I Segreti di Venezia: Il Casino degli spiriti, un sospiro noir affacciato sulla laguna – Cannaregio

Benvenuti nella serie “I Segreti di Venezia”. Più volte, insieme, abbiamo camminato tra le ombre e la luce di questa città sospesa sull’acqua, seguendo anche le orme delle sue storie più noir e misteriose. Abbiamo incontrato Biagio Cargnio, il primo vero serial killer veneziano, scoperto la pietra rossa dove la peste fu sconfitta, e ascoltato leggende più dolci e malinconiche, come quella di Orio e della sirena Melusina.

Un pizzico di storia e dove si trova

Costruito nel XVI secolo per conto della famiglia Contarini Dal Zaffo, il palazzo ha attraversato secoli di nobiltà, arte e vicende oscure. Oggi ospita una sede dell’Istituto Cottolengo – Piccola Casa della Divina Provvidenza, ma il soprannome “Casino degli Spiriti” non è nato per caso: secondo la tradizione, il luogo era teatro di riti misteriosi e incontri proibiti.

casino degli spiriti
il Casino degli Spiriti visto dalle acque lagunari

Ci troviamo nel Sestiere di Cannaregio, non lontano dalle misteriose statue di Campo dei Mori. Solitamente le indicazioni che fornisco per visitare i luoghi narrati sono precise, ma qui la prospettiva cambia: questo luogo, pur documentato dalle fonti storiche, non è visitabile. Il suo accesso, essendo parte di una delle sedi dell’Istituto Cottolengo, è in Fondamenta Gasparo Contarini, poco prima della fine della stessa, dove si può scorgere la Sacca de la Misericordia Marina, darsena che prende il nome dalla Scuola Grande della Misericordia, ex “Tempio del Basket”.

Leggende e misteri che ne hanno macchiato la fama

Si dice che, di notte, figure incappucciate si muovessero all’interno con fiaccole in mano, accompagnate da canti che riecheggiavano lungo la laguna. Alcuni racconti narrano di fantasmi irrequieti, tra cui lo spirito del pittore del ‘500 Luzzo, frequentatore del palazzo che si incontrava con Tiziano, Giorgione e Sandolino. Qui, l’arte si mescolava al segreto, e le stanze custodivano segreti e drammi, tenuti lontani dalla luce del giorno.

casino degli spiriti in bianco e nero

Amori, scandali ed eventi macabri

Luzzo si innamorò di Cecilia, giovane prostituta che frequentava anche Giorgione. Una storia di desideri e gelosie che terminò tragicamente: Luzzo, dopo una notte di eccessi, salì all’ultimo piano e si tolse la vita. Da allora, si dice che la sua anima innamorata vaghi ancora tra le stanze del palazzo, cercando ciò che il mondo terreno aveva negato.

Non solo fantasmi: nelle acque antistanti il palazzo, alla fine della Seconda Guerra Mondiale, fu ritrovato un baule contenente il corpo a pezzi di Linda Cimetta, giovane contrabbandiera bellunese. La leggenda racconta che da quel momento nessuno si sia più tuffato in quelle acque, rispettando il silenzio macabro che aleggia sulla Sacca della Misericordia Marina.

casino degli spiriti sulla destra in lontananza

Per concludere

Il Casino degli Spiriti è più di un edificio: è un fulcro noir e di leggende, dove la storia veneziana indossa tabari ombrosi e sussurra segreti. Forse proprio per la sua apparente inaccessibilità si erge a rifugio ultimo per fantasmi che si fanno minacciosi, alcova di amori proibiti e audaci, sede di fatti macabri che si addolciscono solo grazie alla bellezza circostante. Osservate attentamente le calli, ascoltate il silenzio delle acque: a Venezia, ogni pietra, ogni finestra, ogni riflesso può raccontare una storia che aspetta solo di essere svelata.

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Scopri la mappa segreta di Venezia: oltre 100 Segreti di Venezia e altre curiosità da esplorare

Qui sotto trovi la mappa interattiva dei Segreti di Venezia, con tutti i luoghi geolocalizzati. Ogni pin ti condurrà direttamente all’articolo corrispondente, permettendoti di esplorare la città seguendo le tracce dei racconti e di scoprire angoli nascosti e curiosità come mai prima d’ora.

