I Segreti di Venezia: La Pietra Bianca del Potere a San Pietro di Castello – Sestiere di Castello

Benvenuti nella serie “I Segreti di Venezia”, un viaggio senza tempo tra le affascinanti vicende ed unicità della città lagunare. A volte mi chiedo: se Venezia fosse un libro, che tipo di libro sarebbe? Di certo un romanzo storico, intriso di una fiabesca e misteriosa atmosfera gotica; ci parlerebbe d’arte, di poesia, e nasconderebbe pagine di diario di viaggio, trame di distopia e frammenti di fantascienza. Una combinazione così ricca da renderla inconfondibile e, al contempo, impossibile da definire con una sola parola. Venezia è un libro che, pur svelandosi, conserva sempre un angolo di mistero.

Contestualizziamo:

Venezia è ricchissima di simbologia, riti, tracce tangibili delle sue tradizioni passate e, talvolta, future. Ci troviamo a San Pietro di Castello, insieme a Sant’Elena, una delle regioni più spinte verso Est della città. Venezia è un’isola, composta di isole e, tra tutte, una delle maggiori per storia e dimensioni è proprio quella di cui stiamo, attraverso uno dei due piccoli ponti, varcando la soglia.

san pietro di castello
la vista dalla balaustra su Rio Sant’Anna

Venezia sorge su pali, conficcati nei terreni e nelle acque paludose, e su pietre. Non molto tempo fa, vi ho raccontato della “Pietra Rossa, dove si fermò la Peste nel 1630”; oggi, invece, vi parlerò della “Pietra Bianca”, dove… no, non ve lo svelo ancora. Portate pazienza.

Davanti alla chiesa di San Pietro di Castello giace, come vedete nel video e nella foto, una pietra bianca, simbolo di un accordo storico: era il punto d’incontro tra il doge e il patriarca di Venezia. Va ricordato che fino al 1807 la cattedrale di Venezia era San Pietro, non San Marco. Questa pietra rappresentava un compromesso: il doge evitava l’umiliazione di arrivare fino alla porta della chiesa, e il patriarca quella di accoglierlo sulla riva. Così, potere temporale e potere spirituale si incontravano, salvaguardando l’onore di entrambi, esattamente a metà strada l’uno dall’altro.

La mia personale esperienza in questo luogo:

È incredibile, dopo secoli, osservare quante persone percorrano questo breve cammino altamente simbolico senza conoscere il significato di questa pietra, calpestandola magari, pensando che sia un semplice rabberciamento del selciato. Eppure è così che vanno le cose, specialmente nelle città d’arte del mondo o, forse ancor di più, proprio a Venezia, dove si incontrano le Pietre d’Inciampo che custodiscono memorie di momenti storici agghiaccianti e crudeli. Resta l’emozione, fortissima, ogni volta che, da una semplice pietra, sboccia una storia unica da raccontare, a prescindere dalla sua polarità interiore.

la pietra bianca del potere dove clero (Patriarca) e stato (Doge) si incontravano
La Pietra Bianca “del Potere”

Questa è un’altra scoperta emersa dagli approfondimenti fatti per la serie “I Segreti di Venezia”; un ennesimo rimpianto personale, per non essere stato sempre più attento a questi piccoli, sfuggevoli dettagli che danno grande testimonianza della storia affascinante della città. San Pietro di Castello è un luogo autentico, suggestivo e quieto. Le masse sembrano quasi rifuggire i luoghi lontani da Rialto e San Marco, ma ricordate: la vera Venezia, quella che un turista mordi e fuggi non cerca, vive tra le pieghe di queste storie uniche.

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In conclusione:

In conclusione, la Pietra Bianca di San Pietro di Castello non è solo una semplice pietra, ma un simbolo profondo di equilibrio tra il potere temporale e spirituale. È una di quelle piccole storie che rendono Venezia unica, arricchendola di significati nascosti, pronti a essere scoperti da chi sa guardare oltre la superficie. Ogni angolo, ogni pietra della città racconta una memoria unica, che, anche se dimenticata, continua a vivere silenziosamente tra le calli. In fondo, è nei dettagli più nascosti che si cela la vera autenticità di Venezia.

