Era una notte d’inverno del 1978, la Bora soffiò più forte del solito quel giorno, repentinamente, a farne le spese fu un mercantile greco, si trattava del Chios Aeinaftios, che vide la sua ancora arare il fondale marino e il natante schiantarsi fragorosamente sugli scogli a causa di onde ormai alte 7 metri.

Qualsiasi isolano o turista ricorda il relitto che faceva capolino tra i murazzi e che è stato completamente rimosso solo nel 2013.

Perfino io stesso, da piccino, rimanevo sempre affascinato da questo paesaggio figlio di una così intensa storia di mare; era la prima immagine che mi accoglieva in isola ogni volta che sbarcavo dalla motonave.
Sono certo che per tutto il suo periodo di “esposizione” tale nave sia stata un monito agli espertissimi pescatori isolani, perché anche la più potente delle imbarcazioni si deve sottomettere alla forza del mare.
Piccola nota a margine, i membri dell’equipaggio all’epoca si salvarono tutti, gli bastò infatti calarsi con delle funi sui murazzi per trovare la salvezza.
E voi? Avete qualche storia da raccontare? Non esitate, commentate e condividete!

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Io andavo da piccolo negli anni ’80 in vacanza con i miei genitori e ricordo che molti turisti si arrampicavano abusivamente per visitare la nave all’interno.
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Sì, era tanto pericolosa quanto attraente per i più avventurosi in effetti.
Grazie per il commento ☺️
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Che fortuna tu abbia scritto queste memorie. Io me la ricordo, in viaggio con papà e sua sorella. Ero già grandicella e ci siamo andati vicino in un momento di bassa marea. Ogni volta che raccontavo questa storia a qualcuno mi guardava scettico. Ma ci sono queste tue foto!
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Grazie, le tue parole fanno eco alle mie, prospettive diverse del medesimo racconto. Mi ha sempre affascinato quel relitto, la sua “stoica” resistenza, il suo incessante e fermo essere in bilico. Per tanti motivi giusto rimuoverlo, tra ruggine, pericoli, deperimento, inquinamento…. Ma altrettanto giusto ricordarlo, come una di quelle piccole leggende che solo il mare puó restituire.
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