I Segreti di Venezia: Il Labirinto di Borges nell’Isola di San Giorgio Maggiore – San Marco

Benvenuti nella serie “I Segreti di Venezia”, un viaggio senza tempo tra le affascinanti storie e le unicità della splendida città lagunare. A Venezia, perdersi non è solo possibile, è quasi inevitabile. La città stessa è una metafora vivente di un dedalo, dove ogni angolo racconta un frammento di quotidianità che si intreccia con la sua cronica e affascinante atipicità di arcipelago abitato. Non poteva dunque esistere luogo migliore per concepire un labirinto ispirato e dedicato ad uno dei più grandi autori del 1900: Jorge Luis Borges.

Dove si trova il Labirinto di Borges? Perchè proprio a Venezia?

Il Labirinto Borges fa parte del complesso della Fondazione Cini, una Onlus istituita nell’aprile 1951, che ha trasformato l’Isola di San Giorgio Maggiore da ex area militare degradata a un centro internazionale di arte e cultura. Grazie al suo impegno, sono stati restaurati i monumenti dell’isola e sono nate istituzioni educative, sociali e artistiche. Situato dietro il Chiostro del Palladio e il Chiostro dei Cipressi, il Labirinto Borges è una ricostruzione del giardino-labirinto progettato da Randoll Coate in omaggio allo scrittore argentino Jorge Luis Borges. Inaugurato il 14 giugno 2011, esattamente 25 anni dopo la sua morte, il labirinto è composto da 3.250 piante di bosso che, dall’alto, disegnano il nome del geniale poeta. Questo labirinto-giardino non invita a perdersi, ma a scoprire una dimensione di pura bellezza. La scelta di Venezia non fu affatto casuale, Borges amava visceralmente Venezia, e la vedova raccontò: “Questo labirinto si è fatto qui a Venezia perché era una delle città più amate da Borges, una città labirinto essa stessa, una città unica di una delicatezza e una complessità sottili. E meravigliosa con una storia altrettanto meravigliosa”.

una gondola davanti a piazza san marco

Che tipo di esperienza è?

Il Labirinto Borges offre un percorso di 1 chilometro sicuro e accessibile anche agli ipovedenti. Non è un labirinto trappola, ma una passeggiata nel verde che provoca, a tratti, un senso di disorientamento, conducendo il visitatore in una dimensione tra lo spirituale e il metafisico. Il cammino stimola riflessioni e raccoglimento. Il giardino ospita elementi cari a Borges, come clessidre, specchi, sabbia, una tigre, un bastone e un enorme punto interrogativo.

Le foto dall’alto sono state realizzate visitando il Campanile di San Giorgio che, dalla sua sommità, regala una delle viste su Venezia più affascinanti.

Come si arriva?

Per raggiungere l’Isola di San Giorgio Maggiore da Piazzale Roma o da Piazza San Marco, è possibile utilizzare il vaporetto della linea Actv 2.

Da Piazzale Roma:

Recarsi alla fermata del vaporetto e prendere la linea 2 in direzione “San Marco/San Zaccaria”. Il viaggio ha una durata di circa 40 minuti.

Da Piazza San Marco:

Dalla fermata “San Zaccaria” (situata lungo Riva degli Schiavoni), prendere la linea 2 del vaporetto in direzione “San Giorgio”. La traversata dura circa 3 minuti.

Si consiglia di verificare gli orari aggiornati del servizio di navigazione sul sito ufficiale di Actv.

panorama di Venezia dalla torre campanaria di san giorgio maggiore

Come posso visitarlo?

Per visitare il Labirinto Borges sull’Isola di San Giorgio Maggiore a Venezia, è necessario prenotare un tour organizzato che include l’accesso al labirinto e una visita guidata. I tour sono disponibili tutti i giorni dalle 10:00 alle 17:00, escluso il mercoledì.

Come prenotare:

  • Online: È possibile prenotare il tour direttamente sul sito ufficiale della Fondazione Giorgio Cini.
  • In loco: È possibile acquistare i biglietti presso la biglietteria situata all’ingresso dell’Isola di San Giorgio Maggiore.
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In conclusione:

In conclusione, il Labirinto Borges rappresenta una fusione unica di arte, letteratura e natura nel cuore di Venezia. Situato sull’Isola di San Giorgio Maggiore, offre ai visitatori un’esperienza coinvolgente che stimola riflessioni e emozioni profonde. La sua creazione non solo celebra l’opera di Jorge Luis Borges, ma sottolinea anche l’impegno della Fondazione Giorgio Cini nel valorizzare il patrimonio culturale veneziano. Una visita a questo labirinto è un’opportunità per immergersi in un ambiente che unisce bellezza, storia e innovazione, rendendo omaggio a una delle città più affascinanti del mondo.

