell’Ospedale di Venezia chiamato anche “Scuola Grande di San Marco” e, sulla destra, l’ingresso dell’Antica Farmacia

Con un costo davvero irrisorio, è possibile visitare questa antica farmacia, che al suo interno custodisce secoli di tradizioni e meraviglie. Troverete infatti, oltre a numerosi reperti medico-scientifici e atlanti di anatomia, intere pareti di spezierie e armadi da farmacia in legno scuro, ricolmi di albarelli in vetro o maiolica. Spesso, durante gli orari di apertura, il/la custode può rivelarsi una persona in grado di regalarvi aneddoti e storie che arricchiranno ulteriormente la vostra esperienza. Ve lo dico perché, per me, è stato proprio così.

Il Medico della Peste e la funzione della sua maschera:

Non nasce certo per il Carnevale, il Medico della Peste. Il suo lungo abito scuro, i guanti, la bacchetta, gli occhiali e, soprattutto, quel becco ricurvo — riempito di erbe e spugne all’aceto — erano parte di una vera e propria armatura. L’aveva ideata il dottor Charles De Lorme, durante la pestilenza del 1630, sperando che bastasse a schermare le esalazioni letali. Una speranza vana, ma comprensibile. All’epoca non si conoscevano virusbatteri: si credeva che fosse l’aria malata la colpevole. E così quella figura inquietante si aggirava per le calli, più simile alla morte che alla cura. Oggi, nel tempo del Carnevale, quel costume torna in scena, grottesco e simbolico: un modo tutto veneziano per esorcizzare la paura, mescolando la festa al ricordo di un dolore antico.

Il medico della peste e la sua maschera

La ricetta della Teriaca, un pizzico di storia e una domanda, funzionava davvero?

La teriaca è una mistura di erbe e ingredienti che affonda le radici nell’antichità, originata da Mitridate VI Eupatore, re del Ponto, e perfezionata dal medico greco Andromaco alla corte di Nerone. Questo polifarmaco, che includeva sostanze come oppio, mirra, corteccia di cannella e persino carne di vipera, veniva usato per trattare infezioni, febbri e veleno, ma la sua composizione variava a seconda delle epoche e delle scuole mediche. A Venezia, la teriaca divenne un simbolo di saggezza medica, preparata con cura dalle spezierie locali. Qui, la miscela veniva realizzata con ingredienti accuratamente dosati e un lungo processo di macerazione. Sebbene la sua efficacia sia sempre stata discussa, molti ritenevano la teriaca un rimedio miracoloso contro ogni tipo di malattia. La sua fama, infatti, resse per secoli, tra approvazioni e critiche, diventando parte integrante della tradizione medica veneziana. Oggi, la teriaca rappresenta non solo un capitolo della storia della medicina, ma anche un segno tangibile della Venezia mercantile e del suo scambio di conoscenze e ricchezze. (fonte: wikipedia.it)

Nelle immagini qui sotto vedete una sorta di concavità semisferica e una delle più celebri farmacie veneziane. Perché ve le sto mostrando? Semplice: quel foro è la testimonianza odierna del luogo in cui veniva posato il calderone per la preparazione della teriaca. Lo potete ammirare presso la storica Farmacia alle Colonne, situata in Campiello Bruno Crovato, un tempo noto come San Canzian. Un angolo di Venezia che conserva la memoria di un’antica tradizione medica, ancora visibile oggi.

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In conclusione:

In questo viaggio tra l’Antica Farmacia dell’Ospedale Civile, il Medico della Peste e la leggendaria teriaca, scopriamo una pagina nascosta della storia veneziana. Tra alambicchi e spezierie, la farmacia custodisce secoli di tradizione medica, mentre la figura del Medico della Peste e la sua maschera inquietante ci riportano a un’epoca in cui la medicina era più simbolica che scientifica, quasi alchemica. La teriaca, invece, simbolo di speranza e conoscenza, rappresenta il ponte tra scienza e superstizione, un ricordo di un passato che continua a vivere nelle sue antiche mura.

farmacia ospedale - teriaca - medico della peste

In questa città ricca di misteri e di segreti, ogni vicolo nasconde un aneddoto prezioso da tramandare, e la mia missione è cercare di incuriosirvi e regalandovi, una tessera di puzzle per volta, un quadro variopinto della storia locale da un punto di vista inedito. Continuate a seguire questa rubrica e lasciatevi incantare dalle meraviglie di Venezia, un passo alla volta.

