I Segreti di Venezia: El Vecio pien de pelo e la Stele del Pane, storie (quasi) dimenticate – Cannaregio

Benvenuti nella serie “I Segreti di Venezia”, un viaggio senza tempo tra le affascinanti storie e le unicità della splendida città lagunare. Nelle ultime due puntate ci siamo immersi, a bordo di convogli fatti di parole dialettali, nella cultura viva di Venezia: quella colorata dal folklore, dalle espressioni antiche e soprattutto dalle persone che la abitano e la rendono unica ogni giorno. Oggi torniamo su una traiettoria più classica, esplorando un dettaglio e una stele che – pur essendo sotto gli occhi di tutti – sono spesso dimenticati o ignorati. Due piccoli misteri in bella vista, che aspettano solo di essere riscoperti.

La Stele del Pane: quando la legge si scolpiva nella pietra

La Stele del Pane (in dialetto veneziano stełe del pan) è una stele in pietra d’Istria davanti alla quale tutti quelli che da Cannaregio si sono diretti verso l’Ospedale, verso il Sestiere di Castello o verso Piazza San Marco sono transitati. La potete vedere, oltre che nella foto qui sotto, presso il sotoportego Falier all’incrocio con calle Dolfin, sulla riva meridionale del rio dei Santi Apostoli. È l’ultima stele di questo tipo rimasta in città.

La Stele del Pane (in dialetto veneziano stełe del pan) è una stele in pietra d’Istria davanti alla quale tutti quelli che da Cannaregio si sono diretti verso l'Ospedale, verso il Sestiere di Castello o verso Piazza San Marco sono transitati. La potete vedere, oltre che nella foto qui sotto, presso il sotoportego Falier all’incrocio con calle Dolfin, sulla riva meridionale del rio dei Santi Apostoli. È l’ultima stele di questo tipo rimasta in città.
La Stele del Pane

La sua funzione è evidente: sotto l’effige del leone marciano, simbolo dell’autorità della Serenissima, è inciso un proclama del 27 ottobre 1727, che reca la firma dogale di Alvise III Mocenigo. Con questo documento marmoreo veniva vietata la vendita di pane al di fuori dei luoghi preposti, le panetterie, gestite dai “pistori” cioè i panettieri. In questo modo si andava a tutelare la cittadinanza tutta da prodotti di origine e qualità incerte.

Chi passa dal sottoportico dunque può leggere l’incisione dell’ordine di non vendere pane fuori dai negozi autorizzati e le relative sanzioni comminabili, pari a 25 ducati o reclusione per i trasgressori; se poi si apparteneva alla categoria dei fornai, la pena veniva portata al doppio. Tra le possibilità vi era quella di essere denunciati anonimamente all’Inquisitore delle Arti, un meccanismo di controllo che garantiva la tutela della qualità e della sicurezza alimentare, affidandosi a segnalazioni riservate raccolte tramite canali ufficiali e non tramite strumenti popolari come le “bocche di leone”.

Sul lato posteriore della stele, che si affaccia sul rio dei Santi Apostoli e può essere vista dai gondolieri, sono riportate norme rigorose rivolte ai barcaioli: era proibito trasportare di nascosto pane o persone in possesso di pane a bordo. Chi infrangeva questa regola rischiava non solo una multa, ma anche la distruzione della propria imbarcazione e la sospensione della licenza per un periodo di due anni.

La visibilità delle regole: un metodo che funzionava davvero?

Ebbene, oggi come ieri, esporre in questa maniera le norme le rendeva non solo eterne, ma soprattutto visibili e ben conosciute da chiunque transitasse in questo luogo. Infatti, come la foto qui sotto dimostra, si tratta di un punto che da sempre rappresenta un vero e proprio fulcro di passaggio per centinaia di persone ogni giorno. Questi passanti potevano e possono ancora oggi imbattersi nella Stele; certo, è possibile che qualcuno scelga di ignorarla, ma è anche vero che la legge difficilmente ammette questa opzione, rendendo l’avvertimento inciso un monito costante e tangibile.

