I Segreti di Venezia: L’Orologio dei Mori e la Sparizione di un Doge – San Marco

Benvenuti nella serie “I Segreti di Venezia”, un viaggio senza tempo tra le affascinanti vicende e unicità della città lagunare. Oggi cominciamo con una domanda, non ve lo aspettavate vero? Ma ogni tanto qualche rottura della trama consueta aiuta a tenere l’attenzione forte. Continuate a leggere, vi darò un indizio visivo e poi vi porrò la domanda, ma non vi preoccupate, non darò nessun voto alla fine, semplicemente, vi spiegherò, qualora non via sia nota, la risposta.

Cosa manca in questa immagine?

L’orologio dei Mori con il Leone Marciano a San Marco

Difficile questa domanda se posta oggi, come io faccio. Considerate che, prima che mi ci documentassi non lo sapevo nemmeno io, è proprio un aneddoto particolare e di cui nessuno, vivente, può avere memoria. Ora non immaginatemi come un super esperto di ogni cosa, il mio racconto parte dal desiderio di scoprire, stupirmi e raccontarvi tutto il bello che Venezia ha da dare.
Ora con l’aiuto di Doc di Ritorno al futuro puntiamo la macchina del tempo sulla DeLorean all’anno 1797, poco prima della caduta della Repubblica di Venezia per mano di Napoleone.

V.M. Coronelli Orologgio di piazza San Marco da Singolarità di Venezia, t. 31, Fonte Biblioteca Nazionale Marciana, Internet Culturale.

Apriamo gli occhi e, rimaniamo stupefatti: il Leone Marciano non è da solo! Viene accompagnato, poco più a destra del Vangelo che reca sotto la zampa, da un Doge! Quest’ultimo venne rimosso perchè con l’avvento di Napoleone i suoi simpatizzanti Giacobini locali, rinvigoriti dalla cosa, decisero di attaccare e distruggere tutti i simboli che si rifacevano al Dogato e alle passate reggenze veneziane. Come da immagine qui allegata infatti insieme al Leone vi era il Doge Barbarigo.

Gli elementi peculiari della Torre dell’Orologio:

Chi passa da San Marco dopo tutti i dettagli che possono rubare lo sguardo di certo non potrà che rimanere affascinato da questa via d’accesso o di uscita dalla Piazza cittadina che, con una spiccata eleganza conduce, attraverso il portico alla sua estremità bassa, alla Merceria Orologio, una delle più prestigiose calli veneziane.

Ecco i suoi elementi di spicco:

I Mori: Due statue in bronzo raffiguranti due pastori, chiamate Mori per il colore scuro del materiale con cui sono state forgiate, battono le ore sulla campana. Sono soprannominati il “vecchio” e il “giovane” perchè uno dei due porta la barba, il secondo no. Inoltre il Moro Vecchio batte sulla campana due minuti prima dell’ora esatta, a rappresentare il tempo passato; il Giovane invece due minuti dopo per indicare il tempo che verrà.

La Campana: Fusa nel 1497 da Simone Campanato, è decorata con medaglioni che includono il Leone di San Marco e lo stemma del Doge Barbarigo.

La Statua del Doge: (quella menzionata a inizio articolo) Originariamente affiancava il Leone di San Marco sulla torre, ma fu distrutta nel 1797 dai giacobini veneziani durante l’occupazione francese.

Processione dei Magi: Un meccanismo che emerge dalla torre due volte l’anno (Epifania ed Ascensione), segnalato dalla necessità di alzare manualmente le tambure che mostrano i numeri delle ore e dei minuti.

Interno: Diviso in quattro piani, ospita la macchina dell’orologio e il meccanismo dei re magi. Gli alloggi del custode si trovano nei piani inferiori.

Temperatori: Figura chiave e storica per la manutenzione dell’orologio, iniziata da Giancarlo Raineri nel 1500 e proseguita per 500 anni. L’ultimo temperatore, Alberto Peratoner, lasciò l’appartamento nel 1998 quando il sistema dell’orologio fu motorizzato a seguito dell’ultimo grande restauro.

La stazione del Traghetto di Santa Sofia
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Quali peculiarità ha l’orologio?

