I Segreti di Venezia: Il Palazzo Dimezzato – Sestiere di Cannaregio

Benvenuti nella serie “I Segreti di Venezia”, un viaggio senza tempo tra le affascinanti vicende ed unicità della città lagunare. Oggi vi racconterò un aneddoto incredibile e, come sempre, per intero nonostante ciò che lo rende un aneddoto sia il suo essere “metà”, incompleto dunque.

Contestualizziamo:

Vi ricordate la storia intorno a Riva de Biasio? Proprio qui, tra le due omonime fermate acquee del vaporetto che si incontrano procedendo dalla Stazione Ferroviaria Santa Lucia verso Piazza San Marco, scopriremo un altro aneddoto incredibile. L’edificio che vedete ritratto, infatti, non lo ammirerete mai. Cercate da ogni prospettiva, scendete all’una o all’altra fermata, arrivateci a piedi. Non lo vedrete. Lui, così come da foto, esiste solo in Photoshop. Non è una burla, garantito, il palazzo esiste, si chiama Palazzo Flangini e ne esiste realmente solo la metà destra.

La facciata immaginaria che vedremmo da Riva de Biasio

La bellezza dei Segreti di Venezia è che, tra piccoli e grandi, non si finisce mai di stupirsi di quanta storia si celi dietro e dentro ogni mattone, graffito, opera ed ingegno. Venezia si fa Arte, Storia e Autrice, in quest’ultimo caso di un romanzo appassionato, che racconta la sua anima.

La mia personale esperienza in questo luogo:

Si rimane sempre affascinati, quasi a bocca aperta, quando si notano alcuni dettagli per la prima volta, pur avendo visto e calpestato queste rive decine di volte. Lo sguardo parte da destra, segue le architetture, le balconate, le balaustre e poi, una brusca interruzione: rimane il cielo, e l’occhio, per proseguire, passa al palazzo di fianco, di certo bello, ma più piccolo e modesto.

La prima domanda, cercando informazioni da raccontare intorno a questo luogo, è: “Perché?”. Difficile dare una risposta esaustiva quanto precisa, ma, nel campo delle ipotesi, i motivi che potrebbero aver portato a non completare l’edificio potrebbero essere di questo tipo: la famiglia Flangini non riuscì ad acquistare la casa attigua per completare il palazzo? Una disputa tra fratelli, in cui uno demolì la metà spettante all’altro? La costruzione fu interrotta per mancanza di fondi? Non sapremo mai la verità, ma potremo tirare a sorte a chi, osservando, lancia l’opzione più verosimile o, al contrario, la più astrusa.

la vista dalla balaustra su Rio Sant’Anna

Scopriamo dunque il vero volto del Palazzo Dimezzato:

Ecco a Voi il palazzo nella sua parziale interezza, un ossimoro doveroso, che fa quasi un parallelismo metaforico con la trama de Il Visconte Dimezzato di Calvino. Ammiriamo un’opera davvero intrigante che, col suo mistero, diventa ancora più ricca di charme.

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In conclusione:

In conclusione, la storia di Palazzo Flangini, con la sua metà non realizzata, è uno degli innumerevoli tasselli che rendono Venezia unica e intrisa di mistero. Ogni angolo della città sembra raccontare un episodio incompleto, quasi sospeso nel tempo, invitando chi la visita a scrutare oltre la superficie. Venezia è un romanzo vivente, in cui l’incompiuto e il perfetto convivono in un equilibrio delicato. Continuare a scoprire questi segreti significa immergersi ogni volta in una narrazione senza fine, fatta di enigmi e bellezze celate.

Una raccomandazione: Siate Turisti Responsabili… altrimenti sapete che il Gobbo non aspetta altro che il vostro bacio.

In questa città ricca di misteri e di segreti, ogni vicolo nasconde un aneddoto prezioso da tramandare, e la mia missione è cercare di incuriosirvi e regalandovi, una tessera di puzzle per volta, un quadro variopinto della storia locale da un punto di vista inedito. Continuate a seguire questa rubrica e lasciatevi incantare dalle meraviglie di Venezia, un passo alla volta.

