I Segreti di Venezia: Il Balcone del Doge a Palazzo Ducale – San Marco

Benvenuti nella serie “I Segreti di Venezia”, un viaggio senza tempo tra le affascinanti vicende e unicità della città lagunare. Quante volte avete visto Palazzo Ducale? In foto, dal vivo, in tv. Poco importa, c’è un dettaglio che, scommetto, vi è sfuggito — e sfugge persino ai Veneziani Doc! Continuate a leggere se volete scoprirlo.

E Tu, hai visto il dettaglio che sfugge a tutti?

Non sto parlando delle nubi setose, delle persone o delle bancarelle. In questa immagine c’è un dettaglio che, nel mezzo della perfetta geometria simmetrica del palazzo, spicca con discrezione. Si mimetizza tra i colori circostanti, ma ad uno sguardo attento, salta fuori.

una vista di Palazzo Ducale
Palazzo Ducale e le sue colonne

Avete notato quel dettaglio? Se non lo avete fatto, proviamo a spiegarlo meglio: nella parte sinistra dell’immagine ci sono due persone che camminano, una vestita di nero e l’altra in rosso. Concentratevi sulla figura in rosso e alzate lo sguardo oltre la prima riga di colonne. Cosa vedete? Esatto! Sopra di voi si trova la seconda fascia di colonne, composta da un parapetto e due colonne rosa che si distinguono nel panorama bianco del colonnato di Palazzo Ducale.

C’è una leggenda interessante riguardo a queste colonne: si narra che il Doge si posizionasse proprio qui durante le cerimonie, da dove venivano proclamate anche le condanne a morte. In questo senso, il colore rosa (o rosso) sarebbe un richiamo al sangue dei condannati. Tuttavia, non esiste una spiegazione definitiva sul perché siano state scelte per risaltare tra le altre.

La mia personale esperienza in questo luogo:

Quante volte ho passeggiato, ammirato e sospirato in questa piazza! Eppure, devo ammetterlo, ho scoperto quasi per caso questo dettaglio unico che si nasconde tra le magnifiche architetture di un edificio che, da ogni angolazione, riesce sempre a suscitare emozioni nuove. Una volta notato questo particolare, ho chiesto a Google di spiegarmelo, tanto è evidente quanto sfuggente. Eccoci qui, quindi, a scoprire che anche nel luogo più fotografato della città ci sono molteplici segreti da raccontare. Venezia non smetterà mai di emozionarmi; per me, Venezia è un Sentimento.

il balcone del doge a palazzo ducale
il balcone del Doge a Palazzo Ducale
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In conclusione:

In conclusione, esplorare il Balcone del Doge ci invita a riconoscere che anche i dettagli più piccoli possono rivelare significati profondi. Questo articolo ci ha mostrato che ci sono storie e leggende che attendono di essere scoperte. La bellezza di Venezia non risiede solo nei suoi luoghi iconici, ma anche nei segreti che si celano tra le sue colonne e i suoi archi.

mappa Balcone del Doge a Palazzo Ducale

In questa città ricca di misteri e di segreti, ogni vicolo nasconde un aneddoto prezioso da tramandare, e la mia missione è cercare di incuriosirvi e regalandovi, una tessera di puzzle per volta, un quadro variopinto della storia locale da un punto di vista inedito. Continuate a seguire questa rubrica e lasciatevi incantare dalle meraviglie di Venezia, un passo alla volta.

Non dimenticate di condividere questa serie con i vostri amici e familiari per far sì che anche loro possano immergersi nei misteri e nella bellezza di Venezia. Lasciate un commento con le vostre opinioni e condividete le vostre esperienze personali sulla città. La vostra partecipazione rende questa serie ancora più speciale e coinvolgente per tutti!

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I Segreti di Venezia: L’Orologio dei Mori e la Sparizione di un Doge – San Marco

Benvenuti nella serie “I Segreti di Venezia”, un viaggio senza tempo tra le affascinanti vicende e unicità della città lagunare. Oggi cominciamo con una domanda, non ve lo aspettavate vero? Ma ogni tanto qualche rottura della trama consueta aiuta a tenere l’attenzione forte. Continuate a leggere, vi darò un indizio visivo e poi vi porrò la domanda, ma non vi preoccupate, non darò nessun voto alla fine, semplicemente, vi spiegherò, qualora non via sia nota, la risposta.

Cosa manca in questa immagine?

L’orologio dei Mori con il Leone Marciano a San Marco

Difficile questa domanda se posta oggi, come io faccio. Considerate che, prima che mi ci documentassi non lo sapevo nemmeno io, è proprio un aneddoto particolare e di cui nessuno, vivente, può avere memoria. Ora non immaginatemi come un super esperto di ogni cosa, il mio racconto parte dal desiderio di scoprire, stupirmi e raccontarvi tutto il bello che Venezia ha da dare.
Ora con l’aiuto di Doc di Ritorno al futuro puntiamo la macchina del tempo sulla DeLorean all’anno 1797, poco prima della caduta della Repubblica di Venezia per mano di Napoleone.

