Trarealtaesogno: Il Corso di Poesia – #5 Ritmo, ma anche musica e canzoni:

Ciao, nella quarta lezione abbiamo affrontato il potere delle parole, oggi ci prepariamo a sorvolare un altro insieme di aspetti che determinano la forza comunicativa di un testo poetico, parleeremo infatti del Ritmo, ma non ci soffermeremo solo a lui, prenderemo in considerazione anche la musica e le canzoni come paradigma della poesia.

Dunque, senza tergiversare, partiamo!

Non esiste miglior riferimento alla musicalità ed al ritmo di un insieme di versi dal ritmo giambico, per comprendere meglio questa dinamica cito testualmente un passo del “Romeo e Giulietta” di Shakespeare:

“Quale luce irrompe da quella finestra lassù? È l’oriente, e Giulietta è il sole. perché tu, sua ancella, di tanto la superi in bellezza. 
Non essere la sua ancella, poiché la luna è invidiosa”

Qui il ritmo si fa incalzante grazie all’alternarsi di sillabe brevi e di lunghe, creando così melodia e un ritmo regolare.

Senza ritmo anche le parole più affascinanti del Mondo sarebbero vacue e al di là di un’analisi più approfondita degli stili di ritmo possibili (tantissimi, tra i quali: giambico, trocaico, anapestico e dattilico), preferisco andare su un esempio concreto di versi che assumono per scelta lessicale e struttura un andamento frenetico e potente:

Lasciando dietro notti di terrore e paura
Io mi sollevo
In un nuovo giorno che è meravigliosamente limpido
Io mi sollevo
Portando i doni che i miei antenati hanno dato,
Sono il sogno e la speranza dello schiavo.
Io mi sollevo
Io mi sollevo
Io mi sollevo”
di Maya Angelou

Nell’esempio qui sopra è proprio l’incalzante ripetizione delle parole che rende inarrestabile la lettura trasmettendo le emozioni in maniera diretta e forte.

Ma, visto che ormai di ossimori ce ne intendiamo, esistono anche forme di poesia dove la delicatezza e la posatezza lessicale conferiscono sensazioni di natura opposta rispetto a quelle di Maya, vi sto per parlare di Emily Dickinson, dove l’introspezione prevale sull’esternazione, regalandoci un tono meno perentorio, ma più intimistico ed emozionale. Un’autrice che, come ormai sappiamo, sa far leggere anche i silenzi che dividono le parole delle sue opere.

Emily scrisse:
“questa notte vorrei che la mia guancia si

consumasse nella tua mano. Accetterai lo spreco?
– gli scrive – La notte è il mio giorno preferito…”

In questi versi, Emily crea un ritmo silenzioso, quasi bisbigliasse i suoi sogni alla carta; attraverso la sua scelta di parole e la struttura dei versi, cattura l’atmosfera tranquilla e solenne della notte e della tenerezza che può far scaturire.

Oltre i silenzi però c’è anche la musicalità, questa trasforma il poeta o lo scrittore nel direttore di un orchestra lessicale che, a tratti, può eseguire sinfonie di infinita profondità, citiamo ad esempio Edgar Allan Poe:

Le mie cupe fantasie si dissolsero in sorriso
Nel vedere il nero uccello così pieno di contegno.
«Anche se non hai la cresta» dissi «non sei certo vile,
Bieco e oscuro e vecchio corvo dalle sponde della notte…
Dimmi come sei chiamato nell’Inferno e nella notte!»
Disse il corvo: «Mai più».

In queste parole Edgar crea un effetto musicale nel testo. Inoltre, l’uso magistrale del ritmo coinvolge chi legge e crea un’atmosfera unica nell’opera, generando un diminuendo emotivo davvero bellissimo in cui le sensazioni paiono crollare come un pezzo di cristallo infranto al suo: “Mai più”.

