“Santa Claus e i 25 ingredienti della Luce” – 05 Dicembre – Burano

"Santa Claus e i 25 ingredienti della Luce" - cover by Trarealtaesogno

5 Dicembre – Burano

La luce filtrava sommessamente attraverso la brina che si era formata sulle vetrate dell’approdo. Dormiva ancora, ma a un tratto i versi rabbiosi di un gabbiano destarono Santa dal suo sonno profondo. Volgendo lo sguardo verso il rumore, si accorse che il gabbiano stava rabbiosamente sfilacciando la base del sacco in iuta, provocando uno squarcio che, se ignorato, avrebbe causato il danneggiamento e lo smarrimento di buona parte, forse della totalità, del prezioso contenuto. Santa emise un lamento tipico di chi soffre di mal di schiena e cercò di muoversi velocemente per raggiungere il taschino in cui serbava i croccantini, snack delle renne. Scuotendoli nell’aria, fece sì che il rumore incuriosisse il volatile; ne scagliò una manciata nell’acqua di fronte all’approdo e il gabbiano cessò di azzannare il sacco di iuta in favore di un cibo più goloso. Santa non era solito usare esclamazioni e improperi, ma ci andò vicino. Con ago e filo rabberciò il sacco, poi, con i polpastrelli, disegnò uno smile sui vetri dell’approdo, per poi mettersi in attesa dell’arrivo del vaporetto che lo avrebbe condotto finalmente a Burano. Una volta a bordo, si prese la briga di cercare subito il marinaio: era infatti sprovvisto del biglietto e, memore che in caso di sanzione avrebbe avuto serie difficoltà a fornire delle generalità credibili, si affrettò ad acquistare il biglietto a bordo, a prezzo maggiorato e alcuni altri per esigenze future. Tempo di risolvere questa questione burocratica, si fece già ora di scendere. Burano si presentò subito con un’ampia rappresentanza del suo repertorio cromatico: file interminabili di case, ciascuna con il proprio gusto cromatico, sobrie, sgargianti, smargiasse pure, ognuna con il proprio carattere, spesso riflesso degli antichi proprietari. Santa si disse: “Non oso immaginare in tempi antichi come avrebbero potuto i pescatori riconoscere le loro case nella nebbia più fitta, senza questo stratagemma dei colori”. Santa si fece forza, la missione che voleva portare a compimento era più importante dell’incanto che lo circondava: una rinuncia per fini più alti. Al contempo si rese conto che non aveva ancora fatto un inventario di quanto raccolto e, per quanto godesse di buona memoria, anche questo tipo di concentrazione e attenzione era necessario. L’unica certezza era che l’ingrediente segreto si sarebbe rivelato da sé, come gli altri. Cammina che ti cammina, giunse a un incrocio di canali sovrastato da un numero cospicuo di ponti che, per quanto giusti, parevano quasi in sovrannumero rispetto alla reale esigenza, data l’esigua dimensione dell’area. Si accorse poi che quello che stava varcando era denominato Ponte degli Assassini; trovandosi solo, un brivido lo percorse tutto, ma si tranquillizzò ripensando a quella volta che, a Venezia, passò per il Rio Terà degli Assassini, luoghi anticamente malfamati che oggi riflettevano solo gli spettri del loro passato. Percorrendo queste fondamenta, d’un tratto sentì una voce in lontananza ripetere quasi come una cantilena: “Barba qui qui qui, barba qui qui qui, ciambellone qui qui qui”. Man mano che si avvicinava, la voce si faceva più distinguibile, lievemente rauca; non era sicuramente umana. Arrivato vicino al suono, Santa capì la situazione, che si fece improvvisamente grottesca. L’interlocutore che lo richiamava era un pappagallo amazzone, tipico del Centro e Sud America, appollaiato su un trespolo, libero, fedele alla sua zolla di mondo. Santa lo scrutò per bene, così il volatile, sentendosi oggetto di sfida, proseguì: “Ciambella senza zucchero, cosa guardi?” E Santa: “Ehi tipetto, sei tu che mi hai chiamato da centinaia di metri di distanza, non fare il furbo”. A quel punto il pappagallo volò via per poi tornare con un frammento di intonaco azzurro stretto nel becco e dire: “Casa del cielo, tuo ora”. Santa rimase davvero sorpreso dalla loquacità e dalla verve di quel pennuto. Non poteva certo ricompensarlo come i gatti, così mise alcuni snack in una ciotola ai piedi del trespolo. Il pappagallo apprezzò il gesto, si lasciò accarezzare due volte la testolina e poi si alzò sulle zampe, allargando le ali in segno di saluto. Santa rise di gusto per l’incontro estemporaneo e, allontanandosi, chiese a se stesso ad alta voce come sarebbe potuto proseguire il viaggio. Poco lontano, l’animale, ancora issato ad ali aperte sul trespolo, sbraitò: “Mazzorbo, ciambellone senza zucchero”. Santa prese nota: in fondo era collegata a Burano da un ponte, e visitarla sarebbe costato poco tempo. Mise il pezzo di intonaco azzurro cielo dentro la sacca di iuta, rabberciata poco prima, e si incamminò, salutando con ampi gesti delle mani il folle animale che aveva contraddistinto questa tappa..

