“Chi ha rapito Santa Claus?” 14 Dicembre – il Folletto

"Chi ha rapito Santa Claus?" - cover by Trarealtaesogno

14 Dicembre – il Folletto

Grintolo, il folletto delle ceneri

Il pescatore salutava ad ampi gesti dalla banchina la compagine in partenza, non era chiara la sua improvvisa e generosa benevolenza, ma Luca continuava a parlare di provvidenza e nessuno date le situazioni avrebbe mai voluto contraddire un frate, tantomeno ora che una buona azione li stava rimettendo in gioco. Fu così che, per testare la barca, decise di andare a fare il pieno a Lido. Si trattava del distributore di carburante nautico locale più vicino rispetto a quello veneziano in zona Fondamente Nove. Era inoltre un’occasione per andare a salutare Alfredo, il suo anziano padrino che viveva a Malamocco e che non vedeva da qualche mese. L’imbarcazione, con tutti i suoi passeggeri seduti a poppa vicino al posto di comando, dove Luca teneva il timone, procedeva col classico suono di un motore diesel di vecchia generazione: “Tà–tà–bròm…Tà–tà–bròm…Tà–tà–bròm…” canticchiò Artemisia, ma questo motore non vi sembra ripetere all’infinito le percussioni della canzone King di Florence + the machine? E Luca: “Perdindirina! Si!” fu così che entrambi si misero a cantare, non all’infinito, ma fino a destinazione. Dopo una traversata di circa venti minuti arrivarono al distributore vicino a Piazzale Santa Maria Elisabetta. Lì era tutto un fermento tra mezzi pubblici su acqua, autobus su gomma e un via vai di pendolari e turisti. Terminato il rifornimento ripartirono alla volta della destinazione, in venti minuti, dopo aver costeggiato una buona parte del Lido di Venezia, giunsero innanzi al lato lagunare di Malamocco, passarono sotto al ponte stradale e, imboccando un canale che rendeva quasi penisola la borgata avvolgendola tutta, giunsero alla piccola darsena incastonata in Piazza delle Erbe. Attraccarono e scesero tutti, Luca li guidò verso la casa del padrino e badò bene di non chiamarlo zio come suo solito per evitare ramanzine. Alfredo, questo era il nome, sentì la voce di Luca e, spiando dalla finestra lo vide con un manipolo di persone, prese la sua moka da cinque e la caricò sul fuoco, appena in tempo per sentirlo bussare. “Zio Alfredo, sono Luca, perdonami ma sono qui con degli amici, fammi entrare” e Alfredo: “Luca, riconoscerei la tua voce anche in mezzo al frastuono delle onde, entra pure, è aperto”. Luca scostò la classica tendina di ciniglia e, dopo di lui, tutti entrarono. Alfredo: “Credevo mi avessi riportato il tuo amico anche ques’anno, mi avrebbe fatto piacere salutarlo e vedere se stesse ancora usando il mio laccio coi tre nodi sul suo sacco di juta” e Rudolf: “Molto piacere Alfredo, grazie per la tua ospitalità e per aver messo il caffè sul fuoco, ci vedi in tanti perchè non sappiamo cosa sia successo a Santa e lo stiamo cercando” e lui: “Santa?” Rudolf capì di aver detto una parola di troppo, ma sentiva di averla riposta bene: “Si Alfredo, Santa, la persona con cui hai chiaccherato l’anno scorso era proprio quel Santa lì…”. Lui si commosse, capì che l’energia speciale che aveva percepito era vera e pregò Luca di informarlo sull’evolvere della situazione. Luca annuì e, quando tutti ebbero finito il caffè ripartirono. Sulla porta però Alfredo li trattenne ancora un istante dicendo: “Dato che siete un bel gruppetto vi posso chiedere un favore? Dovete sapere che una strana luce ogni tanto si spande dalle acque nei pressi del ponte che conduce al Forte di Malamocco, un mio amico al bar giura di aver visto un folletto, secondo me ha visto solo ombre… di vino!” Rise, Luca lo rassicurò e promise che sarebbero andati a vedere. Eravamo all’imbrunire e, tutto sommato, dato che tra la ricerca degli Umbræon e la comparsa dei Luminæon la vicenda si era ormai fatta curiosa un controllo era una valida opzione. In pochi minuti arrivarono al ponte del Forte, si affacciarono chi sulla sinistra, chi sulla destra, Artemisia tese le orecchie, come a captare sensazioni e sussurri, in realtà si era solo persa nel canto della natura. Krampus di colpo si fece sentire: “Luce luce luce!” Accorsero e, la videro spostarsi e sparire, come il guizzo di un pesce nelle acque poco profonde. Poi una voce fuori campo li interpellò: “Se io sono io, tra i tanti tu laggiù, tu, sei tu?” Krampus: “Ma chi sei? Dove sei? Manifestati e fatti capire” e di nuovo, palesandosi appena nella penombra del cancello alla fine del ponte: “Se io sono io, tra i tanti tu laggiù, tu, sei tu?” Rudolf non potè che ridere, aveva capito che si trattava di un folletto ma non di quale genere, Artemisia invece sì e prese in mano la situazione: “Se tu sei ciò che sei e cerchi chi non sei tu, allora parlami, folletto che salti tra le ceneri. Non chi pensi che io sia, ma chi credi di trovare?” e quello: “Sono io, sei tu?”