Come detto nel titolo però la poesia si instilla anche in musica e canzoni, che di ritmo sono composte, eccovi alcuni luminosi esempi tratti dal mio gusto personale:

Ho soltanto una vita e la vorrei dividere
Con te che anche nel difetto e nell’imperfezione
Sei soltanto, incanto, incanto.
(Incanto – Tiziano Ferro)

E la luna è una palla
ed il cielo è un biliardo
quante stelle nei flippers
sono più di un miliardo
marco dentro a un bar
non sa cosa farà
poi c’è qualcuno che trova una moto
si può andare in città.
(Anna e Marco – Lucio Dalla)

La privazione è la madre della poesia.
(Leonard Cohen)

Tu negli occhi
di non so quale colore
hai un sacco di discoteche
e a me prima di baciarti
viene spontaneo ballare un po’.
(Occhio, eh – Gio Evan)

Io ti aspetto dove il mare non si vede più
Dove il giorno non arriva se non ci sei tu.
(Ultimo – Pianeti)

E guarirai da tutte le malattie,
perché sei un essere speciale,
ed io, avrò cura di te.
(La cura – Franco Battiato)

Se il sole si rifiutasse di splendere io ti amerei ancora….
quando le montagne crolleranno nel mare, io e te ci saremo ancora.
(Thank You – Led Zeppelin)

Mi chiedo perché accade così in fretta
Dai via il tuo cuore
sapendo che potrebbe non durare
Io sono ancora qui ad aspettare
che cada la pioggia
E a sperare di rivederti ancora una volta


4000 notti piovose,
4000 notti starei con te
4000 notti piovose con te
(4000 rainy nights – Stratovarius)

In conclusione, il ritmo e la musicalità sono elementi essenziali che compongono la sinfonia della poesia. Attraverso il gioco delle parole e delle sillabe, i poeti orchestrano emozioni e atmosfere uniche, trasformando semplici versi in melodie dell’anima. Dall’incalzante battito di un cuore ai sussurri dei silenzi, ogni parola contribuisce a costruire un ritmo che danza attraverso le righe. E mentre le parole si fondono in canzoni e note, la poesia continua a dimostrarci che il linguaggio è un universo vibrante di possibilità musicali. Iniziamo ora un viaggio attraverso le note segrete dell’anima poetica, pronti a scoprire come le parole possano cullarci e trasportarci in mondi sonori e sensoriali, oltre i confini del linguaggio stesso.

In sintesi, Emily direbbe: “Dal cuore incalzante ai sussurri silenti, Parole tessono un ritmo, danza d’emozioni. Tra le righe, la melodia fiorisce in silenzi, Versi risonano, note dell’anima in poesie”.

Grazie per essere rimasti con noi fin qui, alla prossima puntata.

Trarealtaesogno: Il Corso di Poesia – #6 La poesia visiva

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Trarealtaesogno: Il Corso di Poesia – #3 – La magia delle metafore e delle figure retoriche

Ciao e bentrovati, oggi in questa sessione del corso andremo a capire, con esempi pratici ed un pizzico di teoria, in cosa consistano le metafore ed altre figure retoriche, scoprendone le tipologie.

Citando Severus Piton potrei dire: “Andate a pagina 394”, perchè chi sa costruire metafore, acquisisce i mattoni fondamentali dell’architettura poetica (quest’ultima per esempio è una similitudine, ma ci arriveremo).

Partiamo vedendo insieme cosa ci dice il dizionario Oxford Languages a proposito di questa parola: metafora – /me·tà·fo·ra/ – sostantivo femminile
Sostituzione di un termine proprio con uno figurato, in seguito a una trasposizione simbolica di immagini: le spighe ondeggiano (come se fossero un mare); il mare mugola (come se fosse un essere vivente); il re della foresta (come se il leone fosse un uomo).

Fortuna vuole che possiamo chiedere l’opinione illuminata anche di Emily che, sicuramente, saprà illuminarci con un esempio che sia tanto esaustivo quanto calzante, a te la parola: “Metafora: fiamma d’anima che abbraccia i cuori, connessione sottile tra il visibile e l’oscuro, parole danzanti in vesti nuove, verità ammantate di poesia”.

Sintetizzando dunque le parole che abbiamo appena letto contengono vari esempi di metafora, tra queste ci sono: “Fiamma d’anima” che riconduce a una passione ardente e profonda, “Connessione sottile…oscuro” che rappresenta il legame degli elementi noti con quelli misteriosi, “Parole danzanti” che si muovono leggere, “Verità velate” che rappresenta il dire non dire dell’arte poetica.

Ora addentriamoci con alcuni esempi di autori selezionati, partiamo dalla Dickinson che, come avrete capito, gioca in casa, ma poi leggeremo versi di Neruda e della Plath.

