I Segreti di Venezia: Forte Marghera, un angolo di natura, storia e cultura nel cuore di Mestre

Benvenuti nella serie “I Segreti di Venezia”. Oggi, per la seconda volta dopo la visita all’M9 di Mestre, torniamo ad attraversare la laguna lungo il Ponte della Libertà. Lasciamo alle nostre spalle la Venezia insulare per approdare sulla terraferma, alla scoperta di un luogo che, pur trovandosi oltre le acque, ne custodisce ancora lo spirito e la memoria: Forte Marghera, un angolo sospeso tra storia, natura e cultura contemporanea.

Come raggiungere Forte Marghera

Se vi trovate a Venezia, raggiungete Piazzale Roma e da lì prendete il tram della linea T1 dal capolinea: è impossibile sbagliare. Dopo circa 15 minuti di viaggio scendete alla fermata Forte Marghera. Attraversate la strada e imboccate il vialetto sterrato ciclopedonale che attraversa un’area verde dall’aspetto un po’ selvaggio, quasi un preludio al luogo che state per visitare.
Giunti in via Forte Marghera, attraversate nuovamente la strada e seguite le indicazioni per il forte. Dopo circa 200 metri, vi troverete davanti al ponte d’accesso, quello che conduce all’interno del complesso: da qui inizia davvero la scoperta.

ponte di accesso a forte marghera

Storia e funzione del Forte

Forte Marghera è una fortezza ottocentesca situata tra Mestre e la laguna di Venezia, costruita tra 1805 e 1842 su progetto franco-austriaco per controllare l’accesso a Venezia dalla terraferma. Fu il cuore del sistema difensivo lagunare e, successivamente, del campo trincerato di Mestre. Durante la Repubblica di San Marco (1848–1849) il forte fu teatro della celebre Sortita di Mestre, ma dopo un duro assedio venne conquistato dagli austriaci, che lo distrussero quasi completamente.

Nel periodo italiano (dal 1866) divenne una base strategica del Regio Esercito, centro logistico e punto di comando della difesa veneziana, integrato con altri forti (Gazzera, Carpenedo, Tron, Rossarol, Cosenz, ecc.). Con la Prima guerra mondiale il sistema perse valore militare e venne gradualmente smantellato e riconvertito. Dagli anni ’80 cessò ogni funzione bellica. Oggi il forte, esteso su 48 ettari tra canali e fossati, è bene comunale, parco pubblico e sede di eventi culturali e di un padiglione della Biennale di Venezia, oltre a ospitare mostre e attività artistiche contemporanee.

cosa si vede all'ingresso di forte marghera

Forte Marghera e l’Arsenale: così uguali così diversi

Proprio come all’Arsenale di Venezia, anche qui le acque non sono solo un contorno: definiscono forme e cammini, unendo come un filo rosso la storia, la natura e la città. Se all’Arsenale si costruivano e custodivano le navi della Serenissima, simbolo della sua potenza marittima, al Forte si organizzavano le difese per proteggerla. Entrambi luoghi di frontiera e di ingegno, condividono una stessa anima: quella di Venezia declinata nella tecnica militare e trasformata in memoria. Oggi, mentre l’Arsenale continua a ospitare arte e innovazione, Forte Marghera ha trovato una nuova vita fatta di mostre, associazioni e gatti che si muovono liberi tra le rovine. Due spazi nati per la guerra, divenuti custodi di pace, cultura, comunità e… gatti!

la baia di forte marghera

Bastioni, fossati, canneti, un museo e la forma a stella: l’architettura di Forte Marghera