L’Orologio dei Mori, originariamente progettato per indicare l’ora con una sola lancetta, utilizza un quadrante di 24 ore, decorato con oro e smalto blu. Oltre a segnare l’ora, mostra il giorno, le fasi lunari e i segni zodiacali.

Questo orologio include anche un meccanismo a carillon attivato solo durante l’Epifania e l’Ascensione. In queste occasioni, figure della Natività e i Re Magi sfilano sulla piattaforma semicircolare sopra il quadrante, rientrando poi nella Torre.

Il sistema dell’orologio è mosso da un complesso di ingranaggi all’interno di una grande struttura metallica a pianta cruciforme al centro della Torre. L’orologio attuale fu ricostruito nel 1750 da Bartolomeo Ferracina. Il restauro effettuato da Gorla alla fine degli anni ’90 ha apportato modifiche significative alla macchina originale costruita nel tardo Quattrocento da G. Carlo Rainieri. Con l’introduzione dell’automazione di ricarica, non è più necessaria la presenza continua di una persona per il funzionamento dell’orologio.

In conclusione:

In conclusione, l’Orologio dei Mori di San Marco non è solo un capolavoro di ingegneria e arte, ma anche un simbolo ricco di storia e fascino. Le vicende legate alla sparizione del Doge e le curiosità sui Mori aggiungono forza simbolica a questa straordinaria struttura. Esplorando questi segreti, riscopriamo non solo la maestria dei veneziani, ma anche l’importanza di preservare e raccontare le storie che rendono unica Venezia.

In questa città ricca di misteri e di segreti, ogni vicolo nasconde un aneddoto prezioso da tramandare, e la mia missione è cercare di incuriosirvi e regalandovi, una tessera di puzzle per volta, un quadro variopinto della storia locale da un punto di vista inedito. Continuate a seguire questa rubrica e lasciatevi incantare dalle meraviglie di Venezia, un passo alla volta.

Non dimenticate di condividere questa serie con i vostri amici e familiari per far sì che anche loro possano immergersi nei misteri e nella bellezza di Venezia. Lasciate un commento con le vostre opinioni e condividete le vostre esperienze personali sulla città. La vostra partecipazione rende questa serie ancora più speciale e coinvolgente per tutti!

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I Segreti di Venezia: Attraversare il Canal Grande in Gondola, una tradizione affascinante

Benvenuti nella serie “I Segreti di Venezia”, un viaggio senza tempo tra le affascinanti vicende e unicità della città lagunare. Oggi vi farò scoprire come compiere un rapido tragitto a bordo di un’autentica gondola veneziana per giungere sulla riva opposta del Canal Grande senza fare centinaia di passi in più. Il costo è di due euro, ridotto sensibilmente se possessori della tessera Venezia unica.

Dove ed in quali orari posso trovare questi traghetti?

Disntiguiamo quelli attivi da quelli inattivi, nella prima categoria, effettivamente collocati in tre snodi nevralgici cittadini e del Canal Grande, rientrano i seguenti:

Il carrello che ci indica il Traghetto San Tomà
  • Santa Sofia – è un traghetto nei pressi dell’omonima chiesa in Cannaregio ci permette di attraversare da e verso il Sestiere di San Polo sbarcando a pochissimi passi dal Mercato del Pesce di Rialto e dal Ponte di Rialto stesso.
    Gli orari svolti sono: 8.30 – 19.00 da lun al ven e dalle 9.00 – 18.00 Sab, dom e festivi.
    Nella mappa a fine articolo indicata in ROSSO.
  • San Tomà – si tratta di un traghetto nei pressi della Basilica di Santa Maria dei Frari a San Polo che permette di attraversare da e per il Sestiere di San Marco a 1′ a piedi da Campo Santo Stefano e a 15′ da San Marco. Metaforicamente è un Ponte virtuale in quanto in questa zona i più vicini sono quello di Rialto e quello dell’Accademia entrambi ad 1km di distanza dalla Stazione Traghetto di San Tomà sul lato di San Polo.
    Gli orari svolti sono: 8.30 – 19.00 da lun a ven e dalle 9.00 – 18.30 Sab, dom e festivi.
    Nella mappa a fine articolo indicata in VERDE.
  • Santa Maria del Giglio – quest’ultimo traghetto tra quelli attivi è quello dove maggiormente si respira il “profumo” della Serenissima, siamo infatti vicinissimi a Punta della Dogana e, dunque al punto d’unione del Canal Grande con il Canale della Giudecca che formano il Bacino di San Marco. Ci troviamo, sostando nel Sestiere di San Marco, a 1′ dal Teatro la Fenice e a 10′ da Piazza San Marco, attraversando in gondola arriveremo nel Sestiere di Dorsoduro, a 2′ dalla Basilica della Salute e a 5′ da Punta della Dogana.
    Gli orari svolti sono: 9.00 – 18.00.
    Nella mappa a fine articolo indicata in BLU.
  • Circa i traghetti inattivi vi segnalo: San Marcuola (nelle vicinanze del Casinò di Venezia), quello di Riva del Vin (San Polo) da e per Riva del Carbon (San Marco) vicinissimo al Ponte di Rialto, San Samuele che da San Marco andava da e per Dorsoduro ed infine quello di Punta della Dogana, che andava da e per Calle del Ridotto a ridosso di Piazza San Marco.
La stazione del Traghetto di Santa Sofia
La stazione del Traghetto di Santa Sofia