A domani con un nuovo capitolo!

Ingredienti della Luce raccolti finora: Acqua del fiume Piave, Acqua agrodolce della foce del Sile, fango in scatola, frammento del Ponte del Diavolo, intonaco color cielo.

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Questo progetto prende vita dalla serie “I Segreti di Venezia”, scoprila cliccando qui, traendone ispirazione per diventare un potente canale di valorizzazione e divulgazione del ricco patrimonio culturale e storico della città lagunare. Con un linguaggio accessibile e coinvolgente, il racconto trasforma ogni pagina in un’esperienza unica, intrecciando storia e magia, e svelando, attraverso la narrazione, alcuni degli affascinanti segreti della serie stessa. Un viaggio emozionante che invita il lettore a scoprire Venezia con occhi nuovi.

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I capitoli e le date di uscita:

01 Dicembre – Santa Maria di Piave

02 Dicembre – Foce del Sile

03 Dicembre – Lio Piccolo

04 Dicembre – Isola di Torcello

05 Dicembre – Isola di Burano

06 Dicembre – Isola di Mazzorbo

07 Dicembre – Isola di Sant’Erasmo

08 Dicembre – Isola delle Vignole

09 Dicembre – Isola della Certosa

10 Dicembre – Isola di San Francesco del Deserto

11 Dicembre – Isola di Poveglia

12 Dicembre – Località Malamocco

13 Dicembre – San Pietro in Volta

14 Dicembre – Pellestrina

15 Dicembre – Cà Roman

16 Dicembre – Chioggia

17 Dicembre – Sottomarina

18 Dicembre – Isola di San Lazzaro degli Armeni

19 Dicembre – Sestiere Castello

20 Dicembre – Isola della Giudecca

21 Dicembre – Sestiere Dorsoduro

22 Dicembre – Sestiere San Polo

23 Dicembre – Sestieri San Polo, San Marco e Castello

24 Dicembre – Sestiere di San Marco

25 Dicembre – Sestiere Castello

“Santa Claus e i 25 ingredienti della Luce” – 04 Dicembre – Isola di Torcello

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4 Dicembre – Isola di Torcello