Non dimenticate di condividere questa serie con i vostri amici e familiari per far sì che anche loro possano immergersi nei misteri e nella bellezza di Venezia. Lasciate un commento con le vostre opinioni e condividete le vostre esperienze personali sulla città. La vostra partecipazione rende questa serie ancora più speciale e coinvolgente per tutti!

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I Segreti di Venezia: Storia della Vecchia che fermò i rivoltosi con un mortaio da cucina – San Marco

Benvenuti nella serie “I Segreti di Venezia”, un viaggio senza tempo tra le affascinanti storie e le unicità della splendida città lagunare. Venezia è uno scrigno di vicende note e meno note; alcune, pur nella loro straordinaria bellezza, si nascondono con sottile ironia proprio là dove turisti e curiosi passano ogni giorno, spesso senza accorgersene. È proprio qui che risiede la magia di questa narrazione: nel rendere indimenticabile ciò che, troppo spesso, sfugge allo sguardo.

isegretidivenezia.com

Dove incontrare la “Vecchia” ed il suo mortaio?

Ci troviamo, come vedrete nello scatto sottostante, a pochi passi da Piazza San Marco, esattamente nei pressi del portico sovrastato dall’Orologio dei Mori e innanzi alla Basilica di San Marco ed a Palazzo Ducale. Se proprio qui alzerete gli occhi verso l’alto, scorgerete senza faticare un altorilievo che raffigura un’anziana signora nel momento esatto in cui rovesciava un mortaio sui passanti. Era la “Vecia del Morter”. Una vicenda che, per quanto surreale, si lega a stretto filo alla storia di Venezia.

piazza san marco dal portico dell'orologio dei mori

Quando e cosa è accaduto?

Ricordate questa data: il 15 giugno 1310. Ci arriveremo tra poco. Il contesto racconta di una Venezia scossa dall’aperta conflittualità tra le famiglie patrizie e quelle borghesi. Quest’ultime, infatti, grazie ai commerci, si erano arricchite, accrescendo potere ed influenza cittadina, andando così ad esacerbare le ambizioni di un’adeguata rappresentanza nella politica cittadina. Alla salita al potere del Doge Pietro Gradenigo, gli sconfitti, che avevano puntato tutto su Jacopo Tiepolo, tentarono – proprio quel 15 giugno – di assaltare Palazzo Ducale.

Qui entra in gioco la “Vecchia” che, proprio lì dove ammirerete l’altorilievo, fece la sua mossa: lanciò il suo mortaio dal balcone, centrando alla testa l’alfiere di Bajamonte Tiepolo, leader della rivolta. Presi alla sprovvista dall’accaduto, si generò un tumulto tale da mettere in fuga buona parte dei rivoltosi, lasciando soli e sconfitti i più temerari superstiti sotto i colpi dei fedelissimi del Doge.

la vecchia col mortaio 15 giugno 1310 nel contesto della torre dei mori e piazza san marco

La morale della storia:

Invenzione o fatto storico poco importa: ciò che davvero conta è la forza simbolica di questa storia. È il segno che, spesso, non sono le grandi strategie o i poteri costituiti a imprimere una svolta alla storia, ma il gesto istintivo e coraggioso di un singolo, mosso dalla volontà, dalla rabbia o dal semplice buon senso popolare. In questo caso, è la “pancia del popolo” — quella saggezza antica e viscerale — a prevalere sui grandi sistemi, spezzando equilibri consolidati e innescando un cambiamento che, in fondo, riflette il desiderio collettivo di giustizia e partecipazione. Una lezione che ci ricorda come, talvolta, siano proprio le azioni inaspettate e spontanee a lasciare il segno più profondo nella memoria di una città.

la vecchia col mortaio 15 giugno 1310
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In conclusione:

In conclusione, la “Vecia del Morter” incarna lo spirito più autentico di Venezia: imprevedibile, ironico e capace di sorprendere. Che sia leggenda o realtà, il suo gesto racconta una verità eterna: anche il più piccolo gesto o personaggio può cambiare il corso degli eventi. È il popolo, con le sue azioni quotidiane, a scrivere la storia. E a Venezia, ogni pietra sembra ricordarcelo. Basta saper guardare.

In questa città ricca di misteri e di segreti, ogni vicolo nasconde un aneddoto prezioso da tramandare, e la mia missione è cercare di incuriosirvi e regalandovi, una tessera di puzzle per volta, un quadro variopinto della storia locale da un punto di vista inedito. Continuate a seguire questa rubrica e lasciatevi incantare dalle meraviglie di Venezia, un passo alla volta.

