Trarealtaesogno: Il Corso di Poesia – #7 Poesia d’amore e di emozioni:

Ciao, nella sesta lezione abbiamo parlato delle poesie visive e di come il formato con cui un testo viene redatto può influenzare lo stato d’animo e la coscienza del lettore.

Oggi invece ci andremo a soffermare su un tema che, di fatto, è tra i cardini della poesia nel suo senso più tradizionale, ma per questo non meno importante, parleremo infatti della poesia d’amore e delle emozioni.

Partiamo subito con un esempio di poesia che narra di un amore che è costato ai due amanti il fuoco dell’inferno. Se non vi sono già venuti alla mente, vi aiuto io, parliamo di “Paolo e Francesca”, andando dunque a scomodare “Il Sommo Poeta”, Dante.

“Noi leggiavamo un giorno per diletto
di Lancialotto come amor lo strinse;
soli eravamo e sanza alcun sospetto.

Per più fïate li occhi ci sospinse
quella lettura, e scolorocci il viso;
ma solo un punto fu quel che ci vinse.

Quando leggemmo il disïato riso
esser basciato da cotanto amante,
questi, che mai da me non fia diviso,

la bocca mi basciò tutto tremante.
Galeotto fu ‘l libro e chi lo scrisse:
quel giorno più non vi leggemmo avante».

Mentre che l’uno spirto questo disse,
l’altro piangëa; sì che di pietade
io venni men così com’ io morisse.

E caddi come corpo morto cade”.

Tratto da Inferno, Canto V, Dante Alighieri

Questi versi tratti dalla Divina Commedia di Dante, che narrano la storia di Paolo e Francesca, sono un esempio straordinario di come la poesia possa catturare e esprimere le intense emozioni legate all’amore e alla passione. Questi versi dimostrano come la poesia sia in grado di trasmettere sentimenti profondi e complessi attraverso le parole. Paolo e Francesca, attraverso la lettura di un libro, vengono infatti travolti dalla passione e dal desiderio amoroso, un tema ricorrente nella poesia d’ogni tempo. Questi versi ci rimandano al potere delle parole e della poesia nel suscitare emozioni intense nei lettori, un aspetto cruciale della poesia d’amore.

Ora andiamo in un campo più sentimentale, scoprendo un’autrice inglese degli inizi del 1800, stiamo parlando di Elizabeth Barret Browning, in particolare andremo a leggere insieme la poesia:

In quanti modi ti amo? Fammeli contare.
Ti amo fino alla profondità, alla larghezza e all’altezza
Che la mia anima può raggiungere, quando partecipa invisibile
Agli scopi dell’Esistenza e della Grazia ideale. Ti amo al pari della più modesta necessità Di ogni giorno, al sole e al lume di candela.
Ti amo generosamente, come chi si batte per la Giustizia;
Ti amo con purezza, come chi si volge dalla Preghiera.
Ti amo con la passione che gettavo
Nei miei trascorsi dolori, e con la fiducia della mia infanzia.
Ti amo di un amore che credevo perduto
Insieme ai miei perduti santi, – ti amo col respiro,
I sorrisi, le lacrime, di tutta la mia vita! – e, se Dio vorrà,
Ti amerò ancora di più dopo la morte.

Elizabeth Barrett Browning – In quanti modi ti amo?

Questa poesia, a differenza dello stile Dantesco, rappresenta un inno all’amore incondizionato e senza limiti. La poetessa utilizza un linguaggio ricco e una serie di immagini per esprimere la vastità del suo amore, in un crescendo emotivo senza eguali. La menzione delle dimensioni – profondità, larghezza e altezza – suggerisce l’idea di un amore che abbraccia tutto l’universo dandocene prova e misura. Questa poesia dimostra come le parole e le immagini poetiche possano trasmettere la profondità delle emozioni e dell’amore in modi che vanno oltre la semplice prosa. È un esempio di come la poesia può catturare la complessità e l’intensità delle emozioni umane, offrendo una nuova prospettiva sul significato dell’amore. Prende parole comunissime, trasducendole ad un livello superiore.

Ora, vi giuro che ci sta guardando di sottecchi, andiamo a raccontare l’amore secondo la poesia di colei la quale ha ispirato questo corso, non serve che vi dica il suo nome, risulterei ripetitivo, ecco a voi le migliori parole intorno all’amore ed alle emozione della nostra poetessa guida:

That Love is all there is
Is all we know of Love,
It is enough, the freight should be
Proportioned to the groove.