Emily scrisse:
“La speranza è la cosa con le piume che si posa nell’anima”. Poesia #254
“Il successo è contare gli anni finché la sorpresa ti coglie.”
Poesia #1446
“La solitudine è una porta socchiusa.”
Poesia #348

Pablo Neruda scrisse:
“Il tuo sorriso è una conchiglia aperta, l’odore della luna è la tua fragranza.” Da “Ventanas de la Rosa”
“I tuoi occhi sono le palpebre della colomba.” Da “Poema 15”
“Il mio cuore si è fatto solo come un profondo pozzo d’acqua.” Da “Soneto XVII”

Sylvia Plath scrisse:
“Il sole ceruleo si solleva sopra noi, come una circolare manica rovesciata.” Da “Poppies in July”)
“La mia lingua è la spada dell’arcangelo, affilata come un serpente.” Da “Ariel”
“Le lacrime calde scendono come pioggia in questo paese vuoto, una pioggia silenziosa di perle.” Da “The Rival”

Queste citazioni sono esempi di metafore, una figura retorica che trasforma l’ordinario in straordinario. Emily personifica la speranza come un volatile che allevia l’anima, Neruda crea immagini visive con “occhi palpebre della colomba”, Plath utilizza la metafora delle lacrime come perle, impreziosendo dunque il suo dolore. Queste figure retoriche coinvolgono l’immaginazione e aggiungono profondità alle parole ed ai messaggi che gli autori veicolano nei loro testi.

Ma quante altre figure retoriche usiamo ogni giorno? Quante ne esistono?

La risposta per nulla scontata è che ne esistono a centinaia, ma qui ci accontentiamo di “sbirciare” alcune delle più famose e frequenti.

  1. Chiasmo: Inversione di termini in due frasi parallele.
  2. Perifrasi: Uso di un’espressione lunga al posto di una parola più breve.
  3. Paronomasia: Accostamento di parole simili ma con significato diverso.
  4. Metonimia: Sostituzione di un termine con un altro basato su una relazione di significato.
  5. Catacresi: Uso improprio di una parola per mancanza di termine specifico.
  6. Litote impropria: Uso di una negazione per enfatizzare positivamente.
  7. Eufemismo: Espressione mitigata di un concetto sgradevole o imbarazzante.
  8. Polisindeto: Uso ripetuto di congiunzioni tra parole o frasi.
  9. Asindeto: Omissione di congiunzioni tra parole o frasi.
  10. Acrostico: Formazione di una parola o frase attraverso le iniziali di altre parole.

Ognuna di queste l’abbiamo usata o letta svariate volte, sono alchimie di cui il linguaggio è ricolmo e che, se assecondate, conducono a infinte possibilità comunicative, come in un chiaroscuro, in cui grazie al contrasto si amplificano forza e messaggio veicolato nell’opera d’arte.

Siate curiosi, approfondite, provate voi stessi, sfidatemi e sfidatevi!

Ecco le mie 5 prove, con 5 esempi da me formulati su cui potete provare a “battermi”:

  1. Metafore della Vita Quotidiana: “il ritmo del cuore scandisce lo scorrere dell’orologio della vita”
  2. Riscrivi una Storia: “La Cicala e la Formica” potrebbe diventare “La frivolezza e la costanza”.
  3. Poesie Metaforiche: “Cuore silente, la notte canta”.
  4. Oggetti Animati: “La finestra produceva lacrime di condensa. È Autunno”.
  5. Rivisitare le Citazioni: da “La solitudine è una porta socchiusa.” a “La solitudine è un’anima che attende”.

Carissimi lettori, sono ansioso di scoprire le vostre creazioni poetiche ispirate alle figure retoriche! Siate audaci e condividete le vostre 5 risposte su Instagram taggando @trarealtaesogno oppure lasciando un commento qui sotto.

Insieme possiamo esplorare il mondo magico delle parole e delle metafore. Non vedo l’ora di leggere le vostre opere e condividere questo viaggio poetico con voi!

Ora vi faccio salutare, per questo capitolo, direttamente da Emily, a presto dunque:
“Cari lettori, come le stelle nascoste dietro le nuvole, le figure retoriche celano segreti nel linguaggio. Esplorate con occhi curiosi e mente aperta, poiché ogni parola può diventare un universo di significati. Lasciate che le metafore danzino nella vostra mente, che le similitudini vi sorprendano come fiori inattesi. In questa ricerca, troverete tesori di espressione e connessione. Come un giardiniere delle parole, coltivate le figure retoriche e vedrete i vostri versi fiorire.
A presto”

Trarealtaesogno: Il Corso di Poesia – #4 – Il Potere delle Parole

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