In questa città ricca di misteri e di segreti, ogni vicolo nasconde un aneddoto prezioso da tramandare, e la mia missione è cercare di incuriosirvi e regalandovi, una tessera di puzzle per volta, un quadro variopinto della storia locale da un punto di vista inedito. Continuate a seguire questa rubrica e lasciatevi incantare dalle meraviglie di Venezia, un passo alla volta.

Non dimenticate di condividere questa serie con i vostri amici e familiari per far sì che anche loro possano immergersi nei misteri e nella bellezza di Venezia. Lasciate un commento con le vostre opinioni e condividete le vostre esperienze personali sulla città. La vostra partecipazione rende questa serie ancora più speciale e coinvolgente per tutti!

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I Segreti di Venezia: Palazzo Ducale – Seconda puntata. Le Prigioni Nuove ed il Ponte dei Sospiri

Benvenuti nella serie “I Segreti di Venezia”, un viaggio senza tempo tra le affascinanti storie e le unicità della splendida città lagunare. Nella seconda delle quattro puntate della miniserie esploreremo le zone più segrete e misteriose di Palazzo Ducale, andando ad attraversare il Ponte dei Sospiri per poi giungere alle Prigioni.

Il Ponte dei Sospiri e l’ultimo sguardo su Venezia

Tantissime sono le storie, le suggestioni e addirittura le leggende intorno a questo ponte. Il Ponte dei Sospiri venne costruito nel 1614, collega Palazzo Ducale alle Prigioni Nuove attraverso due corridoi separati. Uno porta alle Sale del Magistrato alle Leggi e alla Quarantia Criminal, l’altro collega le prigioni alle Sale dell’Avogaria e al Parlatorio.

L’attraversamento e la vista del Ponte dei Sospiri.

Entrambi i passaggi sono connessi alla scala di servizio che dai Pozzi conduce ai Piombi. Il nome “Ponte dei Sospiri” nasce in epoca romantica, evocando il sospiro dei prigionieri che, dopo il processo, attraversavano il ponte vedendo per l’ultima volta, attraverso piccole finestre, la laguna e l’isola di San Giorgio, simboli di una libertà ormai perduta.

il leone di san marco della sala della quarantia criminale
Un dipinto raffigurante il Leone di San Marco nella Sala della Quarantia Criminale

I Piombi: Le Prigioni Segrete sotto il Tetto di Piombo del Palazzo Ducale

I Piombi erano le prigioni ricavate nel sottotetto del Palazzo Ducale, il cui nome deriva dalle lastre di piombo che rivestivano il tetto. Queste celle, riservate a prigionieri politici o detenuti in attesa di giudizio, offrivano condizioni particolarmente dure: d’inverno il freddo era pungente, mentre d’estate il calore diventava insopportabile. Nonostante ciò, rispetto ad altre prigioni veneziane, garantivano un trattamento meno rigido e qualche libertà in più. Tra i detenuti più famosi vi fu Giacomo Casanova, che riuscì a fuggire nel 1756, rendendo i Piombi celebri in tutta Europa.

Le Prigioni Nuove: l’innovativa struttura carceraria della Serenissima

Alla fine del XVI secolo, la Repubblica di Venezia decise di costruire un nuovo complesso carcerario per risolvere i problemi di sovraffollamento e migliorare le condizioni di detenzione dei prigionieri. Nacquero così le Prigioni Nuove, un edificio separato dal Palazzo Ducale, ma collegato direttamente ad esso tramite il celebre Ponte dei Sospiri.

Progettate dall’architetto Antonio da Ponte nel 1589 e completate dal suo successore Antonio Contin nel 1614, le Prigioni Nuove rappresentarono una svolta nell’architettura penitenziaria veneziana. A differenza delle celle anguste e malsane dei Pozzi e dei Piombi, questa nuova struttura offriva spazi più ampi, una migliore ventilazione e una maggiore illuminazione naturale, garantendo condizioni di vita relativamente meno dure ai detenuti.

