I Segreti di Venezia: Palazzo Ducale – Terza puntata. Le Bocche di Leone e il sistema delle denunce segrete.

Benvenuti nella serie “I Segreti di Venezia”, un viaggio senza tempo tra le affascinanti storie e le unicità della splendida città lagunare. Nella terza delle quattro puntate della miniserie vi racconterò finalmente (ne avevo accennato qualcosa qui) il funzionamento e lo scopo delle Bocche di Leone, un pubblico recapito presso cui sporgere denunce segrete.

Cos’erano le “Bocche di Leone” e chi riceveva il loro contenuto?

Il sistema giudiziario veneziano fu uno dei più innovativi in assoluto. Tra gli strumenti distintivi di questa istituzione vi erano le Bocche di Leone, speciali cassette delle lettere murarie destinate a raccogliere denunce anonime indirizzate ai Magistrati Veneziani. Queste aperture scolpite nella pietra, che potevano raffigurare volti, leoni o altre figure simboliche, riportavano un’iscrizione che indicava il tipo di denuncia accettata.

L’introduzione delle Bocche di Leone rispondeva all’esigenza di rafforzare i controlli su eventuali moti insurrezionali. La storia ha visto molteplici tentativi di rovesciamento del potere: tra i più celebri, quello del 63 a.C., quando Lucio Sergio Catilina cercò di sovvertire la Repubblica Romana. Analogamente, nel 1310, la Serenissima fu teatro di una congiura guidata da Baiamonte Tiepolo, con il supporto di Marco Querini e Badoero Badoer, che tentò di rovesciare il governo veneziano in opposizione alle nuove leggi che limitavano l’accesso al Maggior Consiglio.

Entrambe le cospirazioni si conclusero con un fallimento, rafforzando il controllo delle autorità e portando all’introduzione di norme ancora più restrittive per prevenire future rivolte.

Alcune delle Bocche di Leone in giro per Venezia: Chiesa di San Martino, Chiesa dei Gesuati e di San Pantalon (clicca sulla freccia nera a inizio riga per vederle).

Le denunce anonime svolgevano un ruolo cruciale per i tribunali speciali incaricati di garantire la sicurezza della Repubblica. Le accuse di tradimento e complotto venivano esaminate dal temuto Consiglio dei Dieci, che avviava immediatamente le indagini attraverso sorveglianza, interrogatori e incarcerazioni preventive nei Piombi o nei Pozzi, in attesa del verdetto finale.

Le denunce venivano raccolte in cassette di legno, aperte dai Magistrati e dai Capi dei Sestieri. Questo sistema permetteva di monitorare minacce alla sicurezza dello Stato, coinvolgendo la cittadinanza nella salvaguardia dell’ordine pubblico.

Tuttavia, gli Inquisitori di Stato non si fidavano ciecamente delle denunce anonime e inviavano spie per verificarne l’accuratezza.

I “Signori della Notte” e gli “Esecutori contro la bestemmia” giocavano anch’essi un ruolo di primo piano nell’accoglimento e gestione delle denunce anonime, utilizzandole per avviare indagini. Sebbene entrambi avessero compiti di sorveglianza e controllo, le loro aree di intervento erano differenti, con gli Esecutori focalizzati su specifici reati morali e i Signori della Notte su questioni di ordine pubblico più ampie.

Le Bocche delle Denunce di Verona:

Le Bocche delle Denunce, tanto a Venezia quanto a Verona, avevano l’obiettivo di raccogliere segnalazioni anonime su crimini contro lo Stato, coinvolgendo attivamente la cittadinanza nella tutela dell’ordine pubblico. A Venezia, le Bocche di Leone furono introdotte nel XIV secolo per raccogliere denunce relative a specifiche infrazioni come tradimento o evasione fiscale, con un’iscrizione che indicava la natura delle segnalazioni accettate. A Verona, invece, le Bocche delle Denunce, attive nel XVIII secolo, operavano in modo simile, ma con un focus su reati come usura e contrabbando. Fessure nei muri permettevano ai cittadini di segnalare questi crimini in modo riservato.

La versione veronese della "Bocca delle Denunce" in Piazza dei Signori
La versione veronese della “Bocca delle Denunce” in Piazza dei Signori

Due esempi noti si trovano nel Palazzo della Ragione, uno in via Dante per il commercio illecito e l’altro in Piazza dei Signori per l’usura (ritratto nell’immagine), dove è ancora visibile un esempio odierno. Entrambi i sistemi rispondevano alla necessità di monitorare il territorio, favorendo la partecipazione popolare nella giustizia.

banner caccia al tesoro fotografica a venezia che linka all'articolo

In conclusione:

Le Bocche di Leone, strumenti di segnalazione anonima, offrono uno spunto affascinante per comprendere come la Serenissima mantenesse il controllo sulla sua popolazione, coinvolgendo direttamente i cittadini nella salvaguardia della sicurezza dello Stato. Se da un lato garantivano la riservatezza delle accuse, dall’altro richiedevano un’attenta verifica delle denunce, con un sistema che coinvolgeva anche i “Signori della Notte”. Un sistema che, tra simbolismo e vigilanza, delineava un delicato equilibrio tra libertà e sorveglianza. Nel prossimo episodio, ci immergeremo in un altro aspetto fondamentale della giustizia veneziana, scoprendo le sue più misteriose e affascinanti peculiarità. Non perdetevi l’ultima puntata di questa mini-serie. Scopriremo infatti come funzionava il governo della Serenissima e quanto fosse moderno.

mappa di venezia che indica dove ci troviamo. palazzo ducale.