Rio dei Santi Apostoli e giovani intenti a mangiare
Rio dei Santi Apostoli e giovani intenti a mangiare

El Vecio Pien de Peo a guardia del palazzo in Campiello Santa Maria Nova

Nel campiello di Santa Maria Nova (ci siam “passati” fotograficamente nell’articolo sull’Acqua di Venezia), nel Sestiere di Cannaregio, sulla facciata di Ca’ Bembo-Boldù, un edificio che si fa cornice di uno dei misteri più bizzarri e buffi della città. Al centro di una nicchia infatti possiamo ammirare in tutta la sua bizzarria la figura di un uomo anziano, con barba lunga e corpo interamente ricoperto di pelo. I veneziani, con l’inevitabile ironia che li contraddistingue, l’hanno soprannominato “el Vecio pien de peo” ovvero il vecchio pieno di pelo. Dietro a questo soprannome si cela però un’immagine ricca di significati: si tratta infatti, molto probabilmente, della rappresentazione dell’Homo Selvaticus, figura arcaica che simboleggia l’essere umano a metà tra natura e cultura, tra istinto e razionalità.

Nel campiello di Santa Maria Nova (ci siam "passati" fotograficamente nell'articolo sull'Acqua di Venezia), nel Sestiere di Cannaregio, sulla facciata di Ca’ Bembo-Boldù, un edificio che si fa cornice di uno dei misteri più bizzarri e buffi della città. Al centro di una nicchia infatti possiamo ammirare in tutta la sua bizzarria la figura di un uomo anziano, con barba lunga e corpo interamente ricoperto di pelo. I veneziani, con l’inevitabile ironia che li contraddistingue, l’hanno soprannominato “el Vecio pien de peo” ovvero il vecchio pieno di pelo. Dietro a questo soprannome si cela però un’immagine ricca di significati: si tratta infatti, molto probabilmente, della rappresentazione dell’Homo Selvaticus, figura arcaica che simboleggia l’essere umano a metà tra natura e cultura, tra istinto e razionalità.
Campiello Santa Maria Nova

Simboli nascosti tra pietra e conoscenza

Secondo la tradizione, fu il patrizio Gianmatteo Bembo – figura colta e appassionata di alchimia e conoscenze esoteriche – a volere questa singolare rappresentazione. Non è un caso se il “vecchio” stringe tra le mani un disco solare, simbolo del tempo che scorre e dell’ordine cosmico. Al di sotto della nicchia, trova posto anche una conchiglia di San Giacomo, altro potente emblema caro agli alchimisti, legato alla ricerca della conoscenza universale.

Tutti questi elementi compongono un chiaro riferimento a una dimensione iniziatica, un linguaggio simbolico pensato per chi è in grado di decifrarlo. Ancora più in basso, un bassorilievo raffigura tre volti anziani, le cui espressioni intense evocano saggezza, mistero e autorevolezza: indizi di un sapere antico scolpito nella pietra, che si mostra apertamente… ma solo a chi sa guardare davvero.

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In conclusione:

Abbiamo osservato due pietre, ognuna con il proprio messaggio. Una incisa per essere rispettata, l’altra scolpita per essere decifrata. Entrambe, in modi diversi, eterne. La Stele del Pane e el Vecio pien de peo raccontano due lati complementari di Venezia: da un lato il rigore delle leggi, dall’altro il mistero del simbolo, che si fa quasi goliardia scolpita. Entrambi parlano a chi sa rallentare e osservare. In una città dove ogni angolo si fa teatro, dove il passato si affaccia e si moltiplica in ogni riflesso d’acqua, anche ciò che sembra più marginale può custodire storie profonde. E così, sotto un sottoportico o in un campiello appartato, Venezia continua a sorprenderci: con pietre che ci avvisano e statue che ci pongono interrogativi. Basta solo fermarsi. E ascoltare. Magari, la risposta giusta è già dentro di noi.

I Segreti di Venezia: El Vecio pien de pelo e la Stele del Pane, storie (quasi) dimenticate

In questa città ricca di misteri e di segreti, ogni vicolo nasconde un aneddoto prezioso da tramandare, e la mia missione è cercare di incuriosirvi e regalandovi, una tessera di puzzle per volta, un quadro variopinto della storia locale da un punto di vista inedito. Continuate a seguire questa rubrica e lasciatevi incantare dalle meraviglie di Venezia, un passo alla volta.

