
9 Dicembre – Isola della Certosa
Una volta tornato a bordo della goletta, Santa si mise in attesa del ritorno di Marco. Ne approfittò per darsi una sistemata e valutare un cambio di look. Dalla tasca sinistra del suo abito tirò fuori, probabilmente con un tocco di magia, un paio di forbici d’acciaio con gli occhielli rossi e un pettine verde smeraldo, iniziando a sfoltire la sua folta barba bianca. Lo faceva per evitare di incorrere di nuovo in uno spavento come quello avvenuto poco prima con Petrov. Non voleva che la sua apparenza fosse d’intralcio, né correre il rischio di rivelare accidentalmente il proprio piano. Sul pavimento di legno rimase una massa di soffice pelo bianco, che raccolse con cura. Affacciatosi dal boccaporto, vide Marco avvicinarsi e gli chiese: “Scusi, dove posso buttare la barba?” La domanda suonò forse strana, ma Marco, colto di sorpresa e divertito, rispose ridendo: “Ecco qua,” e aprì un vano apposito. “La metta qui: al prossimo attracco provvederò a smaltirla.” Partirono e in un battito di ciglia erano già giunti a destinazione. L’isola, vista dal lato nord, rivelava la sua natura verde e brulla, con pochi edifici moderni e un’alternanza di darsene e piccoli attracchi. Santa salutò il compagno di viaggio, nonché navigatore, e si incamminò nel vicino spazio alberato verso sud-est. Qui il silenzio era rotto solo dallo sciabordio dell’acqua e dal canto dei gabbiani, che – com’è risaputo – devono sempre dire la loro. Si immerse in quell’ambiente tranquillo, quasi come a farne scorta per i momenti che sarebbero arrivati. Attraversando lentamente l’isola, raggiunse un sentiero che, camminando per una decina di minuti verso sud-ovest, lo portò fino a un rudere indicato da un cartello come “La Certosa,” da cui il luogo trae il nome. Riassumendo la storia, il cartello spiegava che un tempo fu una fiorente sede dell’ordine agostiniano, ma ora, nonostante i restauri, sembrava ancora in semi-abbandono. Proseguendo verso l’angolo sud-est dell’isola, camminò lungo un terrapieno erboso che proteggeva l’isola dai flutti e dalle maree. Qui notò una scultura lignea, realizzata evidentemente con legno di recupero e posizionata in modo da osservare il legame tra cielo e mare. Santa rimase rapito da quella figura, quasi incantato, e per un attimo si lasciò assorbire da quel silenzio. Poco distante, si udiva il chiacchiericcio di persone vestite elegantemente, intente a brindare con cicchetti e vini selezionati in quella che, senza dubbio, definivano una “location super esclusiva.” Santa si tenne alla larga: non era il suo genere di ambiente e, comunque, dei camerieri in divisa bianca già lo stavano osservando con una certa diffidenza. Tornò allora accanto alla “Guardiana,” come era chiamata la scultura, e sedutosi sul terrapieno continuò a guardarla, pensando a come l’arte sappia toccare corde profonde quando si armonizza con la natura. Il sole ormai stava calando sulle acque della laguna e Santa si era perso in un’atmosfera che gli scaldava l’anima, la missione dimenticata per un attimo, obliterata dalla bellezza del momento. Poi, d’un tratto, sentì un colpetto sulla spalla e si girò: era una bambina dai capelli ricci e occhi scuri, che disse con convinzione: “C’è un Fufo che non sta bene.” Lui rispose, sorridendo: “Hey piccolina, non dovresti girare da sola. Dimmi chi e dove si trova Fufo e torna dai tuoi genitori.” Lei disse: “Signore, io vivo qui, il ristorante è dei miei genitori, ma Fufo sta male” e proseguì: “Fufo è qui sull’argine, non riesce a stare in piedi.” Santa ringraziò la bambina e, raccomandandole di tornare indietro, andò verso il luogo indicato. Dietro la statua vide finalmente “Fufo”: un piccolo gufo con una zampetta ferita, probabilmente per un atterraggio maldestro. La bambina riapparve alle sue spalle e disse, fissandolo fiduciosa: “Tu puoi aiutare Fufo, vero? Ami gli animali, vero?” Santa, quasi sobbalzando per la sorpresa, rispose: “So cosa fare. Fufo tornerà in forma.” Prese un rametto da un cespuglio, lo spezzò della lunghezza giusta e, con delicatezza, lo adattò a sagoma della zampa di Fufo, fissandolo come una stecca di fortuna. Il piccolo gufo, anche se inizialmente riluttante, accettò la cura. Poco dopo, Fufo riuscì a zampettare, senza più cadere. “Eccellente,” esclamò Santa. La bambina gridò di gioia, abbracciandogli un ginocchio, poi corse dai suoi genitori per raccontare tutto. Durante il piccolo intervento, Fufo aveva perso alcune piume per la resistenza, che Santa raccolse, conservandole in una piccola scatola di cartone che ripose nella sacca di juta. Erano il simbolo di una buona azione, e potevano servire allo scopo finale. Fufo iniziò a volare intorno e si posò sulla testa della scultura, emettendo il tipico bubolare dei gufi mentre osservava Santa, il suo improvvisato veterinario. Ma le sorprese non erano finite: un’altra mano gli toccò la spalla. Era un fraticello francescano dalla barba scura e dallo sguardo curioso che, osservandolo in abiti semplici e con la sacca rabberciata, gli parlò con gentilezza: “Buonasera. Non so se lei abbia un riparo per la notte. Io sono qui per pregare e meditare, e sento che offrirle un posto dove dormire potrebbe essere cosa giusta. Le basta salire in barca con me e dire di sì. Ne conviene?” Santa, contento, accettò con gratitudine l’offerta, che risolveva un bel problema. Ignaro, però, di quale affascinante barca lo stesse aspettando.
A domani con un nuovo capitolo!
Ingredienti della Luce raccolti finora: Acqua del fiume Piave, Acqua agrodolce della foce del Sile, fango in scatola, frammento del Ponte del Diavolo, intonaco color cielo, rametto di vitigno, stelo di carciofo, bastoncini di liquirizia amarissimi, piume di gufo.
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I capitoli e le date di uscita:
01 Dicembre – Santa Maria di Piave
02 Dicembre – Foce del Sile
03 Dicembre – Lio Piccolo
04 Dicembre – Isola di Torcello
05 Dicembre – Isola di Burano
06 Dicembre – Isola di Mazzorbo
07 Dicembre – Isola di Sant’Erasmo
08 Dicembre – Isola delle Vignole
09 Dicembre – Isola della Certosa
10 Dicembre – Isola di San Francesco del Deserto
11 Dicembre – Isola di Poveglia
12 Dicembre – Località Malamocco
13 Dicembre – San Pietro in Volta
14 Dicembre – Pellestrina
15 Dicembre – Cà Roman
16 Dicembre – Chioggia
17 Dicembre – Sottomarina
18 Dicembre – Isola di San Lazzaro degli Armeni
19 Dicembre – Sestiere Castello
20 Dicembre – Isola della Giudecca
21 Dicembre – Sestiere Dorsoduro
22 Dicembre – Sestiere San Polo
23 Dicembre – Sestieri San Polo, San Marco e Castello
24 Dicembre – Sestiere di San Marco
25 Dicembre – Sestiere Castello
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