L’innovazione principale delle Prigioni Nuove fu la loro funzione esclusivamente carceraria: mentre in passato le prigioni erano integrate in altri edifici amministrativi o di governo, questa struttura fu concepita sin dall’inizio per ospitare i prigionieri, segnando un passo avanti nel sistema giudiziario veneziano. Oggi, le Prigioni Nuove rimangono una testimonianza dell’evoluzione della giustizia nella Serenissima e del suo continuo equilibrio tra controllo, potere e umanità.

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In conclusione:

Le prigioni di Palazzo Ducale, dai soffocanti Piombi alle più moderne Prigioni Nuove, raccontano il lato più oscuro ed al contempo civile della giustizia veneziana, tra controllo, potere e privazione della libertà. Il Ponte dei Sospiri, simbolo di questo sistema, rimane il passaggio che separava per sempre i condannati dalla vita di un tempo, un vero e proprio snodo tra il prima ed il dopo di molte vite. Ma il governo della Serenissima non si basava solo sulle carceri: nel prossimo episodio, esploreremo il sistema delle Bocche di Leone, strumenti di denuncia segreta che garantivano alla Repubblica un controllo capillare sui cittadini. Non perdetevi la terza puntata de “I Segreti di Venezia”!

mappa di venezia che indica dove ci troviamo. palazzo ducale.

In questa città ricca di misteri e di segreti, ogni vicolo nasconde un aneddoto prezioso da tramandare, e la mia missione è cercare di incuriosirvi e regalandovi, una tessera di puzzle per volta, un quadro variopinto della storia locale da un punto di vista inedito. Continuate a seguire questa rubrica e lasciatevi incantare dalle meraviglie di Venezia, un passo alla volta.

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I Segreti di Venezia: Palazzo Ducale – Prima puntata. La Porta della Carta, la Scala dei Giganti e le incoronazioni dei Dogi

Benvenuti nella serie “I Segreti di Venezia”, un viaggio senza tempo tra le affascinanti storie e le unicità della splendida città lagunare. In questa miniserie in quattro puntate esploreremo il cuore del potere veneziano: Palazzo Ducale. Non aspettatevi una guida didascalica o un trattato enciclopedico, ma un racconto vivido fatto di arte, usanze, intrighi e aneddoti che vi aiuterà a svelare alcuni dei segreti più intriganti di questo luogo iconico.

La Porta della Carta: storia, funzione e curiosità su uno degli ingressi simbolo di Palazzo Ducale

Oggi faremo un gioco: immaginate di arrivare in Piazza San Marco passando sotto il portico dell’Orologio dei Mori. Camminate dritti, con la Basilica di San Marco alla vostra sinistra e il Campanile sulla destra, circondati dai lunghi porticati che incorniciano la piazza. Poco più avanti, sulla sinistra, uno slargo si apre proprio dove la Basilica incontra Palazzo Ducale, ma senza ancora fondersi nei suoi portici. Ed è lì che il vostro sguardo verrà catturato da un’imponente porta gotica veneziana, un capolavoro realizzato dai fratelli Giovanni e Bartolomeo Bon: la Porta della Carta. Questo straordinario ingresso monumentale segnava il passaggio dalla piazza principale al cortile interno del palazzo, cuore del potere politico veneziano.

Tra i suoi raffinati decori spicca la scultura del Doge Francesco Foscari inginocchiato davanti al Leone di San Marco, emblema supremo della Serenissima. Purtroppo, l’originale è andato perduto e ciò che oggi vediamo è una copia ottocentesca. Ma perché? Ve lo svelerò in un prossimo articolo.

La Porta della Carta

Il nome “Porta della Carta” potrebbe derivare dalla presenza di archivi ufficiali nelle vicinanze, ma un dettaglio ancora più affascinante riguarda i pubblici scrivani. Proprio qui, uomini esperti nella lettura e nella scrittura offrivano i loro servizi a chiunque avesse bisogno di redigere documenti ufficiali, lettere o atti essenziali. Una scena quotidiana che racconta un’epoca in cui l’alfabetizzazione non era per tutti e la scrittura rappresentava un’arte indispensabile per la burocrazia e il commercio veneziano.

La Scala dei Giganti: perché si chiama così e qual era il suo ruolo nelle cerimonie dogali?