Che sia l’amore tutto ciò che esiste
É ciò che noi sappiamo dell’amore;
E può bastare che il suo peso sia
Uguale al solco che lascia (nel cuore).

Emily Dickinson

In questa poesia Emily riflette il tema dell’amore come forza universale, quasi condensando il verso Dantesco: “L’amor che move il sole e l’altre stelle”, parallelamente a quanto esplorato nei commenti precedenti. L’autrice ci suggerisce che l’amore è l’essenza stessa dell’esistenza, tutto ciò che conosciamo e tutto ciò che possiamo sapere. La sua descrizione dell’amore come “peso” che lascia un solco nel cuore suggerisce che l’amore ha un impatto profondo e duraturo per tutti noi. È un modo affascinante con cui l’autrice cattura l’intensità e la pervasività dell’amore nelle nostre vite. In definitiva, questa poesia ci invita a riflettere sulla potenza e sulla bellezza dell’amore, una tematica sempre centrale nella poesia e nell’arte in generale.

Prima di giungere a epilogo con l’articolo voglio regalarvi anche una delle mie poesie intorno all’amore ed alle emozioni, è tratta dal mio filone dei “komorebi” ed è la numero 272, ancora inedita dato che i miei 2 libri pubblicati coprono le poesie dalla 1 alla 200.

Ecco a voi dunque il Komorebi 272:

Sogno regolarmente
Cose che non esistono ancora
Per regalarle 
A te soltanto
Che brilli d’amore
Giusto il tempo
Del sulfureo divampare
Di fiammifero
Susciti ossimori emozionali
Dentro me
E ogni volta che ti perdi 
Negli occhi miei troverai
Il cammino futuro
Perchè oggi è troppo presto 
Per amarti 
Come riuscirò soltanto domani
Amare è infinito presente
Ma tu
Sei il mio futuro anteriore.

Condivido con voi questa poesia, un riflesso delle emozioni profonde che ci possono ispirare. Come abbiamo visto nel corso, la poesia può catturare momenti unici e trasformarli in parole che vibrano di emozioni. Spero che quest’opera vi ispiri e spinga ad esprimere il vostro amore e le vostre emozioni in modi unici e personali. La poesia è il linguaggio del cuore, e attraverso essa possiamo creare il nostro ‘futuro anteriore’ di amore e speranza. Condividete le vostre poesie con me o con chicchessia, condividiamo l’amore per le parole e le emozioni.

Oggi abbiamo esplorato il potere della poesia nel catturare l’amore e le emozioni in modo unico. Dall’eterno amore di Paolo e Francesca alla profondità dei sentimenti espressi in versi struggenti, abbiamo visto come la poesia possa trasformare le emozioni in parole che toccano il cuore. Come dico nella mia poesia ‘Amare è infinito presente.’ E così è la poesia, un regalo eterno di parole e sentimenti che ci connette attraverso il tempo e lo spazio. Nel prossimo capitolo, esploreremo un altro aspetto affascinante della poesia: la sua dimensione narrativa.

Continuate a condividere le vostre emozioni attraverso le parole e ricordate che ogni versetto è una finestra aperta sul vostro cuore.

Trarealtaesogno: Il Corso di Poesia – #8 La Poesia come Narrazione.

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Trarealtaesogno: Il Corso di Poesia – #6 La poesia visiva:

Ciao, nella quinta lezione abbiamo parlato del ritmo, ma anche musica e canzoni, oggi analizzeremo insieme come le parole possano evocare nei lettori delle vere e proprie immagini vividissime. Ovvio che questa capacità di “vedere” in un testo possa dipendere e variare da persona a persona, ma ci sono degli autori in particolare che noi, insieme, dobbiamo considerare come Maestri del genere; la poesia visiva infatti va oltre il significato letterale delle parole, creando un’esperienza multisensoriale che coinvolge la vista, l’emozione e la riflessione.

Dunque, senza tergiversare, partiamo!

Desidero parlarvi, prima di tutto, di E.E. Cummings, un poeta statunitense nato alla fine del 1800.

