Trarealtaesogno: Il Corso di Poesia – #4 – il Potere delle Parole

Ciao, nella terza lezione abbiamo affrontato temi importanti come le metafore e le figure retoriche in generale, oggi però toccheremo un ulteriore argomento a suo modo fondamentale, parleremo infatti del Potere delle Parole.

Quante volte, ogni singolo giorno della nostra vita, ci troviamo a dover scegliere come esprimere quello a cui stiamo pensando? Quanto tempo impieghiamo per distinguere la frase più opportuna e la parola dialetticamente più a tono? Tantissimo, ma non ce ne rendiamo conto praticamente mai, salvo quando la scelta risulta più importante o decisiva che in altre circostanze.

Partiamo da alcuni esempi semplicissimi di come, cambiando una parola soltanto, possa mutare la vis poetica di una frase:

Versione Prosa: “Il sole tramonta lentamente dietro le colline.”
Versione Poetica: “Il sole sprofonda languidamente dietro le colline.” (ispirato da Emily Dickinson)

Versione Prosa: “L’uccello canta nel giardino.”
Versione Poetica: “L’uccello canta nel giardino fiorito.” (ispirato da Langston Hughes)

Versione Prosa: “La pioggia cade silenziosamente.”
Versione Poetica: “La pioggia danza dolcemente dal cielo.” (ispirato da T.S. Eliot)

Come potete osservare al mutare di un singolo elemento, al massimo due, cambia completamente il pacchetto emotivo del messaggio veicolato, il sole che “sprofonda languidamente”, un “giardino fiorito” e la pioggia che “danza dolcemente” cambiano le polarità di quanto giunge al nostro cuore.

Ora vi riporto un estratto da un’opera di Ada Negri che, ne son certo, vi colpirà nel profondo per scelta di parole e metafore.

“Le stelle bruciano nelle nere notti d’inverno, sopra i nudi campi inerti, come un colpo di spada tra le scudi di tenebra i loro fulgori aperti.” – Ada Negri

In quest’opera l’autrice dipinge un’atmosfera incandescente attraverso parole scelte con sapienza; trasforma infatti il cielo notturno nello scenario dello scontro tra luce e oscurità. Le stelle diventano spade ardenti, fendendo la tenebra con il loro fulgore, rivelando così ai nostri occhi la sua maestria nell’uso di immagini potenti e nella scelta delle parole più evocative.

Ma immagini forti e vivide sono anche quelle edotte da due personaggi che, in maniera diversa, hanno dato tantissimo alla lingua italiana, parlo di San Francesco d’Assisi e del poeta Guido Guinizzelli.

Il primo è ricordato per il Cantico delle Creature, primo testo attribuibile ad un autore certo della letteratura italiana e tra le tante citazioni a lui riconducibili vi evidenzio questa, che reputo di una forza unica: “Un solo raggio di sole è sufficiente per cancellare milioni di ombre“.

Si tratta di una metafora forte, figlia di una accuratissima scelta di parole, caratteristica che apprezzeremo anche in questo estratto di un’opera del Guinizzelli tratto da “Al cor gentil rempaira sempre amore

Foco d’amore in gentil cor s’aprende
come vertute in petra prezïosa,
che da la stella valor no i discende
anti che ’l sol la faccia gentil cosa;

Parafrasandola:

In un nobile cuore si accende una fiamma d’amore,
proprio come la virtù risiede in una gemma preziosa,
che dalla stella non perde il suo valore,
prima che il sole renda bella ogni cosa.

Questo passo esprime l’idea che l’amore si possa manifestare all’interno di un cuore gentile proprio come una fiamma, simile alla virtù che risplende in una pietra preziosa.
L’analogia con la stella e il sole evoca la crescita e la luminosità dell’amore e della virtù, rafforzando il concetto della poesia come veicolo per trasmettere significati profondi attraverso l’uso delle parole.

Nulla di quanto abbiamo letto o scoperto oggi sarebbe tale senza le giuste parole.