Forte Marghera è un capolavoro di ingegneria ottocentesca, costruito per difendere Venezia dagli attacchi via terra e via mare. La sua pianta a stella, visibile dall’alto, nasce da un sistema di bastioni, fossati e terrapieni che garantivano un controllo strategico del territorio. I fossati colmi d’acqua salmastra, alimentati dai canali lagunari, costituivano una barriera naturale, mentre le casermette e polveriere, in mattoni e pietra d’Istria, univano solidità e armonia con l’ambiente. Ospitato in una casermetta ottocentesca, il museo racconta la storia del Forte e della sua evoluzione difensiva. Tra armi disattivate, cimeli, fotografie della Prima Guerra Mondiale e strumenti da lavoro, ogni sala svela pezzi di vita militare e tecnica. All’esterno, cannoni, obici e mezzi d’artiglieria ricordano il ruolo strategico della fortezza, mentre le esposizioni interne guidano il visitatore tra storia, memoria e ingegno militare. Oggi le acque dialogano silenziose con le mura del Forte, creando riflessi e vita naturale tra canneti e fauna lagunare, interrotte solo dai richiami di gabbiani e papere. Dall’alto, la fortezza appare come una stella di pietra sospesa sulle acque, simbolo perfetto dell’equilibrio e dell’ingegno veneziano. Al suo vertice si spalanca un proscenio acqueo ovale che ricorda un’arena naturale: la famosa Baia del Forte.

I gatti del Forte: piccoli custodi felini

E la notte? Chi vigila sul Forte? Ovviamente, i gatti! Tra rifugi di mattoni, ripari improvvisati e comode cucce a forma di casetta vive una colonia felina ormai parte integrante del luogo. Due associazioni si prendono cura di loro grazie ai volontari: i Mici del Forte e l’ENPA (i miei due gatti di casa, Pandoro e Merlino, li ho adottati rispettivamente presso l’una e l’altra). Chiunque abbia attraversato il Forte almeno una volta non può non averli notati: alcuni timidi, altri solitari quasi ascetici, altri ancora super socievoli. Con la loro presenza discreta, sembrano vegliare sulla memoria e sul silenzio del Forte Marghera, insegnandoci in un istante quanto sia bello talvolta fermarsi, respirare e osservare.

Arte, laboratori, eventi, creatività contemporanea e luoghi di incontro

Al Forte Marghera, l’arte, anzi le arti, trovano una dimensione naturale, tra scuole di danza verticale, laboratori creativi, officine, sinergie, associazioni, scout e una miriade di altre realtà. Ogni idea pare trovare il suo trampolino, ma anche una grande fionda, quella progettata da Lorenzo Quinn, che punta verso Porto Marghera: due mani di ragazzo che tendono l’elastico quasi per gioco, pronte a scagliare il mondo. Un segno di responsabilità e modernità, ricorda che Venezia ed il Pianeta sono fragili e che il futuro, da proteggere, passa dalle nostre stesse mani.

Opere come questa trasformano il Forte da luogo di spensieratezza a spazio dove educare la mente al pensiero. Tra le realtà presenti, spiccano i locali Gipsy Grill, Controvento – Bagolaro e Gatto Rosso, che offrono punti di ristoro e convivialità, mentre l’Associazione Centro Pandora anima laboratori, incontri e attività culturali per la comunità.

La poesia nel silenzio e relitti che ricordano il rumore del mare

Un viaggio che si rende poetico tra i relitti abbandonati e le poesie da me appese, con scorci che richiamano l’atmosfera del Cimitero dei Burci di Silea, dove passato e presente si incontrano in un silenzio evocativo. Le acque specchiano solo ciò che i nostri occhi desiderano vedere, custodendo memoria, riflessi e il sussurro immaginario di antiche navigazioni.

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Per concludere

Forte Marghera non è solo un luogo da visitare: è un viaggio tra storia, natura e cultura. Bastioni, fossati e casermette raccontano ingegno e memoria, mentre i gatti e le acque tra i canneti sussurrano silenzi vivi. Arte, laboratori e locali animano lo spazio, trasformandolo in un teatro di creatività e comunità. Entrare qui significa camminare tra passato e presente, scoprendo piccoli miracoli di bellezza e vita… e, se vi va, ricordatevi di portare qualche croccantino per i gatti, i veri custodi del Forte!