Non dimenticate di condividere questa serie con i vostri amici e familiari per far sì che anche loro possano immergersi nei misteri e nella bellezza di Venezia. Lasciate un commento con le vostre opinioni e condividete le vostre esperienze personali sulla città. La vostra partecipazione rende questa serie ancora più speciale e coinvolgente per tutti!

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I Segreti di Venezia: Costantino Reyer ed il Palasport della Misericordia, un Tempio del Basket – Cannaregio

Benvenuti nella serie “I Segreti di Venezia”, un viaggio senza tempo tra le affascinanti storie e le unicità della splendida città lagunare. Lo sport a Venezia ha un carattere singolare: nonostante gli spazi ristretti, la città offre sorprendenti opportunità per praticare discipline diverse. Ma oggi vi racconterò un fatto davvero speciale, un episodio che incarna alla perfezione l’anima unica di Venezia.

Chi era Costantino Reyer?

Costantino Reyer nacque a Trieste nel febbraio 1838, figlio di Alfred Philip, ufficiale dell’esercito asburgico, e di Leopoldina Castagna. Si affermò come insegnante di ginnastica, dedicandosi con impegno alla diffusione di questa disciplina. Nel 1872, il suo amico e collega Pietro Gallo, trasferitosi a Venezia, fondò una società sportiva che dedicò a Reyer in segno di stima: la Società Veneziana di Ginnastica Costantino Reyer. Nel tempo, la società ampliò la propria offerta includendo discipline come scherma, atletica, calcio e pallacanestro, diventando un punto di riferimento per lo sport cittadino.

la palestra della scuola grande della misericordia vista dall'abbazia della misericordia

Un video che racconta la magia:

Lo sbarco del basket alla Scuola Grande della Misericordia: il Tempio del Basket

Nel 1925, la pallacanestro fa il suo ingresso ufficiale alla Scuola Grande della Misericordia, un edificio storico eretto nel XIV secolo nel cuore di Cannaregio, a Venezia. La Reyer, che all’epoca era una polisportiva in espansione, fonda la sezione di basket e trova nella grande aula superiore della Scuola Grande della Misericordia lo spazio ideale per il nuovo sport. Il salone, con i suoi affreschi alle pareti, viene adattato a campo da basket, creando un ambiente unico in cui la storia e lo sport si intrecciano. Questo luogo, non solo importante per la pallacanestro, ma anche simbolo della tradizione e dell’arte veneziana, diventa subito il cuore pulsante del movimento cestistico della città. Nel corso degli anni, la Scuola Grande della Misericordia diventa non solo il Tempio del Basket per la Reyer, ma un luogo fondamentale per lo sviluppo e la crescita della pallacanestro in Italia, ospitando eventi storici e lasciando un’impronta indelebile nella cultura sportiva locale. Ancora oggi, la Misericordia rimane un simbolo di eccellenza e tradizione, testimoniando l’evoluzione di uno sport che ha trovato una sua casa speciale nella città lagunare

Cos’è oggi la Scuola Grande della Misericordia?

Oggi, la Scuola Grande della Misericordia è un prestigioso spazio culturale situato nel cuore di Venezia. Dopo un attento restauro, l’edificio storico è stato restituito alla città come luogo di incontro e scambio culturale. Le sue sale, ricche di storia, sono utilizzate per mostre, eventi, riunioni e attività sociali, combinando elementi storici con strutture moderne e tecnologicamente avanzate. ​

Situata nel sestiere di Cannaregio, la Misericordia è facilmente raggiungibile sia a piedi che con i mezzi pubblici. La sua posizione strategica la rende un punto di riferimento per residenti e visitatori, offrendo un’ampia gamma di attività culturali e sociali. ​Oltre alla sua funzione culturale, la Scuola Grande della Misericordia rappresenta un esempio significativo di recupero architettonico, dimostrando come sia possibile integrare la conservazione del patrimonio storico con le esigenze moderne della comunità.