Dunque, senza indugi, provate nei giusti contesti ad utilizzare parole più auliche, riecheggianti messaggi e ricche di pathos. Accostatele tra loro e lasciatevi trasportare dalle emozioni che provate nel pensarle.

Prima di lasciare il posto a Emily per la chiusura, ci tenevo a condividere con voi uno dei miei Komorebi, una poesia dunque dove cerco di raccontare emozioni, ricordi e sensazioni nella maniera più coinvolgente possibile.

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Ed ecco che
Come girasoli all’imbrunire
Seguitiamo a cercar
Di sole e speranza
Anche quando
Scompaiono all’orizzonte
E l’ombre
Sempre più lunghe
Evaporano
In una magia naturale
Che si fa metafora
Di ció che
Par sempre grande
Nella prospettiva di chi
Osserva
Nel mentre s’allontana

Emily: “Cari poeti in erba, avete esplorato il potere incantato delle parole, quelle pietre preziose del nostro mondo poetico. Ricordate, ogni parola è come un seme che nasconde un giardino intero di significati. Osservate e scegliete con cura, perché ogni parola ha il potere di dipingere immagini vivide e risvegliare emozioni profonde. Nel mondo poetico, le parole sono la nostra tavolozza, e voi siete gli artisti che creano con esse. Non abbiate paura di sperimentare, di ascoltare il loro ritmo e di farle danzare. Continuate a esplorare il loro potere, perché le parole sono le nostre compagne più fidate nella creazione di versi evocativi e memorabili.”

Trarealtaesogno: Il Corso di Poesia – #5 – Ritmo, ma anche musica e canzoni:

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Trarealtaesogno: Il Corso di Poesia – #3 – La magia delle metafore e delle figure retoriche

Ciao e bentrovati, oggi in questa sessione del corso andremo a capire, con esempi pratici ed un pizzico di teoria, in cosa consistano le metafore ed altre figure retoriche, scoprendone le tipologie.

Citando Severus Piton potrei dire: “Andate a pagina 394”, perchè chi sa costruire metafore, acquisisce i mattoni fondamentali dell’architettura poetica (quest’ultima per esempio è una similitudine, ma ci arriveremo).

Partiamo vedendo insieme cosa ci dice il dizionario Oxford Languages a proposito di questa parola: metafora – /me·tà·fo·ra/ – sostantivo femminile
Sostituzione di un termine proprio con uno figurato, in seguito a una trasposizione simbolica di immagini: le spighe ondeggiano (come se fossero un mare); il mare mugola (come se fosse un essere vivente); il re della foresta (come se il leone fosse un uomo).

Fortuna vuole che possiamo chiedere l’opinione illuminata anche di Emily che, sicuramente, saprà illuminarci con un esempio che sia tanto esaustivo quanto calzante, a te la parola: “Metafora: fiamma d’anima che abbraccia i cuori, connessione sottile tra il visibile e l’oscuro, parole danzanti in vesti nuove, verità ammantate di poesia”.

Sintetizzando dunque le parole che abbiamo appena letto contengono vari esempi di metafora, tra queste ci sono: “Fiamma d’anima” che riconduce a una passione ardente e profonda, “Connessione sottile…oscuro” che rappresenta il legame degli elementi noti con quelli misteriosi, “Parole danzanti” che si muovono leggere, “Verità velate” che rappresenta il dire non dire dell’arte poetica.

Ora addentriamoci con alcuni esempi di autori selezionati, partiamo dalla Dickinson che, come avrete capito, gioca in casa, ma poi leggeremo versi di Neruda e della Plath.