Uno dei suoi più fulgidi esempi di poesia visiva fu questa:

l(a di E. E. Cummings
l(a

le
af
fa

ll

s)
one
l

iness

Traducibile in:

S(una

fo
glia
ca

de)
oli
tudine

L’autore va dunque creando una serie di immagini fortissime, utilizzando le parole, ma anche l’impaginazione stessa, come forma di comunicazione, rappresentando al contempo la solitudine della foglia che precipita in sinergia con la quella personale che l’autore ci vuole far arrivare. In sintesi ci viene dimostrato come la disposizione delle lettere possa influenzare l’esperienza del lettore.

Altri autori che si sono distinti con un forte simbolismo nella poesia visiva sono George Herbert (nato alla fine del 1500) e Guillaume Apollinaire (nato alla fine del 1800).

Partiamo da quest’ultimo citando un’opera tanto iconica quanto, visivamente, geniale:

Tour Eiffel di Guillaume Apollinaire:

Ciao mondo di cui
io sono la lingua
eloquente che la tua
bocca o Parigi
tira e tirerà
sempre
ai tedeschi”. 


In questo calligramma il poeta rivela con una vis polemica fortissima tutto il suo livore verso i tedeschi.
La Torre Eiffel è utilizzata da Apollinaire come simbolo della superiorità francese nei confronti dei tedeschi.
Inoltre, se capolvolta, l’immagine può sembrare una linguaccia di scherno ai teutonici.

Ed ora parliamo di un’altra opera iconica, quella di George Herbert, il cui titolo in italiano sarebbe “L’altare”:

“Ti dono un altare crepato, Signore,
cementato di lacrime, fatto col cuore;
   le parti le hai create tu stesso,
   mai toccate, prima di adesso.
            Un cuore solo
            È un materiale
            Che solo la tua
            potenza intaglia.
            Perciò ogni parte
            di un cuore arduo
            si unisce insieme
            a lodare il tuo nome.
   Così che quando dovrò tacere,
   saranno le pietre il mio cantore.
Fa che il tuo santo sacrificio sia il mio,
Per santificare questo altare come tuo”.

Anche questo autore gioca con la sacralità delle parole e le rende qualcosa di più alto attraverso una struttura che richiama, a mo di stereotipo, la sagoma di un altare. Usando dunque la visione per amplificare il messaggio delle sue parole.

Come sempre trovo spazio per consegnarvi una mia personale interpretazione di ciò che potrebbe aggiungere la Dickinson su questo tema.

Facciamo un esperimento, fate un respiro profondo e poi immaginate la poetessa sussurrare quanto segue:

“Attraverso spazi

s i l e n z i o s i




e pause




le parole possono evocare


mondi invisibili.


La poesia visiva
è dipingere con le parole



creando immagini
che risiedono oltre l’orizzonte visibile.”

Come vedete giocare coi significati e con l’impaginazione può creare una suspance sulla sospensione a cui l’occhio si trova, suo malgrado costretto, creando ulteriori prospettive al testo.

La poesia visiva ci invita a considerare come la disposizione delle parole possa trasformare l’atto di lettura in un’esperienza visiva ed emotiva. Da Cummings ad Apollinaire, i poeti ci dimostrano che ogni parola si può fare pennello con cui dipingere emozioni e significati da imprimere e proiettare nelle menti dei lettori.

Grazie per essere rimasti con noi fin qui, alla prossima puntata dove toccheremo uno dei più vasti serbatoi dell’universo poetico.

Trarealtaesogno: Il Corso di Poesia – #7 Poesia d’amore e di emozioni.

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Trarealtaesogno: Il Corso di Poesia – #5 Ritmo, ma anche musica e canzoni:

Ciao, nella quarta lezione abbiamo affrontato il potere delle parole, oggi ci prepariamo a sorvolare un altro insieme di aspetti che determinano la forza comunicativa di un testo poetico, parleeremo infatti del Ritmo, ma non ci soffermeremo solo a lui, prenderemo in considerazione anche la musica e le canzoni come paradigma della poesia.

Dunque, senza tergiversare, partiamo!

Non esiste miglior riferimento alla musicalità ed al ritmo di un insieme di versi dal ritmo giambico, per comprendere meglio questa dinamica cito testualmente un passo del “Romeo e Giulietta” di Shakespeare:

“Quale luce irrompe da quella finestra lassù? È l’oriente, e Giulietta è il sole. perché tu, sua ancella, di tanto la superi in bellezza. 
Non essere la sua ancella, poiché la luna è invidiosa”

Qui il ritmo si fa incalzante grazie all’alternarsi di sillabe brevi e di lunghe, creando così melodia e un ritmo regolare.