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In conclusione:

Spero che questo viaggio alla scoperta dei Segreti di Venezia vi abbia offerto nuovi spunti di riflessione e curiosità. La storia di Costantino Reyer e il legame con la Scuola Grande della Misericordia sono solo uno degli innumerevoli racconti che rendono unica questa città. Venezia, con la sua capacità di mescolare tradizione, arte e innovazione, continua a sorprendere chi sa cercare oltre le sue piazze più famose. Se desiderate immergervi in un angolo nascosto della storia sportiva e culturale veneziana, non perdete l’occasione di esplorare la Misericordia, un luogo che ha visto nascere leggende sportive e che oggi rappresenta un prezioso punto di riferimento per la cultura della città. Ogni passo che farete in queste antiche sale vi farà respirare la storia, la passione e l’energia che continuano a vivere nel cuore pulsante di Venezia.

mappa scuola grande della misericordia reyer venezia tempio del basket

In questa città ricca di misteri e di segreti, ogni vicolo nasconde un aneddoto prezioso da tramandare, e la mia missione è cercare di incuriosirvi e regalandovi, una tessera di puzzle per volta, un quadro variopinto della storia locale da un punto di vista inedito. Continuate a seguire questa rubrica e lasciatevi incantare dalle meraviglie di Venezia, un passo alla volta.

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I Segreti di Venezia: L’Arsenale di Venezia – Castello

Benvenuti nella serie “I Segreti di Venezia”, un viaggio senza tempo tra le affascinanti storie e le unicità della splendida città lagunare. Venezia è stata una potenza marittima, la porta dell’Occidente verso l’Oriente, e una delle quattro repubbliche marinare insieme ad Amalfi, Genova e Pisa. Fu solo nel 1492 che questo dominio subì un freno, con la scoperta di Cristoforo Colombo e le sue immediate conseguenze geopolitiche.

Perdonate questa introduzione insolita rispetto allo stile abituale di questo blog, ma l’articolo di oggi parla di una zona di Venezia affascinante, ricca di storie e aneddoti che cercherò di raccontarvi nella loro forma più semplice. È un invito a scoprire di più, in modo personale, a esplorare questa parte della città in prima persona.

Venezia e l’Arsenale: Dove si trova, qual era la sua funzione in passato e quale ruolo svolge oggi?

Dove: Chi giunge fino a questa soglia ha già compiuto passi ben oltre le cose più comuni, percorrendo un cammino che va al di là dell’immaginabile. Ci troviamo nel cuore del Sestiere di Castello, una delle zone più a est di Venezia, a pochi passi da Via Garibaldi, dal Caffè della Serra e, non da ultimo, dal Cuore di Melusina.

La sua funzione nel passato: L’Arsenale era un’opera grandiosa di tecnica e manodopera navale, il volano principale della potenza marittima della Repubblica di Venezia. Un luogo “tutto in uno”, dove si costruivano e manutenavano navi da guerra e mercantili. Grazie alla sua proverbiale produttività, l’Arsenale divenne il segreto che permise a Venezia di dominare il commercio e le rotte marittime, un centro industriale che fu vanto per tutta l’Europa e alimentò le ambizioni mediterranee dei lagunari.

Il suo ruolo oggi: Oggi, l’Arsenale è un fulcro storico e culturale di grande rilevanza, non più come potenza marittima, ma come custode del suo affascinante passato. Vi si svolgono eventi culturali, mostre internazionali come la Biennale di Architettura e altre attività legate al mondo dell’arte. Si declina quindi come punto di incontro tra storia e innovazione, senza dimenticare che in alcuni suoi padiglioni si effettuano ancora restauri di imbarcazioni storiche e attività di conservazione, ospitando peraltro il celebre: “Moro di Venezia” che nel 1992 è stato l’imbarcazione italiana per la Coppa America.

Cosa posso fare all’Arsenale?

