“Santa Claus e i 25 ingredienti della Luce” – 15 Dicembre – Cá Roman

"Santa Claus e i 25 ingredienti della Luce" - cover by Trarealtaesogno

15 Dicembre – Cá Roman

Santa uscì dalla spiaggia e notò come l’isola proseguisse ulteriormente verso sud. Inizialmente camminò per qualche decina di metri lungo il fronte lagunare, che aveva proprio accanto. Si trovava infatti nel punto in cui l’isola si faceva più esile, fino a diventare una sottile linea bianca che, nonostante le sue piccole dimensioni, riusciva a tracciare un confine netto, rigoroso e sicuro tra il mare esuberante e la placida laguna: un’opera ingegneristica probabilmente sottovalutata, frutto di eccellenti menti del passato. Camminando, intuì che lo spettacolo lagunare poteva farsi ancora più bello e decise di salire su quella muraglia alta quasi quattro metri che, con il suo candore, rifletteva la luce solare sulle acque antistanti. Salì i gradini che conducevano alla sommità del murazzo, il quale pareva voler celare, come un sipario di marmo, la persona che si stava affacciando sul mare dall’altra parte. Una volta sopra, Santa emise un sospiro profondissimo, figlio di una quiete senza tempo. Si guardò a destra, verso la laguna, poi a sinistra, verso il mare. Erano separati da poche decine di metri e, in alcuni punti, parevano toccarsi, lambendo quel muro in condivisione. Percorse qualche chilometro sopra quel muro, nonostante il divieto, godendosi il contesto che rendeva il paesaggio ancor più affascinante. Scese dal murazzo e si avvicinò ad un piccolo chiosco, una vera e propria palafitta che offriva snack e bevande nei pressi dell’approdo del vaporetto della linea Pellestrina-Cà Roman-Chioggia. Ordinò un caffè e scambiò qualche parola con il titolare, un uomo dalla faccia simpatica che lo accolse con cordialità e un sorriso. Poco oltre cominciava una piccola selva di tamerici. Si inoltrò tra gli alberi tipici di quel litorale, che si facevano sempre più fitti. Il silenzio divenne più denso, interrotto solo da qualche gabbiano indispettito e dal canto di altri volatili. Ad un tratto si trovò di fronte a una fortificazione in cemento armato risalente ai conflitti mondiali. Santa borbottò, intuendo di aver sbagliato strada, lamentandosi per essersi ritrovato in un luogo di guerra e non di natura. Tornò al bivio e, recuperato un pezzo di strada, vide un villaggio marino abbandonato: probabilmente un’oasi un tempo usata come campo scout o piccolo villaggio per famiglie. Provò rabbia nel vedere che al suo interno vi era una chiesetta, palesemente sconsacrata, ormai ridotta a “posacenere” delle umane frustrazioni che spesso si riversano, ingiustamente, sui beni comuni. Santa mormorò: “Eppure le testimonianze di fede, passata e presente, su quest’isola sono innumerevoli e paiono quasi disposte a distanza regolare, come a voler compiacere il credente che, passando di qui, ogni tanto avrebbe trovato una casa in cui professare la sua fede.” Santa imboccò stavolta la giusta deviazione e, dapprima su passerelle in legno, poi su pietre piatte e infine con le scarpe sulla sabbia, giunse alla battigia, fronte mare. Natura e silenzio si fondevano in unisono, interrotti solo dal mare che danzava lungo la costa. Gabbiani, resti di legno e mucchi di alghe secche si stendevano su un paesaggio quasi lunare, bellissimo. Nonostante la stagione invernale, in lontananza lungo la spiaggia vide delle famiglie, presumibilmente straniere, attratte dalla bellezza del luogo: dal loro accento, si intuiva fossero tedesche. Santa si ricordò allora di come molti bambini tedeschi, e non solo, mandassero la loro letterina con i desideri da indirizzi che non erano del loro paese d’origine. Santa si guardò intorno. Con una mano passò le dita nella sabbia, che gli rispose con un calore che pareva conservato per chi avesse avuto l’ardire di toccarla. In quel momento vide un vecchio scoglio arenato nella sabbia, forse spostato da una mareggiata. Sembrava ben stabile e, dato che era particolarmente piatto e liscio, Santa decise di usarlo come panchina per godersi quel clima silenzioso e rilassante, in compagnia del mare e dei gabbiani. Ne approfittò per fare introspezione, meditare sul suo ruolo in un mondo moderno, sempre più assorto in finestre virtuali piuttosto che sulla vita reale. Un mondo in cui lo scorrere su TikTok o su altre piattaforme sembra avere più valore di un abbraccio. D’un tratto, Santa uscì dal torpore in cui si era calato, perché ebbe l’impressione di sentirsi picchiettare sulla spalla. Si girò e vide una magoga che si era prefissata l’obiettivo di rosicchiargli il giaccone pesante e sgualcito che lo proteggeva dal freddo. Santa, in quell’istante, parve molto burbero e intimò al pennuto di andarsene con una risolutezza assai rara per lui. Ma, come noto, le magoghe sono i re dei gabbiani e non si lasciano intimidire facilmente: se ne andò solo dopo aver provocato uno squarcio nel giaccone di circa dieci centimetri per dieci. Santa esclamò: “Corpo di mille renne, ma ti pare modo?!” Si tolse il giaccone, e dalla sacca di juta estrasse ago e filo assieme a un pezzetto di stoffa, un avanzo probabilmente, che usò per rattopparlo alla meglio, in modo tale che continuasse a sembrargli quasi da poveraccio. Poi riprese a meditare e a rilassarsi, recitando una preghiera di perdono per la sua collera verso un animale che, in fondo, non faceva altro che essere se stesso. Ma, ad un tratto, la rabbia tornò a crescere. Sentì infatti, di nuovo, un picchiettio sulla spalla, stavolta quella opposta. Si girò di scatto, rabbioso, ma stavolta fu una voce tenera e soave a sorprenderlo: “Die Blume ist für dich.” Significava: “Questo fiore è per te.” La frase era stata pronunciata da una bambina, piccolina, bionda e con i ricci, forse di cinque anni, vestita di rosa. I suoi genitori da lontano le facevano cenno di smetterla di importunare i pochi avventori del luogo. Santa si chinò per arrivare alla sua altezza e le rispose: “Ich nehme dieses kostbare Geschenk gerne an. Vielen Dank, es bedeutet mir sehr viel!” (“Accetto volentieri questo dono prezioso. Grazie mille, significa molto per me!”). La bambina, con le guance color rosso smeraldo, scappò via ridendo, felice, non aspettandosi una risposta nella sua lingua: nessuno, finora, gliel’aveva data. Dovete sapere che Santa non conosceva tutte le lingue del mondo, parlava solo la sua, fatta di amore, percepita poi da ciascun umano nella lingua a lui più cara e viceversa. Guardò quel fiore e comprese che un gesto, semplice e inaspettato, era risarcimento sufficiente per il fastidio patito. Quel fiore, una Centaurea tommasinii dai petali violacei, lo spinse ad un pensiero: mise il fiore al sicuro, e poi, arrotolando i pantaloni fino al ginocchio, si tolse scarpe e calzettoni ed entró in acqua. Gelida e pungente, ma rigenerante. “Chissà quante persone pagherebbero per essere qui, per vivere questa emozione e vedere questi luoghi magnifici. Sono davvero fortunato.”