Senza ritmo anche le parole più affascinanti del Mondo sarebbero vacue e al di là di un’analisi più approfondita degli stili di ritmo possibili (tantissimi, tra i quali: giambico, trocaico, anapestico e dattilico), preferisco andare su un esempio concreto di versi che assumono per scelta lessicale e struttura un andamento frenetico e potente:

Lasciando dietro notti di terrore e paura
Io mi sollevo
In un nuovo giorno che è meravigliosamente limpido
Io mi sollevo
Portando i doni che i miei antenati hanno dato,
Sono il sogno e la speranza dello schiavo.
Io mi sollevo
Io mi sollevo
Io mi sollevo”
di Maya Angelou

Nell’esempio qui sopra è proprio l’incalzante ripetizione delle parole che rende inarrestabile la lettura trasmettendo le emozioni in maniera diretta e forte.

Ma, visto che ormai di ossimori ce ne intendiamo, esistono anche forme di poesia dove la delicatezza e la posatezza lessicale conferiscono sensazioni di natura opposta rispetto a quelle di Maya, vi sto per parlare di Emily Dickinson, dove l’introspezione prevale sull’esternazione, regalandoci un tono meno perentorio, ma più intimistico ed emozionale. Un’autrice che, come ormai sappiamo, sa far leggere anche i silenzi che dividono le parole delle sue opere.

Emily scrisse:
“questa notte vorrei che la mia guancia si

consumasse nella tua mano. Accetterai lo spreco?
– gli scrive – La notte è il mio giorno preferito…”

In questi versi, Emily crea un ritmo silenzioso, quasi bisbigliasse i suoi sogni alla carta; attraverso la sua scelta di parole e la struttura dei versi, cattura l’atmosfera tranquilla e solenne della notte e della tenerezza che può far scaturire.

Oltre i silenzi però c’è anche la musicalità, questa trasforma il poeta o lo scrittore nel direttore di un orchestra lessicale che, a tratti, può eseguire sinfonie di infinita profondità, citiamo ad esempio Edgar Allan Poe:

Le mie cupe fantasie si dissolsero in sorriso
Nel vedere il nero uccello così pieno di contegno.
«Anche se non hai la cresta» dissi «non sei certo vile,
Bieco e oscuro e vecchio corvo dalle sponde della notte…
Dimmi come sei chiamato nell’Inferno e nella notte!»
Disse il corvo: «Mai più».

In queste parole Edgar crea un effetto musicale nel testo. Inoltre, l’uso magistrale del ritmo coinvolge chi legge e crea un’atmosfera unica nell’opera, generando un diminuendo emotivo davvero bellissimo in cui le sensazioni paiono crollare come un pezzo di cristallo infranto al suo: “Mai più”.

Come detto nel titolo però la poesia si instilla anche in musica e canzoni, che di ritmo sono composte, eccovi alcuni luminosi esempi tratti dal mio gusto personale:

Ho soltanto una vita e la vorrei dividere
Con te che anche nel difetto e nell’imperfezione
Sei soltanto, incanto, incanto.
(Incanto – Tiziano Ferro)

E la luna è una palla
ed il cielo è un biliardo
quante stelle nei flippers
sono più di un miliardo
marco dentro a un bar
non sa cosa farà
poi c’è qualcuno che trova una moto
si può andare in città.
(Anna e Marco – Lucio Dalla)

La privazione è la madre della poesia.
(Leonard Cohen)

Tu negli occhi
di non so quale colore
hai un sacco di discoteche
e a me prima di baciarti
viene spontaneo ballare un po’.
(Occhio, eh – Gio Evan)

Io ti aspetto dove il mare non si vede più
Dove il giorno non arriva se non ci sei tu.
(Ultimo – Pianeti)

E guarirai da tutte le malattie,
perché sei un essere speciale,
ed io, avrò cura di te.
(La cura – Franco Battiato)

Se il sole si rifiutasse di splendere io ti amerei ancora….
quando le montagne crolleranno nel mare, io e te ci saremo ancora.
(Thank You – Led Zeppelin)

Mi chiedo perché accade così in fretta
Dai via il tuo cuore
sapendo che potrebbe non durare
Io sono ancora qui ad aspettare
che cada la pioggia
E a sperare di rivederti ancora una volta