V.M. Coronelli Orologgio di piazza San Marco da Singolarità di Venezia, t. 31, Fonte Biblioteca Nazionale Marciana, Internet Culturale.

Apriamo gli occhi e, rimaniamo stupefatti: il Leone Marciano non è da solo! Viene accompagnato, poco più a destra del Vangelo che reca sotto la zampa, da un Doge! Quest’ultimo venne rimosso perchè con l’avvento di Napoleone i suoi simpatizzanti Giacobini locali, rinvigoriti dalla cosa, decisero di attaccare e distruggere tutti i simboli che si rifacevano al Dogato e alle passate reggenze veneziane. Come da immagine qui allegata infatti insieme al Leone vi era il Doge Barbarigo.

Gli elementi peculiari della Torre dell’Orologio:

Chi passa da San Marco dopo tutti i dettagli che possono rubare lo sguardo di certo non potrà che rimanere affascinato da questa via d’accesso o di uscita dalla Piazza cittadina che, con una spiccata eleganza conduce, attraverso il portico alla sua estremità bassa, alla Merceria Orologio, una delle più prestigiose calli veneziane.

Ecco i suoi elementi di spicco:

I Mori: Due statue in bronzo raffiguranti due pastori, chiamate Mori per il colore scuro del materiale con cui sono state forgiate, battono le ore sulla campana. Sono soprannominati il “vecchio” e il “giovane” perchè uno dei due porta la barba, il secondo no. Inoltre il Moro Vecchio batte sulla campana due minuti prima dell’ora esatta, a rappresentare il tempo passato; il Giovane invece due minuti dopo per indicare il tempo che verrà.

La Campana: Fusa nel 1497 da Simone Campanato, è decorata con medaglioni che includono il Leone di San Marco e lo stemma del Doge Barbarigo.

La Statua del Doge: (quella menzionata a inizio articolo) Originariamente affiancava il Leone di San Marco sulla torre, ma fu distrutta nel 1797 dai giacobini veneziani durante l’occupazione francese.

Processione dei Magi: Un meccanismo che emerge dalla torre due volte l’anno (Epifania ed Ascensione), segnalato dalla necessità di alzare manualmente le tambure che mostrano i numeri delle ore e dei minuti.

Interno: Diviso in quattro piani, ospita la macchina dell’orologio e il meccanismo dei re magi. Gli alloggi del custode si trovano nei piani inferiori.

Temperatori: Figura chiave e storica per la manutenzione dell’orologio, iniziata da Giancarlo Raineri nel 1500 e proseguita per 500 anni. L’ultimo temperatore, Alberto Peratoner, lasciò l’appartamento nel 1998 quando il sistema dell’orologio fu motorizzato a seguito dell’ultimo grande restauro.

La stazione del Traghetto di Santa Sofia
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Quali peculiarità ha l’orologio?

L’Orologio dei Mori, originariamente progettato per indicare l’ora con una sola lancetta, utilizza un quadrante di 24 ore, decorato con oro e smalto blu. Oltre a segnare l’ora, mostra il giorno, le fasi lunari e i segni zodiacali.

Questo orologio include anche un meccanismo a carillon attivato solo durante l’Epifania e l’Ascensione. In queste occasioni, figure della Natività e i Re Magi sfilano sulla piattaforma semicircolare sopra il quadrante, rientrando poi nella Torre.

Il sistema dell’orologio è mosso da un complesso di ingranaggi all’interno di una grande struttura metallica a pianta cruciforme al centro della Torre. L’orologio attuale fu ricostruito nel 1750 da Bartolomeo Ferracina. Il restauro effettuato da Gorla alla fine degli anni ’90 ha apportato modifiche significative alla macchina originale costruita nel tardo Quattrocento da G. Carlo Rainieri. Con l’introduzione dell’automazione di ricarica, non è più necessaria la presenza continua di una persona per il funzionamento dell’orologio.

In conclusione:

In conclusione, l’Orologio dei Mori di San Marco non è solo un capolavoro di ingegneria e arte, ma anche un simbolo ricco di storia e fascino. Le vicende legate alla sparizione del Doge e le curiosità sui Mori aggiungono forza simbolica a questa straordinaria struttura. Esplorando questi segreti, riscopriamo non solo la maestria dei veneziani, ma anche l’importanza di preservare e raccontare le storie che rendono unica Venezia.

In questa città ricca di misteri e di segreti, ogni vicolo nasconde un aneddoto prezioso da tramandare, e la mia missione è cercare di incuriosirvi e regalandovi, una tessera di puzzle per volta, un quadro variopinto della storia locale da un punto di vista inedito. Continuate a seguire questa rubrica e lasciatevi incantare dalle meraviglie di Venezia, un passo alla volta.

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