. Krampus: “Odio i folletti, adesso lo friggo…” Rudolf lo guardò malissimo, così Artemisia: “Se di Santa vuoi parlare, a noi ti devi avvicinare”. A piccoli passi si palesò, interamente ricoperto di ceneri, esordendo abbandonando il tono guascone tenuto fino a poco prima: “Sono Grintolo, il folletto delle ceneri, il mio compito è ricordarvi quello che dissi a, com’è che lo chiamavo? Ah si, Citrullo! Gli ricordardi che alcuni di noi aiutano gli umani i quali perseverano nel loro modo d’essere immeritevole di salvezza. Cenere sono, cenere rimarranno e dalla cenere nulla di buono nasce, come me”. Rudolf lo guardò, consapevole di aver individuato una falla di cui approfittare e, con fare pacato disse: “Nessuno è assolutamente buono, nessuno è assolutamente empio. Ci sono miriadi di sfumature e momenti. Ciascuno unico”. Krampus: “Se volete lo incenerisco io del tutto…”. Rudolf lo guardò di nuovo malissimo e disse, cercando di ottenere qualche indizio: “Mi sembri di più di un folletto delle ceneri, è risaputo che da queste rinascono le fenici e, secondo me tu sei pronto a spiccare il volo..”. Krampus non trattenne una risata isterica all’idea della fandonia che stava sentendo, Artemisia lo mise a tacere con una gomitata leggera. Il folletto con gli occhi grandi come quelli dello stregatto disse: “Dici davvero?” e Rudolf con gli occhi enormi: “Si, aiutaci e compi il tuo ulteriore passo verso la tua rivincita”. Grintolo: “Chiedetemi, sarò la vostra fenice”. Krampus si avvicinò ad Artemisia e disse bisbigliando: “Siamo sicuri che poi senza incenerirlo non si verrà a vendicare?” e lei: “Ma smettila con sta mania del fuoco!” Rudolf: “Dunque, abbiamo visto delle luci qui nelle acque, singole e fioche, ma distinguibili, vi è un motivo per questo fenomeno?” e Grintolo: “Si, tutto è iniziato la notte in cui il vostro amico passò di qui, ha attirato delle specie di alghe che, ogni tanto, emettono fiochi lampi nelle acque”. La delusione per la spiegazione estremamente razionale e credibile attanagliò tutti, il folletto lo colse e disse: “Hey pupazzoni malconci, perchè ribaltate i sorrisi? Se due oggetti strani cercate, io andrei agli Alberoni al Golf” e Rudolf incuriosito: “In che senso oggetti strani?” e il Folletto: “Quelli che vengono rivelati attraverso il Libro dei Frammenti di Tenebra no?” lo sbigottimento colpì tutti e Krampus fu il più pronto a rispondere sbattendo il suo bastone a terra: “Sei forse tu una spia?” e Grintolo: “No, sono un folletto delle ceneri e la nostra tradizione ha tramandato tutto attraverso dei testi” e proseguì: “Il tomo che state usando nella vostra ricerca, di cui percepisco l’energia, ora vi indicherebbe ciò, anzi, eccolo!” Incredibilmente, tra le mani di Luca comparve il Libro dei Frammenti di Tenebra, come teletrasportato dal folletto, lo aprì sul capitolo corretto ed ecco: “Quando la sabbia bianca canta e gli alberi vegliano su buche di silenzio lì riposano due segreti fatti di Chiaro di Luna uno e di Tenebre l’altro”. Il folletto prese a saltellare e disse con voce stridula eppure carica di autorità: “Non pensate che siano semplici sfere… ciò che oscuro sembra non sono solo ombre, e ciò che luminoso sembra, non è pura luce. Sono frammenti di un equilibrio antico, e chi li possiede non solo osserva il mondo, ma ne può dettare il battito più segreto. Guardate bene: l’ombra e la luce non si combattono, si cercano e sono interdipendenti. Solo chi comprende la loro danza saprà dove porre il prossimo passo… o magari il passo sarà già deciso per lui.” Rudolf intanto, in qualità di leader silente, prese una decisione: “Dobbiamo trovare un luogo dove rifocillarci ed un riparo per la notte.. domani potremo andare alla volta del Golf Club e capire di più, grazie Grintolo”. Luca li guardò e disse: “So dove possiamo andare” e si incamminarono seguendolo con fiducia.



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