“Santa Claus e i 25 ingredienti della Luce” – 23 Dicembre – San Polo, San Marco e Castello

"Santa Claus e i 25 ingredienti della Luce" - cover by Trarealtaesogno

23 Dicembre – San Polo, San Marco e Castello

Santa era ancora visibilmente emozionato per l’incontro casuale avuto nei pressi del ponte di Rialto, nel sestiere di San Polo. È risaputo, però, per noi che leggiamo e soprattutto per lui, che era il momento di ricominciare. I tempi erano sempre più serrati, e il compimento della sua missione dipendeva da ogni singola azione che avrebbe compiuto di lì in avanti, sommata a tutte le precedenti. Ascoltò il consiglio della giovane artista e, grazie alle precise indicazioni, sapeva che direzione prendere per raggiungere quella magica libreria. Passò di nuovo vicino al Gobbo di Rialto, attraversò il ponte e, una volta sceso, guardò nuovamente le bancarelle che proponevano souvenir di Venezia, prodotti su larga scala chissà dove. Arrivò alla base della statua del Goldoni, un artista eclettico e celebre ben oltre la sua Venezia. Ben pochi sanno che quell’uomo, per sfida nei confronti di un detrattore, scrisse ben sedici commedie in un solo anno. Un artista davvero incredibile. Data l’ora, iniziò a chiedersi se non fosse il momento di fare uno spuntino. Vide, appena all’interno di un porticato, un’insegna verde luminosa che diceva “rosticceria”. Si trovava davanti al Sotoportego de la Bissa, una delle indicazioni che gli erano state date per raggiungere la libreria. Dunque, passò. Il profumo delle pietanze appena fritte e cucinate lo mandò al settimo cielo. Entrò e, come avrebbe fatto un bambino davanti a una pietanza tentatrice, ordinò una mozzarella in carrozza al prosciutto. Dovette pulirsi per bene la barba, perché, dallo stato in cui versava dopo questo spuntino, probabilmente aveva fame anche lei, tante erano le briciole che aveva trattenuto. Calle dopo calle, Santa giunse nei pressi di uno dei più famosi campi di Venezia, quello di Santa Maria Formosa. Sceso dal ponte, venne accolto da una torre campanaria laterale alla chiesa che dava il nome al campo. La particolarità di questo campanile è che il suo varco d’accesso sembrava tutelato da un mascherone mostruoso che faceva da chiave di volta all’arcata che sovrastava la porta. Un guardiano di marmo bianco che doveva spaventare e fare da deterrente verso i malintenzionati.Superata la chiesa, sulla sinistra si apre il vero campo veneziano. Sulla sinistra vi era un’edicola in un box di metallo verde; al centro un ambulante ortofrutta; poco più a destra, una piccola fontana dove un gabbiano si stava abbeverando. Fu facile per Santa identificare quale calle lo avrebbe condotto a questa magica libreria: la pittrice gli aveva detto di imboccare la Calle Longa Santa Maria Formosa. Anche qui vide botteghe tipiche e tradizionali, poi, sulla sinistra, un piccolo spiazzo, un cartello di benvenuto alla “libreria più bella del mondo” e, accanto, un piccolo tavolino poggiato su cavalletti, più lungo che largo, ricolmo di libri e ceste di cartoline antiche. Tra una cesta e l’altra, un gatto rosso faceva le fusa dentro una cestina di vimini. Non resistette: si avvicinò non ai libri, ma al gatto. Prima si fece annusare la mano, con il dorso esposto per dimostrarsi amico; poi, finiti i convenevoli, capì di poterlo accarezzare. Quattro o cinque carezze dopo, il gatto, con una zampata senza unghie, gli fece capire di averne abbastanza. Rise tra sé e sé. All’entrata della libreria vi erano appesi i calendari per l’anno ’21, tutti in tema con libri e gatti. Entrò all’interno e non seppe più dove posare lo sguardo: i libri poggiavano su scaffali, ma anche su carriole e persino dentro vecchie vasche da bagno, quasi tutti ad un’altezza tale che un’eventuale alta marea non potesse causare danni. Numerose erano le persone che costituivano questo viavai di esseri umani, tra il curioso e l’ispirato. Girò a destra d’un tratto e scoprì un angolo intimo di questo luogo magico, in cui, su un’ampia poltrona in legno finalmente imbottita, ci si poteva sedere per assaggiare qualche testo.L’occhio gli cadde leggermente più a destra e, su un classico portone verde veneziano, vi era una scritta elegante e simpatica che riportava in giallo oro il nome di questa attività: “Libreria Acqua Alta”. Appena fuori da quella porta vi era una gondola, attaccata appositamente per permettere ai turisti e agli avventori di osservare il canale da dentro il canale stesso o semplicemente scattarsi delle foto ricordo memorabili. A un certo punto, una turista straniera guardò quel signore dall’aria gentile – Santa, appunto – e gli chiese di farle una foto. Santa eseguì tutto contento, e la turista lo ringraziò per l’opera. A quel punto cambiò stanza, andò in quella accanto e vide che si poteva uscire verso una sorta di piccolo spazio esterno, dove era stata realizzata una scala con libri antichi rovinati. Uno scalino, ma che dico, un libro dopo l’altro: la cultura elevò Santa fino a poter scorgere il canale antistante. In quel momento passò una gondola con dei turisti orientali che godevano del paesaggio e della musica di un fisarmonicista. Scese poi i gradini e tornò all’interno, lasciando un obolo sull’apposita ciotolina che invitava i visitatori ad aiutare, a prescindere da eventuali acquisti, la colonia felina di questa libreria. Appena dentro, alla sua destra vide delle scatole colme di cartoline e foto: tutte in bianco e nero, tutte di epoche remote, e alcune anche viaggiate. Solo in un secondo momento si accorse che, tra quelle scatole, una conteneva un gatto nero di grandi dimensioni, assopito e in cerca di riparo. D’un tratto si destò e cominciò a muovere le zampe anteriori, come a giocare con una delle cartoline presenti all’interno di una scatola vicina. Il gatto miagolò in maniera dolce in direzione di Santa e continuò a giocare con una cartolina in particolare. Dall’atteggiamento, sembrava che il gatto gli stesse sussurrando qualcosa. Santa avvicinò la mano. Il gatto toccò ancora una volta la cartolina, quasi volgendo verso di lui. Santa la raccolse. Il gatto miagolò nuovamente in maniera tenera. Era una cartolina di Betlemme che raffigurava alcuni scorci cittadini e la Basilica della Natività. L’intuito di Santa, dati i precedenti di questa missione, non tardò ad associare l’evento del gatto che giocava con la cartolina a una non casualità. Quel filo rosso, sottile e invisibile, lo stava guidando nei momenti in cui non sapeva come proseguire il suo viaggio e come raccogliere altri ingredienti per la sua missione. Girò la cartolina e trovò una dedica davvero speciale, che recitava così: “Ti mando un caro saluto da questi luoghi Santi. Spero di trovarti bene. Il mio viaggio sta proseguendo benissimo: partire da Roma per andare a Betlemme è stato un viaggio quasi metaforico, a ritroso, dall’Omega all’Alfa delle tradizioni cristiane.” Santa ebbe i brividi. Decise però di non prendere l’intera cartolina: non gli sembrava giusto sacrificare, come ingrediente per la sua missione, un oggetto recante un pensiero così alto. Staccò invece il francobollo, che ritraeva un antico scorcio cittadino di Betlemme. Poi si avvicinò alla cassa della libreria e, salutando la commessa, passò con il braccio sopra un altro gatto che dormiva appollaiato sulla cassa stessa. Allungò il francobollo e chiese quanto doveva. A quel punto si sentì dire: “Buongiorno, ma noi non vendiamo francobolli! Dove lo ha trovato?” E lui: “L’ho trovato presso la cesta delle cartoline” – dicendo una piccola bugia, che in fondo in parte corrispondeva alla verità – “e avrei il piacere di pagarlo quanto lo ritenete opportuno e congruo, perché mi piace e vorrei tanto poterlo tenere.” La commessa capì e, piuttosto che fare questioni su un dettaglio che comunque andava a vantaggio dell’attività, gli fece un prezzo amico, come se avesse suddiviso il valore di una cartolina in parti uguali, fino ad assegnare un valore al francobollo. Santa accarezzò anche il gatto, che si destò di colpo, inaspettatamente colto di sorpresa dalla carezza. Santa uscì. Il flusso di persone stava aumentando, e lui ormai sentiva il ticchettio dell’orologio della sua missione correre sempre più velocemente verso la fine.