Non dimenticate di condividere questa serie con i vostri amici e familiari per far sì che anche loro possano immergersi nei misteri e nella bellezza di Venezia. Lasciate un commento con le vostre opinioni e condividete le vostre esperienze personali sulla città. La vostra partecipazione rende questa serie ancora più speciale e coinvolgente per tutti!

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I Segreti di Venezia: Ponte Chiodo, il più iconico ponte privato di Venezia – Cannaregio

Benvenuti nella serie “I Segreti di Venezia”, un viaggio senza tempo tra le affascinanti vicende ed unicità della città lagunare. Sappiamo bene che esistono svariate tipologie di “Segreti”: ci sono quelli inconfessabili, quelli affascinanti, quelli misteriosi e tanti altri. Noi ci stiamo concentrando su aspetti singolari e tipici di Venezia e l’articolo di oggi vi accompagnerà alla scoperta di un contesto unico nel Sestiere di Cannaregio.

I Ponti privati di Venezia

A Venezia ci sono più di 400 ponti e, tra questi, solo una piccolissima percentuale è destinata a un uso privato. Questi ponti non collegano semplicemente le sponde opposte di un canale, ma sono indispensabili come uniche vie d’accesso a case o palazzi storici. Il più affascinante tra questi è senza dubbio il Ponte Chiodo, situato nel sestiere di Cannaregio. Incastonato in una zona meno battuta dai turisti, si distingue per la sua forma unica e l’assenza di barriere laterali, proprio come il celebre Ponte del Diavolo a Torcello.

Ponte Chiodo visto da Ponte Racheta

Attraversare Ponte Chiodo è un’esperienza visiva incredibile: l’assenza di parapetti ti permette di scrutare oltre i confini degli edifici circostanti, che, in parte, velano la vista del paesaggio. Proprio questa parziale occultazione rende il panorama ancora più suggestivo e intrigante. Senza i palazzi circostanti, infatti, si potrebbe ammirare una darsena e scorgere l’isola di Murano all’orizzonte.

Come si arriva a Ponte Chiodo?

Ipotizziamo di partire dalla Stazione Ferroviaria di Santa Lucia, prendete la Lista di Spagna e proseguite dritti fino ad attraversare il Ponte delle Guglie. Vi troverete in Rio Terà San Leonardo e, ad un certo punto dovrete proseguire dritto in Calle del Pistor, al termine comincerà Calle de l’Anconeta e, una volta superato l’omonimo ponte, sarete in Rio Terà de la Maddalena. Un altro ponte vi condurrà Salizada Santa Fosca, percorretela tutta fino ad un altro ponte attraversato il quale vedrete dapprima un “Old Wild West” e poco dopo una Chiesa, quella di San Felice. Qui prima andate a destra in Calle del Traghetto per scoprire il Pontile più bello di Venezia, poi tornate indietro e tenendovi la Chiesa sulla sinistra raggiungete Fondamenta San Felice. Proseguite dritti e, passo dopo passo, godetevi la meraviglia.

Vista diagonale del ponte dalla Fondamenta San Felice
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In conclusione:

Ponte Chiodo resta uno degli esempi più affascinanti di quanto Venezia sappia nascondere piccoli tesori architettonici in luoghi meno battuti. L’assenza di barriere si fa metafora sintetica della precaria fragilitá di tutto l’ecosistema Veneziano. Il percorso per raggiungerlo, attraversando calli e campielli, è già di per sé un’esperienza che arricchisce l’anima di sfumsture. Questi sono i luoghi che lasciano un segno indelebile in chi sa osservare con attenzione, al di là delle vie più turistiche.

In questa città ricca di misteri e di segreti, ogni vicolo nasconde un aneddoto prezioso da tramandare, e la mia missione è cercare di incuriosirvi e regalandovi, una tessera di puzzle per volta, un quadro variopinto della storia locale da un punto di vista inedito. Continuate a seguire questa rubrica e lasciatevi incantare dalle meraviglie di Venezia, un passo alla volta.