Per una navigazione completa, nella pagina indice di tutti gli articoli troverai lo stesso approccio: ogni segreto, oltre alla classica divisione per Sestiere, è collegato alla sua posizione sulla mappa, pronta a guidarti tra i misteri, le storie e le leggende di Venezia. La maggior parte degli articoli è geolocalizzata nel punto reale in cui si svolgono i fatti, mentre alcuni trovano una collocazione più “metaforica”, evocando luoghi legati al racconto più che alla posizione fisica.

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I Segreti di Venezia: Hotel San Fantin, il memoriale delle palle di cannone e dell’eroica resistenza veneziana – Sestiere di San Marco

Benvenuti nella serie “I Segreti di Venezia”, un viaggio senza tempo tra le affascinanti vicende ed unicità della città lagunare. Oggi torniamo a raccontare, attraverso uno scorcio davvero unico, una vicenda storica controversa datata 6 Agosto 1849.

La pioggia di palle di cannone:

Come raccontato in un altro articolo della serie, quello de “La Palla di Cannone sulla facciata della Chiesa di San Nicola da Tolentino – Sestiere di Santa Croce”, la città di Venezia, il 6 agosto 1849, fu vittima di un vero e proprio “temporale” di palle di cannone che si accanirono su buona parte degli edifici cittadini. Il tutto con danni incalcolabili tra persone e cose.

la facciata dell'hotel San Fantin e le sue palle di cannone
la facciata dell’hotel San Fantin e le sue palle di cannone

Tutto questo perché i Veneziani si ribellarono, guidati dal Manin, al dominio austriaco e si resero Repubblica indipendente. La reazione fu veemente e vigliacca, una vera e propria pioggia di palle di cannone assediò la città. Se ne trovano molte disseminate in giro per Venezia, tutte datate, spesso sulle facciate delle chiese.

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Quando venne eretto questo memoriale?

L’edificio, una piccola loggia, venne eretto nel 1869 e, come potete vedere, si compone di più di 80 palle di cannone e di 3 bombarde. Inoltre, campeggia il motto: “RICORDI DELLA EROICA RESISTENZA DI VENEZIA 1849” insieme a una statua del Leone Marciano e a un’effigie del Manin.

Sulla destra, incastonato attorno a 6 palle di cannone il seguente motto di cui vi riporto uno stralcio: “L’ASSEMBLEA DEI RAPPRESENTANTI DELLO STATO DI VENEZIA IN NOME DI DIO E DEL POPOLO UNANIMEMENTE DECRETA VENEZIA RESISTERA’ ALL’AUSTRIACO AD OGNI COSTO…”

Parole forte, veementi, che mostrano ancora oggi quando ardito fosse il coraggio che spinse questi uomini alla difesa di una città che, da sempre in una sorta di sfida sempiterna, dovette lottare contro le insidie della natura e degli invasori.

Dove vederlo e come raggiungerlo?

Per raggiungere l’Hotel San Fantin da Piazza San Marco a piedi, esci dalla piazza e prendi la Salizada San Moisè, la strada che si trova di fronte alla Basilica di San Marco, a destra. Prosegui dritto per circa 200 metri, fino a raggiungere il Campo San Moisè. Continua lungo la Calle San Fantin, che si trova subito a destra, e dopo pochi passi troverai l’Hotel San Fantin sulla tua destra. Il percorso è molto breve e semplice, circa 5 minuti a piedi.

palle di cannone hotel san fantin - dettaglio

Non distante potrete anche ammirare il “Pontile segreto dei Pittori”, non perdete l’occasione.

Il video tratto da questo articolo

In conclusione:

Questi eventi drammatici segnano una parte fondamentale della storia di Venezia, ricordando il coraggio della sua popolazione e la violenza della reazione austriaca. Le palle di cannone rimaste sparpagliate per la città sono testimoni silenziosi di una lotta per l’indipendenza che ha lasciato un segno indelebile. Oggi, quegli stessi luoghi ci raccontano storie di resistenza e sofferenza, custodendo il ricordo di un’epoca tumultuosa. Venezia, come sempre, resiste al passare del tempo.

In questa città ricca di misteri e di segreti, ogni vicolo nasconde un aneddoto prezioso da tramandare, e la mia missione è cercare di incuriosirvi e regalandovi, una tessera di puzzle per volta, un quadro variopinto della storia locale da un punto di vista inedito. Continuate a seguire questa rubrica e lasciatevi incantare dalle meraviglie di Venezia, un passo alla volta.