A domani con un nuovo capitolo!

Ingredienti della Luce raccolti finora: Acqua del fiume Piave, Acqua agrodolce della foce del Sile, fango in scatola, frammento del Ponte del Diavolo, intonaco color cielo, rametto di vitigno, stelo di carciofo, bastoncini di liquirizia amarissimi, piume di gufo, candela consumata, pignette di cipresso, ceneri d legno di tasso, guscio di murice spinoso “garusolo” con ali nere dipinte dal pittore, legno resiliente levigato dal mare, fiore viola selvatico centarurea.

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I capitoli e le date di uscita:

01 Dicembre – Santa Maria di Piave

02 Dicembre – Foce del Sile

03 Dicembre – Lio Piccolo

04 Dicembre – Isola di Torcello

05 Dicembre – Isola di Burano

06 Dicembre – Isola di Mazzorbo

07 Dicembre – Isola di Sant’Erasmo

08 Dicembre – Isola delle Vignole

09 Dicembre – Isola della Certosa

10 Dicembre – Isola di San Francesco del Deserto

11 Dicembre – Isola di Poveglia

12 Dicembre – Località Malamocco

13 Dicembre – San Pietro in Volta

14 Dicembre – Pellestrina

15 Dicembre – Cà Roman

16 Dicembre – Chioggia

17 Dicembre – Sottomarina

18 Dicembre – Isola di San Lazzaro degli Armeni

19 Dicembre – Sestiere Castello

20 Dicembre – Isola della Giudecca

21 Dicembre – Sestiere Dorsoduro

22 Dicembre – Sestiere San Polo

23 Dicembre – Sestieri San Polo, San Marco e Castello

24 Dicembre – Sestiere di San Marco

25 Dicembre – Sestiere Castello


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