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I Segreti di Venezia: Il Balcone del Doge a Palazzo Ducale – San Marco

Benvenuti nella serie “I Segreti di Venezia”, un viaggio senza tempo tra le affascinanti vicende e unicità della città lagunare. Quante volte avete visto Palazzo Ducale? In foto, dal vivo, in tv. Poco importa, c’è un dettaglio che, scommetto, vi è sfuggito — e sfugge persino ai Veneziani Doc! Continuate a leggere se volete scoprirlo.

E Tu, hai visto il dettaglio che sfugge a tutti?

Non sto parlando delle nubi setose, delle persone o delle bancarelle. In questa immagine c’è un dettaglio che, nel mezzo della perfetta geometria simmetrica del palazzo, spicca con discrezione. Si mimetizza tra i colori circostanti, ma ad uno sguardo attento, salta fuori.

una vista di Palazzo Ducale
Palazzo Ducale e le sue colonne

Avete notato quel dettaglio? Se non lo avete fatto, proviamo a spiegarlo meglio: nella parte sinistra dell’immagine ci sono due persone che camminano, una vestita di nero e l’altra in rosso. Concentratevi sulla figura in rosso e alzate lo sguardo oltre la prima riga di colonne. Cosa vedete? Esatto! Sopra di voi si trova la seconda fascia di colonne, composta da un parapetto e due colonne rosa che si distinguono nel panorama bianco del colonnato di Palazzo Ducale.

C’è una leggenda interessante riguardo a queste colonne: si narra che il Doge si posizionasse proprio qui durante le cerimonie, da dove venivano proclamate anche le condanne a morte. In questo senso, il colore rosa (o rosso) sarebbe un richiamo al sangue dei condannati. Tuttavia, non esiste una spiegazione definitiva sul perché siano state scelte per risaltare tra le altre.

La mia personale esperienza in questo luogo:

Quante volte ho passeggiato, ammirato e sospirato in questa piazza! Eppure, devo ammetterlo, ho scoperto quasi per caso questo dettaglio unico che si nasconde tra le magnifiche architetture di un edificio che, da ogni angolazione, riesce sempre a suscitare emozioni nuove. Una volta notato questo particolare, ho chiesto a Google di spiegarmelo, tanto è evidente quanto sfuggente. Eccoci qui, quindi, a scoprire che anche nel luogo più fotografato della città ci sono molteplici segreti da raccontare. Venezia non smetterà mai di emozionarmi; per me, Venezia è un Sentimento.

il balcone del doge a palazzo ducale
il balcone del Doge a Palazzo Ducale
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In conclusione:

In conclusione, esplorare il Balcone del Doge ci invita a riconoscere che anche i dettagli più piccoli possono rivelare significati profondi. Questo articolo ci ha mostrato che ci sono storie e leggende che attendono di essere scoperte. La bellezza di Venezia non risiede solo nei suoi luoghi iconici, ma anche nei segreti che si celano tra le sue colonne e i suoi archi.

mappa Balcone del Doge a Palazzo Ducale

In questa città ricca di misteri e di segreti, ogni vicolo nasconde un aneddoto prezioso da tramandare, e la mia missione è cercare di incuriosirvi e regalandovi, una tessera di puzzle per volta, un quadro variopinto della storia locale da un punto di vista inedito. Continuate a seguire questa rubrica e lasciatevi incantare dalle meraviglie di Venezia, un passo alla volta.

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I Segreti di Venezia: Sulle tracce di Carlo Goldoni l’autore veneziano che scrisse sedici commedie in un solo anno.

Benvenuti nella serie “I Segreti di Venezia”, un viaggio senza tempo tra le affascinanti storie e unicità della nostra amata città lagunare. Oggi vi svelerò, in un breve itinerario in tre tappe, uno degli aspetti meno noti e al contempo più curiosi legati a uno dei personaggi più celebri della venezianità: Carlo Goldoni.

