Tanti, tantissimi Poeti, quelli “nel cassetto”, quelli “in erba” ed anche quelli più quotati o affermati, se non ora, almeno una volta nella loro vita han patito di una strana “sindrome” che ho fantasiosamente chiamato: “Il Pudore della Poesia”.
Ma come si potrebbe definire in sintesi il Pudore della Poesia?
Sappiatelo, per rispondere è necessario immedesimarsi in una autrice che adoro e che, certamente, è una esperta su questo tema; ho immaginato dunque di spedire un sms a Emily Dickinson, certo di ottenere la giusta risposta che condivido con voi.
“Ciao Emily! Sono affascinato/a dalla tua poesia. Puoi parlarmi del ‘pudore della poesia’ in poche parole? Grazie! 😊”
Emily: “Cuore in versi sussurra segreti, poesia nascosta, timore di mostrar l’anima. Silenzio custodisce emozioni, parole troppo fragili per danzare in luce.”
Quindi, parafrasando le parole che ho immaginato avrebbe potuto pronunciare la poetessa:
la poesia stessa viene nascosta, poiché i poeti spesso temono di rivelare pienamente la loro anima e i loro sentimenti più intimi. Il silenzio funge da custode di queste emozioni, seppur amplificandole, poiché alcune parole sono troppo fragili e vulnerabili per essere esposte in tutta la loro essenza e bellezza alla luce del mondo esterno.
Quindi ci vuole coraggio per essere poeti?
Sì, perché attraverso la poesia si sublimano emozioni e sentimenti, anche intimi, che non sempre siamo in grado di domare quando ci colgono e che non tutti amano condividere dando l’impressione di emettere il sentore di una presunta vulnerabilità. Le parole, nella loro perfetta imperfezione non contengono ciascuna sfumatura di ogni emozione esistente e dunque non sempre arrivano a tutti come l’autore desidera. E poi, dopo la prima approvazione, si può maturare la paura del giudizio della propria scrittura poetica da parte del proprio pubblico o peggio, si può scrivere per compiacerlo e non per donarsi in frammenti d’anima cristallini secondo i moti interiori.
Mi stai dicendo che, forse, le poesie più belle non le leggeremo mai?
Ebbene sì, è probabile, basti pensare che proprio la sopracitata Emily Dickinson ha nascosto la maggior parte delle sue opere in un vano dello scrittoio della sua stanza. Lei era nota solo a un ristretto gruppo di amici e parenti durante la sua vita e aveva una predilezione per la privacy che alla luce delle mie considerazioni si potrebbe definire “Pudore della Poesia”. Solamente dopo la sua morte, nel 1886, sua sorella Lavinia trovò un grande numero di manoscritti di ancora nascosti.
Dunque la vulnerabilità emotiva è un limite ed al contempo un ingrediente fondamentale per un Poeta? Il pudore è ciò che lo rende autentico?
Sì, la vulnerabilità apre, abbraccia, connette l’autore e la sua sensibilità al pubblico. Ne determina la forza autentica. Quello che pare un limite, dunque, in realtà è la finestra che si spalanca sul paesaggio interiore dell’autore. Il poeta vive con emozioni in contrasto, come ossimori, la sua “debolezza“, ma questo infine lo rende più forte, quasi invincibile. Senza debolezza, paura e pudore la Poesia non avrebbe la forza di sgorgare in maniera così esplosiva verso il pubblico.
Come fa quindi il poeta a superare i suoi limiti?
Probabilmente fa come un uccellino, dapprima teme di volare, dunque di vivere e trascrivere le sue emozioni, fintanto che, improvvisamente domina le metafore dell’aria e compone senza sosta intorno alle sue emozioni. In questa prospettiva, la poesia diventa un’esperienza di crescita personale e di superamento di sé, dove il poeta abbraccia la sua vulnerabilità e trova libertà nell’arte di scrivere.
Concludendo dunque se ti senti a disagio a condividere le tue emozioni in forma poetica, se preferisci nascondere le tue opere, se temi il giudizio delle tue emozioni più intime o semplicemente temi di non poter scegliere parole adeguate alle tue emozioni, ebbene sì, potresti essere “afflitto” dal Pudore della Poesia. Al contempo però saresti come una conchiglia a cui accostare l’orecchio per sentire il mare, magari prima o poi qualcuno ne farà scaturire il suono poetico attraverso te.
Ed ora, fatemi ringraziare Emily con un sms che vorrei tanto poterle spedire:
“Grazie, Emily, per aver condiviso la tua poesia e il tuo cuore con il mondo. Sei un’ispirazione! 🙏❤️”
Cui immagino avrebbe risposto così:
“Un umile grazie, caro amico. Nelle parole intingo l’anima, come l’aurora che svela l’arrivo del giorno. Continua a scrutare il cuore ed a seguire le ali del pensiero. 🌻📜”
Ah, dimenticavo, la Poetessa vuole condividere con voi un altro piccolo segreto:
“In un segreto sorriso, progenie del Pudore della Poesia svelo, in vece dell’autore, l’esistenza di due volumi: ‘Komorebi – 100 pensieri con un pizzico di poesia’.
Con coraggio, se ne disponete, abbracciate l’anima delle sue parole, osate sfidare il pudore e immergetevi nel cuore di versi che non potranno che regalarvi, emozione. 🌹📚✍️”
Ti ringrazio per aver dedicato il tuo tempo alla lettura di questo articolo sulla “Sindrome del Pudore della Poesia”. Condividere le emozioni attraverso la poesia è un atto di coraggio e vulnerabilità. Sappi che ogni tanto appendo le mie opere in giro, se ne trovi una taggami, è semplice: Instagram –> @trarealtaesogno. Se ti sei ritrovato/a in queste parole o hai qualcosa da condividere riguardo al tema, ti invito a lasciare un commento o a condividere l’articolo con chi pensi possa essere interessato. Un abbraccio a tutti coloro che si lasciano ispirare dalla magia delle parole e dell’anima poetica. 🤗
Aggiornamento del 26/07/2023: come intuirai dall’immagine sottostante, comincia oggi l’opportunità di approfondire il tema della poesia con un piccolo corso. Spero di accompagnarti in un viaggio fantastico, sali a bordo e partiamo!

