I Segreti di Venezia: Ponte Chiodo, il più iconico ponte privato di Venezia – Cannaregio

Benvenuti nella serie “I Segreti di Venezia”, un viaggio senza tempo tra le affascinanti vicende ed unicità della città lagunare. Sappiamo bene che esistono svariate tipologie di “Segreti”: ci sono quelli inconfessabili, quelli affascinanti, quelli misteriosi e tanti altri. Noi ci stiamo concentrando su aspetti singolari e tipici di Venezia e l’articolo di oggi vi accompagnerà alla scoperta di un contesto unico nel Sestiere di Cannaregio.

I Ponti privati di Venezia

A Venezia ci sono più di 400 ponti e, tra questi, solo una piccolissima percentuale è destinata a un uso privato. Questi ponti non collegano semplicemente le sponde opposte di un canale, ma sono indispensabili come uniche vie d’accesso a case o palazzi storici. Il più affascinante tra questi è senza dubbio il Ponte Chiodo, situato nel sestiere di Cannaregio. Incastonato in una zona meno battuta dai turisti, si distingue per la sua forma unica e l’assenza di barriere laterali, proprio come il celebre Ponte del Diavolo a Torcello.

Ponte Chiodo visto da Ponte Racheta

Attraversare Ponte Chiodo è un’esperienza visiva incredibile: l’assenza di parapetti ti permette di scrutare oltre i confini degli edifici circostanti, che, in parte, velano la vista del paesaggio. Proprio questa parziale occultazione rende il panorama ancora più suggestivo e intrigante. Senza i palazzi circostanti, infatti, si potrebbe ammirare una darsena e scorgere l’isola di Murano all’orizzonte.

Come si arriva a Ponte Chiodo?

Ipotizziamo di partire dalla Stazione Ferroviaria di Santa Lucia, prendete la Lista di Spagna e proseguite dritti fino ad attraversare il Ponte delle Guglie. Vi troverete in Rio Terà San Leonardo e, ad un certo punto dovrete proseguire dritto in Calle del Pistor, al termine comincerà Calle de l’Anconeta e, una volta superato l’omonimo ponte, sarete in Rio Terà de la Maddalena. Un altro ponte vi condurrà Salizada Santa Fosca, percorretela tutta fino ad un altro ponte attraversato il quale vedrete dapprima un “Old Wild West” e poco dopo una Chiesa, quella di San Felice. Qui prima andate a destra in Calle del Traghetto per scoprire il Pontile più bello di Venezia, poi tornate indietro e tenendovi la Chiesa sulla sinistra raggiungete Fondamenta San Felice. Proseguite dritti e, passo dopo passo, godetevi la meraviglia.

Vista diagonale del ponte dalla Fondamenta San Felice
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In conclusione:

Ponte Chiodo resta uno degli esempi più affascinanti di quanto Venezia sappia nascondere piccoli tesori architettonici in luoghi meno battuti. L’assenza di barriere si fa metafora sintetica della precaria fragilitá di tutto l’ecosistema Veneziano. Il percorso per raggiungerlo, attraversando calli e campielli, è già di per sé un’esperienza che arricchisce l’anima di sfumsture. Questi sono i luoghi che lasciano un segno indelebile in chi sa osservare con attenzione, al di là delle vie più turistiche.

In questa città ricca di misteri e di segreti, ogni vicolo nasconde un aneddoto prezioso da tramandare, e la mia missione è cercare di incuriosirvi e regalandovi, una tessera di puzzle per volta, un quadro variopinto della storia locale da un punto di vista inedito. Continuate a seguire questa rubrica e lasciatevi incantare dalle meraviglie di Venezia, un passo alla volta.

Non dimenticate di condividere questa serie con i vostri amici e familiari per far sì che anche loro possano immergersi nei misteri e nella bellezza di Venezia. Lasciate un commento con le vostre opinioni e condividete le vostre esperienze personali sulla città. La vostra partecipazione rende questa serie ancora più speciale e coinvolgente per tutti!