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I Segreti di Venezia: Costantino Reyer ed il Palasport della Misericordia, un Tempio del Basket – Cannaregio

Benvenuti nella serie “I Segreti di Venezia”, un viaggio senza tempo tra le affascinanti storie e le unicità della splendida città lagunare. Lo sport a Venezia ha un carattere singolare: nonostante gli spazi ristretti, la città offre sorprendenti opportunità per praticare discipline diverse. Ma oggi vi racconterò un fatto davvero speciale, un episodio che incarna alla perfezione l’anima unica di Venezia.

Chi era Costantino Reyer?

Costantino Reyer nacque a Trieste nel febbraio 1838, figlio di Alfred Philip, ufficiale dell’esercito asburgico, e di Leopoldina Castagna. Si affermò come insegnante di ginnastica, dedicandosi con impegno alla diffusione di questa disciplina. Nel 1872, il suo amico e collega Pietro Gallo, trasferitosi a Venezia, fondò una società sportiva che dedicò a Reyer in segno di stima: la Società Veneziana di Ginnastica Costantino Reyer. Nel tempo, la società ampliò la propria offerta includendo discipline come scherma, atletica, calcio e pallacanestro, diventando un punto di riferimento per lo sport cittadino.

la palestra della scuola grande della misericordia vista dall'abbazia della misericordia

Un video che racconta la magia:

Lo sbarco del basket alla Scuola Grande della Misericordia: il Tempio del Basket

Nel 1925, la pallacanestro fa il suo ingresso ufficiale alla Scuola Grande della Misericordia, un edificio storico eretto nel XIV secolo nel cuore di Cannaregio, a Venezia. La Reyer, che all’epoca era una polisportiva in espansione, fonda la sezione di basket e trova nella grande aula superiore della Scuola Grande della Misericordia lo spazio ideale per il nuovo sport. Il salone, con i suoi affreschi alle pareti, viene adattato a campo da basket, creando un ambiente unico in cui la storia e lo sport si intrecciano. Questo luogo, non solo importante per la pallacanestro, ma anche simbolo della tradizione e dell’arte veneziana, diventa subito il cuore pulsante del movimento cestistico della città. Nel corso degli anni, la Scuola Grande della Misericordia diventa non solo il Tempio del Basket per la Reyer, ma un luogo fondamentale per lo sviluppo e la crescita della pallacanestro in Italia, ospitando eventi storici e lasciando un’impronta indelebile nella cultura sportiva locale. Ancora oggi, la Misericordia rimane un simbolo di eccellenza e tradizione, testimoniando l’evoluzione di uno sport che ha trovato una sua casa speciale nella città lagunare

Cos’è oggi la Scuola Grande della Misericordia?

Oggi, la Scuola Grande della Misericordia è un prestigioso spazio culturale situato nel cuore di Venezia. Dopo un attento restauro, l’edificio storico è stato restituito alla città come luogo di incontro e scambio culturale. Le sue sale, ricche di storia, sono utilizzate per mostre, eventi, riunioni e attività sociali, combinando elementi storici con strutture moderne e tecnologicamente avanzate. ​

Situata nel sestiere di Cannaregio, la Misericordia è facilmente raggiungibile sia a piedi che con i mezzi pubblici. La sua posizione strategica la rende un punto di riferimento per residenti e visitatori, offrendo un’ampia gamma di attività culturali e sociali. ​Oltre alla sua funzione culturale, la Scuola Grande della Misericordia rappresenta un esempio significativo di recupero architettonico, dimostrando come sia possibile integrare la conservazione del patrimonio storico con le esigenze moderne della comunità.