Non dimenticate di condividere questa serie con i vostri amici e familiari per far sì che anche loro possano immergersi nei misteri e nella bellezza di Venezia. Lasciate un commento con le vostre opinioni e condividete le vostre esperienze personali sulla città. La vostra partecipazione rende questa serie ancora più speciale e coinvolgente per tutti!

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I Segreti di Venezia: Siete alla ricerca del panorama perfetto? Salite sul campanile di San Giorgio! – San Marco

Benvenuti nella serie “I Segreti di Venezia”, un viaggio senza tempo tra le affascinanti storie e le unicità della splendida città lagunare. Venezia, lo sappiamo bene, è un’isola composta da tantissime isole, un vero e proprio organismo pluricellulare. Qui, tra una peculiarità e l’altra, ogni anfratto cela bellezze uniche tutte da scoprire. Oggi vi accompagno alla scoperta del panorama perfetto. Siete pronti? Partiamo!

Come si arriva all’Isola di San Giorgio Maggiore?

Visto e considerato che raggiungere San Giorgio a nuoto sarebbe un’impresa tutt’altro che consigliabile, non vi resta che optare per un comodo viaggio sulla Linea 2 dell’ACTV. Anche solo per una breve fermata da San Marco a San Giorgio, in meno di 5 minuti sarete a destinazione. Lo stesso vale se vi trovate a visitare l’Isola della Giudecca (intorno alla quale ho scritto un articolo in due parti che trovate qui, parte 1 e parte 2): potrete facilmente attraversare il breve tratto di laguna che la separa da San Giorgio partendo dalla fermata Giudecca “Zitelle”.

Piazza San Marco, il campanile e Palazzo Ducale visti e riflessi da San Giorgio

Cosa rende unico il panorama da questa torre campanaria?

Quando attraversiamo Piazza San Marco e saliamo sul suo omonimo campanile, ci ritroviamo ad ammirare Venezia dall’alto, ma perdiamo la prospettiva sul suo cuore pulsante, trovandoci elevati al di sopra del suo centro. Il vantaggio posizionale di San Giorgio è unico: oltre a essere quasi un avamposto sul bacino più bello della città, si trova esattamente in parallelo a Punta della Dogana, dove i due canali veneziani, Canal Grande e Canale della Giudecca, si fondono in un’unica maestosa arteria. Inoltre, da qui, potremo godere di Piazza San Marco e di tutto ciò che la rende unica da una prospettiva privilegiata. Un punto di vista davvero speciale. Giudicate voi stessi dalla foto qui sotto!

Vista dal campanile di San Giorgio nella direzione di San Marco

Quanto costa salire?

Per accedere alla torre campanaria di San Giorgio Maggiore e ammirare il panorama circostante, basta acquistare un biglietto di 8 euro, che include l’uso dell’ascensore dedicato per raggiungere la sommità del campanile. Gli orari di apertura vanno dalle 9:00 alle 19:00.

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E se capitassimo in una giornata di “stravedamento”, cosa cambierebbe?

Se saremo fortunati, assisteremo a un fenomeno atmosferico in cui l’aria diventa cristallina e trasparente, offrendoci un orizzonte nitido e ben definito che si estende in profondità. Quando venti come la Bora spazzano via nebbia, inquinamento e impurità dalla pianura, la visibilità aumenta in modo sorprendente, passando dai consueti pochi chilometri a decine o addirittura centinaia. Con queste condizioni, non è così raro scorgere le Dolomiti che abbracciano San Marco in tutta la loro maestosità.

In conclusione:

In conclusione, San Giorgio Maggiore non è solo un punto panoramico straordinario, ma un angolo di Venezia che regala emozioni uniche. Ogni visita offre un’opportunità per vedere la città da una prospettiva inedita, lontana dalla frenesia dei luoghi più turistici. Con la sua posizione privilegiata, il campanile di San Giorgio è un osservatorio ideale per scoprire il cuore pulsante della laguna e oltre. Inoltre, la Fondazione Giorgio Cini, ospite di mostre e eventi culturali di prestigio, arricchisce ulteriormente l’esperienza. Se avrete la fortuna di visitarlo in una giornata di “stravedamento”, l’esperienza sarà ancora più memorabile. Venezia, in tutta la sua bellezza, si rivelerà sotto una luce straordinaria.