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I Segreti di Venezia: Le Misteriose Statue in Campo dei Mori e la Casa del Tintoretto – Cannaregio

Benvenuti nella serie “I Segreti di Venezia”, un viaggio senza tempo tra le affascinanti vicende e le unicità della nostra amata città lagunare. Oggi vi porterò in uno dei campi più pittoreschi e suggestivi di Venezia, un luogo che, come ogni angolo di questa città, cela storie e segreti pronti a essere svelati.

La curiosa storia dei tre fratelli greci che si stabilirono a “Palazzo Mastelli del Cammello”:

Chiunque sia passato almeno una volta di qui, non potrà non aver notato quelle quattro statue poste lungo la facciata, che raffigurano tre fratelli greci giunti a Venezia nel 1200, sono chiamati “Mori” perché originari della regione della Morea, e un loro servitore. I nomi, incisi sulle statue stesse sono: Sandi, Afani e, appunto, Rioba, erano mercanti di stoffe, noti per la loro fama di furbi e truffaldini, poiché non esitavano a raggirare chiunque si rivolgesse a loro per affari.

La vista che, dal Ponte dei Mori, ci fa intravedere l'osteria e il campo omonimo
La vista che, dal Ponte dei Mori, ci fa intravedere l’osteria e il campo omonimo

La leggenda narra che, esasperata dalla loro disonestà, Santa Maria Maddalena decise di punirli. Ci tramandano che si presentò loro con le sembianze di una vedova patrizia desiderosa d’acquistare stoffe pregiate per proseguire l’attività del defunto marito. Pare che i mercanti, totalmente privi di scrupoli, tentarono d’ingannare anche lei, chiedendo un prezzo esorbitante per un tessuto tra i più comuni in città.

Durante la trattativa, Sior Rioba, uno dei fratelli, giurò che il tessuto era il migliore di Venezia e disse: “Che il Signore ci trasformi in pietra se non diciamo la verità!” La donna, dopo aver pagato, rispose: “E che il Signore vi tratti con la stessa onestà che voi avete riservato a me.”

Così, i tre mercanti e il loro servitore furono trasformati in pietra. La statua più conosciuta di questa leggenda è proprio quella di Rioba, soprannominato “Sior Rioba” in dialetto veneziano.

sior rioba e il naso di ferro
Il Sior Rioba ed il naso di ferro portafortuna

Aneddoti e Folklore:

Nel 1800, la statua perse il naso, che venne poi sostituito con uno di ferro. Oggi, toccare quel naso è considerato un portafortuna. Tuttavia, il destino della statua fu ben più triste nel 2010, quando la sua testa venne rubata e ritrovata successivamente in Calle della Racchetta, per poi essere rimessa al suo posto.

La statua appartiene anche al gruppo delle “statue parlanti” veneziane, simili a quelle dell’“Accademia degli Arguti” di Roma, che erano utilizzate per affiggere biglietti anonimi con versi satirici e sarcastici. Inoltre, per un lungo periodo, la statua fu al centro di scherzi, durante i quali ai nuovi facchini venivano assegnati carichi pesantissimi da consegnare a un inesistente “Sior Antonio Rioba de Campo dei Mori.”

Tre secoli dopo la nascita di un celebre vicino di casa: Jacopo Robusti, noto come “il Tintoretto”

Come recita una lapide commemorativa apposta nel 1842, qui nel 1518 nacque il famosissimo pittore, che visse in questa casa fino alla sua morte nel 1594. Il suo nome d’arte, “Tintoretto,” derivava dal mestiere del padre, Battista Robusti, che era un tintore di stoffe. È curioso come il figlio di un tintore sia divenuto celebre per la sua arte proprio tre secoli dopo che, nella casa accanto, operarono dei commercianti di tessuti noti per la loro mancanza di scrupoli.