  • Esplorare la Biennale : All’Arsenale di Venezia si svolgono due eventi principali: la Biennale di Architettura, che si tiene ogni due anni negli anni pari, e presenta mostre e installazioni internazionali dedicate all’architettura, e la Biennale d’Arte, che si svolge negli anni dispari e offre una panoramica sull’arte contemporanea con la partecipazione di oltre 70 paesi. Oltre a questi, l’Arsenale ospita anche eventi collaterali, come conferenze e mostre, legati alle manifestazioni principali.
  • Visite culturali e storiche: L’Arsenale è ancora oggi un importante sito storico, e puoi visitarlo per scoprire la sua storia legata alla potenza navale della Repubblica di Venezia. Le visite guidate o i percorsi informativi ti permetteranno di conoscere il passato industriale e navale del luogo, che ha giocato un ruolo cruciale nella Repubblica.
  • Esplorare le mostre d’arte: Oltre alla Biennale, l’Arsenale ospita altre mostre internazionali di arte contemporanea, fotografia, design e altre discipline artistiche. Molti degli spazi sono utilizzati per eventi culturali e mostre temporanee di artisti rinomati.
  • Eventi e festival: Durante l’anno, l’Arsenale ospita una varietà di eventi culturali, concerti, spettacoli teatrali e performance, che arricchiscono l’offerta artistica e culturale di Venezia. Molti di questi eventi sono legati alla scena internazionale e alle nuove tendenze artistiche.
  • Visite alla Navale: Alcuni padiglioni dell’Arsenale sono ancora dedicati alla conservazione e al restauro delle imbarcazioni storiche veneziane, un’opportunità per scoprire la tradizione navale della città e assistere al lavoro di conservazione delle navi storiche.
  • Passeggiate e fotografia: Se sei un appassionato di fotografia o semplicemente un amante delle passeggiate, l’Arsenale offre angoli suggestivi e poco affollati dove potersi immergere nella storia di Venezia, con scorci che evocano il passato marittimo della città.
  • Sorseggiare un caffè o un aperitivo: AL Bar della Tesa 105, una storica struttura del XVI secolo all’interno dell’Arsenale di Venezia. Inizialmente un magazzino navale, è stata rinnovata nel 2006 con un progetto che ha integrato elementi moderni, preservando le facciate originali. Oggi ospita uffici, spazi pubblici e eventi culturali, fungendo da ingresso settentrionale all’Arsenale e contribuendo alla valorizzazione del patrimonio storico-industriale della città. Tesa per i veneziani era l’area riparata del cantiere dove lavorare lontani dalle intemperie o depositare gli attrezzi.
la porta acquea che conduce direttamente in questa prospettiva al Canal de le Galeazze e che, alle sue spalle sfocia nel Canale di San Marco

Quale sarebbe invece un’esperienza #Trarealtaesogno da fare all’Arsenale?

Chi mi segue già lo sa, non mi sono mai messo su un piedistallo e non avrò mai la pretesa di erigermi a “paladino supremo delle esperienze veneziane”. Piuttosto, consideratemi come un bardo che cerca di portare nel web e nell’etere qualcosa di diverso, atipico e unico su Venezia. Il tutto attraverso la mia esperienza personale, convogliata in immagini, video e parole.

Quello che vedrete qui sotto è un percorso che inizia dalle rive e attraversa un ponte sospeso in metallo (stabilissimo, niente esperienze alla “ponte tibetano”) che ci conduce, con lo sguardo rivolto direttamente verso il Faro di Murano, in una zona silenziosa, quasi aliena al resto della città.

Il cammino parte da Calle del Giazzo e prosegue fino ai “Bacini dell’Arsenale”. Di fronte a voi si alterneranno edifici storici, residenze e sedi di associazioni, ma anche il suono di un lato di Venezia tanto autentico quanto inusuale.

In questa zona dell’Arsenale si trovano due attrazioni particolari: “Building Bridges” di Lorenzo Quinn, installata nel 2017. Si tratta di sei coppie di mani monumentali alte 15 metri e larghe 20, che attraversano simbolicamente il bacino dell’Arsenale. Queste sculture rappresentano valori come “Amicizia”, “Fede”, “Aiuto”, “Amore”, “Speranza” e “Saggezza”, invitandoci a riflettere su un’umanità migliore.

Accanto a esse, il Sommergibile Enrico Dandolo, lungo 46 metri e largo quasi 5, uno dei primi sottomarini progettati durante la Guerra Fredda.

