Benvenuti nella serie “I Segreti di Venezia”, un viaggio senza tempo tra le intriganti vicende della città lagunare. Siete pronti a scoprire una prospettiva inaspettata? Oggi varcheremo la soglia dell’Antica Farmacia dell’Ospedale Civile, tra alambicchi e aromi perduti, indagheremo l’enigmatica figura del medico della peste e vi svelerò gli ingredienti della Teriaca: l’antica panacea veneziana, sospesa tra scienza e leggenda.

Dove si trova l’Antica Farmacia e cosa si vede al suo interno?
Vi ricordate quando, non molto tempo fa, vi ho raccontato la straordinaria storia di Bartolomeo Colleoni e della promessa a lui rivolta dai veneziani, ma mantenuta con l’inganno? Ebbene, proprio qui, sotto lo sguardo imponente del suo monumento, eretto presso la Scuola Grande di San Marco — oggi conosciuta come l’Ospedale Civile di Venezia — si trova il luogo di cui vi parlerò oggi. Per aiutarvi, eccovi uno scatto della facciata, adiacente la Basilica di San Giovanni e Paolo.

Con un costo davvero irrisorio, è possibile visitare questa antica farmacia, che al suo interno custodisce secoli di tradizioni e meraviglie. Troverete infatti, oltre a numerosi reperti medico-scientifici e atlanti di anatomia, intere pareti di spezierie e armadi da farmacia in legno scuro, ricolmi di albarelli in vetro o maiolica. Spesso, durante gli orari di apertura, il/la custode può rivelarsi una persona in grado di regalarvi aneddoti e storie che arricchiranno ulteriormente la vostra esperienza. Ve lo dico perché, per me, è stato proprio così.







Il Medico della Peste e la funzione della sua maschera:
Non nasce certo per il Carnevale, il Medico della Peste. Il suo lungo abito scuro, i guanti, la bacchetta, gli occhiali e, soprattutto, quel becco ricurvo — riempito di erbe e spugne all’aceto — erano parte di una vera e propria armatura. L’aveva ideata il dottor Charles De Lorme, durante la pestilenza del 1630, sperando che bastasse a schermare le esalazioni letali. Una speranza vana, ma comprensibile. All’epoca non si conoscevano virus né batteri: si credeva che fosse l’aria malata la colpevole. E così quella figura inquietante si aggirava per le calli, più simile alla morte che alla cura. Oggi, nel tempo del Carnevale, quel costume torna in scena, grottesco e simbolico: un modo tutto veneziano per esorcizzare la paura, mescolando la festa al ricordo di un dolore antico.

La ricetta della Teriaca, un pizzico di storia e una domanda, funzionava davvero?
La teriaca è una mistura di erbe e ingredienti che affonda le radici nell’antichità, originata da Mitridate VI Eupatore, re del Ponto, e perfezionata dal medico greco Andromaco alla corte di Nerone. Questo polifarmaco, che includeva sostanze come oppio, mirra, corteccia di cannella e persino carne di vipera, veniva usato per trattare infezioni, febbri e veleno, ma la sua composizione variava a seconda delle epoche e delle scuole mediche. A Venezia, la teriaca divenne un simbolo di saggezza medica, preparata con cura dalle spezierie locali. Qui, la miscela veniva realizzata con ingredienti accuratamente dosati e un lungo processo di macerazione. Sebbene la sua efficacia sia sempre stata discussa, molti ritenevano la teriaca un rimedio miracoloso contro ogni tipo di malattia. La sua fama, infatti, resse per secoli, tra approvazioni e critiche, diventando parte integrante della tradizione medica veneziana. Oggi, la teriaca rappresenta non solo un capitolo della storia della medicina, ma anche un segno tangibile della Venezia mercantile e del suo scambio di conoscenze e ricchezze. (fonte: wikipedia.it)
Nelle immagini qui sotto vedete una sorta di concavità semisferica e una delle più celebri farmacie veneziane. Perché ve le sto mostrando? Semplice: quel foro è la testimonianza odierna del luogo in cui veniva posato il calderone per la preparazione della teriaca. Lo potete ammirare presso la storica Farmacia alle Colonne, situata in Campiello Bruno Crovato, un tempo noto come San Canzian. Un angolo di Venezia che conserva la memoria di un’antica tradizione medica, ancora visibile oggi.


In conclusione:
In questo viaggio tra l’Antica Farmacia dell’Ospedale Civile, il Medico della Peste e la leggendaria teriaca, scopriamo una pagina nascosta della storia veneziana. Tra alambicchi e spezierie, la farmacia custodisce secoli di tradizione medica, mentre la figura del Medico della Peste e la sua maschera inquietante ci riportano a un’epoca in cui la medicina era più simbolica che scientifica, quasi alchemica. La teriaca, invece, simbolo di speranza e conoscenza, rappresenta il ponte tra scienza e superstizione, un ricordo di un passato che continua a vivere nelle sue antiche mura.

In questa città ricca di misteri e di segreti, ogni vicolo nasconde un aneddoto prezioso da tramandare, e la mia missione è cercare di incuriosirvi e regalandovi, una tessera di puzzle per volta, un quadro variopinto della storia locale da un punto di vista inedito. Continuate a seguire questa rubrica e lasciatevi incantare dalle meraviglie di Venezia, un passo alla volta.
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