Ecco l’iscrizione affissa dall’abitatore della casa nella metà del 1800:
NON IGNORARE, VIANDANTE, L’ANTICA CASA DI JACOPO ROBUSTI DETTO IL TINTORETTO. DI QUI PER OGNI DOVE SI DIFFUSERO INNUMEREVOLI DIPINTI, MIRABILI PUBBLICAMENTE E PRIVATAMENTE, MAGISTRALMENTE REALIZZATI CON FINE INGEGNO DAL SUO PENNELLO. TI FARA’ PIACERE APPRENDERE CIO’ PER LA SOLERZIA DELL’ATTUALE PROPRIETARIO. 1842

In conclusione:

Questa passeggiata attraverso Campo dei Mori e la casa del Tintoretto ci ha rivelato quanto sia ricca di storia e leggende la città di Venezia. Dalle statue dei furbi mercanti greci, trasformati in pietra per la loro disonestà, al genio artistico di Jacopo Robusti, la cui opera ha lasciato un segno indelebile nel mondo dell’arte, ogni angolo di questo luogo racconta una storia. E così, mentre camminiamo tra questi vicoli e campi, non possiamo che meravigliarci di fronte ai Segreti di Venezia, che continuano a vivere tra le pietre e le memorie di questa città.

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mappa campo dei mori e statue dei mori e casa tintoretto
i pin indicano il Molino Stucky, la fabbrica di tessuti Fortuny, l’ex birrificio Dreher e la Scalera Film

In questa città ricca di misteri e di segreti, ogni vicolo nasconde un aneddoto prezioso da tramandare, e la mia missione è cercare di incuriosirvi e regalandovi, una tessera di puzzle per volta, un quadro variopinto della storia locale da un punto di vista inedito. Continuate a seguire questa rubrica e lasciatevi incantare dalle meraviglie di Venezia, un passo alla volta.

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I Segreti di Venezia: L’Orologio dei Mori e la Sparizione di un Doge – San Marco

Benvenuti nella serie “I Segreti di Venezia”, un viaggio senza tempo tra le affascinanti vicende e unicità della città lagunare. Oggi cominciamo con una domanda, non ve lo aspettavate vero? Ma ogni tanto qualche rottura della trama consueta aiuta a tenere l’attenzione forte. Continuate a leggere, vi darò un indizio visivo e poi vi porrò la domanda, ma non vi preoccupate, non darò nessun voto alla fine, semplicemente, vi spiegherò, qualora non via sia nota, la risposta.

Cosa manca in questa immagine?

L’orologio dei Mori con il Leone Marciano a San Marco

Difficile questa domanda se posta oggi, come io faccio. Considerate che, prima che mi ci documentassi non lo sapevo nemmeno io, è proprio un aneddoto particolare e di cui nessuno, vivente, può avere memoria. Ora non immaginatemi come un super esperto di ogni cosa, il mio racconto parte dal desiderio di scoprire, stupirmi e raccontarvi tutto il bello che Venezia ha da dare.
Ora con l’aiuto di Doc di Ritorno al futuro puntiamo la macchina del tempo sulla DeLorean all’anno 1797, poco prima della caduta della Repubblica di Venezia per mano di Napoleone.

V.M. Coronelli Orologgio di piazza San Marco da Singolarità di Venezia, t. 31, Fonte Biblioteca Nazionale Marciana, Internet Culturale.

Apriamo gli occhi e, rimaniamo stupefatti: il Leone Marciano non è da solo! Viene accompagnato, poco più a destra del Vangelo che reca sotto la zampa, da un Doge! Quest’ultimo venne rimosso perchè con l’avvento di Napoleone i suoi simpatizzanti Giacobini locali, rinvigoriti dalla cosa, decisero di attaccare e distruggere tutti i simboli che si rifacevano al Dogato e alle passate reggenze veneziane. Come da immagine qui allegata infatti insieme al Leone vi era il Doge Barbarigo.