Oggi, i visitatori possono esplorare la cabina di manovra e la camera di lancio dei siluri. Per info e ticket, consultate il Museo Navale: QUI.

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In conclusione:

Spero che questo viaggio alla scoperta dell’Arsenale di Venezia vi abbia ispirato e suscitato curiosità. Questo straordinario luogo, che fonde passato e presente, storia e innovazione, è un pezzo fondamentale dell’identità di Venezia. Se cercate un’esperienza che vada oltre i luoghi più conosciuti della città, l’Arsenale è una tappa imperdibile. Vi invito a camminare lungo i suoi sentieri, a lasciarvi affascinare dalle sue installazioni artistiche e a respirare la sua storia marittima. Non dimenticate, ogni angolo di Venezia cela un tesoro, pronto a svelarsi a chi sa dove guardare.

mappa zona arsenale nel sestiere di castello

In questa città ricca di misteri e di segreti, ogni vicolo nasconde un aneddoto prezioso da tramandare, e la mia missione è cercare di incuriosirvi e regalandovi, una tessera di puzzle per volta, un quadro variopinto della storia locale da un punto di vista inedito. Continuate a seguire questa rubrica e lasciatevi incantare dalle meraviglie di Venezia, un passo alla volta.

Non dimenticate di condividere questa serie con i vostri amici e familiari per far sì che anche loro possano immergersi nei misteri e nella bellezza di Venezia. Lasciate un commento con le vostre opinioni e condividete le vostre esperienze personali sulla città. La vostra partecipazione rende questa serie ancora più speciale e coinvolgente per tutti!

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I Segreti di Venezia: La Porta Blu di Castello, Una Scoperta dell’epoca Digitale Tra Storia e Mistero

Benvenuti nella serie “I Segreti di Venezia”, un viaggio senza tempo tra le affascinanti storie e le unicità della splendida città lagunare. Nella puntata precedente abbiamo scoperto Palazzo Grimani e il suo tesoro artistico-scultoreo. Proprio qui, nei pressi di questa gemma possiamo scoprire un’ulteriore angolo affascinante e misterioso della città di Venezia.

Come si arriva alla Porta Blu?

Per raggiungere la misteriosa Porta Blu, partite da Campo Santa Maria Formosa. Dall’ingresso della chiesa, guardate a sinistra e noterete in lontananza, dietro l’edificio sacro, un ponticello. Questo è il Ponte di Ruga Giuffa. Attraversatelo e proseguite per circa 20 metri; sulla sinistra troverete l’ingresso di Palazzo Grimani. Continuando nella calle successiva, in fondo, vi apparirà la Porta Blu, proprio come potete vedere nella foto qui sotto.

la porta blu di venezia nel sestiere di castello

Cosa posso vedere nel Sestiere di Castello?

Nei nostri recenti itinerari ci siamo avventurati nel cuore di Venezia, dove un misterioso mascherone custodisce l’entrata del campanile di Santa Maria Formosa. Abbiamo evitato di calpestare la Pietra Rossa per scongiurare sfortune, lasciandoci poi catturare dalla tragica storia d’amore tra Orio e Melusina. Le oscure trame del governo veneziano e la promessa infranta a Bartolomeo Colleoni ci hanno guidato fino alle profondità sotterranee della cripta di San Zaccaria. Dopo aver esplorato questi luoghi carichi di storia, ci siamo rilassati con un caffè alla Serra dei Giardini, abbiamo esplorato il luogo di incontro tra il Doge e il Patriarca, attraversato il sottoportico più stretto della città e vigilato per non incrociare il fantasma di Bepi vicino al monumento di Garibaldi. La nostra esplorazione ci ha portato fino alla suggestiva Casa Penisola, a pochi passi dalla Libreria Acqua Alta. Possiamo dunque affermare con certezza che tralasciare questo sestiere durante una visita a Venezia significherebbe perdere innumerevoli tesori nascosti.