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In conclusione:

Spero che questo viaggio alla scoperta dei Segreti di Venezia vi abbia offerto nuovi spunti di riflessione e curiosità. La storia di Costantino Reyer e il legame con la Scuola Grande della Misericordia sono solo uno degli innumerevoli racconti che rendono unica questa città. Venezia, con la sua capacità di mescolare tradizione, arte e innovazione, continua a sorprendere chi sa cercare oltre le sue piazze più famose. Se desiderate immergervi in un angolo nascosto della storia sportiva e culturale veneziana, non perdete l’occasione di esplorare la Misericordia, un luogo che ha visto nascere leggende sportive e che oggi rappresenta un prezioso punto di riferimento per la cultura della città. Ogni passo che farete in queste antiche sale vi farà respirare la storia, la passione e l’energia che continuano a vivere nel cuore pulsante di Venezia.

mappa scuola grande della misericordia reyer venezia tempio del basket

In questa città ricca di misteri e di segreti, ogni vicolo nasconde un aneddoto prezioso da tramandare, e la mia missione è cercare di incuriosirvi e regalandovi, una tessera di puzzle per volta, un quadro variopinto della storia locale da un punto di vista inedito. Continuate a seguire questa rubrica e lasciatevi incantare dalle meraviglie di Venezia, un passo alla volta.

Non dimenticate di condividere questa serie con i vostri amici e familiari per far sì che anche loro possano immergersi nei misteri e nella bellezza di Venezia. Lasciate un commento con le vostre opinioni e condividete le vostre esperienze personali sulla città. La vostra partecipazione rende questa serie ancora più speciale e coinvolgente per tutti!

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I Segreti di Venezia: L’Arsenale di Venezia – Castello

Benvenuti nella serie “I Segreti di Venezia”, un viaggio senza tempo tra le affascinanti storie e le unicità della splendida città lagunare. Venezia è stata una potenza marittima, la porta dell’Occidente verso l’Oriente, e una delle quattro repubbliche marinare insieme ad Amalfi, Genova e Pisa. Fu solo nel 1492 che questo dominio subì un freno, con la scoperta di Cristoforo Colombo e le sue immediate conseguenze geopolitiche.

Perdonate questa introduzione insolita rispetto allo stile abituale di questo blog, ma l’articolo di oggi parla di una zona di Venezia affascinante, ricca di storie e aneddoti che cercherò di raccontarvi nella loro forma più semplice. È un invito a scoprire di più, in modo personale, a esplorare questa parte della città in prima persona.

Venezia e l’Arsenale: Dove si trova, qual era la sua funzione in passato e quale ruolo svolge oggi?

Dove: Chi giunge fino a questa soglia ha già compiuto passi ben oltre le cose più comuni, percorrendo un cammino che va al di là dell’immaginabile. Ci troviamo nel cuore del Sestiere di Castello, una delle zone più a est di Venezia, a pochi passi da Via Garibaldi, dal Caffè della Serra e, non da ultimo, dal Cuore di Melusina.

La sua funzione nel passato: L’Arsenale era un’opera grandiosa di tecnica e manodopera navale, il volano principale della potenza marittima della Repubblica di Venezia. Un luogo “tutto in uno”, dove si costruivano e manutenavano navi da guerra e mercantili. Grazie alla sua proverbiale produttività, l’Arsenale divenne il segreto che permise a Venezia di dominare il commercio e le rotte marittime, un centro industriale che fu vanto per tutta l’Europa e alimentò le ambizioni mediterranee dei lagunari.

Il suo ruolo oggi: Oggi, l’Arsenale è un fulcro storico e culturale di grande rilevanza, non più come potenza marittima, ma come custode del suo affascinante passato. Vi si svolgono eventi culturali, mostre internazionali come la Biennale di Architettura e altre attività legate al mondo dell’arte. Si declina quindi come punto di incontro tra storia e innovazione, senza dimenticare che in alcuni suoi padiglioni si effettuano ancora restauri di imbarcazioni storiche e attività di conservazione, ospitando peraltro il celebre: “Moro di Venezia” che nel 1992 è stato l’imbarcazione italiana per la Coppa America.

Cosa posso fare all’Arsenale?