Gli elementi peculiari della Torre dell’Orologio:

Chi passa da San Marco dopo tutti i dettagli che possono rubare lo sguardo di certo non potrà che rimanere affascinato da questa via d’accesso o di uscita dalla Piazza cittadina che, con una spiccata eleganza conduce, attraverso il portico alla sua estremità bassa, alla Merceria Orologio, una delle più prestigiose calli veneziane.

Ecco i suoi elementi di spicco:

I Mori: Due statue in bronzo raffiguranti due pastori, chiamate Mori per il colore scuro del materiale con cui sono state forgiate, battono le ore sulla campana. Sono soprannominati il “vecchio” e il “giovane” perchè uno dei due porta la barba, il secondo no. Inoltre il Moro Vecchio batte sulla campana due minuti prima dell’ora esatta, a rappresentare il tempo passato; il Giovane invece due minuti dopo per indicare il tempo che verrà.

La Campana: Fusa nel 1497 da Simone Campanato, è decorata con medaglioni che includono il Leone di San Marco e lo stemma del Doge Barbarigo.

La Statua del Doge: (quella menzionata a inizio articolo) Originariamente affiancava il Leone di San Marco sulla torre, ma fu distrutta nel 1797 dai giacobini veneziani durante l’occupazione francese.

Processione dei Magi: Un meccanismo che emerge dalla torre due volte l’anno (Epifania ed Ascensione), segnalato dalla necessità di alzare manualmente le tambure che mostrano i numeri delle ore e dei minuti.

Interno: Diviso in quattro piani, ospita la macchina dell’orologio e il meccanismo dei re magi. Gli alloggi del custode si trovano nei piani inferiori.

Temperatori: Figura chiave e storica per la manutenzione dell’orologio, iniziata da Giancarlo Raineri nel 1500 e proseguita per 500 anni. L’ultimo temperatore, Alberto Peratoner, lasciò l’appartamento nel 1998 quando il sistema dell’orologio fu motorizzato a seguito dell’ultimo grande restauro.

La stazione del Traghetto di Santa Sofia
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Quali peculiarità ha l’orologio?

L’Orologio dei Mori, originariamente progettato per indicare l’ora con una sola lancetta, utilizza un quadrante di 24 ore, decorato con oro e smalto blu. Oltre a segnare l’ora, mostra il giorno, le fasi lunari e i segni zodiacali.

Questo orologio include anche un meccanismo a carillon attivato solo durante l’Epifania e l’Ascensione. In queste occasioni, figure della Natività e i Re Magi sfilano sulla piattaforma semicircolare sopra il quadrante, rientrando poi nella Torre.

Il sistema dell’orologio è mosso da un complesso di ingranaggi all’interno di una grande struttura metallica a pianta cruciforme al centro della Torre. L’orologio attuale fu ricostruito nel 1750 da Bartolomeo Ferracina. Il restauro effettuato da Gorla alla fine degli anni ’90 ha apportato modifiche significative alla macchina originale costruita nel tardo Quattrocento da G. Carlo Rainieri. Con l’introduzione dell’automazione di ricarica, non è più necessaria la presenza continua di una persona per il funzionamento dell’orologio.

In conclusione:

In conclusione, l’Orologio dei Mori di San Marco non è solo un capolavoro di ingegneria e arte, ma anche un simbolo ricco di storia e fascino. Le vicende legate alla sparizione del Doge e le curiosità sui Mori aggiungono forza simbolica a questa straordinaria struttura. Esplorando questi segreti, riscopriamo non solo la maestria dei veneziani, ma anche l’importanza di preservare e raccontare le storie che rendono unica Venezia.

In questa città ricca di misteri e di segreti, ogni vicolo nasconde un aneddoto prezioso da tramandare, e la mia missione è cercare di incuriosirvi e regalandovi, una tessera di puzzle per volta, un quadro variopinto della storia locale da un punto di vista inedito. Continuate a seguire questa rubrica e lasciatevi incantare dalle meraviglie di Venezia, un passo alla volta.

