
8 Dicembre – Isola delle Vignole
Seguendo un buon profumo, Santa si diresse verso il lato più a ovest di Sant’Erasmo. Un passo dopo l’altro, giunse a una riva da cui si vedeva, poco distante, l’isola delle Vignole. Su questo versante, vicino a una darsena dove la laguna si faceva smeraldo, si stagliava un piccolo chiosco mobile. Era stato realizzato trasformando un airstream, la fascinosa roulotte americana in acciaio, in un’attività ristorativa. Santa, incuriosito, andò a specchiarsi sul lato posteriore, per vedere quanto fosse conciato dalle fatiche della missione. Provò un certo ribrezzo alla sua vista; certo, non era mai stato un adone, figuriamoci ora. Passato davanti, salutò il ristoratore e si fermò a leggere il menù, esposto sulla classica lavagnetta da bar. Lesse e rilesse più volte, poi puntò deciso su un piatto ed esordì: “Buonasera, vorrei un hummus mediterraneo con capperi, olive, sesamo, pomodorini e pane carasau.” “Sicuro che non vuole bere qualcosa?” gli chiese il ristoratore. “Una bevanda frizzante scura che un tizio vestito di rosso con la barba bianca, come la mia, beve sempre in uno spot che passano da decenni in TV. Sembra invitante; non l’ho mai provata.” Il gestore rise, pensando fosse l’ennesimo “caso umano,” ma fece finta di niente e preparò una Coca-Cola con una fettina di limone. Dopo qualche minuto un campanello da tavolo, simile a quello delle reception degli hotel, tintinnò e Santa poté gustare il suo piatto e, a piccoli sorsi, quella bevanda insolitamente dolce e piacevole al gusto. Finito di cenare, ringraziò l’uomo e gli chiese: “Domani andrò alle Vignole, ma cerco un luogo per trascorrere la notte. Ha qualche consiglio?” “Se vuole, proprio qui alla darsena ci sono due golette usate come struttura ricettiva. Le gestisco io e, dato che ha cenato qui, posso riservarle un trattamento di favore comprensivo di colazione e trasporto verso l’isola delle Vignole. Che ne dice?” Santa, emozionato all’idea di passare la notte su una barca e di vivere una breve traversata a vela, accettò di buon grado. Marco, il titolare, lo accompagnò alla goletta: scafo bianco, alberi e inserti color mogano, eterea ed elegantissima. Marco aprì la porta che conduceva all’interno e, dopo tre scalini in discesa, Santa rimase stupito: “Letto matrimoniale, bagno con doccia, tepore” sussurrò a sé stesso. Salutò il gestore, chiuse il boccaporto e si coricò. Il beccheggio del natante conciliò un sonno denso e profondo, che si protrasse fino al mattino. Uno scossone lo destò: sentì un rumore, come di corde strofinanti, e capì che erano stati mollati gli ormeggi. Era ancora in pigiama: una camicia da notte di cotone grezzo beige, con ricamati dei pini verde salvia e bottoni di legno d’abete. I pantaloni, più semplici, erano tenuti da una cintura elastica marrone scuro. Spalancò il boccaporto, colmo della curiosità di un bambino. La brezza gli rinfrescò le gote e la barba, e il paesaggio, nella sua composta bellezza, gli scaldò il cuore. La traversata fu breve, così Santa scese in cambusa per sciacquarsi e rendersi, a modo suo, presentabile. Giunti a destinazione, Marco gli disse che avrebbe svolto alcune commissioni e che, con un piccolo extra, avrebbe potuto traghettarlo nelle vicinanze. Santa sorrise e si congedò, accompagnato dalla sua sacca di iuta. Appena posati i piedi sulla riva, comprese la proposta: le Vignole erano un frammento di Sant’Erasmo, diviso tra la zona militare e quella degli orti. Udì delle campane e si avviò in quella direzione, lanciando mugugni verso ogni cosa che avesse a che fare con il mondo militare. Borbottò: “Possibile che, con tutti i conflitti, tra persone, tra quartieri, città, stati e continenti, l’uomo debba sempre cercar occasioni per correre alle armi?” Scosse la testa e proseguì verso la chiesa. Giunto davanti all’edificio, vide che la sua struttura elegante era anche tarchiata, con un campanile basso e quasi tozzo. La porta chiusa recava un cartello: “Funzioni festive ore 8 – Non fare schiamazzi presso il barchino – Don