Al risveglio, giusto al cantare del gallo, Santa si ricompose e approfittò di un catino di raccolta ricolmo d’acqua piovana gelida per sciacquarsi il viso. Un’esclamazione stizzita seguì il contatto con l’acqua freddissima, seguita dal confortevole contatto con un asciugamano profumato al talco che Santa serbava sempre nella sua sacca di iuta. Affacciandosi al balcone, fece giusto in tempo a salutare Pietro che stava per andare a scuola, costretto a partire prestissimo per non fare tardi. Una volta pronto, chiuse la porta alle sue spalle e andò a bussare presso la casa di Giovanni, così da ringraziarlo per il suo gesto, lasciando poi al nonno per Pietro un secondo sacchettino, questa volta con dei semi di piante aromatiche, certo del suo gradimento. Giovanni si fece avanti con una proposta: “Oggi sarà una giornata bellissima, sarebbe un peccato se lei non visitasse Torcello. Non vuole un passaggio?”. Santa acconsentì felice, sicuro che vi avrebbe trovato qualche ingrediente prezioso. Una volta giunto a un approdo del trasporto pubblico, totalmente diverso ed in legno rispetto a quelli veneziani, Santa si incamminò lungo un viottolo circondato dalla vegetazione su un lato e da un canale sull’altro. Era così presto da essere l’unico a percorrere quei luoghi, unico compagno il vapore che scaturiva dal suo respiro e qualche goccia di condensa che cominciava a sbocciare sulla fitta barba bianca. Il silenzio dominava quei luoghi, così denso e fitto da sembrare un frastuono. Arrivato presso il Ponte del Diavolo, vide un gatto rosso, leggermente striato, che stava giocando con una petruzza che pareva essere una scheggia del ponte. Santa si avvicinò, riuscì a distinguere le fusa del gatto che, appesa al collo, aveva una medaglietta con scritto “Birba”. Frugò nel taschino e trovò un sacchettino di crocchette per renne, le fece annusare al micio che, di buon grado, accettò lo scambio. Quella petruzza del Ponte del Diavolo era impregnata della storia leggendaria di quel luogo; sicuramente anche un pizzico di tenebra può aiutare la ricetta nella sua interezza. Incuriosito dal luogo, Santa proseguì, scorgendo sul famoso “Trono di Attila”, presso il piazzale dove sorgono la Chiesa e la Basilica, un vecchio pescatore riverso in diagonale con schiena e gambe sui due braccioli del trono. Gli si fece vicino e chiese: “Tutto bene, nostromo?”. E lui: “Sono Oreste, capitano della Nettuno. Bene. Bene. Ma ricorda, il bene è un elisir che si consuma al ritmo della fatica e del tempo; commisurato però all’esperienza che, man mano che il bene stesso scema e si fa parco, lo rende bastevole per sorridere ancora. Una scintilla che, se ben spesa, può attizzare nuovi fuochi o, al contrario, lasciarli morire d’inedia. Sono anni che pesco, tra mare e laguna, riesco a distinguere i pensieri delle onde, così come quelli degli abissi. Non ci meritiamo questo mondo, ma ormai ne facciamo parte e, capendolo, possiamo offrire ancora il nostro contributo. Ti ho visto raccogliere la petruzza con cui giocava Birba al Ponte, sei stato generoso con le crocchette. Il passato ha sempre in sé un pizzico di futuro”. Santa, stupito dalla cosa non avendo visto nessuno, si fece forza e chiese il permesso di scattargli una foto. Ottenutolo, estrasse la sua Polaroid Xiao Pocket per fare una foto al pescatore che, sorridendo, si prestò alla missione inconsapevolmente rispetto allo scopo ultimo della stessa. Santa infatti parlò di un progetto fotografico sulla felicità, ma, come sappiamo, questa cosa va ben oltre: la magia parla tutte le lingue del mondo. Dopo un minuto la foto fu pronta, Santa ne fece una seconda, così da regalarla a Oreste a ricordo del loro incontro. Santa si congedò e, piano piano, tornò verso la fermata del vaporetto. La prossima tappa era vicina, ma voleva viverla come un abitante del posto.

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I capitoli e le date di uscita:

01 Dicembre – Santa Maria di Piave

02 Dicembre – Foce del Sile

03 Dicembre – Lio Piccolo

04 Dicembre – Isola di Torcello

05 Dicembre – Isola di Burano

06 Dicembre – Isola di Mazzorbo

07 Dicembre – Isola di Sant’Erasmo

08 Dicembre – Isola delle Vignole

09 Dicembre – Isola della Certosa

10 Dicembre – Isola di San Francesco del Deserto

11 Dicembre – Isola di Poveglia

12 Dicembre – Località Malamocco

13 Dicembre – San Pietro in Volta

14 Dicembre – Pellestrina

15 Dicembre – Cà Roman

16 Dicembre – Chioggia

17 Dicembre – Sottomarina

18 Dicembre – Isola di San Lazzaro degli Armeni

19 Dicembre – Sestiere Castello

20 Dicembre – Isola della Giudecca

21 Dicembre – Sestiere Dorsoduro

22 Dicembre – Sestiere San Polo

23 Dicembre – Sestieri San Polo, San Marco e Castello

24 Dicembre – Sestiere di San Marco

25 Dicembre – Sestiere Castello

“Santa Claus e i 25 ingredienti della Luce” – 03 Dicembre – Lio Piccolo

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3 Dicembre – Lio Piccolo

Dopo un lungo cammino e ascoltati i consigli di numerosi viandanti, Santa si spinse fino a Lio Piccolo. Era il tardo pomeriggio ormai, e dato il periodo, il sole era già tramontato da un pezzo. Egli aveva già attraversato sentieri che, zigzagando, costeggiavano piccoli specchi d’acqua lagunari. In quelle barene, in alternanza, isolotti e acque convivevano in fratellanza, permettendo a piccoli stormi di riposare e al resto della fauna locale di trovare riparo, o comunque casa, in un luogo ricchissimo di biodiversità. Finalmente giunse alle prime case, sui cui vetri, appannati dall’umidità e leggermente ghiacciati all’esterno, si riflettevano gli effetti di un qualche focolare acceso. Si trovava presso la piazza, alla cui sinistra sorgeva un piccolo museo; poi dei caseggiati semplici si declinavano verso destra, raccontando le tracce di un dialogo sospeso tra piccolo artigianato, pesca e coltivazione. Il punto più estremo di questo luogo, proprio sulla destra, era una piccola chiesa rosa, provvista, in maniera strana, anche di un campanile che sorgeva qualche metro più distante, accostato a quella che pareva una sacrestia. Addossata a quest’ultima vi era una panchina, e lì Santa scorse un anziano signore che badava a quello che probabilmente era suo nipotino. Lo richiamava con il tono vezzeggiante di chi ti rimprovera, provando un bene infinito per te. Il bambino si accorse di quell’uomo che si stava avvicinando, così il nonno non perse l’occasione per ricordargli di non disturbare gli sconosciuti, ma, si sa, i bambini sanno disubbidire con una dolcezza incredibile. A nulla valsero i richiami del nonno verso il nipotino, Pietro, che prese a piene mani del fango che aveva appena creato per porgerlo al viandante, accompagnando il gesto con queste parole: “Buona sera, signore. Sono sicuro che lei ami la natura, altrimenti non passerebbe di qui. In cambio di un oggetto, qualsiasi, posso offrirle questo fango; ho iniziato a crearlo da qualche mese. Di solito lo faccio per mia nonna e, da quando lo usa sul fondo dei vasi delle piante, ci siamo accorti che crescono più belle. Non ne vuole un po’ anche lei?” Il nonno scosse la testa con disapprovazione e tenerezza. Santa lo guardò con l’espressione di chi ti tranquillizza e ti invita a lasciar proseguire il bambino, poi rispose: “Se vuoi, posso ricambiarti con un sacchetto che contiene foglie di alloro, agrifoglio ed edera. Arrivano tutte dal mio giardino e, visto che sei un amante della natura, sono convinto che ti faranno comodo.” Pietro corse in casa, recuperò una ciotolina usa e getta, raccolse il suo fango speciale e, con gli occhi brillanti di gioia, concretizzò questo scambio. Santa si lasciò andare a un soddisfatto e lieto borbottio, poi si avvicinò a Giovanni, il nonno del bambino di cui aveva appena scoperto il nome, chiedendo dove avrebbe potuto trascorrere la notte. Giovanni gli ricordò che si trovava in un angolo sperduto, ma, data la semplicità dell’abbigliamento di Santa, gli disse che, se non era una persona troppo sofisticata, avrebbe potuto accontentarsi di un antico giaciglio che un tempo era riservato al campanaro. Si poteva accendere un piccolo focolare e godere di un riparo senza pagare nulla, data la gioia regalata al nipotino, che da mesi sperava di concludere la “vendita” del suo fango miracoloso, che – come tutte le ricette semplici e tradizionali – a volte vince sulla scienza e sulla ricerca. Le gote di Santa arrossirono, ed egli accettò di buon grado l’offerta, promettendo di restituire il luogo che gli veniva concesso nelle migliori condizioni possibili, in onore del loro nobile gesto.

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06 Dicembre – Isola di Mazzorbo