Scopri la mappa segreta di Venezia: oltre 100 Segreti di Venezia e altre curiosità da esplorare

Qui sotto trovi la mappa interattiva dei Segreti di Venezia, con tutti i luoghi geolocalizzati. Ogni pin ti condurrà direttamente all’articolo corrispondente, permettendoti di esplorare la città seguendo le tracce dei racconti e di scoprire angoli nascosti e curiosità come mai prima d’ora.

Per una navigazione completa, nella pagina indice di tutti gli articoli troverai lo stesso approccio: ogni segreto, oltre alla classica divisione per Sestiere, è collegato alla sua posizione sulla mappa, pronta a guidarti tra i misteri, le storie e le leggende di Venezia. La maggior parte degli articoli è geolocalizzata nel punto reale in cui si svolgono i fatti, mentre alcuni trovano una collocazione più “metaforica”, evocando luoghi legati al racconto più che alla posizione fisica.

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I Segreti di Venezia: M9 – Il Museo interattivo per scoprire il ‘900 in maniera innovativa è a Mestre

Il 1900, Italiano e locale, raccontato secondo una prospettiva mai provata prima.

Vuoi vivere un’esperienza museale unica, moderna e super immersiva? Visita il Museo M9 di Mestre.

I destinatari di questa struttura sono TUTTI, indistintamente, specialmente coloro che vogliono imparare ad interpretare il presente ed acquisire strumenti per incamminarsi nel futuro con una consapevolezza nuova.

La facciata esterna del museo M9

Attraverso esposizioni interattive e installazioni coinvolgenti, il museo racconta la storia, la cultura e le trasformazioni di questo periodo, coprendo temi come politica, tecnologia, arte e moda. È un luogo affascinante per esplorare e comprendere meglio il ventesimo secolo e il suo impatto sul mondo contemporaneo.

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L’M9 ha aperto le sue porte il 27 ottobre 2018, prima della creazione del museo, l’area in cui sorge l’M9 era principalmente industriale e ospitava un complesso di magazzini ed in particolare fabbrica di bottiglie e vetreria Volpato. Questa è stata fondata nel 1923 e ha operato per molti anni, producendo una varietà di prodotti in vetro, tra cui bottiglie e oggetti in vetro per uso domestico. Il progetto di trasformare quest’area in un museo è stato un importante sforzo di riqualificazione urbana, mirato a conservare la memoria storica e a creare un centro culturale di riferimento per la città di Mestre e la regione. L’M9 è stato quindi concepito come un modo di riutilizzare e valorizzare questi spazi industriali dismessi per scopi culturali ed educativi.

L’esterno del Museo M9

È importante conoscere il XX secolo e l’urbanizzazione nella prospettiva mestrina, così come in molte altre città, per diverse ragioni:

  1. Preservare la memoria storica: Aiuta a mantenere vive le tradizioni e a ricordare gli eventi significativi che hanno plasmato la comunità locale.
  2. Comprendere le trasformazioni sociali ed economiche: L’urbanizzazione è stata una delle tendenze dominanti del XX secolo, con un rapido spostamento delle persone dalle aree rurali alle aree urbane. Conoscere questo processo è essenziale per comprendere come Mestre e altre città abbiano affrontato le sfide legate all’urbanizzazione, come la pianificazione urbana, l’edilizia abitativa e le infrastrutture.
  3. Promuovere la consapevolezza storica: La conoscenza della storia del XX secolo e dell’urbanizzazione può promuovere la consapevolezza storica tra i residenti, i visitatori e le nuove generazioni.
  4. Ispirare l’innovazione e la pianificazione futura: L’apprendimento dalle esperienze passate può ispirare l’innovazione e influenzare la pianificazione futura. Le città possono trarre insegnamenti dalla loro storia per affrontare le sfide attuali, come la crescita demografica, la sostenibilità ambientale e la mobilità.
  5. Crescita culturale e turistica: La conoscenza della storia locale può arricchire l’offerta culturale e turistica di una città. Musei e attrazioni legate alla storia locale, come l’M9 a Mestre, possono attirare visitatori e contribuire all’economia locale.
Uno scorcio nelle vicinanze che testimonia la fusione tra una vecchia ed una futura Mestre