Quando sono nate le Gondole Traghetto?

Non vi è una data di nascita precisa per le gondole traghetto, ma è certo che già dal XIV secolo, nel 1300, esisteva una chiara regolamentazione di questo servizio. All’epoca, la modesta quantità di ponti che attraversavano il Canal Grande rendeva i traghetti essenziali per i cittadini. Nel 1300, infatti, esisteva solo il Ponte di Rialto. Il Ponte dell’Accademia fu costruito nel 1854, pur essendo considerato “temporaneo” è lì da quasi 200 anni, e il Ponte degli Scalzi fu inaugurato nel 1858, accanto alla Stazione Ferroviaria Venezia Santa Lucia.

E il Ponte di Calatrava? Certo, vi parlo anche di quel ponte, ma considerando che siamo partiti dal 1300 e siamo passati per due tappe nel 1800, sarebbe ironico parlare di un ponte inaugurato solo nel settembre del 2008. Ebbene sì, Venezia ha avuto per secoli un solo ponte sul Canal Grande! Incredibile, no? Per questo, dunque, le gondole traghetto, tuttora utilissime, hanno vissuto un’epoca d’oro di indispensabilità.

In Gondola a Santa verso Santa Sofia

La mia esperienza:

Ogni volta che visito Venezia, che sia per una passeggiata, per una sessione di fotografie o qualsivoglia altro motivo (come organizzare la caccia al tesoro fotografica), valuto se utilizzare  queste piccole scorciatoie acquee, pesche rendono più veloce ed autentica l’esperienza cittadina. Saltare velocemente da una sponda all’altra, da un Sestiere all’altro, in un contesto unico come quello di Venezia è un’opportunità che vale la pena provare. Rimane vero che di questo luogo ho sempre posto l’accento sul goderlo con lentezza, ma se ci pensate bene anche usare le gondole traghetto rispetta questa regola, perchè in fondo ogni colpo di remo affonda nelle tradizioni secolari dei gondolieri.

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In conclusione:

Sfruttare queste scorciatoie vi permetterà di esplorare la città in modo più efficiente, senza perdere il fascino di ogni suo angolo. Ma non dimenticatevi che sono anche un mezzo utilizzatissimo dai residenti, dunque siate educati e rispettosi in ogni momento ed in ogni contesto. La prossima volta che vi troverete a Venezia, ricordatevi di questi traghetti: un piccolo segreto che renderà il vostro viaggio ancora più speciale. Buon viaggio e buon divertimento nella meravigliosa Venezia!

mappa di Venezia e delle Gondole Traghetto

In questa città ricca di misteri e di segreti, ogni vicolo nasconde un aneddoto prezioso da tramandare, e la mia missione è cercare di incuriosirvi e regalandovi, una tessera di puzzle per volta, un quadro variopinto della storia locale da un punto di vista inedito. Continuate a seguire questa rubrica e lasciatevi incantare dalle meraviglie di Venezia, un passo alla volta.