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In questa città ricca di misteri e di segreti, ogni vicolo nasconde un aneddoto prezioso da tramandare, e la mia missione è cercare di incuriosirvi e regalandovi, una tessera di puzzle per volta, un quadro variopinto della storia locale da un punto di vista inedito. Continuate a seguire questa rubrica e lasciatevi incantare dalle meraviglie di Venezia, un passo alla volta.

Non dimenticate di condividere questa serie con i vostri amici e familiari per far sì che anche loro possano immergersi nei misteri e nella bellezza di Venezia. Lasciate un commento con le vostre opinioni e condividete le vostre esperienze personali sulla città. La vostra partecipazione rende questa serie ancora più speciale e coinvolgente per tutti!

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I Segreti di Venezia: Intrecci di Toponomastica e Fede – Castello

Benvenuti nella serie “I Segreti di Venezia”, un viaggio senza tempo tra le affascinanti vicende ed unicità della città lagunare. Oggi vi porterò a scoprire un angolo meno conosciuto del sestiere di Castello, dove la toponomastica si intreccia con la fede e la storia.

Contestualizziamo:

Avete presente l’unica via di Venezia? Bravi! proprio Via Garibaldi, ci siamo passati quando abbiamo preso un Caffè alla Serra dei Giardini, non molto distante. Percorrendola tutta, giungeremo ad una balaustra in marmo che si affaccia su un Rio, quello di Sant’Anna. Mentre ci addentriamo tra le calli e le fondamenta di questa zona, scopriremo come i nomi non siano semplici etichette stradali, ma riflettano una profonda connessione con le tradizioni religiose e la vita quotidiana dei veneziani in un silente dialogo costruito ad arte.

la vista dalla balaustra su Rio Sant’Anna

È stata per me una scoperta casuale, uno di quei dettagli cui spesso non si fa caso, ma in questa zona il dialogo tra toponomastica e religione scorre sottile e sinuoso. Nel raggio di poche decine di metri infatti troveremo: Fondamenta Sant’Anna e Fondamenta San Gioacchino, noti per tradizione cattolica come i genitori di Maria, che scorrono parallele “guardandosi”. Poco più a sud compare anche la Fondamenta San Giuseppe con la chiesa a lui dedicata. Infine, a suggellare questo dialogo, segnalo la presenza del Canale di Sant’Anna, che sfocia direttamente presso l’Isolotto di San Pietro di Castello.

La mia personale esperienza in questo luogo:

È stato incredibile aggirarsi qui e notare, sussultando, questo dialogo silenzioso che si fa testimonianza vivida della incredibile vocazione religiosa dei veneziani attraverso i secoli. Certo, storie come quelle della Chiesa del Redentore, edificata per la liberazione dall’epidemia di peste che flagellò la città per due anni dall’estate del 1575 fino al luglio del 1577, sono molto più famose, ma la città di Venezia è ricolma di trame da scoprire, molte delle quali non compaiono in alcun libro. Via Garibaldi è un luogo magico, un quartiere veneziano che par figlio di un’atmosfera cittadina d’oltralpe quasi, una via nata dall’interramento di un canale che oggi ospita ristoranti, negozi e attività d’ogni genere. Inoltre, anche qui come a Dorsoduro, c’è una Barca della Frutta. Insomma, un luogo cittadino pieno di curiosità da scoprire.

Scoprire Venezia oltre il selfie

Come sapete, racconto sempre la città con l’entusiasmo che contraddistingue il piacere della scoperta, lasciandomi travolgere dai tratti essenziali di un luogo troppo spesso, ma in parte comprensibilmente, visitato come una mera meta da selfie. La speranza è sempre quella che qualcuno possa scoprire che la Storia di Venezia è stata scritta ben più lontano dal Campanile di San Marco o da Palazzo Ducale. Ogni Sestiere custodisce storie ricche di sfumature, tradizioni e leggende che affondano le radici nel passato. È una trama complessa, intessuta di vite vissute, di colori e di suoni che si mescolano, creando un affresco vibrante. La vera bellezza di Venezia non risiede solo nei suoi monumenti iconici, ma anche nelle strade meno battute, nei piccoli bacari e nei volti dei suoi abitanti, che ogni giorno scrivono un nuovo capitolo di questa straordinaria storia.

