I Segreti di Venezia: Palazzo Ducale – Prima puntata. La Porta della Carta, la Scala dei Giganti e le incoronazioni dei Dogi

Benvenuti nella serie “I Segreti di Venezia”, un viaggio senza tempo tra le affascinanti storie e le unicità della splendida città lagunare. In questa miniserie in quattro puntate esploreremo il cuore del potere veneziano: Palazzo Ducale. Non aspettatevi una guida didascalica o un trattato enciclopedico, ma un racconto vivido fatto di arte, usanze, intrighi e aneddoti che vi aiuterà a svelare alcuni dei segreti più intriganti di questo luogo iconico.

La Porta della Carta: storia, funzione e curiosità su uno degli ingressi simbolo di Palazzo Ducale

Oggi faremo un gioco: immaginate di arrivare in Piazza San Marco passando sotto il portico dell’Orologio dei Mori. Camminate dritti, con la Basilica di San Marco alla vostra sinistra e il Campanile sulla destra, circondati dai lunghi porticati che incorniciano la piazza. Poco più avanti, sulla sinistra, uno slargo si apre proprio dove la Basilica incontra Palazzo Ducale, ma senza ancora fondersi nei suoi portici. Ed è lì che il vostro sguardo verrà catturato da un’imponente porta gotica veneziana, un capolavoro realizzato dai fratelli Giovanni e Bartolomeo Bon: la Porta della Carta. Questo straordinario ingresso monumentale segnava il passaggio dalla piazza principale al cortile interno del palazzo, cuore del potere politico veneziano.

Tra i suoi raffinati decori spicca la scultura del Doge Francesco Foscari inginocchiato davanti al Leone di San Marco, emblema supremo della Serenissima. Purtroppo, l’originale è andato perduto e ciò che oggi vediamo è una copia ottocentesca. Ma perché? Ve lo svelerò in un prossimo articolo.

La Porta della Carta

Il nome “Porta della Carta” potrebbe derivare dalla presenza di archivi ufficiali nelle vicinanze, ma un dettaglio ancora più affascinante riguarda i pubblici scrivani. Proprio qui, uomini esperti nella lettura e nella scrittura offrivano i loro servizi a chiunque avesse bisogno di redigere documenti ufficiali, lettere o atti essenziali. Una scena quotidiana che racconta un’epoca in cui l’alfabetizzazione non era per tutti e la scrittura rappresentava un’arte indispensabile per la burocrazia e il commercio veneziano.

La Scala dei Giganti: perché si chiama così e qual era il suo ruolo nelle cerimonie dogali?

Immaginate di aver appena oltrepassato la Porta della Carta ed essere entrati nel cortile interno di Palazzo Ducale. Davanti a voi si erge un’imponente scala in marmo bianco, fiancheggiata da due statue colossali raffiguranti Marte e Nettuno. Questo maestoso accesso monumentale è la Scala dei Giganti, progettata nel XV secolo dall’architetto Antonio Rizzo per conferire maggiore solennità all’ingresso del cuore politico della Serenissima.

Ma perché si chiama così? Il nome deriva proprio dalle due gigantesche statue che dominano la sommità della scala. Marte, dio della guerra, e Nettuno, signore dei mari, simboleggiano il dominio della Serenissima sia sulla terra che sulle acque, un chiaro messaggio della potenza veneziana.

Oltre al suo impatto scenografico, questa scala aveva un ruolo fondamentale nella ritualità della Repubblica. Era qui che, davanti al popolo e alle massime cariche dello Stato, il Doge faceva la sua prima apparizione ufficiale dopo l’elezione. Questa non era una semplice passerella di rappresentanza: la scala segnava il passaggio fisico e simbolico del Doge verso le stanze del potere. Tuttavia, come ogni spazio solenne della Serenissima, anche la Scala dei Giganti ha conosciuto momenti drammatici: nel 1355, qui fu giustiziato il Doge Marino Falier, colpevole di aver cospirato contro il sistema repubblicano. Un monito severo che ricordava a tutti come il potere del Doge fosse limitato da leggi ferree.

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La Scala dei Giganti a Palazzo Ducale

Il copricapo del Doge: cos’era la “Zoia” e come avveniva l’incoronazione del sovrano di Venezia?

L’elezione di un Doge nella Serenissima era un evento solenne, regolato da un sistema di votazione lungo e articolato che impediva favoritismi e colpi di mano. Una volta designato il nuovo capo della Repubblica, iniziava il suo percorso cerimoniale, un rituale che si concludeva in un luogo iconico: la Scala dei Giganti, nel cortile di Palazzo Ducale.

A differenza dei monarchi europei, come vedremo meglio nella quarta puntata, il Doge non veniva incoronato con una corona reale, ma con un copricapo di forma inconfondibile: la Zoia. Questo simbolo del potere dogale, un cappello a punta dalla struttura rigida e arcuata, ricordava lontanamente la mitria vescovile, sottolineando il legame tra autorità politica e spirituale. La Zoia era realizzata in materiali pregiati, spesso in velluto o broccato d’oro, e arricchita con pietre preziose e perle, riflettendo la ricchezza e il prestigio della Serenissima.

Il momento clou della cerimonia avveniva sulla Scala dei Giganti, davanti al popolo e alle più alte cariche dello Stato. Qui, il Doge riceveva la Zoia e il manto dogale, suggellando il suo nuovo ruolo di “primus inter pares”, primo tra pari. Ma questa solennità aveva un’importante implicazione: il Doge non era un sovrano assoluto. La sua autorità era controllata da istituzioni che garantivano il bilanciamento del potere, e la sua stessa investitura era una celebrazione della Repubblica, non della persona.

Con l’abolizione della Serenissima nel 1797, il ruolo del Doge scomparve e con esso anche la Zoia. Oggi, questo copricapo iconico resta un simbolo storico di Venezia, immortalato nei ritratti dei Dogi e in numerose opere d’arte che testimoniano il suo antico splendore.

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La vista dalla Scala dei Giganti verso la Porta della Carta
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In conclusione:

La cerimonia dogale, con i suoi simboli e riti, è solo uno dei tanti segreti che rendono Palazzo Ducale un luogo senza tempo, dove storia, potere e arte si intrecciano in un equilibrio perfetto. Ma la storia della Serenissima non si ferma qui!

Nella prossima puntata, vi porterò nelle profondità più oscure del Palazzo, tra i suoi carceri segreti e il Ponte dei Sospiri, per scoprire il lato più inquietante della giustizia veneziana. Poi, nella terza puntata, esploreremo il sistema delle denunce segrete e le celebri Bocche di Leone, strumenti di controllo e sorveglianza della Repubblica. Infine, concluderemo il nostro viaggio con la quarta e ultima puntata, dedicata alla modernità del sistema politico veneziano, un modello unico che ha anticipato molte delle democrazie moderne.

mappa di venezia che indica dove ci troviamo. palazzo ducale.

In questa città ricca di misteri e di segreti, ogni vicolo nasconde un aneddoto prezioso da tramandare, e la mia missione è cercare di incuriosirvi e regalandovi, una tessera di puzzle per volta, un quadro variopinto della storia locale da un punto di vista inedito. Continuate a seguire questa rubrica e lasciatevi incantare dalle meraviglie di Venezia, un passo alla volta.

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