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I Segreti di Venezia: Attraversare il Canal Grande in Gondola, una tradizione affascinante

Benvenuti nella serie “I Segreti di Venezia”, un viaggio senza tempo tra le affascinanti vicende e unicità della città lagunare. Oggi vi farò scoprire come compiere un rapido tragitto a bordo di un’autentica gondola veneziana per giungere sulla riva opposta del Canal Grande senza fare centinaia di passi in più. Il costo è di due euro, ridotto sensibilmente se possessori della tessera Venezia unica.

Dove ed in quali orari posso trovare questi traghetti?

Disntiguiamo quelli attivi da quelli inattivi, nella prima categoria, effettivamente collocati in tre snodi nevralgici cittadini e del Canal Grande, rientrano i seguenti:

Il carrello che ci indica il Traghetto San Tomà
  • Santa Sofia – è un traghetto nei pressi dell’omonima chiesa in Cannaregio ci permette di attraversare da e verso il Sestiere di San Polo sbarcando a pochissimi passi dal Mercato del Pesce di Rialto e dal Ponte di Rialto stesso.
    Gli orari svolti sono: 8.30 – 19.00 da lun al ven e dalle 9.00 – 18.00 Sab, dom e festivi.
    Nella mappa a fine articolo indicata in ROSSO.
  • San Tomà – si tratta di un traghetto nei pressi della Basilica di Santa Maria dei Frari a San Polo che permette di attraversare da e per il Sestiere di San Marco a 1′ a piedi da Campo Santo Stefano e a 15′ da San Marco. Metaforicamente è un Ponte virtuale in quanto in questa zona i più vicini sono quello di Rialto e quello dell’Accademia entrambi ad 1km di distanza dalla Stazione Traghetto di San Tomà sul lato di San Polo.
    Gli orari svolti sono: 8.30 – 19.00 da lun a ven e dalle 9.00 – 18.30 Sab, dom e festivi.
    Nella mappa a fine articolo indicata in VERDE.
  • Santa Maria del Giglio – quest’ultimo traghetto tra quelli attivi è quello dove maggiormente si respira il “profumo” della Serenissima, siamo infatti vicinissimi a Punta della Dogana e, dunque al punto d’unione del Canal Grande con il Canale della Giudecca che formano il Bacino di San Marco. Ci troviamo, sostando nel Sestiere di San Marco, a 1′ dal Teatro la Fenice e a 10′ da Piazza San Marco, attraversando in gondola arriveremo nel Sestiere di Dorsoduro, a 2′ dalla Basilica della Salute e a 5′ da Punta della Dogana.
    Gli orari svolti sono: 9.00 – 18.00.
    Nella mappa a fine articolo indicata in BLU.
  • Circa i traghetti inattivi vi segnalo: San Marcuola (nelle vicinanze del Casinò di Venezia), quello di Riva del Vin (San Polo) da e per Riva del Carbon (San Marco) vicinissimo al Ponte di Rialto, San Samuele che da San Marco andava da e per Dorsoduro ed infine quello di Punta della Dogana, che andava da e per Calle del Ridotto a ridosso di Piazza San Marco.
La stazione del Traghetto di Santa Sofia
La stazione del Traghetto di Santa Sofia

Quando sono nate le Gondole Traghetto?

Non vi è una data di nascita precisa per le gondole traghetto, ma è certo che già dal XIV secolo, nel 1300, esisteva una chiara regolamentazione di questo servizio. All’epoca, la modesta quantità di ponti che attraversavano il Canal Grande rendeva i traghetti essenziali per i cittadini. Nel 1300, infatti, esisteva solo il Ponte di Rialto. Il Ponte dell’Accademia fu costruito nel 1854, pur essendo considerato “temporaneo” è lì da quasi 200 anni, e il Ponte degli Scalzi fu inaugurato nel 1858, accanto alla Stazione Ferroviaria Venezia Santa Lucia.