4000 notti piovose,
4000 notti starei con te
4000 notti piovose con te
(4000 rainy nights – Stratovarius)

In conclusione, il ritmo e la musicalità sono elementi essenziali che compongono la sinfonia della poesia. Attraverso il gioco delle parole e delle sillabe, i poeti orchestrano emozioni e atmosfere uniche, trasformando semplici versi in melodie dell’anima. Dall’incalzante battito di un cuore ai sussurri dei silenzi, ogni parola contribuisce a costruire un ritmo che danza attraverso le righe. E mentre le parole si fondono in canzoni e note, la poesia continua a dimostrarci che il linguaggio è un universo vibrante di possibilità musicali. Iniziamo ora un viaggio attraverso le note segrete dell’anima poetica, pronti a scoprire come le parole possano cullarci e trasportarci in mondi sonori e sensoriali, oltre i confini del linguaggio stesso.

In sintesi, Emily direbbe: “Dal cuore incalzante ai sussurri silenti, Parole tessono un ritmo, danza d’emozioni. Tra le righe, la melodia fiorisce in silenzi, Versi risonano, note dell’anima in poesie”.

Grazie per essere rimasti con noi fin qui, alla prossima puntata.

Trarealtaesogno: Il Corso di Poesia – #6 La poesia visiva

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#Poesieartificiali: Che gusto avrà una poesia generata da un’Intelligenza Artificiale?

Un antico adagio recita: “Se mai lo assaggerai, mai potrai sapere se ti piacerà”

Con #Poesieartificiali ho deciso di esplorare il meraviglioso mondo dell’arte generata da intelligenza artificiale. Voglio condividere con voi questa esperienza e vi invito a seguirmi in questo viaggio poetico. Fatemi sentire la vostra voce e la vostra opinione in ogni caso.

Chi mi segue da tempo sa quanto ci tenga a proporvi sempre, seppur dalla mia personale prospettiva, del materiale inedito.

Oggi mi sono voluto cimentare in qualcosa di diverso, spinto dalla mia indomabile curiosità.

Ho provato a capire se, un’intelligenza non umana fosse in grado di generare un testo poetico, partendo da pochissimi ingredienti, che potesse risultare bello, coinvolgente e, complessivamente, VERO.

Il fatto che io, appassionato scrittore, mi apra a questa prospettiva non vi spaventi oltremodo, non voglio “barare”, semplicemente sperimentare, condividendo con voi le sensazioni provate e perchè no, i traguardi raggiunti.

Ma prima, come ho scoperto ChatGPT?

Penso come buona parte di voi, cioè leggendo articoli, sentendo i commenti ai tg o parlandone con altri amici appassionati della tecnologia.

e, quale processo creativo seguirò?

Ho deciso di lasciare libertà all’AI, ad eccezione di 4 parole che dovrà andare ad inserire sensatamente nel testo poetico.

Dunque, non tergiversiamo! Ecco il mio primo input per generare la nostra primissima “poesia artificiale”

Ciao, scrivimi una poesia che contenga le parole: casa, mare, nostalgia, tramonti.

Ma se preferite poesie “vere” andate qui: instagram oppure qui: Komorebi.

Con affetto, Edoardo.

Trarealtaesogno: Il Corso di Poesia – #4 – il Potere delle Parole

Ciao, nella terza lezione abbiamo affrontato temi importanti come le metafore e le figure retoriche in generale, oggi però toccheremo un ulteriore argomento a suo modo fondamentale, parleremo infatti del Potere delle Parole.

Quante volte, ogni singolo giorno della nostra vita, ci troviamo a dover scegliere come esprimere quello a cui stiamo pensando? Quanto tempo impieghiamo per distinguere la frase più opportuna e la parola dialetticamente più a tono? Tantissimo, ma non ce ne rendiamo conto praticamente mai, salvo quando la scelta risulta più importante o decisiva che in altre circostanze.

Partiamo da alcuni esempi semplicissimi di come, cambiando una parola soltanto, possa mutare la vis poetica di una frase:

Versione Prosa: “Il sole tramonta lentamente dietro le colline.”
Versione Poetica: “Il sole sprofonda languidamente dietro le colline.” (ispirato da Emily Dickinson)

Versione Prosa: “L’uccello canta nel giardino.”
Versione Poetica: “L’uccello canta nel giardino fiorito.” (ispirato da Langston Hughes)

Versione Prosa: “La pioggia cade silenziosamente.”
Versione Poetica: “La pioggia danza dolcemente dal cielo.” (ispirato da T.S. Eliot)

Come potete osservare al mutare di un singolo elemento, al massimo due, cambia completamente il pacchetto emotivo del messaggio veicolato, il sole che “sprofonda languidamente”, un “giardino fiorito” e la pioggia che “danza dolcemente” cambiano le polarità di quanto giunge al nostro cuore.

