I Segreti di Venezia: Gli Esecutori contro la Bestemmia

Benvenuti nella serie “I Segreti di Venezia”, un viaggio senza tempo tra le intriganti vicende della città lagunare. Oggi vi racconterò di una curiosa istituzione posta a tutela del buoncostume dal governo cittadino nel 1537.

Chi erano:

Gli “Esecutori contro la Biastema” erano meglio conosciuti come “Difensori in foro secolare delle leggi di Santa Chiesa“, ma al di là della complessità del loro nome, dovevano far da baluardo contro i comportamenti che andassero contro la morale e la religione. Si trattava di quattro patrizi che diventavano parte del “Consiglio del Sant’Uffizio”.

Uno scorcio Veneziano dal Ponte delle Balote

Andiamo nel dettaglio, qual era il loro campo d’azione?

Gli esecutori contro la bestemmia, erano una magistratura nel governo della Repubblica di Venezia. Il loro campo d’azione erano i reati strettamente connessi a bestemmie, profanazioni, violenza sessuale su vergini promesse in sposa, pubblicazione di libri proibiti o profanatori.

Gli esecutori vigilavano su tali ambiti in osterie e casini cittadini, nominando peraltro come “assistenti denunziatori” due capisestiere che, non più tardi del 1583, divennero ben quattro. Tra i compiti spiccava anche la registrazione degli stranieri giunti in città.

La Chiesta di Santo Stefano a Venezia che dà il nome al vicino campo.

Perchè è nata la figura dell’esecutore contro la biastema?

Gli esecutori nacquero per sradicare dai veneziani una propensione secolare alla bestemmia, così frequente che uno dei suoi Dogi arrivò a dichiarare: “Due cose erano in Venezia molto difficili da disfare: la bestemmia usata da ogni grado di persone e li vestimenti alla francese”.

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Come venivano esposte tali regole da osservare?

A Venezia non se ne trova solamente una, nello scatto qui sotto potete vedere la stele della Chiesa di Santo Stefano in cui si enumerano le proibizioni atte a mantenere il decoro cittadino. Sono infatti proibiti: i giochi, le vendite, il bestemmiare e altre indecenze nei pressi della sopracitata chiesa, con possibilità di subire condanne quali: prigione o bando dalla città. All’accusatore viene garantito l’anonimato e, cosa che vi racconterò prossimamente, in città esisteva una rete di “bocche di leone” atte a ricevere le denunce segrete dai cittadini più solerti.

La stele apposta dagli Esecutori sulla facciata della Chiesa di Santo Stefano a monito verso i cittadini.

In questa città ricca di misteri e di segreti, ogni vicolo nasconde un aneddoto prezioso da tramandare, e la mia missione è cercare di incuriosirvi e regalandovi, una tessera di puzzle per volta, un quadro variopinto della storia locale da un punto di vista inedito. Continuate a seguire questa rubrica e lasciatevi incantare dalle meraviglie di Venezia, un passo alla volta.

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