Immaginate di aver appena oltrepassato la Porta della Carta ed essere entrati nel cortile interno di Palazzo Ducale. Davanti a voi si erge un’imponente scala in marmo bianco, fiancheggiata da due statue colossali raffiguranti Marte e Nettuno. Questo maestoso accesso monumentale è la Scala dei Giganti, progettata nel XV secolo dall’architetto Antonio Rizzo per conferire maggiore solennità all’ingresso del cuore politico della Serenissima.

Ma perché si chiama così? Il nome deriva proprio dalle due gigantesche statue che dominano la sommità della scala. Marte, dio della guerra, e Nettuno, signore dei mari, simboleggiano il dominio della Serenissima sia sulla terra che sulle acque, un chiaro messaggio della potenza veneziana.

Oltre al suo impatto scenografico, questa scala aveva un ruolo fondamentale nella ritualità della Repubblica. Era qui che, davanti al popolo e alle massime cariche dello Stato, il Doge faceva la sua prima apparizione ufficiale dopo l’elezione. Questa non era una semplice passerella di rappresentanza: la scala segnava il passaggio fisico e simbolico del Doge verso le stanze del potere. Tuttavia, come ogni spazio solenne della Serenissima, anche la Scala dei Giganti ha conosciuto momenti drammatici: nel 1355, qui fu giustiziato il Doge Marino Falier, colpevole di aver cospirato contro il sistema repubblicano. Un monito severo che ricordava a tutti come il potere del Doge fosse limitato da leggi ferree.

la scala dei giganti, palazzo ducale, cortile interno, venezia.
La Scala dei Giganti a Palazzo Ducale

Il copricapo del Doge: cos’era la “Zoia” e come avveniva l’incoronazione del sovrano di Venezia?

L’elezione di un Doge nella Serenissima era un evento solenne, regolato da un sistema di votazione lungo e articolato che impediva favoritismi e colpi di mano. Una volta designato il nuovo capo della Repubblica, iniziava il suo percorso cerimoniale, un rituale che si concludeva in un luogo iconico: la Scala dei Giganti, nel cortile di Palazzo Ducale.

A differenza dei monarchi europei, come vedremo meglio nella quarta puntata, il Doge non veniva incoronato con una corona reale, ma con un copricapo di forma inconfondibile: la Zoia. Questo simbolo del potere dogale, un cappello a punta dalla struttura rigida e arcuata, ricordava lontanamente la mitria vescovile, sottolineando il legame tra autorità politica e spirituale. La Zoia era realizzata in materiali pregiati, spesso in velluto o broccato d’oro, e arricchita con pietre preziose e perle, riflettendo la ricchezza e il prestigio della Serenissima.

Il momento clou della cerimonia avveniva sulla Scala dei Giganti, davanti al popolo e alle più alte cariche dello Stato. Qui, il Doge riceveva la Zoia e il manto dogale, suggellando il suo nuovo ruolo di “primus inter pares”, primo tra pari. Ma questa solennità aveva un’importante implicazione: il Doge non era un sovrano assoluto. La sua autorità era controllata da istituzioni che garantivano il bilanciamento del potere, e la sua stessa investitura era una celebrazione della Repubblica, non della persona.

Con l’abolizione della Serenissima nel 1797, il ruolo del Doge scomparve e con esso anche la Zoia. Oggi, questo copricapo iconico resta un simbolo storico di Venezia, immortalato nei ritratti dei Dogi e in numerose opere d’arte che testimoniano il suo antico splendore.

la vista dalla scala dei giganti verso la porta della carta. palazzo ducale. venezia
La vista dalla Scala dei Giganti verso la Porta della Carta
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In conclusione:

La cerimonia dogale, con i suoi simboli e riti, è solo uno dei tanti segreti che rendono Palazzo Ducale un luogo senza tempo, dove storia, potere e arte si intrecciano in un equilibrio perfetto. Ma la storia della Serenissima non si ferma qui!

Nella prossima puntata, vi porterò nelle profondità più oscure del Palazzo, tra i suoi carceri segreti e il Ponte dei Sospiri, per scoprire il lato più inquietante della giustizia veneziana. Poi, nella terza puntata, esploreremo il sistema delle denunce segrete e le celebri Bocche di Leone, strumenti di controllo e sorveglianza della Repubblica. Infine, concluderemo il nostro viaggio con la quarta e ultima puntata, dedicata alla modernità del sistema politico veneziano, un modello unico che ha anticipato molte delle democrazie moderne.

mappa di venezia che indica dove ci troviamo. palazzo ducale.