Emily scrisse:
“La speranza è la cosa con le piume che si posa nell’anima”. Poesia #254
“Il successo è contare gli anni finché la sorpresa ti coglie.”
Poesia #1446
“La solitudine è una porta socchiusa.”
Poesia #348

Pablo Neruda scrisse:
“Il tuo sorriso è una conchiglia aperta, l’odore della luna è la tua fragranza.” Da “Ventanas de la Rosa”
“I tuoi occhi sono le palpebre della colomba.” Da “Poema 15”
“Il mio cuore si è fatto solo come un profondo pozzo d’acqua.” Da “Soneto XVII”

Sylvia Plath scrisse:
“Il sole ceruleo si solleva sopra noi, come una circolare manica rovesciata.” Da “Poppies in July”)
“La mia lingua è la spada dell’arcangelo, affilata come un serpente.” Da “Ariel”
“Le lacrime calde scendono come pioggia in questo paese vuoto, una pioggia silenziosa di perle.” Da “The Rival”

Queste citazioni sono esempi di metafore, una figura retorica che trasforma l’ordinario in straordinario. Emily personifica la speranza come un volatile che allevia l’anima, Neruda crea immagini visive con “occhi palpebre della colomba”, Plath utilizza la metafora delle lacrime come perle, impreziosendo dunque il suo dolore. Queste figure retoriche coinvolgono l’immaginazione e aggiungono profondità alle parole ed ai messaggi che gli autori veicolano nei loro testi.

Ma quante altre figure retoriche usiamo ogni giorno? Quante ne esistono?

La risposta per nulla scontata è che ne esistono a centinaia, ma qui ci accontentiamo di “sbirciare” alcune delle più famose e frequenti.

  1. Chiasmo: Inversione di termini in due frasi parallele.
  2. Perifrasi: Uso di un’espressione lunga al posto di una parola più breve.
  3. Paronomasia: Accostamento di parole simili ma con significato diverso.
  4. Metonimia: Sostituzione di un termine con un altro basato su una relazione di significato.
  5. Catacresi: Uso improprio di una parola per mancanza di termine specifico.
  6. Litote impropria: Uso di una negazione per enfatizzare positivamente.
  7. Eufemismo: Espressione mitigata di un concetto sgradevole o imbarazzante.
  8. Polisindeto: Uso ripetuto di congiunzioni tra parole o frasi.
  9. Asindeto: Omissione di congiunzioni tra parole o frasi.
  10. Acrostico: Formazione di una parola o frase attraverso le iniziali di altre parole.

Ognuna di queste l’abbiamo usata o letta svariate volte, sono alchimie di cui il linguaggio è ricolmo e che, se assecondate, conducono a infinte possibilità comunicative, come in un chiaroscuro, in cui grazie al contrasto si amplificano forza e messaggio veicolato nell’opera d’arte.

Siate curiosi, approfondite, provate voi stessi, sfidatemi e sfidatevi!

Ecco le mie 5 prove, con 5 esempi da me formulati su cui potete provare a “battermi”:

  1. Metafore della Vita Quotidiana: “il ritmo del cuore scandisce lo scorrere dell’orologio della vita”
  2. Riscrivi una Storia: “La Cicala e la Formica” potrebbe diventare “La frivolezza e la costanza”.
  3. Poesie Metaforiche: “Cuore silente, la notte canta”.
  4. Oggetti Animati: “La finestra produceva lacrime di condensa. È Autunno”.
  5. Rivisitare le Citazioni: da “La solitudine è una porta socchiusa.” a “La solitudine è un’anima che attende”.

Carissimi lettori, sono ansioso di scoprire le vostre creazioni poetiche ispirate alle figure retoriche! Siate audaci e condividete le vostre 5 risposte su Instagram taggando @trarealtaesogno oppure lasciando un commento qui sotto.

Insieme possiamo esplorare il mondo magico delle parole e delle metafore. Non vedo l’ora di leggere le vostre opere e condividere questo viaggio poetico con voi!

Ora vi faccio salutare, per questo capitolo, direttamente da Emily, a presto dunque:
“Cari lettori, come le stelle nascoste dietro le nuvole, le figure retoriche celano segreti nel linguaggio. Esplorate con occhi curiosi e mente aperta, poiché ogni parola può diventare un universo di significati. Lasciate che le metafore danzino nella vostra mente, che le similitudini vi sorprendano come fiori inattesi. In questa ricerca, troverete tesori di espressione e connessione. Come un giardiniere delle parole, coltivate le figure retoriche e vedrete i vostri versi fiorire.
A presto”

Trarealtaesogno: Il Corso di Poesia – #4 – Il Potere delle Parole

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