In questa città ricca di misteri e di segreti, ogni vicolo nasconde un aneddoto prezioso da tramandare, e la mia missione è cercare di incuriosirvi e regalandovi, una tessera di puzzle per volta, un quadro variopinto della storia locale da un punto di vista inedito. Continuate a seguire questa rubrica e lasciatevi incantare dalle meraviglie di Venezia, un passo alla volta.

Non dimenticate di condividere questa serie con i vostri amici e familiari per far sì che anche loro possano immergersi nei misteri e nella bellezza di Venezia. Lasciate un commento con le vostre opinioni e condividete le vostre esperienze personali sulla città. La vostra partecipazione rende questa serie ancora più speciale e coinvolgente per tutti!

Vi aspetto con nuovi segreti e avventure ogni venerdì!

Vi siete persi gli articoli precedenti?

Non preoccupatevi, potete trovarli tutti cliccando QUI!

E, per non perdere le prossime pubblicazioni, seguitemi anche su Instagram!”

Leggete altre cose interessanti:

Le mie poesie “Komorebi”

Ticket di accesso a Venezia

Glossario toponomastico Veneziano

Come essere turisti responsabili

Come arrivare a Pellestrina

10 cose da fare a Pellestrina almeno una volta nella vita

Tutti gli articoli su Pellestrina

Burano comoda e a portata di Vaporetto

Chioggia & Sottomarina

I Segreti di Venezia: Gli Esecutori contro la Bestemmia

Benvenuti nella serie “I Segreti di Venezia”, un viaggio senza tempo tra le intriganti vicende della città lagunare. Oggi vi racconterò di una curiosa istituzione posta a tutela del buoncostume dal governo cittadino nel 1537.

Chi erano:

Gli “Esecutori contro la Biastema” erano meglio conosciuti come “Difensori in foro secolare delle leggi di Santa Chiesa“, ma al di là della complessità del loro nome, dovevano far da baluardo contro i comportamenti che andassero contro la morale e la religione. Si trattava di quattro patrizi che diventavano parte del “Consiglio del Sant’Uffizio”.

Uno scorcio Veneziano dal Ponte delle Balote

Andiamo nel dettaglio, qual era il loro campo d’azione?

Gli esecutori contro la bestemmia, erano una magistratura nel governo della Repubblica di Venezia. Il loro campo d’azione erano i reati strettamente connessi a bestemmie, profanazioni, violenza sessuale su vergini promesse in sposa, pubblicazione di libri proibiti o profanatori.

Gli esecutori vigilavano su tali ambiti in osterie e casini cittadini, nominando peraltro come “assistenti denunziatori” due capisestiere che, non più tardi del 1583, divennero ben quattro. Tra i compiti spiccava anche la registrazione degli stranieri giunti in città.

La Chiesta di Santo Stefano a Venezia che dà il nome al vicino campo.

Perchè è nata la figura dell’esecutore contro la biastema?

Gli esecutori nacquero per sradicare dai veneziani una propensione secolare alla bestemmia, così frequente che uno dei suoi Dogi arrivò a dichiarare: “Due cose erano in Venezia molto difficili da disfare: la bestemmia usata da ogni grado di persone e li vestimenti alla francese”.

banner caccia al tesoro fotografica a venezia che linka all'articolo

Come venivano esposte tali regole da osservare?

A Venezia non se ne trova solamente una, nello scatto qui sotto potete vedere la stele della Chiesa di Santo Stefano in cui si enumerano le proibizioni atte a mantenere il decoro cittadino. Sono infatti proibiti: i giochi, le vendite, il bestemmiare e altre indecenze nei pressi della sopracitata chiesa, con possibilità di subire condanne quali: prigione o bando dalla città. All’accusatore viene garantito l’anonimato e, cosa che vi racconterò prossimamente, in città esisteva una rete di “bocche di leone” atte a ricevere le denunce segrete dai cittadini più solerti.

La stele apposta dagli Esecutori sulla facciata della Chiesa di Santo Stefano a monito verso i cittadini.

In questa città ricca di misteri e di segreti, ogni vicolo nasconde un aneddoto prezioso da tramandare, e la mia missione è cercare di incuriosirvi e regalandovi, una tessera di puzzle per volta, un quadro variopinto della storia locale da un punto di vista inedito. Continuate a seguire questa rubrica e lasciatevi incantare dalle meraviglie di Venezia, un passo alla volta.

Non dimenticate di condividere questa serie con i vostri amici e familiari per far sì che anche loro possano immergersi nei misteri e nella bellezza di Venezia. Lasciate un commento con le vostre opinioni e condividete le vostre esperienze personali sulla città. La vostra partecipazione rende questa serie ancora più speciale e coinvolgente per tutti!

Vi aspetto con nuovi segreti e avventure ogni venerdì!

Vi siete persi gli articoli precedenti?

Non preoccupatevi, potete trovarli tutti cliccando QUI!

E, per non perdere le prossime pubblicazioni, seguitemi anche su Instagram!”

Leggete altre cose interessanti:

Le mie poesie “Komorebi”

Ticket di accesso a Venezia

Come essere turisti responsabili

Come arrivare a Pellestrina

10 cose da fare a Pellestrina almeno una volta nella vita

Tutti gli articoli su Pellestrina

Burano comoda e a portata di Vaporetto

Chioggia & Sottomarina