Prima tappa: La Casa di Carlo Goldoni

Ci troviamo nel cuore del Sestiere di San Polo, equidistante tra la Basilica dei Frari e Campo San Polo. L’edificio, oggi parte della Fondazione Musei Civici di Venezia, è conosciuto come Palazzo Centani (San Polo 2793). Nel tardo ‘600, vi si stabilì il nonno di Carlo Goldoni, e qui Carlo nacque nel 1707, rimanendovi fino al 1719. Nel 1914, il palazzo fu acquistato da Aldo Ravà, Piero Foscari e Antonio Pellegrini, con l’idea di farne un museo dedicato al grande drammaturgo, ma il progetto fu bloccato dalla guerra. Nel 1931, l’edificio fu donato al Comune di Venezia, restaurato e infine aperto al pubblico come Museo nel 1953.

Una vista d'insieme della casa di Carlo Goldoni che oggi è un museo a lui dedicato
Una vista d’insieme della casa di Carlo Goldoni che oggi è un museo a lui dedicato

Seconda tappa: Campo San Bartolomio e il monumento dedicato a Carlo Goldoni

Nei pressi della casa dell’autore, imbocchiamo Calle dei Saoneri e, proseguendo dritti, ci dirigiamo fino a Campo San Polo. Da qui, seguiamo le indicazioni verso il Ponte di Rialto che, una volta attraversato, ci porterà ad un ampio campo, quello di San Bartolomio. Al centro, scorgeremo subito un monumento che ritrae un uomo elegante e sorridente, quasi sornione, poggiato su un bastone con la mano destra: il monumento dedicato a Carlo Goldoni. Caso vuole, o forse no, che la statua guardi esattamente nella direzione del Teatro a lui dedicato, come se volesse continuare a raccontarci storie, anche nei secoli a venire.

Terza tappa: Il Teatro Goldoni

Il Teatro Goldoni di Venezia, costruito dalla famiglia Vendramin nel 1630 dopo un incendio che distrusse le loro proprietà, è stato un importante centro culturale per secoli. Ospitò numerose prime assolute di opere di Francesco Cavalli e Antonio Sartorio nel XVII secolo. Dal 1752, con l’ingaggio di Carlo Goldoni, il teatro raggiunse il suo apice artistico. Dopo la chiusura per l’occupazione napoleonica e la riapertura nel 1818, subì vari restauri, tra cui uno significativo nel 1833. Nel 1875, fu dedicato a Goldoni. Dopo essere stato chiuso e ristrutturato nel 1979, il Teatro Goldoni è oggi sede del Teatro Stabile del Veneto, offrendo una ricca stagione di prosa, balletto e concerti.

La facciata esterna del Teatro Goldoni

Il Record del Commediografo Veneziano:

Nel 1750, Carlo Goldoni si trovò al centro di una sfida che avrebbe segnato la storia del teatro: promettere di scrivere sedici commedie in un solo anno. Questo impegno nacque dalla necessità di rispondere alla critica e alla satira dei suoi avversari, in particolare del suo rivale Carlo Gozzi, e di recuperare la fiducia del pubblico dopo il fallimento de L’Erede fortunata. La promessa fu accettata anche come una scommessa pubblica con Medebach, un noto impresario dell’epoca.

Goldoni non solo mantenne la sua parola, ma utilizzò quest’opportunità per rivoluzionare il teatro comico. Tra le opere scritte ci sono capolavori come Il teatro comico, un importante esempio di teatro nel teatro e manifesto della sua riforma, Le femmine puntigliose, La bottega del caffè, e La Pamela, ispirata al romanzo di Samuel Richardson. Questo straordinario risultato, con un ritmo di scrittura e produzione senza precedenti, dimostra l’incredibile produttività e la maestria di Goldoni, consolidando la sua reputazione come uno dei più grandi commediografi del suo tempo.