A domani con un nuovo capitolo!

Ingredienti della Luce raccolti finora: Acqua del fiume Piave, Acqua agrodolce della foce del Sile, fango in scatola, frammento del Ponte del Diavolo, intonaco color cielo, rametto di vitigno, stelo di carciofo, bastoncini di liquirizia amarissimi, piume di gufo, candela consumata, pignette di cipresso, ceneri d legno di tasso, guscio di murice spinoso “garusolo” con ali nere dipinte dal pittore, legno resiliente levigato dal mare, fiore viola selvatico centarurea, rete sgualcita con galleggiante di sughero, cristallo di sale marino, rametto spinoso del roseto, intonaco cuore di melusina in ampolla, rametto di vischio, riccioli di legno piallato, acqua benedetta San Giovanni Elemosinario, francobolllo di Betlemme.

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I capitoli e le date di uscita:

01 Dicembre – Santa Maria di Piave

02 Dicembre – Foce del Sile

03 Dicembre – Lio Piccolo

04 Dicembre – Isola di Torcello

05 Dicembre – Isola di Burano

06 Dicembre – Isola di Mazzorbo

07 Dicembre – Isola di Sant’Erasmo

08 Dicembre – Isola delle Vignole

09 Dicembre – Isola della Certosa

10 Dicembre – Isola di San Francesco del Deserto

11 Dicembre – Isola di Poveglia

12 Dicembre – Località Malamocco

13 Dicembre – San Pietro in Volta

14 Dicembre – Pellestrina

15 Dicembre – Cà Roman

16 Dicembre – Chioggia

17 Dicembre – Sottomarina

18 Dicembre – Isola di San Lazzaro degli Armeni

19 Dicembre – Sestiere Castello

20 Dicembre – Isola della Giudecca

21 Dicembre – Sestiere Dorsoduro

22 Dicembre – Sestiere San Polo

23 Dicembre – Sestieri San Polo, San Marco e Castello

24 Dicembre – Sestiere di San Marco

25 Dicembre – Sestiere Castello


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