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I Segreti di Venezia: Il Caffè della Serra dei Giardini – Castello

Benvenuti nella serie “I Segreti di Venezia”, un viaggio senza tempo tra le affascinanti vicende e unicità della città lagunare. Oggi vi farò scoprire un locale intimo e unico nel suo genere, uno dei più iconici della città di Venezia, situato nel Sestiere di Castello.

Il Caffè della Serra dei Giardini:

Come si intuisce dal nome, prima ancora che un caffè, questo luogo è una serra in grado di custodire, oltre che prelibatezze biologiche, piante ornamentali e da vaso, materiali da giardinaggio, laboratori didattici, eventi e molto altro. La Serra dei Giardini di Venezia è un esempio di architettura in ferro e vetro di fine Ottocento. Il suo stile combina elementi del Liberty/Art Nouveau.

vista esterna dall'ingresso del caffè della serra dei giardini di venezia

La mia personale esperienza in questo luogo:

Vi racconto una piccola curiosità: Ogni volta che sono arrivato, ho trovato il locale chiuso per vari motivi, dalle manutenzioni alle ferie. Tuttavia, dopo svariati tentativi, posso affermare che ne è davvero valsa la pena. Entrare nel locale, passeggiare lungo il vialetto di legno e gustare una colazione tranquilla è stata un’esperienza unica.. L’atmosfera era incantevole, proprio come l’avevo sempre immaginata. Mi son sentito travolto da vibrazioni positive e da emozioni che si riflettevano in pari maniera negli occhi degli altri clienti, come se tutti parlassimo nel silenzio la stessa lingua attraverso lo sguardo. C’erano turisti, persone del luogo e tanti, tantissimi giovani e studenti.

un pianoforte libero per i clienti del caffè della serra dei giardini a venezia

L’occhio, poi, non può fare a meno di farsi catturare dai dettagli, come un pianoforte e un cartello che recita: “Anche la musica è cibo per l’anima, che fai, suoni?”. Chi mi segue da tempo, specialmente su Instagram, sa quanto io sia affascinato dai “pianoforti liberi”—quegli strumenti che, in locali e aeroporti, diventano protagonisti su palcoscenici improvvisati per chi desidera sbagliare qualche nota o suonare un capolavoro del suo artista preferito.

uno scorcio interno della serra dei giardini

Qualcosa sul gestore, NONSOLOVERDE:

È una cooperativa sociale fondata nel 1993, focalizzata sulla manutenzione del verde e falegnameria. Collabora con enti pubblici e privati, promuovendo l’imprenditorialità sociale e l’emancipazione attraverso il lavoro. Organizza attività educative, come la manifestazione Arbor & Children, e si impegna nel reinserimento lavorativo di persone svantaggiate.

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Dal punto di vista storico-architettonico:

La Serra dei Giardini di Castello fu costruita nel 1894. Il progetto aveva l’intento di valorizzare un’area verde poco utilizzata, così da ospitare le piante dell’Esposizione Internazionale d’Arte. Si inseriva originariamente in un contesto di trasformazione urbana post-napoleonica. Nel corso degli anni, l’edificio subì varie modifiche strutturali e funzionali, inclusa l’aggiunta di cassoni solari e strutture di servizio. Dopo anni di declino e abbandono, negli anni 2000 sono state avviate opere di messa in sicurezza.

Questa storica struttura ha trovato nuova vita grazie all’impegno di NONSOLOVERDE, che oggi la utilizza come fulcro delle proprie attività sociali e educative. La vendita di piante nella Serra sostiene le iniziative della cooperativa e finanzia una varietà di eventi. Tra questi, spiccano laboratori di giardinaggio per bambini, corsi di botanica per adulti e esposizioni artistiche che integrano natura e cultura, trasformando la Serra in un fulcro di eventi sociali.
(fonte sito ufficiale)

il retro del caffè della serra dei giardini e le piante in vendita

Le info utili e come si arriva alla Serra dei Giardini:

INDIRIZZO:
Serra dei Giardini Viale
Giuseppe Garibaldi, 1254
30122 Venezia – Castello Italia

TELEFONO:
+39 041 2960360

ORARI:
Caffetteria Lunedì – Domenica: 10.00 – 20.00
Fioreria Martedì – Domenica: 10.00 – 20.00