In questa città ricca di misteri e di segreti, ogni vicolo nasconde un aneddoto prezioso da tramandare, e la mia missione è cercare di incuriosirvi e regalandovi, una tessera di puzzle per volta, un quadro variopinto della storia locale da un punto di vista inedito. Continuate a seguire questa rubrica e lasciatevi incantare dalle meraviglie di Venezia, un passo alla volta.

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I Segreti di Venezia: Il Mascherone a difesa di Santa Maria Formosa – Castello

Benvenuti nella serie “I Segreti di Venezia”, un viaggio senza tempo tra le affascinanti storie e le unicità della splendida città lagunare. La storia di oggi conduce a Santa Maria Formosa, una delle prime chiese del Sestiere di Castello che incontreremo provenendo dal Sestiere di San Marco .

Quello che la rende peculiare, oltre ai capolavori contenuti al suo interno, è un mascherone in marmo scolpito sulla sommità della porta che permette di accedere al campanile.

Come si arriva alla Chiesa di Santa Maria Formosa?

Da Piazza San Marco, imboccate il portico che passa al di sotto della Torre dell’Orologio dei Mori, e proseguite fino a quando non incontrerete, sulla destra, Calle Larga San Marco. Proseguite quindi lungo quella calle fino a Calle degli Specchieri. Arriverete a Calle del Ponte de la Guerra: percorretela tutta, svoltando a destra e proseguendo fino all’omonimo ponte. Da lì, proseguendo dritti e attraversando un altro ponte, arriverete sul lato della Chiesa di Santa Maria Formosa che ci interessa. Vi troverete in uno dei campi più peculiari della città, in cui potervi godere le meraviglie del circostante o ristorarvi presso qualche attività.

La Chiesa di Santa Maria Formosa

Se siete in zona inoltre non perdete una visita alla “Casa Penisola” ed alla “Libreria Acqua Alta”.

Qual è la sua funzione?

Impossibile non notare il Mascaron del campanile di Santa Maria Formosa a Venezia. Con la sua espressione minacciosa e quell’aria tra grugno e il sarcastico, sembra voler incutere timore a chiunque lo osservi. Questa figura grottesca non è lì per caso: la sua funzione è quella di proteggere il luogo sacro, allontanando le forze del male e fungendo da guardiano contro ogni sorta di influsso maligno.

I veneziani amavano decorare chiese e palazzi con mascheroni simili, disposti spesso vicino ai campanili, per scacciare gli spiriti attratti dal rintocco delle campane. Il loro aspetto, volutamente mostruoso, doveva essere abbastanza spaventoso da intimidire il male e tenerlo a distanza.

Anche lo scrittore John Ruskin rimase colpito dal Mascaron di Santa Maria Formosa, definendolo “un testone mostruoso e animalesco”, talmente disturbante da risultare impossibile da disegnare o descrivere a parole.

dettaglio d’insieme

Come tanti dettagli dell’architettura veneziana, questo mascherone non è solo decorativo: è un mix perfetto di arte, tradizione e superstizione, un simbolo silenzioso che continua a vegliare sulla città.

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Venezia e la superstizione:

Impossibile non cogliere il legame tra la superstizione e Venezia, dal naso nero del “Sior Rioba” , passando per le “ancorette” o dalla leggenda amorosa di Orio e Melusina.

In conclusione:

Venezia è una città dove arte e superstizione si fondono in modo unico e affascinante. Il Mascaron di Santa Maria Formosa è un chiaro esempio di come la bellezza si intrecci con il mistero e la protezione. Questo dettaglio architettonico non è solo un elemento decorativo, ma una figura che ha il compito di scacciare il male. Ogni angolo della città racconta storie che vanno oltre il visibile, rendendo Venezia un luogo da scoprire in ogni suo dettaglio.

In questa città ricca di misteri e di segreti, ogni vicolo nasconde un aneddoto prezioso da tramandare, e la mia missione è cercare di incuriosirvi e regalandovi, una tessera di puzzle per volta, un quadro variopinto della storia locale da un punto di vista inedito. Continuate a seguire questa rubrica e lasciatevi incantare dalle meraviglie di Venezia, un passo alla volta.