In conclusione:

Nella nostra esplorazione di Carlo Goldoni, abbiamo seguito le tracce del grande commediografo attraverso tre tappe emblematiche di Venezia. Dalla Casa di Goldoni, dove il maestro nacque e che oggi ospita un museo a lui dedicato, al monumento in Campo San Bartolomio, che celebra il suo ingegno, fino al Teatro Goldoni, un palcoscenico storico che ha visto la sua gloria e le sue trasformazioni nel tempo. L’incredibile sfida del 1750, in cui Goldoni scrisse sedici commedie in un solo anno, non solo dimostra la sua straordinaria produttività ma ha anche segnato una svolta nel teatro comico, consolidandolo come uno dei più grandi drammaturghi della sua epoca.

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Mini itinerario dalla Casa di Goldoni al Monumento, fino al Teatro a lui dedicato

In questa città ricca di misteri e di segreti, ogni vicolo nasconde un aneddoto prezioso da tramandare, e la mia missione è cercare di incuriosirvi e regalandovi, una tessera di puzzle per volta, un quadro variopinto della storia locale da un punto di vista inedito. Continuate a seguire questa rubrica e lasciatevi incantare dalle meraviglie di Venezia, un passo alla volta.

Non dimenticate di condividere questa serie con i vostri amici e familiari per far sì che anche loro possano immergersi nei misteri e nella bellezza di Venezia. Lasciate un commento con le vostre opinioni e condividete le vostre esperienze personali sulla città. La vostra partecipazione rende questa serie ancora più speciale e coinvolgente per tutti!

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I Segreti di Venezia: La Pescheria Storica, la Porta della Botte e il Pozzo Più Grande della Città – San Polo

Benvenuti nella serie “I Segreti di Venezia”, un viaggio senza tempo tra le affascinanti storie e le unicità della nostra amata città lagunare. Oggi vi porterò in un mini itinerario che, tappa dopo tappa, saprà sorprendervi sotto molti aspetti. Pronti a scoprire meraviglie nascoste? Iniziamo subito! Seguendo un breve percorso, partiremo da Campo San Polo per esplorare tre luoghi iconici in poco meno di 600m: il Pozzo più Grande della Città, la Porta della Botte e la Pescheria Storica.

Prima tappa: Campo San Polo ed il Pozzo più Grande di Venezia

Si trova nel fulcro del Sestiere (il punto in basso a sinistra nella mappa a fine articolo) che fa da cuore alla città. Per dimensioni è il campo più grande della città, mentre in assoluto arriva secondo, dietro soltanto per estensione alla Piazza San Marco. Non è da meno la sua vera da pozzo, che con i suoi 320 cm di diametro è la più grande della città. Prende il nome dall’omonima chiesa che volge il suo abside direttamente sul campo e che, curiosità nella curiosità, proprio su quel lato vede esposta una targa marmorea del 1611 in cui viene espresso il divieto di svolgere attività quali mercati, feste e giochi. Infatti, questo campo divenne famoso dal punto di vista ludico e fu teatro, a mo’ di arena romana, di feste pubbliche, mercati e giochi, come per esempio giochi con la palla o la caccia al toro.

Una vista d’insieme di Campo San Polo e della sua enorme vera da pozzo.

Tale affissione a tempo indeterminato e giunta fino a noi recita così:
“MDCXI ADI X AGOSTO SONO PROIBITI TVTTI LI GIOCHI QVALI SI SIANO ET ANCO IL VENDER ROBBA METTER BOTEGE INTORNO A QVESTA CHIESA PER DELIBERATE DELLI
ECC.MI S.RI CONTRA LA BIASTEMA CON PENA DI PREGIONE GALEA BANDO ET
ANCOO LIRE TRECENTO DE PICCOLI TRA L’ACCVSATORE ET CAPTORI D. ZORZI
FOSCARINI D. MARCO TRIVISAN D. BARBON MORESINI D. ANTONIO BARBARO
ESECVTORI CONTRA LA BIASTEMA“. Anno 1611.