E il Ponte di Calatrava? Certo, vi parlo anche di quel ponte, ma considerando che siamo partiti dal 1300 e siamo passati per due tappe nel 1800, sarebbe ironico parlare di un ponte inaugurato solo nel settembre del 2008. Ebbene sì, Venezia ha avuto per secoli un solo ponte sul Canal Grande! Incredibile, no? Per questo, dunque, le gondole traghetto, tuttora utilissime, hanno vissuto un’epoca d’oro di indispensabilità.

In Gondola a Santa verso Santa Sofia

La mia esperienza:

Ogni volta che visito Venezia, che sia per una passeggiata, per una sessione di fotografie o qualsivoglia altro motivo (come organizzare la caccia al tesoro fotografica), valuto se utilizzare  queste piccole scorciatoie acquee, pesche rendono più veloce ed autentica l’esperienza cittadina. Saltare velocemente da una sponda all’altra, da un Sestiere all’altro, in un contesto unico come quello di Venezia è un’opportunità che vale la pena provare. Rimane vero che di questo luogo ho sempre posto l’accento sul goderlo con lentezza, ma se ci pensate bene anche usare le gondole traghetto rispetta questa regola, perchè in fondo ogni colpo di remo affonda nelle tradizioni secolari dei gondolieri.

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In conclusione:

Sfruttare queste scorciatoie vi permetterà di esplorare la città in modo più efficiente, senza perdere il fascino di ogni suo angolo. Ma non dimenticatevi che sono anche un mezzo utilizzatissimo dai residenti, dunque siate educati e rispettosi in ogni momento ed in ogni contesto. La prossima volta che vi troverete a Venezia, ricordatevi di questi traghetti: un piccolo segreto che renderà il vostro viaggio ancora più speciale. Buon viaggio e buon divertimento nella meravigliosa Venezia!

mappa di Venezia e delle Gondole Traghetto

In questa città ricca di misteri e di segreti, ogni vicolo nasconde un aneddoto prezioso da tramandare, e la mia missione è cercare di incuriosirvi e regalandovi, una tessera di puzzle per volta, un quadro variopinto della storia locale da un punto di vista inedito. Continuate a seguire questa rubrica e lasciatevi incantare dalle meraviglie di Venezia, un passo alla volta.

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I Segreti di Venezia: Il Caffè della Serra dei Giardini – Castello

Benvenuti nella serie “I Segreti di Venezia”, un viaggio senza tempo tra le affascinanti vicende e unicità della città lagunare. Oggi vi farò scoprire un locale intimo e unico nel suo genere, uno dei più iconici della città di Venezia, situato nel Sestiere di Castello.

Il Caffè della Serra dei Giardini:

Come si intuisce dal nome, prima ancora che un caffè, questo luogo è una serra in grado di custodire, oltre che prelibatezze biologiche, piante ornamentali e da vaso, materiali da giardinaggio, laboratori didattici, eventi e molto altro. La Serra dei Giardini di Venezia è un esempio di architettura in ferro e vetro di fine Ottocento. Il suo stile combina elementi del Liberty/Art Nouveau.

vista esterna dall'ingresso del caffè della serra dei giardini di venezia

La mia personale esperienza in questo luogo:

Vi racconto una piccola curiosità: Ogni volta che sono arrivato, ho trovato il locale chiuso per vari motivi, dalle manutenzioni alle ferie. Tuttavia, dopo svariati tentativi, posso affermare che ne è davvero valsa la pena. Entrare nel locale, passeggiare lungo il vialetto di legno e gustare una colazione tranquilla è stata un’esperienza unica.. L’atmosfera era incantevole, proprio come l’avevo sempre immaginata. Mi son sentito travolto da vibrazioni positive e da emozioni che si riflettevano in pari maniera negli occhi degli altri clienti, come se tutti parlassimo nel silenzio la stessa lingua attraverso lo sguardo. C’erano turisti, persone del luogo e tanti, tantissimi giovani e studenti.