  • Esplorare la Biennale : All’Arsenale di Venezia si svolgono due eventi principali: la Biennale di Architettura, che si tiene ogni due anni negli anni pari, e presenta mostre e installazioni internazionali dedicate all’architettura, e la Biennale d’Arte, che si svolge negli anni dispari e offre una panoramica sull’arte contemporanea con la partecipazione di oltre 70 paesi. Oltre a questi, l’Arsenale ospita anche eventi collaterali, come conferenze e mostre, legati alle manifestazioni principali.
  • Visite culturali e storiche: L’Arsenale è ancora oggi un importante sito storico, e puoi visitarlo per scoprire la sua storia legata alla potenza navale della Repubblica di Venezia. Le visite guidate o i percorsi informativi ti permetteranno di conoscere il passato industriale e navale del luogo, che ha giocato un ruolo cruciale nella Repubblica.
  • Esplorare le mostre d’arte: Oltre alla Biennale, l’Arsenale ospita altre mostre internazionali di arte contemporanea, fotografia, design e altre discipline artistiche. Molti degli spazi sono utilizzati per eventi culturali e mostre temporanee di artisti rinomati.
  • Eventi e festival: Durante l’anno, l’Arsenale ospita una varietà di eventi culturali, concerti, spettacoli teatrali e performance, che arricchiscono l’offerta artistica e culturale di Venezia. Molti di questi eventi sono legati alla scena internazionale e alle nuove tendenze artistiche.
  • Visite alla Navale: Alcuni padiglioni dell’Arsenale sono ancora dedicati alla conservazione e al restauro delle imbarcazioni storiche veneziane, un’opportunità per scoprire la tradizione navale della città e assistere al lavoro di conservazione delle navi storiche.
  • Passeggiate e fotografia: Se sei un appassionato di fotografia o semplicemente un amante delle passeggiate, l’Arsenale offre angoli suggestivi e poco affollati dove potersi immergere nella storia di Venezia, con scorci che evocano il passato marittimo della città.
  • Sorseggiare un caffè o un aperitivo: AL Bar della Tesa 105, una storica struttura del XVI secolo all’interno dell’Arsenale di Venezia. Inizialmente un magazzino navale, è stata rinnovata nel 2006 con un progetto che ha integrato elementi moderni, preservando le facciate originali. Oggi ospita uffici, spazi pubblici e eventi culturali, fungendo da ingresso settentrionale all’Arsenale e contribuendo alla valorizzazione del patrimonio storico-industriale della città. Tesa per i veneziani era l’area riparata del cantiere dove lavorare lontani dalle intemperie o depositare gli attrezzi.
la porta acquea che conduce direttamente in questa prospettiva al Canal de le Galeazze e che, alle sue spalle sfocia nel Canale di San Marco

Quale sarebbe invece un’esperienza #Trarealtaesogno da fare all’Arsenale?

Chi mi segue già lo sa, non mi sono mai messo su un piedistallo e non avrò mai la pretesa di erigermi a “paladino supremo delle esperienze veneziane”. Piuttosto, consideratemi come un bardo che cerca di portare nel web e nell’etere qualcosa di diverso, atipico e unico su Venezia. Il tutto attraverso la mia esperienza personale, convogliata in immagini, video e parole.

Quello che vedrete qui sotto è un percorso che inizia dalle rive e attraversa un ponte sospeso in metallo (stabilissimo, niente esperienze alla “ponte tibetano”) che ci conduce, con lo sguardo rivolto direttamente verso il Faro di Murano, in una zona silenziosa, quasi aliena al resto della città.

Il cammino parte da Calle del Giazzo e prosegue fino ai “Bacini dell’Arsenale”. Di fronte a voi si alterneranno edifici storici, residenze e sedi di associazioni, ma anche il suono di un lato di Venezia tanto autentico quanto inusuale.

In questa zona dell’Arsenale si trovano due attrazioni particolari: “Building Bridges” di Lorenzo Quinn, installata nel 2017. Si tratta di sei coppie di mani monumentali alte 15 metri e larghe 20, che attraversano simbolicamente il bacino dell’Arsenale. Queste sculture rappresentano valori come “Amicizia”, “Fede”, “Aiuto”, “Amore”, “Speranza” e “Saggezza”, invitandoci a riflettere su un’umanità migliore.

Accanto a esse, il Sommergibile Enrico Dandolo, lungo 46 metri e largo quasi 5, uno dei primi sottomarini progettati durante la Guerra Fredda.

Oggi, i visitatori possono esplorare la cabina di manovra e la camera di lancio dei siluri. Per info e ticket, consultate il Museo Navale: QUI.

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In conclusione:

Spero che questo viaggio alla scoperta dell’Arsenale di Venezia vi abbia ispirato e suscitato curiosità. Questo straordinario luogo, che fonde passato e presente, storia e innovazione, è un pezzo fondamentale dell’identità di Venezia. Se cercate un’esperienza che vada oltre i luoghi più conosciuti della città, l’Arsenale è una tappa imperdibile. Vi invito a camminare lungo i suoi sentieri, a lasciarvi affascinare dalle sue installazioni artistiche e a respirare la sua storia marittima. Non dimenticate, ogni angolo di Venezia cela un tesoro, pronto a svelarsi a chi sa dove guardare.

mappa zona arsenale nel sestiere di castello

In questa città ricca di misteri e di segreti, ogni vicolo nasconde un aneddoto prezioso da tramandare, e la mia missione è cercare di incuriosirvi e regalandovi, una tessera di puzzle per volta, un quadro variopinto della storia locale da un punto di vista inedito. Continuate a seguire questa rubrica e lasciatevi incantare dalle meraviglie di Venezia, un passo alla volta.