LINEE ACTV: Linea 1; Linea 4.1 / 4.2; Linea 5.1 / 5.2;
(controllate sempre quella giusta in base a dove vi trovate alla partenza)
FERMATA: Giardini

In conclusione:

Visitare la Serra dei Giardini non è solo un’opportunità per gustare una colazione in un ambiente unico, ma anche per immergersi nella storia e nella cultura Veneziana più autentica. Questo angolo di Castello combina l’architettura del passato con un centro di aggregazione socio-culturale che regala una seconda chance alle persone. Che tu sia un amante della botanica, un appassionato di musica e fotografia o semplicemente un curioso esploratore, la Serra offre un’esperienza che arricchisce ad ogni visita. Non perdere l’occasione di scoprire questo angolo speciale.

Una raccomandazione: Siate Turisti Responsabili… altrimenti sapete che il Gobbo non aspetta altro che il vostro bacio.

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I Segreti di Venezia: La Chiesa di San Giacomo con l’Orologio da 24 Ore e il Gobbo di Rialto – San Polo

Benvenuti nella serie “I Segreti di Venezia”, un viaggio senza tempo tra le affascinanti vicende ed unicità della città lagunare. Oggi vi andremo a scoprire una chiesa munita di un particolare orologio ed un complesso scultoreo, il “Gobbo di Rialto” dalla funzione singolare.

San Giacomo di Rialto: Uno degli Orologi da 24 Ore a Venezia

Partiamo dal suo nome: San Giacomo di Rialto (conosciuta anche come San Giacometto), la funzione dell’appellativo geografico posto a al termine del nome è quella di renderla distinguibile da un’altra chiesa di San Giacomo posta però nel quartiere di Santa Croce (San Giacomo da l’Orio) anzichè, come questa, a San Polo.

Si trova a poche decine di passi dal Ponte di Rialto e dalla “Chiesa murata tra le case” di San Giovanni Elemosiniere e le viene attribuito il titolo della Chiesa più antica di tutta Venezia, con una consacrazione databile nel 421 dC. Sulla facciata spicca un elemento che a Venezia vanta in tutto 5 esempi dello stesso tipo, un orologio italico, composto dunque da 24 ore nel suo quadrante; questo era utilizzato in Italia nel passato per misurare il tempo da alba ad alba. Questa suddivisione era comunissima nel periodo medievale e rinascimentale.

Ecco l’elenco completo di questi affascinanti orologi:

  • Fondaco dei Tedeschi
  • Chiesa dei Santi Apostoli
  • Chiesa di San Giacomo di Rialto
  • Palazzo Ducale
  • Torre dell’orologio in Piazza San Marco
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Cos’è il Gobbo di Rialto? Storia, pettegolezzi e Curiosità

Si tratta di una scultura in pietra d’Istria di colore bianco, affiancata da una colonna in granito rosso. La sua funzione fu però ben più importante di quanto si possa immaginare. Da quel “podio” marmoreo, infatti, venivano enunciati i proclami ufficiali dal “Comandador”, che, ergendosi alla sommità di quei cinque scalini, leggeva le nuove leggi della Repubblica di Venezia o i nomi dei condannati alla pena capitale. La collocazione nei pressi del Ponte e del Mercato di Rialto, una delle zone nevralgiche per i residenti dell’epoca (come oggi del resto), lo rendeva un luogo ideale per questo tipo di necessità.

Vi era anche l’usanza di fustigare i ladri o altre persone colpevoli di reato. Questi, partendo da Piazza San Marco (tra le colonne del Leone e del Todaro), dovevano giungere qui, chinarsi e baciare la statua per porre fine al tormento inflitto. Inoltre, il Gobbo svolgeva un’ulteriore singolare funzione: fare da “termometro della satira” e dei malumori del popolino. Solitamente, vi venivano abbandonati bigliettini con prese in giro, ingiurie e beffe sui potenti, in totale anonimato.

In conclusione:

La Chiesa di San Giacomo di Rialto, con il suo raro orologio da 24 ore, e il Gobbo di Rialto, con le sue singolari funzioni, offrono uno sguardo unico su un’epoca passata, rivelando tradizioni e usanze che hanno segnato la vita quotidiana della Serenissima.