L’M9 è un museo che combina il rispetto per la storia con una visione futuristica, cercando di coinvolgere i visitatori attraverso l’uso creativo della tecnologia e offrendo un’esperienza che è informativa, ispiratrice e all’avanguardia. Questo approccio unico rende il museo un importante centro culturale e un luogo di apprendimento dinamico per il ventunesimo secolo

Vi invito calorosamente a visitare l’M9 – Museo del ‘900 a Mestre, una gemma culturale unica nel Veneto e nel panorama museale internazionale. Questo straordinario museo fonde abilmente il passato e il futuro, offrendo un’esperienza museale che vi lascerà senza parole.

Personalmente l’ho già visitato due volte, senza mai annoiarmi, scoprendo sempre nuove cose e prospettive.

Particolarmente interessante e terrificante la simulazione di un bombardamento, un’esperienza per cuori impavidi anche se solo virtuale.

Al M9, potrete immergervi nella storia affascinante e complessa del ventesimo secolo, esplorando le sue trasformazioni sociali, culturali ed economiche attraverso installazioni multimediali innovative, realtà virtuale coinvolgente e tecnologie interattive di ultima generazione. Questo non è solo un museo, ma una porta aperta su un mondo di scoperte, riflessioni e ispirazione.

M9 – Museo del 900
SITO UFFICIALE

COME ARRIVARE?
Per raggiungere il M9 – Museo del ‘900 a Mestre, puoi seguire queste indicazioni:

Indirizzo: Via Giovanni Pascoli, 11, 30172 Venezia Mestre, Italia

In auto:

  • Se viaggi in auto, puoi impostare il tuo navigatore GPS con l’indirizzo sopra indicato. Il museo si trova a Mestre, una città nella provincia di Venezia, ed è facilmente accessibile tramite l’autostrada A4 (Autostrada Serenissima) o l’autostrada A57 (Tangenziale di Mestre).

In treno:

  • Se stai arrivando in treno, Mestre è ben collegata alla stazione ferroviaria di Venezia Mestre, una delle principali stazioni ferroviarie della regione. Dalla stazione, puoi prendere un taxi o un autobus per raggiungere il M9. È anche possibile raggiungere il museo a piedi se si trova nelle vicinanze della stazione.

In autobus:

  • Il museo è servito da diverse linee di autobus pubblici. Puoi consultare l’orario e le fermate degli autobus locali per pianificare il tuo percorso fino al M9.

In bicicletta:

  • Se preferisci utilizzare una bicicletta, potresti essere in grado di noleggiarne una nella zona e pedalare fino al museo. Verifica la disponibilità di stazioni di noleggio biciclette nelle vicinanze.

Prima di partire, è consigliabile controllare gli orari di apertura del museo e verificare se ci sono eventuali modifiche o restrizioni dovute a eventi speciali o situazioni eccezionali. Inoltre, potresti voler pianificare il tuo itinerario in anticipo utilizzando mappe o servizi di navigazione online per garantire una visita senza problemi al M9.

DOVE PARCHEGGIARE NEI PRESSI DELL’M9?

Vi consiglio il parcheggio sotterraneo a pagamento di via Costa, dotato anche di servizio pagamento Telepass, che offre riparo alle auto a meno di 400m a piedi dal museo. In alternativa ci sono i parcheggi a pagamento lungo tutto Corso del Popolo o ancora quello sotterraneo di Piazzale Candiani, vicino a Piazza Ferretto.