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I Segreti di Venezia: Hotel San Fantin, il memoriale delle palle di cannone e dell’eroica resistenza veneziana – Sestiere di San Marco

Benvenuti nella serie “I Segreti di Venezia”, un viaggio senza tempo tra le affascinanti vicende ed unicità della città lagunare. Oggi torniamo a raccontare, attraverso uno scorcio davvero unico, una vicenda storica controversa datata 6 Agosto 1849.

La pioggia di palle di cannone:

Come raccontato in un altro articolo della serie, quello de “La Palla di Cannone sulla facciata della Chiesa di San Nicola da Tolentino – Sestiere di Santa Croce”, la città di Venezia, il 6 agosto 1849, fu vittima di un vero e proprio “temporale” di palle di cannone che si accanirono su buona parte degli edifici cittadini. Il tutto con danni incalcolabili tra persone e cose.

la facciata dell'hotel San Fantin e le sue palle di cannone
la facciata dell’hotel San Fantin e le sue palle di cannone

Tutto questo perché i Veneziani si ribellarono, guidati dal Manin, al dominio austriaco e si resero Repubblica indipendente. La reazione fu veemente e vigliacca, una vera e propria pioggia di palle di cannone assediò la città. Se ne trovano molte disseminate in giro per Venezia, tutte datate, spesso sulle facciate delle chiese.

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Quando venne eretto questo memoriale?

L’edificio, una piccola loggia, venne eretto nel 1869 e, come potete vedere, si compone di più di 80 palle di cannone e di 3 bombarde. Inoltre, campeggia il motto: “RICORDI DELLA EROICA RESISTENZA DI VENEZIA 1849” insieme a una statua del Leone Marciano e a un’effigie del Manin.

Sulla destra, incastonato attorno a 6 palle di cannone il seguente motto di cui vi riporto uno stralcio: “L’ASSEMBLEA DEI RAPPRESENTANTI DELLO STATO DI VENEZIA IN NOME DI DIO E DEL POPOLO UNANIMEMENTE DECRETA VENEZIA RESISTERA’ ALL’AUSTRIACO AD OGNI COSTO…”

Parole forte, veementi, che mostrano ancora oggi quando ardito fosse il coraggio che spinse questi uomini alla difesa di una città che, da sempre in una sorta di sfida sempiterna, dovette lottare contro le insidie della natura e degli invasori.

Dove vederlo e come raggiungerlo?

Per raggiungere l’Hotel San Fantin da Piazza San Marco a piedi, esci dalla piazza e prendi la Salizada San Moisè, la strada che si trova di fronte alla Basilica di San Marco, a destra. Prosegui dritto per circa 200 metri, fino a raggiungere il Campo San Moisè. Continua lungo la Calle San Fantin, che si trova subito a destra, e dopo pochi passi troverai l’Hotel San Fantin sulla tua destra. Il percorso è molto breve e semplice, circa 5 minuti a piedi.

palle di cannone hotel san fantin - dettaglio

Non distante potrete anche ammirare il “Pontile segreto dei Pittori”, non perdete l’occasione.

Il video tratto da questo articolo

In conclusione:

Questi eventi drammatici segnano una parte fondamentale della storia di Venezia, ricordando il coraggio della sua popolazione e la violenza della reazione austriaca. Le palle di cannone rimaste sparpagliate per la città sono testimoni silenziosi di una lotta per l’indipendenza che ha lasciato un segno indelebile. Oggi, quegli stessi luoghi ci raccontano storie di resistenza e sofferenza, custodendo il ricordo di un’epoca tumultuosa. Venezia, come sempre, resiste al passare del tempo.

In questa città ricca di misteri e di segreti, ogni vicolo nasconde un aneddoto prezioso da tramandare, e la mia missione è cercare di incuriosirvi e regalandovi, una tessera di puzzle per volta, un quadro variopinto della storia locale da un punto di vista inedito. Continuate a seguire questa rubrica e lasciatevi incantare dalle meraviglie di Venezia, un passo alla volta.

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