Una raccomandazione: Siate Turisti Responsabili… altrimenti sapete che il Gobbo non aspetta altro che il vostro bacio.

mappa posizione san giacomo e gobbo di rialto sestiere san polo

In questa città ricca di misteri e di segreti, ogni vicolo nasconde un aneddoto prezioso da tramandare, e la mia missione è cercare di incuriosirvi e regalandovi, una tessera di puzzle per volta, un quadro variopinto della storia locale da un punto di vista inedito. Continuate a seguire questa rubrica e lasciatevi incantare dalle meraviglie di Venezia, un passo alla volta.

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I Segreti di Venezia: Vetro di Murano tra Storia, Segreti e Fascino dell’Icona Veneziana

Benvenuti nella serie “I Segreti di Venezia”, un viaggio senza tempo tra le affascinanti vicende ed unicità della città lagunare. Oggi, vi guiderò alla scoperta di un’isola che è diventata il cuore pulsante di un’arte millenaria, un luogo dove magia e maestria si fondono in creazioni di incomparabile bellezza. Stiamo per svelare i segreti di Murano, l’isola che da secoli è sinonimo di un’arte che ha conquistato il mondo: l’arte del vetro. Preparatevi a un’immersione in un mondo di fuoco e creatività, dove da ogni soffio nascono capolavori che racchiudono la stessa luce di Venezia.

Da Altino a Murano: L’Esodo che Diede Vita all’Isola del Vetro

Le invasioni barbariche tra il V ed il VII secolo, com’è noto, spinsero molti abitanti delle allora “Altinum” (oggi Altino), “Equilio” (territorio dell’attuale Jesolo) ed in generale dell’entroterra a cercare rifugio e tranquillità in quelle che all’epoca erano viste come un rifugio sicuro, isolato e protetto dalle acque. In primis fiorenti furono l’attività della pesca, insieme al commercio e la produzione del sale.

una fornace attiva a murano
Un forno acceso in una delle svariate vetrerie locali

Le Fornaci Nomadi: Il “Viaggio del Vetro” da Venezia a Murano

La “Serenissima” nel 1291 decretò che, per diminuire il rischio di incendi, ogni attività di lavorazione del vetro fosse spostata in toto a Murano. Questo diede il la a quella che per l’isola fu una vera e propria rivoluzione socio-culturale che la elevò a capitale mondiale della vetreria per qualità e tecnica profuse sul prodotto finale. I capolavori nati dall’isola svolsero dei veri e propri “tour mondiali”, venendo contesi e apprezzati da sovrani e nobili di tutta Europa.

cancello che riporta un lavoratore del vetro. un soffiatore

I Segreti Custoditi: L’Arte Alchemica del Vetro Muranese

Tra le cose più particolari da raccontare il fatto che, salvo eventi eccezionalmente derogati, i maestri vetrai non potevano abbandonare l’isola, così da non poter divulgare i preziosissimi segreti della loro prestigiosa arte. Questo isolamento ha contribuito a preservare e perfezionare le tecniche uniche che hanno reso il Vetro di Murano un’arte di altissimo livello e prestigio.

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Il Faro di Murano: Sentinella di Luce e Storie Vetrate

Il faro di Murano, è un simbolo storico e culturale significativo. Originariamente costruito nel 1200 per guidare le navi attraverso la laguna, l’attuale struttura risale al 1934 ed è una torre cilindrica alta circa 35 metri, rivestita di marmo bianco con una fascia nera orizzontale. Inizialmente alimentato a petrolio, è stato modernizzato con sistemi a gas ed elettrici e oggi è completamente automatizzato. Oltre alla sua funzione pratica, il faro è un punto di riferimento turistico e rappresenta la storica connessione di Murano con il mare e la navigazione. Manutenzioni e restauri regolari ne garantiscono la preservazione e l’efficienza operativa, mantenendolo un elemento vitale per la sicurezza delle rotte marittime nella laguna.

immagine del faro di murano
la lanterna lagunare
La Lanterna di Murano

In conclusione:

Murano non è solo un’isola, ma un mondo di fuoco e creatività che aspetta di essere scoperto. Ogni visita è un viaggio tra storia e innovazione, dove ogni pezzo di vetro può raccontare una storia antica e affascinante.

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