In questa città ricca di misteri e di segreti, ogni vicolo nasconde un aneddoto prezioso da tramandare, e la mia missione è cercare di incuriosirvi e regalandovi, una tessera di puzzle per volta, un quadro variopinto della storia locale da un punto di vista inedito. Continuate a seguire questa rubrica e lasciatevi incantare dalle meraviglie di Venezia, un passo alla volta.

Non dimenticate di condividere questa serie con i vostri amici e familiari per far sì che anche loro possano immergersi nei misteri e nella bellezza di Venezia. Lasciate un commento con le vostre opinioni e condividete le vostre esperienze personali sulla città. La vostra partecipazione rende questa serie ancora più speciale e coinvolgente per tutti!

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I Segreti di Venezia: Ponte del Lovo, la miglior vista sul Campanile di San Marco – San Marco

Benvenuti nella serie “I Segreti di Venezia”, un viaggio senza tempo tra le affascinanti storie e le unicità della splendida città lagunare. È noto a tutti che Venezia sappia riservare degli scorci, più o meno segreti, unici ed emozionanti. Quello che scopriremo oggi ci regala una vista davvero speciale nella direzione del Campanile più famoso della città.

Come si arriva al Ponte del Lovo?

Per arrivare al Ponte del Lovo dal Ponte di Rialto è semplice! Attraversa il ponte in direzione del sestiere di San Marco, poi prosegui dritto lungo Calle Larga Mazzini. Dopo un po’, gira a destra in Calle del Lovo e vai avanti fino al ponte. È davvero vicino, ci vogliono solo pochi minuti a piedi. E lungo il percorso, tieni gli occhi aperti: ci sono scorci bellissimi, tipicamente veneziani!

la vista sul campanile di san marco dal ponte del lovo
la vista sul Campanile di San Marco dal Ponte del Lovo

Cosa rende unico il panorama?

Dal ponte potremo ammirare due tipi di scorcio. Verso sud-est, il Campanile di San Marco si erge maestoso tra i palazzi circostanti, vegliando sulla città. Verso nord-ovest, invece, potremo scorgere un piccolo ponte in lontananza, affacciato sul Canal Grande, sotto il quale spesso transitano le affascinanti gondole.

Cosa troviamo nelle vicinanze?

Poco distante si trova il Monumento a Carlo Goldoni, situato in Campo San Bortolomio. Questo monumento in bronzo, realizzato nel 1883, celebra il famoso commediografo veneziano, una figura di grande importanza per la cultura della città.

Proseguendo, non puoi perderti il celebre Ponte di Rialto, uno dei ponti più antichi e famosi di Venezia, che attraversa il Canal Grande. La sua architettura e le viste mozzafiato lo rendono uno dei luoghi più fotografati.

A breve distanza c’è anche il Ponte dei Sospiri, un simbolo romantico e misterioso. Questo ponte in pietra bianca collega il Palazzo Ducale alle Prigioni Nuove ed è avvolto da leggende affascinanti.

Infine, non puoi lasciare Venezia senza visitare Piazza San Marco, il cuore pulsante della città. Qui troverai monumenti iconici come la Basilica di San Marco, il Campanile e il Palazzo Ducale, veri capolavori di arte e storia.

Tutte queste meraviglie sono raggiungibili con una piacevole passeggiata, perfetta per immergerti nella magia di Venezia.

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In conclusione:

Ogni passo ci porta alla scoperta di storie antiche, mentre i ponti e le piazze, come il Ponte del Lovo e Piazza San Marco, ci rivelano scorci unici che catturano l’essenza di questa città lagunare. Passeggiando tra i suoi vicoli, si percepisce un’atmosfera senza tempo, dove il passato e il presente si intrecciano in ogni pietra. Un viaggio a Venezia è un’esperienza che va oltre la vista, è un’esplorazione dei suoi suoni, dei suoi odori e della sua anima.

In questa città ricca di misteri e di segreti, ogni vicolo nasconde un aneddoto prezioso da tramandare, e la mia missione è cercare di incuriosirvi e regalandovi, una tessera di puzzle per volta, un quadro variopinto della storia locale da un punto di vista inedito. Continuate a seguire questa rubrica e lasciatevi incantare dalle meraviglie di Venezia, un passo alla volta.