un pianoforte libero per i clienti del caffè della serra dei giardini a venezia

L’occhio, poi, non può fare a meno di farsi catturare dai dettagli, come un pianoforte e un cartello che recita: “Anche la musica è cibo per l’anima, che fai, suoni?”. Chi mi segue da tempo, specialmente su Instagram, sa quanto io sia affascinato dai “pianoforti liberi”—quegli strumenti che, in locali e aeroporti, diventano protagonisti su palcoscenici improvvisati per chi desidera sbagliare qualche nota o suonare un capolavoro del suo artista preferito.

uno scorcio interno della serra dei giardini

Qualcosa sul gestore, NONSOLOVERDE:

È una cooperativa sociale fondata nel 1993, focalizzata sulla manutenzione del verde e falegnameria. Collabora con enti pubblici e privati, promuovendo l’imprenditorialità sociale e l’emancipazione attraverso il lavoro. Organizza attività educative, come la manifestazione Arbor & Children, e si impegna nel reinserimento lavorativo di persone svantaggiate.

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Dal punto di vista storico-architettonico:

La Serra dei Giardini di Castello fu costruita nel 1894. Il progetto aveva l’intento di valorizzare un’area verde poco utilizzata, così da ospitare le piante dell’Esposizione Internazionale d’Arte. Si inseriva originariamente in un contesto di trasformazione urbana post-napoleonica. Nel corso degli anni, l’edificio subì varie modifiche strutturali e funzionali, inclusa l’aggiunta di cassoni solari e strutture di servizio. Dopo anni di declino e abbandono, negli anni 2000 sono state avviate opere di messa in sicurezza.

Questa storica struttura ha trovato nuova vita grazie all’impegno di NONSOLOVERDE, che oggi la utilizza come fulcro delle proprie attività sociali e educative. La vendita di piante nella Serra sostiene le iniziative della cooperativa e finanzia una varietà di eventi. Tra questi, spiccano laboratori di giardinaggio per bambini, corsi di botanica per adulti e esposizioni artistiche che integrano natura e cultura, trasformando la Serra in un fulcro di eventi sociali.
(fonte sito ufficiale)

il retro del caffè della serra dei giardini e le piante in vendita

Le info utili e come si arriva alla Serra dei Giardini:

INDIRIZZO:
Serra dei Giardini Viale
Giuseppe Garibaldi, 1254
30122 Venezia – Castello Italia

TELEFONO:
+39 041 2960360

ORARI:
Caffetteria Lunedì – Domenica: 10.00 – 20.00
Fioreria Martedì – Domenica: 10.00 – 20.00

LINEE ACTV: Linea 1; Linea 4.1 / 4.2; Linea 5.1 / 5.2;
(controllate sempre quella giusta in base a dove vi trovate alla partenza)
FERMATA: Giardini

In conclusione:

Visitare la Serra dei Giardini non è solo un’opportunità per gustare una colazione in un ambiente unico, ma anche per immergersi nella storia e nella cultura Veneziana più autentica. Questo angolo di Castello combina l’architettura del passato con un centro di aggregazione socio-culturale che regala una seconda chance alle persone. Che tu sia un amante della botanica, un appassionato di musica e fotografia o semplicemente un curioso esploratore, la Serra offre un’esperienza che arricchisce ad ogni visita. Non perdere l’occasione di scoprire questo angolo speciale.

Una raccomandazione: Siate Turisti Responsabili… altrimenti sapete che il Gobbo non aspetta altro che il vostro bacio.

In questa città ricca di misteri e di segreti, ogni vicolo nasconde un aneddoto prezioso da tramandare, e la mia missione è cercare di incuriosirvi e regalandovi, una tessera di puzzle per volta, un quadro variopinto della storia locale da un punto di vista inedito. Continuate a seguire questa rubrica e lasciatevi incantare dalle meraviglie di Venezia, un passo alla volta.

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