Le domande, tante e senza risposta:

Passeggiando, magari casualmente, per la Calle de Mezo, ci si imbatte nella Porta Blu, un dettaglio architettonico che sembra uscito da un dipinto, immerso nel silenzio di un angolo dimenticato di Castello. Eppure, nonostante sia diventata celebre su e grazie ad Instagram (se non seguite il mio profilo fatelo ora), la sua storia rimane un enigma. A chi apparteneva il palazzo che la ospita? 🤷 Perché proprio il blu? 🤷 Era l’ingresso di una residenza nobiliare, di un’attività artigiana o di un luogo di culto? 🤷

La porta blu – gennaio 2025

Nessuno saprà mai rispondere, pare, a queste domande. Nessun archivio la menziona in modo diretto, nessuna cronaca cittadina sembra averle mai dedicato una riga, come se fosse apparsa dal nulla. Eppure, è lì, con il suo arco gotico e il suo legno segnato dagli anni, testimone silenziosa di una storia che, forse, non verrà mai completamente rivelata. Ed è proprio questa sua aura indefinita che la rende così magnetica: una porta che non si sa dove portasse, in un palazzo che non si sa di chi fosse, con un colore che non si sa chi abbia scelto. Quasi come se qualcuno avesse previsto che i “Cacciatori di angoli Instagrammabili” l’avrebbero amata, prima ancora che potessero esistere. Forse è proprio quest’aura di mistero irrisolto ed irrisolvibile a renderla così speciale, sospesa tra realtà e leggenda, in una Venezia che non smette mai di sorprendere.

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In conclusione:

Sono felice di avervi accompagnato in questo viaggio alla scoperta della Porta Blu di Castello, un dettaglio affascinante che racchiude mistero, storia e fascino decadente. Se amate esplorare la Venezia più autentica e nascosta, questo piccolo angolo merita una sosta nel vostro itinerario. Vi invito a cercarla, ad ammirarla e a lasciarvi suggestionare dalle domande senza risposta che la circondano. Venezia è fatta di dettagli, e ognuno di essi ha una storia da raccontare… o da immaginare. Ma ricordate, i selfie qui abbondano, siate originali e, se vi fa piacere, taggate il mio profilo instagram nei vostri scatti vicino alla porta blu!

In questa città ricca di misteri e di segreti, ogni vicolo nasconde un aneddoto prezioso da tramandare, e la mia missione è cercare di incuriosirvi e regalandovi, una tessera di puzzle per volta, un quadro variopinto della storia locale da un punto di vista inedito. Continuate a seguire questa rubrica e lasciatevi incantare dalle meraviglie di Venezia, un passo alla volta.

Non dimenticate di condividere questa serie con i vostri amici e familiari per far sì che anche loro possano immergersi nei misteri e nella bellezza di Venezia. Lasciate un commento con le vostre opinioni e condividete le vostre esperienze personali sulla città. La vostra partecipazione rende questa serie ancora più speciale e coinvolgente per tutti!

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I Segreti di Venezia: Palazzo Grimani, Una Gemma Nascosta nel Sestiere di Castello

Benvenuti nella serie “I Segreti di Venezia”, un viaggio senza tempo tra le affascinanti storie e le unicità della splendida città lagunare. Venezia è un dedalo di fili sottili e invisibili che collegano tra loro epoche, luoghi e leggende, creando un caleidoscopio di opportunità di scoperta. Oggi vi condurrò ancora una volta in uno dei sestieri meno battuti dai turisti. Sebbene meno frequentato, questo Sestiere di Venezia è già stato oggetto di nostra esplorazione per diversi motivi, e nel prossimo paragrafo vi farò una breve memoria di tutto ciò.

Cosa abbiamo già incontrato nel Sestiere di Castello? 

Abbiamo incontrato proprio qui lo spaventoso mascherone che difende la porta del campanile della Chiesa di Santa Maria Formosa. Ma abbiamo anche evitato di calpestare la Pietra Rossa, così da evitare sventure per poi commuoverci intorno all’amore maledetto di Orio e Melusina. Abbiamo ascoltato gli intrighi del governo veneziano e la promessa non mantenuta verso Bartolomeo Colleoni, e siamo scesi nelle viscere della terra, sotto la Chiesa di San Zaccaria, per scoprire la cripta sommersa. Poi ci siamo concessi un caffè alla Serra dei Giardini, siamo andati a vedere dove il Doge e il Patriarca si incontravano, abbiamo attraversato il sottoportico più basso della città e siamo stati attenti a non incappare nel fantasma di Bepi, ai piedi del monumento di Garibaldi. Non ultima, abbiamo ammirato l’affascinante Casa Penisola, vicinissima alla Libreria Acqua Alta. Potremmo dire, senza timore, che se si visita Venezia senza passare da questo sestiere, si andrebbero a perdere molti tesori degni di scoperta