Traduzione:
“1611, 10 agosto Sono proibiti tutti i giochi di qualsiasi tipo, e anche il vendere merci o allestire botteghe intorno a questa chiesa, per deliberazione degli ecc.mi signori contro la bestemmia, con pena di prigione, galea, bando e anche trecento lire di piccoli, tra l’accusatore e i catturatori. D. Zorzi Foscarini D. Marco Trivisan D. Barbon Moresini D. Antonio Barbaro
Esecutori contro la bestemmia“. Anno 1611.

La Vera da Pozzo e due donne vicine a darci le proporzioni dell'elemento
La Vera da Pozzo e due donne vicine a darci le proporzioni dell’elemento

Seconda tappa: La Porta della Botte

Come ben sapete, i commerci di ogni genere a Venezia hanno da sempre prosperato. Quest’area al civico 456, la tappa intermedia della mappa a fine articolo, era un brulicare di artigiani intenti nella produzione di botti in legno, che spesso venivano fatte rotolare per comodità. Venezia, come tante altre città, ha abitazioni con porte strette e alte, rendendo difficile far passare le botti, ovunque tranne che in Calle de l’Arco, dove i titolari di uno stabilimento crearono un vano d’entrata sagomato appositamente per la forma delle botti. Come potete vedere dalle immagini, l’ingegno supera sempre ogni ostacolo!

Qui vicino inoltre puoi scoprire due attrazioni bellissime e cioè: il Ponte di Rialto e il “Gobbo di Rialto”.

Terza tappa: La Pescheria Storica

La Pescheria di Venezia, situata nel cuore del Sestiere di San Polo, è la tappa più a nord del nostro itinerario e custodisce una storia che risale al 1097, quando il mercato cittadino iniziò a prendere vita proprio qui. Questo è uno dei luoghi più autentici della città, dove il commercio ittico e quello delle verdure, poco più in là, si tramandano di generazione in generazione. La struttura attuale, risalente al 1907, con il suo stile neogotico fatto di archi e dettagli in ferro battuto, regala uno scenario che sembra fuoriuscito da un’altra epoca. Passeggiando tra i banchi, potrete ammirare il meglio del pescato locale, immersi in un’atmosfera frizzante e viva, proprio come accadeva secoli fa. È qui che si respira l’essenza di Venezia, dove la tradizione dei commerci di materie prime continua, oggi come allora, in un contesto unico e prezioso.

Vi segnalo inoltre una particolarità interessante: la Pescheria si divide in due logge, e nel corridoio che le separa, proprio sotto l’insegna “Mercato del Pesce al Minuto”, all’esterno dell’edificio, è affissa una targa marmorea. Questa targa indica le lunghezze minime consentite per la vendita di diverse tipologie di prodotti ittici. Un segno tangibile di come, anche in epoche passate, si prestasse grande attenzione alla tutela del patrimonio marino e alla sostenibilità della pesca.

In conclusione:

In sintesi, il nostro percorso tra Campo San Polo, la Porta della Botte e la Pescheria Storica ha svelato tre tesori nascosti che arricchiscono il patrimonio di Venezia. Dalla maestosa Vera da Pozzo, simbolo di grandezza e funzionalità, all’ingegnosa soluzione per il passaggio delle botti, fino all’affascinante mercato ittico che continua a pulsare di vita secolare, ogni tappa offre uno spaccato unico della città lagunare. Questi luoghi non sono solo testimonianze storiche, ma veri e propri custodi delle tradizioni e dell’identità veneziana.

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La mappa del mini itinerario tra La Pescheria Storica, la Porta della Botte e il Pozzo Più Grande della Città
La mappa del mini itinerario tra La Pescheria Storica, la Porta della Botte e il Pozzo Più Grande della Città

In questa città ricca di misteri e di segreti, ogni vicolo nasconde un aneddoto prezioso da tramandare, e la mia missione è cercare di incuriosirvi e regalandovi, una tessera di puzzle per volta, un quadro variopinto della storia locale da un punto di vista inedito. Continuate a seguire questa rubrica e lasciatevi incantare dalle meraviglie di Venezia, un passo alla volta.

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