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I Segreti di Venezia: Le ancorette “portafortuna” – Cannaregio

Benvenuti nella serie “I Segreti di Venezia”, un viaggio senza tempo tra le affascinanti storie e le unicità della splendida città lagunare. L’aneddoto di oggi ci porta nel cuore delle vicende e delle tradizioni legate alla giustizia veneziana, immergendoci nella misteriosa storia di Biagio Cargnio, noto come il mostro di Venezia.

Ma niente fretta: per comprendere appieno questa intrigante vicenda, è necessario procedere con calma, gustando ogni dettaglio come in una cottura lenta e sapiente. Lasciatevi trasportare nel passato, dove ogni segreto svela un frammento della storia di Venezia.

Come si arriva alle ancorette portafortuna?

A Venezia ci sono quasi 400 ponti, ma solo presso il Ponte San Canzian possiamo davvero “vedere e toccare” le famose ancorette portafortuna, diventate celebri grazie ai video di Nico del canale “nicoeteo”.

Queste piccole curiosità si trovano nel sestiere di Cannaregio. Per scoprirle, seguite la Strada Nova in direzione Ospedale Civile. Arrivati in Campo SS. Apostoli, anziché girare a destra verso San Marco o Rialto, proseguite dritti imboccando una stretta calle che costeggia la Chiesa dei Santi Apostoli.

A questo punto si aprirà davanti a voi il Campo Drio la Chiesa, dove troverete la Calle del Manganer. Seguite questa calle fino in fondo, girate a destra e subito proseguite fino al Campiello della Cason. Lo riconoscerete facilmente grazie a un bellissimo albero che da decenni adorna questo angolo pittoresco di Venezia.

Entrate ora in Calle de la Malvasia. Se noterete un piccolo capitello, sarete sulla strada giusta! Pochi passi ancora, e davanti a voi apparirà un ponte. Saliteci e giratevi alle vostre spalle: ecco le ancorette!

dettaglio di una delle "ancorette" dal Ponte San Canzian
dettaglio di una delle “ancorette” dal Ponte San Canzian

Qual era la loro funzione?

Oggi sono un talismano portafortuna, un luogo iconico e misterioso, simile al Cuore di Melusina (di cui vi parlo qui) che, secondo la leggenda, aiuta a trovare l’amore.

Vi ricordate (o siete andati a rileggere) la storia di Biagio Cargnio, l’uomo le cui atroci imprese lasciarono un segno così profondo da ispirare il nome della Riva de Biasio? Ebbene, queste ancorette erano i ganci su cui venivano esposti i resti degli squartati, condannati a morte ed esibiti come monito pubblico.

Le altre coppie di ganci, oggi scomparse, si trovavano ai Tolentini. Lo stesso Biagio Cargnio subì questa terribile sorte: i quarti del suo corpo furono appesi nei due punti designati della città, a eterna memoria delle sue colpe.

Oggi, questo luogo unisce leggende, storia e un pizzico di macabra memoria, trasformandosi in un simbolo di fortuna e speranza per chi lo visita.

contesto di una delle "ancorette" dal Ponte San Canzian
contesto di una delle “ancorette” dal Ponte San Canzian
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E perchè porterebbero fortuna?

La risposta è tanto semplice quanto schietta: “Portano fortuna perché, se possiamo farle tintinnare toccandole, significa che siamo ancora in vita e che nessuno avrà motivo di traghettarci verso l’isola di San Michele, il cimitero cittadino.”

Un pensiero tanto macabro quanto intriso di pragmatismo veneziano, dove ogni gesto, anche il più semplice, si intreccia con la storia e le tradizioni della Serenissima.

Tra l’altro se cercate fortuna a Venezia dovete andare anche a toccare il naso nero del “Sior Rioba” scoprite di più cliccando qui.

In conclusione:

Le ancorette del Ponte San Canzian sono molto più di un semplice dettaglio nascosto di Venezia: intrecciano storia, leggende e un pizzico di superstizione. Oggi, da simbolo di una giustizia severa e spettacolare, sono diventate un talismano portafortuna, ricordandoci quanto sia preziosa la vita. Toccare queste ancore non è solo scaramanzia, ma un modo per avvicinarsi alla storia viva di Venezia.

mappa venezia

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