Il caffè va oltre la semplice polvere compressa in una moka o contenuta in una capsula. È un universo di storie, aneddoti ed emozioni che si concentrano in ogni tazzina.
C’è l’amore di chi, per dedizione o necessità, coltiva e cura le piante che danno i frutti e i semi che, attraverso una filiera spesso intercontinentale, giungono fino a noi in forma di un aroma inconfondibile nella tazza.
Quante volte, incontrando una persona cara, un amico o anche solo per affari, abbiamo pronunciato le parole magiche: “Ti offro un caffè?” Il caffè è un personaggio secondario, ma fondamentale, in molte storie, momenti condivisi e ricordi.
Pensate a quando, nel cuore della vostra routine quotidiana, decidete di fare una pausa caffè in quel bar, su quel bancone, nel posto che sentite essere il vostro angolo ideale. È un rituale adorabile che riempie il cuore e, tra una chiacchiera e l’altra con il barista, vi dà l’energia per affrontare il resto della giornata.
Io sono un bevitore assiduo di caffè e, come si può intuire, scelgo sempre lo stesso caffè quando ho l’opportunità, anche se so che potrei trovarne uno altrettanto buono a pochi passi di distanza. La ragione è semplice: il caffè è un rito, e gran parte della sua magia risiede nelle sensazioni che si vivono mentre lo si consuma.
Desidero dedicare questa riflessione ad alcuni amici che, nei giorni scorsi, hanno dovuto cambiare sede di lavoro o hanno visto chiudere uno dei bar che frequentavamo. Solo allora ho realizzato che, al di là della bontà del caffè stesso, la mia scelta era motivata soprattutto dalla loro compagnia.