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In conclusione:

In conclusione, Venezia è un mosaico di storie e tradizioni che si svelano in ogni angolo della città. I nomi delle calli e delle fondamenta raccontano il passato e l’anima dei suoi abitanti. Non lasciatevi ingannare dai monumenti iconici; le vere meraviglie si trovano nelle strade meno battute. Ogni visita è un’opportunità per scoprire i segreti che rendono questa città unica. La magia di Venezia attende solo di essere scoperta.

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In questa città ricca di misteri e di segreti, ogni vicolo nasconde un aneddoto prezioso da tramandare, e la mia missione è cercare di incuriosirvi e regalandovi, una tessera di puzzle per volta, un quadro variopinto della storia locale da un punto di vista inedito. Continuate a seguire questa rubrica e lasciatevi incantare dalle meraviglie di Venezia, un passo alla volta.

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I Segreti di Venezia: Sotoportego Zurlin, il più basso della città – Castello

Benvenuti nella serie “I Segreti di Venezia”, un viaggio senza tempo tra le affascinanti storie e le unicità della città lagunare. Oggi sveleremo una curiosità che, se possibile, potrebbe trovare posto nel Guinness dei Primati, vi condurrò infatti alla scoperta del sottoportico più basso di tutta Venezia.

Come arrivare al Sotoportego Zurlin:

Partite da Piazza San Marco, attraversate il Ponte della Paglia (sì, è questo il nome del ponte da cui tutti ammirano il Ponte dei Sospiri) e incamminatevi lungo Riva degli Schiavoni. Ad un certo punto, attraversando il sesto ponte sulla sinistra, intravedrete l’Arsenale di Venezia: questo significa che siete a buon punto. Dopo il ponte successivo, sulla sinistra, comincerà Via Giuseppe Garibaldi, l’unica via di Venezia.

Percorretela tutta fino al punto in cui a destra diventa Fondamenta S. Anna e a sinistra Fondamenta S. Gioacchino; imboccate quest’ultima. Dopo pochi metri, sulla sinistra, vedrete Calle San Gioacchino, che, dopo una curva a gomito, vi condurrà a Fondamenta Riello. Qui, un altro ponte vi porterà all’omonima calle, al cui termine, girando a sinistra, vi farà scorgere Calle Ruga. Dopo pochi passi, vi troverete a Campo Ruga, dove, senza troppa difficoltà, scorgerete il sottoportico più basso della città di Venezia.

La mia personale esperienza in questo luogo:

Scoprire qualcosa di nuovo in una città così nota può sembrare, a volte, ingenuamente scontato, ma Venezia riesce sempre a sorprendermi. È stupefacente rendersi conto di quanto ingegno sia stato necessario per concepire ogni singolo dettaglio di questa straordinaria commistione di culture e stili. I veneziani, nati dalla necessità di un rifugio sicuro, hanno trasformato ciò che era solo un luogo ospitale in una gemma di rara bellezza. Raccontare questi dettagli è un onore, perché condividendo le mie scoperte, vi do l’opportunità di provare lo stesso stupore che ho vissuto io la prima volta che li ho visti.

Dovermi chinare per attraversare questo portico è stato un tributo, un gesto simbolico rivolto a tutta la città, carico di gratitudine. Non ci si può che chinare di fronte a Venezia per riconoscere la sua unicità, un’opportunità da vivere in un luogo intimo e riservato, ma che racconta storie preziose se affrontato con il giusto rispetto per chi ci vive attorno. La resilienza dei veneziani, evidente in ogni loro opera e soluzione ai problemi secolari, è un insegnamento che permea la città. Questo stesso impegno si riflette anche nelle sfide future a cui Venezia sarà chiamata ad affrontare.

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In conclusione:

In conclusione, visitare il Sotoportego Zurlin è un’esperienza che offre un nuovo sguardo su Venezia, lontano dai percorsi turistici più affollati. Questo angolo nascosto, con il suo portico così basso e affascinante, è una testimonianza della bellezza discreta e della resilienza della città. Spero che, seguendo le mie indicazioni e condividendo le mie emozioni, possiate anche voi scoprire e apprezzare questa gemma unica. Continuate a esplorare i segreti di Venezia, perché ogni angolo ha una storia da raccontare e merita di essere vissuto.

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