Non dimenticate di condividere questa serie con i vostri amici e familiari per far sì che anche loro possano immergersi nei misteri e nella bellezza di Venezia. Lasciate un commento con le vostre opinioni e condividete le vostre esperienze personali sulla città. La vostra partecipazione rende questa serie ancora più speciale e coinvolgente per tutti!

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I Segreti di Venezia: Siete alla ricerca del panorama perfetto? Salite sul campanile di San Giorgio! – San Marco

Benvenuti nella serie “I Segreti di Venezia”, un viaggio senza tempo tra le affascinanti storie e le unicità della splendida città lagunare. Venezia, lo sappiamo bene, è un’isola composta da tantissime isole, un vero e proprio organismo pluricellulare. Qui, tra una peculiarità e l’altra, ogni anfratto cela bellezze uniche tutte da scoprire. Oggi vi accompagno alla scoperta del panorama perfetto. Siete pronti? Partiamo!

Come si arriva all’Isola di San Giorgio Maggiore?

Visto e considerato che raggiungere San Giorgio a nuoto sarebbe un’impresa tutt’altro che consigliabile, non vi resta che optare per un comodo viaggio sulla Linea 2 dell’ACTV. Anche solo per una breve fermata da San Marco a San Giorgio, in meno di 5 minuti sarete a destinazione. Lo stesso vale se vi trovate a visitare l’Isola della Giudecca (intorno alla quale ho scritto un articolo in due parti che trovate qui, parte 1 e parte 2): potrete facilmente attraversare il breve tratto di laguna che la separa da San Giorgio partendo dalla fermata Giudecca “Zitelle”.

Piazza San Marco, il campanile e Palazzo Ducale visti e riflessi da San Giorgio

Cosa rende unico il panorama da questa torre campanaria?

Quando attraversiamo Piazza San Marco e saliamo sul suo omonimo campanile, ci ritroviamo ad ammirare Venezia dall’alto, ma perdiamo la prospettiva sul suo cuore pulsante, trovandoci elevati al di sopra del suo centro. Il vantaggio posizionale di San Giorgio è unico: oltre a essere quasi un avamposto sul bacino più bello della città, si trova esattamente in parallelo a Punta della Dogana, dove i due canali veneziani, Canal Grande e Canale della Giudecca, si fondono in un’unica maestosa arteria. Inoltre, da qui, potremo godere di Piazza San Marco e di tutto ciò che la rende unica da una prospettiva privilegiata. Un punto di vista davvero speciale. Giudicate voi stessi dalla foto qui sotto!

Vista dal campanile di San Giorgio nella direzione di San Marco

Quanto costa salire?

Per accedere alla torre campanaria di San Giorgio Maggiore e ammirare il panorama circostante, basta acquistare un biglietto di 8 euro, che include l’uso dell’ascensore dedicato per raggiungere la sommità del campanile. Gli orari di apertura vanno dalle 9:00 alle 19:00.

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E se capitassimo in una giornata di “stravedamento”, cosa cambierebbe?

Se saremo fortunati, assisteremo a un fenomeno atmosferico in cui l’aria diventa cristallina e trasparente, offrendoci un orizzonte nitido e ben definito che si estende in profondità. Quando venti come la Bora spazzano via nebbia, inquinamento e impurità dalla pianura, la visibilità aumenta in modo sorprendente, passando dai consueti pochi chilometri a decine o addirittura centinaia. Con queste condizioni, non è così raro scorgere le Dolomiti che abbracciano San Marco in tutta la loro maestosità.

In conclusione:

In conclusione, San Giorgio Maggiore non è solo un punto panoramico straordinario, ma un angolo di Venezia che regala emozioni uniche. Ogni visita offre un’opportunità per vedere la città da una prospettiva inedita, lontana dalla frenesia dei luoghi più turistici. Con la sua posizione privilegiata, il campanile di San Giorgio è un osservatorio ideale per scoprire il cuore pulsante della laguna e oltre. Inoltre, la Fondazione Giorgio Cini, ospite di mostre e eventi culturali di prestigio, arricchisce ulteriormente l’esperienza. Se avrete la fortuna di visitarlo in una giornata di “stravedamento”, l’esperienza sarà ancora più memorabile. Venezia, in tutta la sua bellezza, si rivelerà sotto una luce straordinaria.

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