Come si arriva a Palazzo Grimani:

Vi sarà sufficiente arrivare in Campo Santa Maria Formosa e, guardando l’ingresso della chiesa da una decina di metri di distanza, scorgerete sulla sinistra in lontananza dietro la chiesa, un ponticello. Si tratta del Ponte di Ruga Giuffa, attraversatelo e dopo 20 m sulla sinistra scorgerete l’ingresso del palazzo come nella foto qui sotto.

L’ingresso di Palazzo Grimani

Cosa vedrete al Palazzo:

Se non avrete già guardato su Google cosa vi attende, sappiate che il palazzo oltre la sua bellezza architettonica e quella delle mostre temporanee, ospita una delle stanze più belle, dal punto di vista artistico, di tutta Venezia. Un luogo che una volta scoperto vi toglierà il fiato.

Qui sotto vi lascio quattro scatti che riproducono alcune delle bellezze che potrete vedere tra le sale del museo e che fanno da cornice ad una stanza che, una volta visitata, resterà nella vostra memoria per sempre.

La Tribuna di Palazzo Grimani:

Si tratta di uno spazio architettonico straordinario che rappresenta una fusione unica di arte e ingegno. L’illuminazione dall’alto, che richiama l’apertura del Pantheon di Roma, crea un’atmosfera che rapisce i sensi e lascia un’impressione duratura. Una volta entrati i vostri occhi non sapranno più dove posarsi dalla meraviglia.

La Tribuna di Palazzo Grimani

Originariamente, ospitava oltre centotrenta sculture antiche, tra le più pregiate della collezione. Oggi, dopo un accurato restauro, la tribuna è parte integrante del Museo di Palazzo Grimani, offrendo ai visitatori un’esperienza immersiva nella storia e nell’arte veneziana. 

Una panoramica video della sala 

Biglietti e link al sito ufficiale:

Il Museo di Palazzo Grimani è aperto dal martedì alla domenica, dalle 10:00 alle 19:00 (ultimo ingresso alle 18:00). L’ingresso costa:

• Intero: €12

• Ridotto: €7 (per 18-25 anni)

• Gratuito: per minori di 18 anni, portatori di handicap, guide turistiche, e altri casi specifici.

Puoi acquistare i biglietti online o in loco. Il museo è chiuso il lunedì.

Per info più precise e aggiornate, non esitare a visitare il sito ufficiale: QUI

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In conclusione:

Sono felice di avervi accompagnato in questo viaggio alla scoperta di Palazzo Grimani, un luogo dove arte, storia e architettura si fondono in perfetta armonia. Se siete alla ricerca di un’esperienza unica nel cuore di Venezia, questa tappa non può mancare nel vostro itinerario. Vi invito a visitare questo straordinario palazzo, mettetelo nella vostra check-list di cose da fare a Venezia e lasciatevi sorprendere dalla sua bellezza senza tempo. Non dimenticate che, ad ogni angolo di Venezia si nascondono segreti pronti ad essere rivelati.

In questa città ricca di misteri e di segreti, ogni vicolo nasconde un aneddoto prezioso da tramandare, e la mia missione è cercare di incuriosirvi e regalandovi, una tessera di puzzle per volta, un quadro variopinto della storia locale da un punto di vista inedito. Continuate a seguire questa rubrica e lasciatevi incantare dalle meraviglie di Venezia, un passo alla volta.

Non dimenticate di condividere questa serie con i vostri amici e familiari per far sì che anche loro possano immergersi nei misteri e nella bellezza di Venezia. Lasciate un commento con le vostre opinioni e condividete le vostre esperienze personali sulla città. La vostra partecipazione rende questa serie ancora più speciale e coinvolgente per tutti!

Vi aspetto con nuovi segreti e avventure ogni venerdì!

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