Nicola.” Santa non comprese la seconda parte dell’avviso finché non vide una piccola barca sul lato destro della chiesa, ormai ricoperta di vegetazione. A metà scafo c’era una scaletta in legno, con ai lati due fioriere e, sopra il telo di copertura, alcuni fori di tre centimetri. Curioso, si avvicinò. Improvvisamente, la copertura si arrotolò e ne uscì un clochard canterino che, vedendo il cielo terso, iniziò a cantare a squarciagola il ritornello di “Azzurro” di Celentano. Santa, colto di sorpresa, cadde rumorosamente a terra per lo spavento, scoppiando in una grassa risata. “Heyla, Villico! Che ci fai qua?” chiese il clochard. Santa rispose: “Potrei chiederti lo stesso, ma sono io che curiosavo a casa tua. Sono un viandante che esplora la laguna e le terre circostanti, in cerca del senso di ogni cosa.” “Io sono Petrov, originario dell’Est. Clochard, vagabondo, senzatetto… solo chi non vuole vedere le disuguaglianze di questo mondo usa queste parole come parolacce.” “Hai ragione, Petrov. Diciamo che io ho la fortuna di avere un tetto, ma i miei cari, che sono tanti, ora hanno bisogno che io compia il mio compito senza di esso.” “Affascinante,” sussurrò Petrov, poi continuò: “Quindi stai compiendo una missione per conto dei tuoi cari? E in una delle tappe vieni su un’isola che conta poco più di 60 abitanti, noi compresi. Sei strambo forte! A Venezia avresti già trovato tutto senza fatica, che grullo.” “A me piacciono i compiti difficili” rispose Santa. Petrov allora gli lanciò una sfida: “Se riesci a tollerare il gusto amaro delle radici di liquirizia di Toni per 5 secondi senza fare smorfie, te ne regalerò un mazzetto. Ci stai?” Santa capì che era il momento di osare. La radice, di natura dolce ma amara, era come la vita. Rispose: “Sfida accettata.” Prese una radice, la assaggiò. Un secondo, due… Al terzo, esplose in smorfie forti, disgustate e stupefatte. “Corpo di mille renne! Ma come fai a tollerarla?” chiese. “Mi ricorda che sono vivo,” rispose Petrov, “e che in ogni cosa c’è del buono, se sai come trovarlo.” Santa ringraziò per la lezione e offrì a Petrov un sacchetto delle sue erbe essiccate. Si allontanò, ma sentì Petrov esclamare: “Ehi, Santa! Dove pensi di andare?” Santa si girò, camminando come sulle uova, finché Petrov ammise: “Lo so che non sei Santa Claus, ma con quella barba… mi è venuto spontaneo.” Santa annotò sul taccuino: “Tagliare la barba?” Tornato vicino a Petrov, questi gli porse cinque radici di liquirizia dicendo: “Te le meriti. Nessuno esce a mani vuote dopo essere stato generoso e privo di pregiudizi.” Santa rispose: “Il tuo insegnamento era già immenso, ma accetto con gioia il dono.” Si congedò, mise in ordine tutto nella sacca e tornò alla goletta, confermando che avrebbe approfittato del passaggio ulteriore.
A domani con un nuovo capitolo!
Ingredienti della Luce raccolti finora: Acqua del fiume Piave, Acqua agrodolce della foce del Sile, fango in scatola, frammento del Ponte del Diavolo, intonaco color cielo, rametto di vitigno, stelo di carciofo, bastoncini di liquirizia amarissimi.
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I capitoli e le date di uscita:
01 Dicembre – Santa Maria di Piave
02 Dicembre – Foce del Sile
03 Dicembre – Lio Piccolo
04 Dicembre – Isola di Torcello
05 Dicembre – Isola di Burano
06 Dicembre – Isola di Mazzorbo
07 Dicembre – Isola di Sant’Erasmo
08 Dicembre – Isola delle Vignole
09 Dicembre – Isola della Certosa
10 Dicembre – Isola di San Francesco del Deserto
11 Dicembre – Isola di Poveglia
12 Dicembre – Località Malamocco
13 Dicembre – San Pietro in Volta
14 Dicembre – Pellestrina
15 Dicembre – Cà Roman
16 Dicembre – Chioggia
17 Dicembre – Sottomarina
18 Dicembre – Isola di San Lazzaro degli Armeni
19 Dicembre – Sestiere Castello
20 Dicembre – Isola della Giudecca
21 Dicembre – Sestiere Dorsoduro
22 Dicembre – Sestiere San Polo
23 Dicembre – Sestieri San Polo, San Marco e Castello
24 Dicembre – Sestiere di San Marco
25 Dicembre – Sestiere Castello
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