07 Dicembre – Isola di Sant’Erasmo

08 Dicembre – Isola delle Vignole

09 Dicembre – Isola della Certosa

10 Dicembre – Isola di San Francesco del Deserto

11 Dicembre – Isola di Poveglia

12 Dicembre – Località Malamocco

13 Dicembre – San Pietro in Volta

14 Dicembre – Pellestrina

15 Dicembre – Cà Roman

16 Dicembre – Chioggia

17 Dicembre – Sottomarina

18 Dicembre – Isola di San Lazzaro degli Armeni

19 Dicembre – Sestiere Castello

20 Dicembre – Isola della Giudecca

21 Dicembre – Sestiere Dorsoduro

22 Dicembre – Sestiere San Polo

23 Dicembre – Sestieri San Polo, San Marco e Castello

24 Dicembre – Sestiere di San Marco

25 Dicembre – Sestiere Castello

“Santa Claus e i 25 ingredienti della Luce” – 02 Dicembre – Foce del Sile

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2 Dicembre – Foce del Sile

La folle corsa e la fuga, prima, il camminare e l’istinto, dopo, lo condussero in un luogo placido. Era notte ormai, il rumore delle onde spazzava via i pensieri, mentre un faro, roteando la sua luce, sembrava voler guidare verso rotte proficue l’unico spettatore presente. Si asciugò la fronte imperlata di gocce di sudore con un fazzoletto candido e, tirato un sospiro, l’ennesimo, frugò nella sacca con l’ansia di aver potuto perdere la lista del necessario. Sussultò felice ritrovandola e scoprendo che il prossimo ingrediente doveva essere un elemento “a metà,” ossia qualcosa che consistesse di un’anima duale, in transizione: poteva essere il ghiaccio, un liquido che si era fatto solido, oppure vapore, nebbia, o ancora rugiada. Si guardò intorno e, non riuscendo a trattenere un borbottio soddisfatto, disse: “Poffarbacco!” Si precipitò verso il confine che la luce del faro pareva tracciare lungo le acque del fiume, nel punto in cui si tuffavano nel mare. Qui l’acqua ha un’anima a metà, non è più fiume, né ancora mare, è agrodolce. Prese dalla solita sacca un’ampolla un po’ più grande e, legatala a una fune, la scagliò là dove la luce del faro sembrava indicare. La trasse a sé, portandosela al petto, proprio lì dove l’abito sembrava grossolanamente rabberciato con una vistosa toppa di colore mal assortito. Felice, chiuse l’ampolla e, con un pastello rosso, aggiunse il secondo ingrediente della lista, tracciandovi sopra la forma di un sorriso.

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10 Dicembre – Isola di San Francesco del Deserto

11 Dicembre – Isola di Poveglia

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13 Dicembre – San Pietro in Volta

14 Dicembre – Pellestrina

15 Dicembre – Cà Roman

16 Dicembre – Chioggia

17 Dicembre – Sottomarina

18 Dicembre – Isola di San Lazzaro degli Armeni

19 Dicembre – Sestiere Castello

20 Dicembre – Isola della Giudecca

21 Dicembre – Sestiere Dorsoduro

22 Dicembre – Sestiere San Polo

23 Dicembre – Sestieri San Polo, San Marco e Castello

24 Dicembre – Sestiere di San Marco

25 Dicembre – Sestiere Castello

“Santa Claus e i 25 ingredienti della Luce” – 01 Dicembre – Santa Maria di Piave

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1 Dicembre – Santa Maria di Piave

Pareva un vecchio balordo e alticcio quell’uomo che, vicino all’ansa che il fiume Sile forma presso la frazione di Santa Maria di Piave, camminava con aria mesta e inconsolabile all’imbrunire. Vestito con abiti consunti, capelli e barba trascurati, perfino gli occhiali presentavano una vistosa crepa sulla lente destra. Eppure, tra uno sbuffo di condensa per il freddo e le mani intirizzite dal gelo, sembrava avere uno scopo superiore. In mano teneva una grande lanterna tinta di bronzo, spenta, e, sulla schiena, portava una sacca che appariva come un comune sacco di iuta per le patate. In pochi ci avrebbero scommesso, ma quell’uomo, che appariva come un reietto della società, era in realtà Santa Claus in incognito, alla disperata ricerca degli ingredienti per compiere un antico rituale: quello degli “Ingredienti della Luce”. Tutto questo perché, scorato dagli eventi, aveva iniziato a sentirsi inutile, travolto dalla crescente disaffezione delle persone verso il Natale. Dalla sacca estrasse un foglio, simile a una pergamena, che conteneva la lista del necessario. Gli serviva la purezza, e l’acqua poteva essere il giusto elemento. Giunto vicino alla sponda del fiume, si chinò e, presa una fialetta di vetro, la riempì d’acqua, chiudendola con un tappo di sughero. Rimase un attimo a guardarla: quella piccola fiala trasparente sembrava contenere un raggio di luna. Si domandò se ci fosse ancora purezza da trovare tra le persone, se in quell’acqua semplice e limpida fosse impressa la stessa scintilla che una volta vedeva negli occhi dei bambini. Giusto in tempo, perché poco dopo un anziano contadino lo minacciò di sguinzagliargli contro il suo pastore tedesco. Santa Claus corse via ripetendo più volte: “Mannaggia a me,” deluso ancora una volta dalle persone per le quali si stava prodigando.

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Ingredienti della Luce raccolti finora: Fialetta dell’acqua del fiume Piave.

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02 Dicembre – Foce del Sile

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11 Dicembre – Isola di Poveglia

12 Dicembre – Località Malamocco

13 Dicembre – San Pietro in Volta

14 Dicembre – Pellestrina

15 Dicembre – Cà Roman

16 Dicembre – Chioggia

17 Dicembre – Sottomarina

18 Dicembre – Isola di San Lazzaro degli Armeni

19 Dicembre – Sestiere Castello

20 Dicembre – Isola della Giudecca

21 Dicembre – Sestiere Dorsoduro

22 Dicembre – Sestiere San Polo

23 Dicembre – Sestieri San Polo, San Marco e Castello

24 Dicembre – Sestiere di San Marco

25 Dicembre – Sestiere Castello