Benvenuti nella serie “I Segreti di Venezia”, un viaggio senza tempo tra le affascinanti storie e le unicità della splendida città lagunare. Venezia è stata ed è una culla di cultura, arte, idee, mediazione interculturale e innovazione. Nel quotidiano però, quante cose “dobbiamo” a Venezia? Continuate a leggere, scoprirete le più curiose e particolari.

Il saluto di ogni giorno è tutto veneziano:
Partiamo dalle cose semplici: quante volte al giorno diciamo “Ciao!”? Tantissime! Eppure, in pochi sanno che questa parola deriva da un modo di salutarsi con ossequiosità tipicamente veneziano. Infatti, era abitudine dire “Vostro schiavo”, nel senso di “A disposizione, eccomi”, troncato poi nell’abbreviazione “Ciao” (Sciào).

Il vederci bene:
L’usanza di utilizzare delle lenti per correggere difetti visivi o per ripararsi dal sole nacque a Venezia. Pare che un vetraio si accorse che, poggiando un vetro curvo sopra le lettere, queste diventassero più grandi. Gli uomini cominciarono così a utilizzare lenti da sole verdi anche per proteggersi dal sole, mentre alle donne si lasciò l’uso di palette riparanti. Senza i mastri vetrai, niente telescopio per Galileo!
L’idea degli occhiali vi è piaciuta? Nel 1474 avreste potuto anche brevettarla!
Il brevetto ha origine a Venezia nel 1474 con la prima legge storica sulla protezione delle invenzioni. La Repubblica di Venezia stabilì che gli inventori potessero registrare le proprie creazioni e ottenere un monopolio temporaneo (circa 10 anni) sul loro sfruttamento. La norma mirava a tutelare l’originalità delle innovazioni e incentivare il progresso tecnologico. Questo sistema rappresenta un precursore fondamentale dei moderni brevetti internazionali, che ancora oggi tutelano creatività e ingegno.
Il 50% dei libri in Europa:
Tra i primati da ricordare c’è anche quello della stampa (e adesso chi glielo dice a Gutenberg?). Pare infatti che nel 1500 la metà dei libri europei fosse stampata qui. Sempre a Venezia dobbiamo la celebrità di Aldo Manuzio, perfezionatore del formato tascabile, inventore del corsivo per la stampa e della sistemazione definitiva della punteggiatura. Un tipografo rinascimentale che ha portato ai massimi livelli la sua arte.

A proposito di caratteri “moderni”:
A Venezia è nata la “@”. Sì, esatto, proprio la chiocciolina che usiamo come suffisso nelle email. Pare fosse un’unità di misura commerciale, la anfora, atta a rappresentare il peso o la capacità per i liquidi.

È possibile vederne una, cercando bene, scolpita in piccolo sui marmi della facciata della “Scuola Grande di San Marco” – oggi Ospedale Civile di Venezia presso la Chiesa dei Santi Giovanni e Paolo.
Una tazza nel caffè più antico del mondo:




Ebbene sì, a Venezia non è stata inventata la famosa bevanda, ma nel 1685, grazie a un ambasciatore veneziano, il Morosini, questa poté arrivare in città. La scoprì in Turchia, a Costantinopoli, dove gli abitanti la consumavano per tenersi svegli. Un primato, però, Venezia lo ha ottenuto grazie al Caffè Florian, il più antico del mondo dove si sia servita questa bevanda, per cui la città impazzì letteralmente.
La contabilità moderna è nata a Venezia:
Era il 1494 quando Luca Pacioli scrisse il primo libro in cui figurava la “partita doppia”, codificando così una prassi giunta fino ai nostri giorni.
A proposito di conti, uno specchio costava quanto tre opere di Tiziano:
Ai mastri vetrai dobbiamo tantissimo in termini artistici e di innovazione, ma avreste mai immaginato che lo specchio fosse nato qui? Incredibile! Ebbene sì, e questa invenzione fruttò somme cospicue nelle casse della Repubblica. Fino ad allora, per vedersi era necessario avvicinarsi a “specchi d’acqua” o riflessi casuali. L’immagine riflessa perfettamente la dobbiamo a questa invenzione, tanto semplice quanto rivoluzionaria. Al punto che il Re Sole decise di corrompere dei mastri vetrai e tradurli al suo cospetto in Francia per adornare la sua reggia e insegnare quest’arte in loco. Non serve specificare quanto il business veneziano ne risentì in termini di vendite.

E se vi dicessi che il “ballottaggio” elettorale nasce a Venezia?
Tutto nasce dal fatto che le votazioni, personali e segrete per eleggere il Doge, venivano fatte con sfere rivestite di tessuto: le balotte, così da non produrre rumore una volta deposte nelle urne elettorali.
In conclusione:
In conclusione, Venezia non è solo una città di straordinaria bellezza, ma un laboratorio storico di idee, invenzioni e tradizioni che ancora oggi influenzano la nostra vita quotidiana. Dai saluti alle scoperte scientifiche, dalle lenti agli specchi, fino alla contabilità e alla stampa, Venezia ha lasciato un’impronta indelebile nella storia mondiale. Un viaggio tra le sue calli significa scoprire quanta modernità sia nata negli intrecci di terre e canali, rendendola, ancora oggi, unica al mondo.

In questa città ricca di misteri e di segreti, ogni vicolo nasconde un aneddoto prezioso da tramandare, e la mia missione è cercare di incuriosirvi e regalandovi, una tessera di puzzle per volta, un quadro variopinto della storia locale da un punto di vista inedito. Continuate a seguire questa rubrica e lasciatevi incantare dalle meraviglie di Venezia, un passo alla volta.
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