Ora vi riporto un estratto da un’opera di Ada Negri che, ne son certo, vi colpirà nel profondo per scelta di parole e metafore.

“Le stelle bruciano nelle nere notti d’inverno, sopra i nudi campi inerti, come un colpo di spada tra le scudi di tenebra i loro fulgori aperti.” – Ada Negri

In quest’opera l’autrice dipinge un’atmosfera incandescente attraverso parole scelte con sapienza; trasforma infatti il cielo notturno nello scenario dello scontro tra luce e oscurità. Le stelle diventano spade ardenti, fendendo la tenebra con il loro fulgore, rivelando così ai nostri occhi la sua maestria nell’uso di immagini potenti e nella scelta delle parole più evocative.

Ma immagini forti e vivide sono anche quelle edotte da due personaggi che, in maniera diversa, hanno dato tantissimo alla lingua italiana, parlo di San Francesco d’Assisi e del poeta Guido Guinizzelli.

Il primo è ricordato per il Cantico delle Creature, primo testo attribuibile ad un autore certo della letteratura italiana e tra le tante citazioni a lui riconducibili vi evidenzio questa, che reputo di una forza unica: “Un solo raggio di sole è sufficiente per cancellare milioni di ombre“.

Si tratta di una metafora forte, figlia di una accuratissima scelta di parole, caratteristica che apprezzeremo anche in questo estratto di un’opera del Guinizzelli tratto da “Al cor gentil rempaira sempre amore

Foco d’amore in gentil cor s’aprende
come vertute in petra prezïosa,
che da la stella valor no i discende
anti che ’l sol la faccia gentil cosa;

Parafrasandola:

In un nobile cuore si accende una fiamma d’amore,
proprio come la virtù risiede in una gemma preziosa,
che dalla stella non perde il suo valore,
prima che il sole renda bella ogni cosa.

Questo passo esprime l’idea che l’amore si possa manifestare all’interno di un cuore gentile proprio come una fiamma, simile alla virtù che risplende in una pietra preziosa.
L’analogia con la stella e il sole evoca la crescita e la luminosità dell’amore e della virtù, rafforzando il concetto della poesia come veicolo per trasmettere significati profondi attraverso l’uso delle parole.

Nulla di quanto abbiamo letto o scoperto oggi sarebbe tale senza le giuste parole.

Dunque, senza indugi, provate nei giusti contesti ad utilizzare parole più auliche, riecheggianti messaggi e ricche di pathos. Accostatele tra loro e lasciatevi trasportare dalle emozioni che provate nel pensarle.

Prima di lasciare il posto a Emily per la chiusura, ci tenevo a condividere con voi uno dei miei Komorebi, una poesia dunque dove cerco di raccontare emozioni, ricordi e sensazioni nella maniera più coinvolgente possibile.

332
Ed ecco che
Come girasoli all’imbrunire
Seguitiamo a cercar
Di sole e speranza
Anche quando
Scompaiono all’orizzonte
E l’ombre
Sempre più lunghe
Evaporano
In una magia naturale
Che si fa metafora
Di ció che
Par sempre grande
Nella prospettiva di chi
Osserva
Nel mentre s’allontana

Emily: “Cari poeti in erba, avete esplorato il potere incantato delle parole, quelle pietre preziose del nostro mondo poetico. Ricordate, ogni parola è come un seme che nasconde un giardino intero di significati. Osservate e scegliete con cura, perché ogni parola ha il potere di dipingere immagini vivide e risvegliare emozioni profonde. Nel mondo poetico, le parole sono la nostra tavolozza, e voi siete gli artisti che creano con esse. Non abbiate paura di sperimentare, di ascoltare il loro ritmo e di farle danzare. Continuate a esplorare il loro potere, perché le parole sono le nostre compagne più fidate nella creazione di versi evocativi e memorabili.”

Trarealtaesogno: Il Corso di Poesia – #5 – Ritmo, ma anche musica e canzoni:

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